Friday, May 13, 2016


Una vita nell’arte

Benvenuto era impegnato nel guardare il suo Perseo che sfoggiava la sua presenza nella Piazza della Signoria, sotto il Loggiato principale. Un giovincello con età da aiutante di bottega si avvicinò al maestro e cominciò a fissarlo attentamente; forse per una sensazione Benvenuto si girò repentinamente a guardò fisso il giovane che era concentrato nella sua speculazione; Benvenuto allora: perché guardi me invece della mia opera, non credo di essere tanto procace da essere degustato da te.Il giovane non rispose e continuò a guardarlo, quindi: avete fatto quest’opera?, chiese incuriosito mentre guardava il Perseo; Benvenuto manifestò un certo risentimento e aggiunse: certo che lo feci io altrimenti chi?; il giovane non si scompose e rispose: credevo che fosse di Baccio Bandinelli, invece siete voi! Bene, alquanto piacevole. Benvenuto pose la mano destra al coltello che aveva al fianco e: senti piccolo arrogante, non credere di paragonarmi al Bandinelli perché faresti davvero una brutta fi…; il giovane lo interruppe e terminò il sostantivo, avendo portato anch’egli la mano alla sciabola: vorreste dire figura? Credo che sia figura; estraendo la sciabola ben affilata e brillante. Benvenuto allora rinfoderò il pugnale e guardò il giovane: chi sei? E cosa vuoi da me? Se ti manda il duca Lessandro, digli che la sua opera la comincerò presto. Il giovane quindi  guardò celermente la piazza affollata di mercanti, militi e signori, o presunti tali, che parlavano fra di loro, e poi guardando nuovamente Benvenuto rispose: vorrei scrivere la vostra vita e scriverla con diretta testimonianza vostra. Possiamo cominciare con questa opera che mirate con tanto trasporto, et quindi io vorrei sapere come e quando l’avete fatta e chi ve l’ha chiesto. Benvenuto allora invitò cordialmente il giovane ad un’osteria dove si sedettero e ordinato una brocca di vino, Benvenuto cominciò il racconto: Il nostro Duca di Firenze in questo tempo, che eramo del mese d'agosto nel 1545,essendo al Poggio a Caiano, luogo dieci miglia discosto di Firenze, io l'andai a trovare, solo per fare il debito mio, per essere anch'io cittadino fiorentino e perché i mia antichi erano stati molto amici della casa de' Medici, e io piú che nessuno di loro amavo questo duca Cosimo. Sí come io dico, andai al detto Poggio solo per fargli reverenza e non mai con nessuna intenzione di fermarmi seco, sí come Dio, che fa bene ogni cosa, a lui piacque: ché veggendomi il detto Duca, dipoi fattomi molte infinite carezze, e lui e la Duchessa mi dimandorno dell'opere che io avevo fatte al Re; alla qual cosa volentieri, e tutte per ordine, io raccontai. Udito che egli m'ebbe, disse che tanto aveva inteso che cosí era il vero; e da poi aggiunse in atto di compassione, e disse: - O poco premio a tante belle e gran fatiche! Benvenuto mio, se tu mi volessi fare qualche cosa a me, io ti pagherei bene altrimenti che non ha fatto quel tuo Re, di chi per tua buona natura tanto ti lodi -. A queste parole io aggiunsi li grandi obrighi che io avevo con Sua Maestà, avendomi tratto d'un cosí ingiusto carcere, di poi datomi l'occasione di fare le piú mirabile opere che ad altro artefice mio pari che nascessi mai. In mentre che io dicevo cosí il mio Duca si scontorceva e pareva che non mi potessi stare a udire. Da poi finito che io ebbi, mi disse: - Se tu vuoi far qualcosa per me, io ti farò carezze tali, che forse tu resterai maravigliato, purché l'opere tue mi piacciano; della qual cosa io punto non dubito -. Io poverello isventurato, desideroso di mostrare in questa mirabile Iscuola, che di poi che io ero fuor d'essa, m'ero affaticato in altra professione di quello che la ditta iscuola non istimava, risposi al mio Duca che volentieri, o di marmo o di bronzo, io gli farei una statua grande in su quella sua bella piazza. A questo mi rispose, che arebbe voluto da me, per una prima opera, solo un Perseo. Questo era quanto lui aveva di già desiderato un pezzo; e mi pregò che io gnene facessi un modelletto. Volentieri mi messi a fate il detto modello, e in breve settimane finito l'ebbi, della altezza d'un braccio in circa: questo era di cera gialla, assai accomodatamente finito: bene era fatto con grandissimo istudio e arte. Venne il Duca a Firenze e innanzi che io gli potessi mostrare questo ditto modello, passò parecchi dí; che propio pareva che lui non mi avessi mai veduto né conosciuto, di modo che io feci un mal giudizio de' fatti mia con Sua Eccellenzia. Pur da poi, un dí doppo desinare, avendolo io condotto nella sua guardaroba, lo venne a vedere insieme con la Duchessa e con pochi altri Signori. Subito vedutolo gli piacque e lodollo oltramodo: per la qual cosa mi dette un poco di speranza che lui alquanto se ne 'ntendessi. Da poi che l'ebbe considerato assai, crescendogli grandemente di piacere, disse queste parole: - Se tu conducessi, Benvenuto mio, cosí in opera grande questo piccol modellino, questa sarebbe la piú bella opera di piazza -. Allora io dissi:-Eccellentissimo mio Signore, in piazza sono l'opere del gran Donatello e del maraviglioso Michelagnolo, qual sono istati dua li maggior uomini dagli antichi in qua. Per tanto Vostra Eccellenzia illustrissima dà un grand'animo al mio modello, perché a me basta la vista di far meglio l'opera, che il modello, piú di tre volte. Benvenutio allora guardò l’osteria e raccontò un episodio: Accompagnammoci con il procaccia di Vinezia, il quale si chiamava per sopra nome Lamentone: con esso andammo di compagnia, e passato Bologna una sera in fra l'altre arrivammo a Ferrara; e quivi alloggiati a l'osteria di Piazza, il detto Lamentone andò a trovare alcuno de' fuora usciti, a portar loro lettere e imbasciate da parte della loro moglie…; la sera si approssimava e Benvenuto accortosi del buiore congedò il ragazzo sollecitandolo a scrivere tutto lui aveva raccontato.Ed aggiunse: spero che qualcuno un giorno legga questa vita, e che la tua fatica non sia anodina.

