Sunday, October 30, 2016


Animus quam ars

La lettura degli Scritti e pensieri sull’arte di Henri Matisse[1] rappresenta in effetti una denuncia metodologica della creazione figurativa che sostituisce, l’intelletto razionale della composizione per fruire compiutamente con l’animo e le sue emozioni, che sono quasi rese visibili con particolare icasticità cromatica: Con i colori, basandosi sulle affinità e sui contrasti, si possono ottenere effetti pieni di attrattiva. Spesso quando mi metto al lavoro, in una prima seduta butto giù delle sensazioni fresche e superficiali…Voglio arrivare a quello stato di condensazione delle sensazioni che fa il quadro. Potrei accontentarmi della stesura di getto di un’opera, ma poi me ne stancherei: perciò preferisco ritoccarla, per poterla riconoscere più tardi una rappresentazione del mio spirito. Ecco alcuni enunciati che vedono nell’animo la motrice impulsiva della creatività che guardano alla realtà, come afferma il medesimo Matisse in un secondo passo destinato alla descrizione ideativa della celeberrima Danza(Fig.1)[2]: Quando dovetti comporre una danza  per Mosca mi limitai ad andare al Moulin de la Galette una domenica pomeriggio. E sono stato a guardare. In particolare ho osservato la farandola…Tornato a casa, composi la mia danza sulla superficie di quattro metri, canticchiando lo stesso motivo che avevo ascoltato al Moulin de la Galette…Una nota di speculazione razionale che riaffiora in una sorta di assimilazione fra razionale speculativo e emotività.

Alessandro Lusana

Soul as art

The reading of Writes and thinks around art of Henri Matisse, shows a method for a creation of art which replaces the rational intellect for composition for to use alone emotion whit soul and his sensational, which are showed almost with live colours; With colours, ground on the affinity and contrast, I can get attractive affect. Often when I beginning a work I have fresh sensations and superficial…I will get a condition for condensation of sensations which makes the painting…I would can use sudden draft, but I will be bore; therefore I prefer retouch the painting for I can recognize it after as work of my spirit…These are few sentence which considerer soul as engine of creativity but that see realty, as same Matisse affirm on second step of this write, around the composition of famous Dance: When I must work a dance for Moscow, I have gone to Mouline de la Galette during a Sunday. I have seen. Particulary I have seen the farandole...I go back home, I work my dance on the surface for four metre, and I am song same musical motive which I have heaved to Moulin de la Galette…A rational note that emerges for an assimilation between rational and emotive.

Alessandro Lusana                

  

   

 



[1] H.Matisse, Scritti e pensieri sull’arte, a cura di D. Fourcade, Torino 1988.
[2] Ibidem, nota 35.

Friday, October 28, 2016


L’origine stilistica del Pantanelli [1]

Pietro Pantanelli(1710-1787) fu sia lo storico locale di Sermoneta che anche un pittore, il cui catalogo recentemente ho incrementato con altre opere pittoriche presenti nella cattedrale di Santa Maria di Sermoneta[2], oltre quelle già conosciute per  sue stesse informazioni, nella sua opera maggiormente conosciuta, ossia Notizie storiche della terra di Sermoneta[3]; la famiglia trae origine dal tardo Seicento, almeno da quanto emerge dalla documentazione dei registri familiari della cattedrale sermonetana e di altri archivi; ma ora l’interesse si concentra prevalentemente sulle due opere pittoriche ancora conservate nella cattedrale sermonetana, con San Vincenzo Ferreri(Fig.1) e San Gaetano da Thiene(Fig.2), che denunciano una matrice prettamente seicentesca per il colore davvero intenso che lascia qualche perplessità sulla sua esecuzione settecentesca, ma considerando che il medesimo Pietro confessa di essere stato allievo di Giovanni Paolo Melchiorri[4], allievo di Carlo Maratta, e di cultura prettamente seicentesca; la veridicità dell’affermazione pantanelliana riguardo all’alunnato con il Melchiorri, certamente solo indiretto, emerge dalla plastica che il Pantanelli adotta per il suo Cristo nel San Gaetano di Thiene; una fattura assai densa e plastica, basti confrontare il panneggio di Cristo(Fig.3) con quello del Profeta(Figg.4-5), che denuncia anche la stessa cultura seicentesca trasmessa a Pietro dal Melchiorri; lo stilema è ancora, almeno per queste due tele, molto giovanile ed incerto, e che poi, in seguito con la pala d’altare con San Bartolomeo avrà un seguito settecentesco.

