Thursday, May 5, 2016

Impronte nogariane


 
 

Per Paris Nogari sembra che la Galleria delle Carte Geografiche del Vaticano non voglia terminare la rappresentanza pittorica; una seconda allegoria, qui con un collaboratore al seguito, è al romano Paris rapportabile; l’Esecrazione: la tipologia fisionomica ricalca quella dei santi sulla destra dell’affresco con il Martirio di S.Felicita e dei suoi sette figli, sulla parete destra del presbiterio della chiesa di S.Susanna. Al Nogari, oltre lo spolvero, spetta anche il viso della figura, mentre la veste acuisce i connotati plastici assumendo così una resa gravosa e poco definita che costipa la materia in pennellate risolute, da cui la presenza del collaboratore. La resa complessiva comunque alterna la destrezza incipitale del romano Nogari, che fra melliflue quanto quasi massificate stesure sembra, per ora, aderire ad una stesura addensata, quasi tralasciando la netta linea definita e formante del toscanismo manierista artefice della grafia consolidata sotto il segno scultoreo e e definito di matrice michelangiolesca. L’iscrizione chiarisce l’identità dell’allegoria che altrimenti sarebbe assai arduo riconoscere, vista la sua assenza dai repertori iconografici. L’attributo della tuba allude alle trombe del Giudizio Universale, il vaso di fuoco è un riferimento al mezzo con cui Dio esercita la vendetta ed al cratere dove è gettata l’anima di Teodorico nel riquadro con S.Giovanni papa e Simmaco, suocero di Boezio, precipitano l’anima di re Teodorico nell’inferno. Ma il Nogari, della prima ora, e del primo incarico, lavora anche all’Esecrazione: la tipologia fisionomica segue quella dell’allegoria precedente che seguono, con un connotato assai repentino quanto precario, oltre a quelle dei santi sulla destra dell’affresco con il Martirio di S.Felicita e dei suoi sette figli, sulla parete destra del presbiterio di S.Susanna, inoltre l’ampio dorso delle mani ricorda quello della Ruth, nel sottarco del braccio nord della cappella del Presepe in S.Maria Maggiore. La definizione tessile però ricalca le impronte dei collaboratori nebbieschi, per la resa definita della plastica delle pieghe, che tende ad adottare una punta di pennello poco affilata, ossia ricerca la definizione acribica che determina i chiaroscuri, ma poi cade di qualità nella fattura complessiva, riscattando però la resa complessiva con la riconoscibilità fisionomica che lo porta sulla rotta nogariana.
Alessandro Lusana
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