Alessandro Lusana

A life at art

Benvenuto was employ to see his Persus who shows off his presence at the palce of Lordship, under principle open gallery. A young with age of collaborator store approch to master and starts see him: benvenuto perhaps for a sensation turne soon  and has seen young who was concentrated his examination; Benvenuto then:  why yiou see me instead my sculpture, I don’t think so very nice. Young has continued seen it, then: has you made thi sculpture?; young has asked while see Perseus manifested resentement and adds: certainly I have made it, who otherwise? Young dosen’t manifest resentement and answer: I have thinked that this sculpture is of Baccio Bandinelli, instead you are author! Very well. Benvenuto takes the knife to his side and talk: hair! small arrogant, not you think that compare me to Bandinelli, because you will make a wrong en…; young interrupted soon, and ended world; wrong image; and while takes his sword; you will talk image? I think that is image; extracting the very brilliant sword, Benvenuto sheathes his knife and seeing young ask: who are you? What do you will? If send you duke Alexander, you talk him that I start soon his sculpture. Young therefore see place with people between merchant, soldiers and lords true or presumed who talk between they, and refresh seeing Benvenuto answer: I would will write your life  and write it with direct your testimony. We can beginn with this sculpture which you see with very love and I would will know how and when you have made it, and who has commissioned. Benvenuto then invite young to a next tavern, where one met and order a pitcher of vine, and Benvenuto beginns his story: our duke of Florence at this time, we was month of August to 1545, being Poggio a Caiano, country theen mile distant from Florence, I have gone for a visit for my use, and for be citizen of Florence, and because my family have was friends with de’Medici, and I love more than anybody this duke Cosimo. So I gone to Poggio alone for a omage and not forstop with him, but God, who make everything, he like, duke seeing me, and more omage to me, and he and duchess ask me  few sculpture which I have made for king; therefore I will, and for order, I told. Duke hair me and he knowing truth; and adds for compassion and he talked: -small reward for much fatigue! My Benvenuto, is you will do some thing to me, I pay well otherwise doesn’t king. I adds this world major obligation that I have with His Majesty, becuause I ame took by injuste prison, and after because he given me occasion for to make admirable sculpture. While I telling my duke is annoy and seems that he can’t hair me, When I end he talks: if you will make ani thing for me I will be enjoy, that you will be astonished, provided the your sculpture like me; I not doubt. I am poor, and with will of manifest my capacity, I answer that bronze or marble, I will make a big sculpture at nice place. He answer that he would will for sculpture a Perseus. This he will from more time, and he ask that I make a model. I have made this model, and few week I have made it, this was an around ell, it is yellow wax and ended; very well make with more study. Duke has gone to Florence but seems that he don’t know me and I can’t show this model to him. A day after dinner, I accompany him to his wardrobe, he see this model with his duchess and other lords. He seeit and soon he like and he has praise. He talks: if you make this model, my Benvenuto, so at major sculpture this little model, this is would be the more nice than is at place. Then I talk: most Excellence my Lord, at the place are sculpture of Donatello and Michael Angel, and these are major sculpture once ancient…Benvenuto then stop himself and seeing the inn talked: I remember have gone Ferrara and at inn and together Lamentone, my friend, who has gone for visit to opposing to Medici family and he bring letters of their husband… ; evening was next and Benvenuto has seen dark dismiss young  and press it to write his life, and adds: I hope that someboby read this life and that your effort isn’t useless.

Alessandro Lusana
                        
 
 

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