Friday, May 6, 2016



Res nostra
Un inventario certamente non eccita grandi entusiasmi culturali ma agevola la conoscenza di una famiglia, qui quella Colavacchi, e soprattutto le proprietà che cementificano, e non certo per un anodino classismo sociale, le informazioni su cui poter fondare ulteriori certezze riguardo ai rapporti sia umani che economici, e valutare quale fosse la rilevanza della famiglia stessa, quali i gusti e le preferenze, il tutto desumibile dalla descrizione degli oggetti conservati, come i quadri che non sembrano mancare in casa Colavacchi; ritratti e pittori che emergono, che  quindi denunciano stretti rapporti con il contesto culturale romano da cui mutuare anche interventi pittorici come quello di Biagio Ruggeri, citato come autore di una tela; inutile dire che sarebbe altrettanto interessante sapere dove queste opere siano ubicate odiernamente, per una valutazione stilistica e magari l’inizio di un catalogo pittorico, ovvero l’arricchimento dello stesso, di un pittore, come per scultori ed artigiani; ma la volontà viene frustrata dalla carenza oggettiva del materiale primario e oggetto dell’indagine che ne emergerebbe. L’importanza documentaria comunque emerge, almeno in questo caso, anche dalla cappellania di Santa Maria delle Grazie, chiesa attualmente inaccessibile, che sembra fosse stata lasciata direttamente da Annibale De Paulis, il committente della ricostruzione della stessa chiesa, ma emergono anche i rapporti di parentela con i Razza, precitati, quindi anche le genalogie assumono qualche motivo di interesse che possono agevolare considerazioni storiche riguardo ad eventuale altra documentazione.
Inventario della Casa Colavacchi fatto nel 1702 per li atti della Curia Vescovile di Sermoneta, in cui si individual il JusPatronato del beneficio della Madonna delle Grazie, erecto da Monsignor de Paulis, spettante a detta Casa Colavacchi
Copia. Noi sottoscritti col presente Chirografo deputiamo il Signor Francesco Maria Colavacchi nostro Fratello Procuratore speciale a poter in nome nostro, e anche del Signor Dottor Ferdinando Maria Colavacchi altro nostro Fratello assente, e per il quale promettiamo de rato de comparire avanti il Signor Vicario Foraneo della Curia Vescovile di Sermoneta o altro Giudice a fare istanza di essere ammessi all’additione dell’heredità della bona memoria del Signor Giuseppe Colavacchi nostro Padre col beneficio della Legge, et Inventario, e di fare, e sottoscrivere anche in nome nostro il sudetto Inventario, e con facoltà di esercitare qualunque altro atto per detto effetto necessario, e opportuno, promettendo, e rilevando. In fede questi di 21 Ottobre 1702. Io Alessandro Maria Colavacchi mano propria.
Io Filippo Maria Colavacchi Canonico mano propria.
Inventario delli Beni mobili, immobili, semoventi, e crediti e debiti ritrovati nell’eredità, e dopo la morte della bona memoria del Signor Giuseppe Colavacchi da Sermoneta fatto da me sottoscritto, in nome anche delli sudetti Signori Fratelli figli, e heredi col beneficio della Legge…
Primariamente nella casa della solita abitazione di esso Signor Giuseppe bona memoria posta dentro di Sermoneta nel Rione del Borgo appresso suoi noti confini cominciando nella Sala; Un Tavolone usato di quattro piedi, in mezzo di essa con sedie mozzette di legno numero otto. Sedie di vacchetta d’appoggio alla francese con fusti di noce numero dodici. Scabelletti di vacchetta simili numero sei. Quadri di tela Imperatore rappresentanti diverse istorie con cornici di tartaruca, e cantonate d’oro germania numero quattro. Altri dell’istessa misura con prospettive, e figure senza cornice numero sei. Un altro quadro di palmi tre cornice bianca, e turchina con una campagna, et hosteria. Un canterano di noce con quattro tiratori con scudetti indorati alle serrature. Portiere di corame con opera rabesca numero quattro, quali nobili cioè cominciando dalla garrita delle sedie di vacchetta si dichiara esser stati compri col denaro pagato dall’Illustrissimo Signor Giovanni della Molara in Roma alla Signora Ortenzia Nevi vedova relitta del detto quondam Signor Gioseppe Calavacchi per prezzo di 22 scudi()Tavolini di noce con piedi storti numero due. Capofochi di ferro con pomi ottone nel Camino della sala numero due. Alcune lucerne, e Candelieri ottone, con piatto