Alessandro Lusana  

 

 

 

Stylistic origin of Pantanelli

Pietro Pantanelli(1710-1787) was both local historical of Sermoneta and painter, whose catalogue recently I have increased with other painting at the cathedral of Saint Mary in Sermoneta[5], beyond painting knew for his information, which we take from his major work that is Notizie storiche della terra di Sermoneta[6]; his family is from XVII century to Sermoneta, at least form register of parish of Sermoneta and from other archive; but now my interest is concentred on the his painting work, now have kept at cathedral of Sermoneta, with Saint Vincenzo Ferreri(Fig.1) and Saint Carlo from Thiene(Fig.2), which show a matrix typically of XVII century for his colour, very intense, which determines few perplexity for style of century, this is XVII century, but we must considerer that same Pantanelli talks that was pupil of Giovanni Paolo Melchiorri pupil of Carlo Maratta; the veracity of this affirmation is visible, certainly alone indirect, emerges from plastic cloth which Pantanelli adopt for is Christ, Saint Gaetano from Thine; a style certainly dense and plastic, is sufficient confront between cloth of Christ(Fig.3) and that of Prophet(Figg.4-5), that shows and same pictorial culture of XVII century transferred to Pietro by Melchiorri; the style is again, at least for these painting, much young and uncertain, but following, at altarpiece with Saint Bartolomeo will have following of XVIII century.  

Alessandro Lusana         




[1] Dedico questo intervento al Signor Vincenzo Corbi per avermi fornito il materiale fotografico qui edito. E ringrazio sentitamente lo stesso Vincenzo per la collaborazione.
[2] A. Lusana, Silenzi pantanelliani, in New Italia Turismo, giugno-luglio 2011, n.82.
[3] P. Pantanelli, Notizie storiche della terra di Sermoneta, Roma 1992.   
[4] M. Cattaneo, Pietro Pantanelli(1710-1787), storico di Sermoneta, in AA.VV., Sermoneta e i Caetani, Roma 1999, pp.253-267.
[5] See note 2.
[6] See note3

Fig.1 P.Pantanelli
 
 
                                                                    Fig.2. P.Pantanelli
                                                            Fig.3 P.Pantanelli


                                                                   Fig.4. Melchiorri
                                                                 Fig.5. P.Pantanelli
 

Sunday, October 23, 2016


Lelio Orsi ritrattista

La natura stilistica di un pittore, in effetti può celarsi dietro repentini cambiamenti stilistici, come ad esempio Giovanni Lanfranco, ma può anche perseverare nella sua natura formale con i connotati tipici che lo peculiarizzano, quindi il caso di Lelio Orsi, che in due opere della Galleria Borghese, Roma, denuncia la sua presenza con stesure cromatiche davvero sentite, il Ritratto di Giovane donna(Fig.1), erroneamente attribuito a Niccolò dell’Abate, in effetti deve essere restituito a Lelio, soprattutto per la natura formale dello stesso ritratto, che può essere comparato agevolmente con un altro soggetto sempre di Lelio, i Santi Cecilia e Valeriano(Fig.2), adiacente, nella disposizione espositiva, con il predetto ritratto: la cromia resta densa assevera la fattura di Lelio, le pieghe delle vesti sono parimenti plastiche e dense, come la resa cromatica(Figg.3-5), che parimenti assimila le due opere, le sopracciglia della donna ritratta sono parimenti lineari come quelle della santa Cecilia del soggetto precedente, le dita parimenti lunghe, e i pollici soprattutto, eguagliano sia la santa precitata che la donna ritratta(Figg.7-8). Quindi un ritratto davvero rimarchevole per la forma e lo stile di Lelio Orsi ci fornisce un altro suo aspetto.

Alessandro Lusana

A portrait of Lelio Orsi

The stylistical nature of a painter, in fact, can hide behind change, for exemple Giovanni Lanfranco, but he can perseveres for his stylistical nature and so be peculiar, therefore case of Lelio Orsi, who for two painting at Galleria Borghese in Rome, shows his presence for dense colour, overall for the Portrait of young lady(Fig.1), erroneously ascribed to Niccolò dell’Abate, which in fact we must go back to Lelio Orsi, over all for a comparison with a painting of same Lelio Orsi, adjacent to same Portrait for museum disposition, this is Saints Cecilia and Valeriano(Fig.2): colour is same and asserts the style of Lelio, the folds of cloth are very plastic and dense, as colour(Figg.3-5), which similarly assimilates the two painting, eyebrow of woman at Portarit are similarly linears, as those of Saint Cecilia at same subject above mentioned, the long fingers of woman, above all thumb, are very similar to that of Saint Cecilia(Figg.7-8). Finally a portrait very important for catalogue of Lelio Orsi.

