Thursday, May 5, 2016


L’ateismo antropologico di Feuerbach

La sinistra hegeliana, solitamente viene assunta e nominalizzata solo, e quasi esclusivamente, nel nome del più famoso esponente, che in verità fu uno dei più hegeliani, ossia Karl Marx; Ludwig Feuerbach più che rivolgere la sua attenzione al pragmatismo economico, come fece il predetto, operò a sintetizzare come avvenga solitamente la nascita della religione, affermando principi, prettamente umani, che poi, decenni dopo, saranno investigati da Freud. Feuerbach afferma: non fu Dio che creò l’uomo ma fu l’uomo che creò Dio; l’ateismo antropologico di Feuerbach è una modifica radicale per uno studente di teologia, poi aderente alla filosofia, specialmente quella hegeliana, che lo stesso afferma di aver conosciuto e di aver assunto integralmente ed umanamente[1]:…Io mi sentii legato a Hegel assai più intimamente, e fui più aperto alla sua influenza che a quella di qualsiasi altro dei nostri predecessori spirituali…Fu in lui che io acquistai coscienza di me e del mondo…, un grande omaggio che un allievo riserva ad un maestro da cui ha assunto soprattutto la metodologia filosofica della speculazione, quantunque anche con riserve sul concetto della religione; Hegel, in effetti, non esalta la religione ma la concettualizza come umana, con l’umanizzazione storico filosofica della figura di Cristo, ossia constata che Cristo abbia avvicinato Dio all’uomo, mentre nella visione ebraica, precedente al cristianesimo, il concetto divino era tanto distante da non poter essere minimamente considerato se non inattingibile; Cristo quindi ha approssimato e umanizzato, per quanto fosse possibile, la figura e la presenza divina, avvicinando una realtà divina che era solo mistica, distinta e distante, ossia Dio, da quel momento, diviene prossimo all’uomo, concetto che magistralmente esprime Manzoni nell’incontro fra Federico Borromeo e l’innominato, quando il cardinale commenta il disagio del predetto affermando: Che Dio v’ha toccato il cuore, e vuol farvi suo,-rispose pacatamente il cardinale. Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?- Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l’ha vicino?. Quindi Hegel ha solo constatato che la rivoluzione concettuale del cristianesimo è consistita nell’avvicinare Dio all’uomo; mentre Feuerbach, adottando il medesimo criterio speculativo e investigativo della filosofia hegeliana, ha valutato che il cristianesimo è solo un’ideazione umana, che deve esistere per permettere all’uomo di credere e sperare nella vita futura,  quindi surclassare il timore della morte, superarla e vivere per l’eternità; una speranza che nell’uomo resta sempre viva, e che la religione, qualsiasi essa sia, adotta per acuire la speranza quindi incrementare l’adesione al suo credo. Un’indagine certamente psicologica che anticipa le future indagini freudiane, che osservano la reazione umana dinanzi alla morte, e che assumono concezioni che garantiscano la sopravvivenza del defunto, questo vale anche per la beatitudine che garantisce serenità in un futuro edenico, nella pace suprema dello spirito che, in effetti, nella quotidianità raramente si raggiunge. La religione è la sola terapia che lenisca le difficoltà e le disgrazie umane. Feuerbach, assumendo Hegel come riferimento speculativo e metodologico, osserva la funzione terapeutica della religione Spiace per Feuerbach ma quantunque affermi il suo distacco da Hegel resta sempre metodologicamente un hegeliano.

Alessandro Lusana

Anthropological atheism of Feuerbach

The ideological left to Hegel, usually, and exclusively, identified with Karl Marx, is instead and reportable to a second author, who represented the religious phase of this ideological adherence, this is Ludwig Feuerbach, who choose of turn his attention not to economic pragmatism but to concept of religion, affirming mere human principle, which after very years will be inquire by Freud. Feuerbach affirms that man works Good and not contrary; the conceptual modify of Feuerbach is a modify of a theological student, after adherent to philosophy, especially that of Hegel, that same Feuerbach talk of has knew and has assimilate deep: these worlds are very significant: I feel next to Hegel very deep, and I was more subject to his influence than other spiritual predecessors…Whit Hegel that I have acquired conscience me and the word…; a great pupil reserve to his master, whose he has acquired philosophical methodology for speculation, although with reserve to concept of religion; Hegel not exalt religion but he work a concept and human makes it, with humanization historical and philosophical of Christ, this tells that Christ has draw up man to Good, while to jewels Good was very distant and more further; Christ therefore has draw up divine presence, approaching a divine reality, which was alone mystic, this is further and distinct, therefore Good with Christ is very next to mankind, concept that Alexander Manzoni, Italian writer expressed very laudable, when the Cardinal Charles Borromeo meets unmentionable, the Cardinal comments discomfort of abovementioned; Good has touches your heart, and he will you-answer the cardinal. Good! Good! Good! If i see! And hear him! Where is Good?- You ask me it? Who, more than you has next it?. Therefore Hegel has saw that conceptual revolution of Christianism is consist to approach Good to mankind, while Feuerbach, adopting same speculative think of Hegelian philosophy, has considered that Christianism is alone human ideation, which must be for to allow to mankind to believe and to hope to future life, then and exceed the fear of death; a hope which  to mankind is very important and that every religion adopt and exorcizes with the hope. An psychological inquire which futures Freudian analysis and that see man who employs, in front of death, conception that guarantees the future life. Religion is only therapy that allows get over the human disgrace. Feuerbach assumes Hegel as speculative reference and methodological, and he sees the therapeutics of religion. Feuerbach although talks as distant from Hegel is every time a Hegelian.

Alessandro Lusana       

 



[1] La sinistra hegeliana, a cura di K. LÖwith, Roma-Bari 1982, p.271.

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