mezzo reale simile sopra il detto Camino. Nella prima stanza mano dritta di detta Sala verso Strada. Un tavolino usato numero uno. Sedie di legno a mozzetta numero due. Un baullo usato di corame con chiodetti d’ottone con alcune vesti di saja, e di viveri ad uso di donna. Quadro da testa cornice nera usato col ritratto della bona memoria del Signor Francesco Neti Padre di detta Ortensia. Altro dell’istessa misura con cornice simile de frutti della medesima Signora Ortensia. Altro parimente di detta misura con Marina, e la Fortuna a sedere in una conchiglia tirata da tre Amoretti della medesima Signora. Altra da testa rappresentante una delle Sibille della medesima. Nella seconda stanza verso Strada. Una cassa di noce usata con dentro alcuni lenzuoli usati para dodici. Altra cassa di castagno con dentro alcune camicie usate da huomo, e da donna, con alcune da tavola, e salviette. Un quadro di palmi cinque e sette vecchio  rappresentante la Madonna Santissima con il Bambino in braccio, San Giuseppe, e San Giovanni Battista senza cornice. Altro quadro da testa colla Madonna, et il bambino Giesù in braccio senza cornice della detta Signora Ortensia Neri donatogli dal Signor Biagio Rugieri Pittore in Roma. Un letto con banchi, e tavole, pagliaccio, e due matarazzi usati. Un inginocchiatore usato di legno. Nella stanza mano manca  la sala corrispondente nel Giardino. Un letto con banchi, e tavole, pagliaccio, e due materazzi, copertina distanza rossa, e lenzuoli usati. Baulli numero due di corame chidetti ottone usati uno piano della Signora Ortensia sudetta dove sono alcuni istromenti, e munizioni da caccia con vestiti parimenti da caccia, e da Campagna del Signor capitano Alessandro Maria Colavacchi, ed altro arcato con abiti da donna di seta, et operetta di seta a pelo. Un cimbalo a corda con due registri, e piedi di legno dorato del Signor Ferdinando Colavacchi alla Casa. Un tavolone vecchio con sovraccoperta, o tappeto vecchio con scancia di legno sopra li ordini quattro con libri, e trattati di medicina spettanti alla bona memoria del Signor Francesco Neri Padre di detta Ortensia. Alli lati inferiori di detta scancia in due tiratorini vi sono, cioè nel destro alcune  scritture, e memorie della casa, e nel sinistro parimenti alcune memorie domestiche con Posate numero nove d’argento cioè sei della bona memoria del detto Signor Giuseppe senza cortelli, ed il resto della Signora Ortensia Neri sudetta. Una Cassetta da camera di legno. Quadri da testa numero sei con figure, e teste di diversi Santi senza cornice. Altri quadrucci di carta pecora con cornicetta negra numero sei. Altro quadro bislungo da testa con San Michele Arcangelo, e altro quadretto con il Santissimo Sacramento adorato da due angeli della Signora Ortensia sudetta, Sedie mozzette di legno numero tre. Specchio di Cristallo d’un palmo a ottangolo con cornice di cristallo della Signora Beatrice Maria Colavacchi figlia di detto Signor Giuseppe. Nella seconda stanza mano manca della Sala. Letto con lettiera di legno, e tavole, con pagliaccio, e due materazzi, lenzuoli, e coperta rossa di lana, e filo ad opera. Casse di legno usate numero quattro con diversi vestimenti, e biancheria ad uso di donna, con una coperta di damasco giallo, e tornaletto simile compra col denaro della detta Signora Ortensia ritratto dalla vendita di detto jus redimendi, con altra coperta, e tornaletto di filo, e seta color gialla, e rossa, et altre coperte usate di cera numero quattro, et una coperta di tela stampata. Nell’altra stanza ad uso di cucina. Una tavola da mangiare con alcune sedie di paglia, pile, e brocche di terra da acqua. Nell’ultima stanza corrispondente nel violetto, che non riesce. Una tavola antica e vecchia, Una cassa da conservare robbe commestibili, Un talaro da tessere. Nella stanza sopra le scale per andare al secondo Appartamento. Tavolini numero due, Uno di noce con piedi storti, e l’altro usato di noce, Sedie mozzette di legno numero due, Sedie di paglia con fusti coloriti torchini, e dorati alla Napoletana numero due, Un studiolo di due pezzi a modo di credenza scorniciato con termini laterali, tiratori, et altri ornamenti usato dal quondam Signor Pietro Neri, hoggi della Signora Ortensia sudetta. Quadri di tela Imperatore per lungo numero due uno rappresentante un San Giovanni