Alessandro Lusana    
Fig.1
                                                    Fig.2
Fig.3
Fig.4
Fig.5
Fig.6
Fig.7
Fig.8
 
 
 
 

 

 
 
   

 



 

 

 

 

 

Tuesday, October 11, 2016


Argomenti dosseschi

Due opere custodite alla Galleria Borghese di Roma attribuite rispettivamente a Dosso Dossi e Battista di Dosso sono invece ambedue rapportabili direttamente al secondo; la Vergine con Bambino(Figg.1-2) e la Vergine, Bambino San Giovanni Battista ed un angelo sono speculari, per le profumate carni infantili, di boudleriana memoria, sono direttamente rapportabili a quelle del San Giovanni Battista di Battista di Dosso e alla sua tela conservata poco sotto, la capigliatura dell’angelo e del San Giovanni Battista bambino(Fig.3), le dense epidermidi e la tipologia fisionomica, sono troppo vicine per potersi considerare solo come una congiuntura stilistica; inoltre la curva labiale, il naso come il seno delle due Vergini(Figg.4-5), nelle rispettive tele sono argomenti che le rapportano direttamente, ma anche la sartoria compie il suo ruolo, ossia anche l’abbigliamento delle due Vergini, plastico e sentito nella materia, agevola ancor meglio la definizione formale e la considerazione della duale paternità delle tele che spetta  Battista di Dosso. La natura meramente cromatica infine denuncia una mera congiunzione probabilmente venezianeggiante, ricalcandone la maniera lagunare nella sua melliflua scorrevolezza coloristica.

Alessandro Lusana

Subject of Dosso Dossi

Two painting now at Gallery Borghese of Rome, ascribed to Dosso Dossi and Battista di Dosso, are instead relate to only second name, Virgin with Child, and Virgin with Child and Saint John Baptist and an angel(Figg.1-2), are mirrors, for sweet-smelling flesh, according to Boudlaire, to of Saint John Baptist of Battista di Dosso, and to his painting under, hear of angel and of Saint John Baptist(Fig.3), dense flesh and typology face, are very close for be alone a coincidence; moreover mouth, nose and breast of two Virgin(Figg.4-5) are arguments which approach the two painting; but and cloth of two Virgins is very important because dense material easy the consideration of author that is to Battista di Dosso. Nature merely of colour shows a conjunction with Venice following the manner of colour of Venice.

Alessandro Lusana          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fig.1
Fig.2
Fig.3
Fig.4
Fig.5
Fig.6



 
 

Sunday, October 9, 2016


 

Setole cretesi

La pennellata di Jacopo Bassano(1510-1592) ha suggerito qualche spunto meramente cromatico e metodologico ad un pittore come Domenikos Theotokopoulos, detto ibericamente El Greco, poiché nato ed artisticamente iniziato, a Creta, allora una sorta di colonia veneziana. Ed infatti fu proprio a Venezia, dove si era trasferito nel 1567, che conobbe sia Tiziano, di cui fu considerato allievo, che la pittura veneziana nel suo complesso, quindi anche quella del Bassano; la pennellata densa e confusa di Jacopo, ha una netta corrispondenza con quella di Domenikos, comunque si deve specificare che la permanenza di Domenikos a Venezia perdurò dal 1567 al 1570, quindi le opere del Bassano, qui considerate per la netta influenza su El Greco, sono raccolte nel periodo di presenza di El Greco a Venezia. Quindi il Matrimonio mistico di Santa Caterina(Figg.1-2), per alcuni particolari tecnici come la pennellata, potrebbe aver suggerito ad El Greco la densa fattura che adotta già nell’Adorazione dei Magi(Fig.3), la prima opera veneziana di El Greco, che poi segue ancora nel Trittico di Modena(Fig.4) e che, nello stilema, persevera ancora per le opere ispaniche(Fig.5); comunque credo che la valutazione di Domenikos, sulla fattura stilistica bassanese, sia stata davvero radicale e profonda, data la seria considerazione della pennellata che poi caratterizza nettamente l’opera di El Greco per la natura scomposta ed alquanto incerta della resa complessiva(Figg.6-8). Mentre sia il colore intenso che la luce sono ripresi dalla Venezia cromatica.
Alessandro Lusana

Cretan bristle

The brushstroke of Jacopo Bassano(1510-1592) has suggested few influence merely chromatic and for method to a painter as Domenikos Theotocopoulos, called for Spanish El Greco, because is born in Crete, then a colony of Venice. In fact El Greco there went around to 1567, and there knew both Tiziano, whose he was considered an pupil, and Venetian painting, and that of Bassano; dense brushstroke and untidy of Jacopo, has a clean correspondence with that of Domenikos, however we must specify that presence of El Greco in Venice is from 1567 to 1570, then painting of Bassano, here considered for influence to El Greco, are included at between same period. Then Mystic wedding of Saint Catherine(Figg.1-2), for particular as brushstroke, would can had suggested to El Greco the dense painting, which he uses for Adoration of Magi(Fig.3), which is first painting of El Greco, and follows to Tryptic of Modena(Fig.4) and that, for his style, perseveres for Spanish painting(Fig.5); however I think that valuation of Domenikos, around style of Bassano, is very deep and radical, overall for brushstroke, that characterizes painting of El Greco, for confused style(Figg.6-8); while intense colour and light are took from chromatic Venice.   
Alessandro Lusana     


Fig.1
Fig.2
Fig.3
Fig.4
Fig.5
 
Fig.6
Fig.7