Battista, e l’altro San Giovanni Evangelista con cornici negre, e filettate d’oro della medesima Signora Ortensia, Un altro quadro da testa con cornice svenata di noce, e filettata d’oro rappresentante San Francesco di Sales della medesima, due quadracci di un palmo con prospettive senza cornice della medesima, Un altro da testa con cornice color di noce svenata, con filetti d’oro con la Madonna e il Bambino in braccio, e San Giovanni Battista della medesima, Un altro da testa  usato con cornice filettata d’oro con l’immagine di San Carlo Borromeo della medesima, Tonnini di legno con teste, e campagne numero sei della medesima, Un quadro da testa con la Santissima Annuntiata con cornice ornata di rabeschi d’oro, Un quadro di mezza testa in rame col miracolo di Lazzaro risuscitato, con molte figurine, cornice d’ebano filettata d’avorio donato al Signor Francesco Maria Colavacchi dal Signor Giovanni Bernardino Saraniso bona memoria Cappellano già della fortezza di Sermoneta suo Sartolo, Un quadretto di rame d’un palmo cornice negra usata con la Pietà, e due Angioli lacrimanti della Signora Ortensia Neri, Un quadro usato da testa con San Francesco senza cornice della medesima, Un letto con pagliaccio, e due materazzi con lenzuoli, e coperta, e tornaletto di bambace a opera color torchino, e bianca, Lettiera di ferro con pomi d’ottone compra col danaro della detta Signora Ortensia proveniente dal detto jus redimendi venduto, Un inginocchiatore di noce con tre tiratori con incrostatura svenati, e termini laterali compro dal Signor Canonico Filippo Maria Colavacchi, Un Baullo piano di corame chiodettato d’ottone della detta Signora Ortensia Neri con entro alcuni abiti di detto Signor Canonico Colavacchi, Nel camino di detta stanza due capofochi di ferro ordinarij, Un focone di rame con piede, Un lavamano di legno, Una cassetta da camera di legno, Un specchio di palmo uno, e mezzo con cornice di pero negro. Nella prima stanza a piano, che ha la porta nella cantonata della Casa, che serve ad uso di Cucina, Una credenza usata da Cucina, Due tavole usate da mangiare, Un cassone vecchio da conservare il Foraggio. Nella seconda stanza. Letto per serva ordinario, Un arcone da farina, Arca da fare il pane, et un tavolino, con un Cassabanco vecchi, Conche grandi di rame numero tre, Conche da acqua numero uno, Caldara da mosto da una soma, e mezza, altra di mezza soma, et altra ordinaria, con testi, e tielle di rame numero tre. Nella terza ad uso di dispensa. Alcune vettine con poca quantità di olio, alcuni formaggi, prosciutti, e sale. Nel secondo appartamento. Nel salotto, fave di quantità rubia otto in circa…Stabili. La sudetta Casa di solita habitatione di due Appartamenti, e piano nel Rione del Borgo con Giardino annesso, Altra Casetta di due stanze nel Rione della Torrenuova ritenuta in saleriano, Un'altra ritenuta da Giulia Caldaroni con patto redinendi per scudi 50 sotto l’Hosteria, Tre stanze di Casa nel Rione della Rocca secondo li confini antichi appresso li beni di Pietro Bobbi, e li beni di Roberto Vitelli usurpata da ricuperarsi…
Copia di lettera scritta dal fu Avvocato Francesco Maria Colavacchi con la data delli 27 decembre 1728.
Già all’offico di Monte Citorio ho trovata prodotta una copia della Fondazione della Cappellania della Santissima Vergine delle Grazie con farne l’investitura perpetua a Casa Nostra da Anibale de Paulis Vescovo di Cervia, che questa è una cosa di moltissimo rilievo, e che estinguendosi la Casa nostra, che Dio non voglia, vada in Casa Razza nostri stretti Parenti, dove dice, che standoci un Chierico di Casa lo possa quello ritenere con l’obbligo delle Messe, e non standoci Chierici, che sia in nostra libertà conferirlo a chiunque, ed estinguendosi la nostra Casa succeda come ha detto Casa Razza con l’istesse facoltà, onde non è io come voi non essere ancora andato da Sua Eccellenza a parlargli, ma se volete andarci, e portargli la copia della detta Fondazione avvisatemelo, che subbito in risposta la mando, mentre queste sono cose da non dormirci, ed essendo cosa nostra non è dovere se la godi Sua Eccellenza, che non ne ha di bisogno.
                                                                                                        Alessandro Lusana

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