Friday, May 6, 2016





Legere et scribere
La certezza di apprendere è data senza dubbio dalla presenza di un’istituzione che ne garantisca la didascalica sussistenza, ma anche da un governo, che quantunque modico nelle sue ragionate scelte provveda anche  alla cauta istruzione che riesca a dimidiare l’analfabetismo; esisgenza che in Italia a differenza di altri paesi europei, ebbe una diretta influenza sulle abitudini sociali, l’analfabetismo, a dispetto delle nostre straordinarie patrie lettere, aveva una eccezionale diffusione, ben pochi erano dotati di capacità letterarie minime, in ogni secolo, quindi poter considerare che in Sermoneta la volontà specifica dell’allora consiglio abbia optato direttamente per questa presenza scolastica, resta un assunto davvero rimarchevole, pensando e risolutamente che la richiesa non venne certo dai sermonetani delle classi infime, un uomo del Cinquecento che appartenesse a classi sociali modeste, se non ultime, non era certamente proiettato verso la propria emancipazione culturale, le singole esigenze erano di altro genere; quindi che la scalta di un maestro sia stata solo dettata dal desiderio dello stesso consiglio comunale di poter sensibilizzare i costumi verso gli elementi minimi della conoscenza. Valutare gli effetti sarebbe alquanto incerto, non credo che si sia radicalmente diffuso il senso profondo delle Umanae Litterae, ma comunque l’esempio è rimarchevole per un modesto paese che quantunque ricchissimo di variegate e crescenti storie umane quanto prettamente artististiche ed urbane, non può essere assunto certamente come modello della diffusione scolastica ausonica. Una nota certamente curiosa è quella che emerge da un passo del testo riportato, nel quale quasi si auspica che la frequentazione scolastica possa raccogliere una varietà di o preti, o seculari che siano, et in questo anno ch’è condotto admaestrarli, et dar le bone creanze, cominciando prima tutte l’altre scientie impararsi il timor di Dio, et la sua dottrina, quale è nominata dottrina Christiana et poi; nulla di rilevante, ma certamente anomalo che ad un prete debba essere insegnato il timor Dei, ovvero la dottrina di Dio, capisco qualche assenza dal corso tenuto in Seminario, ma un prete che avesse dovuto imparare la dottrina da un maetsro di scuola forse no fu veracemente vocato; ma oltre il celio, questa nota riportata attesta che anche fra coloro che in effetti avrebbero dovuto, per il tempo del documento, rappresentare il baluardo della cultura, in effetti erano assai epidermici e molto approssimativi, forse, anzi certamente vocati per necessità piuttosto che per spiritualità. Ma talvolta accidenti spiacevoli distolgono dalle litterae, per orientarsi sulla praticità fattiva, quindi un caso è documentato dal Maetsro di scuola Oddo dell’Atti, maestro attivo al medesimo impegno didascalico chedeve lasciare Sermoneta per raggiungere la sorella[1], per tale repentina fuoriuscita deve chiedere al Signore di Sermoneta che certamente lo concesse. 
Gennaio 1574: Docere litteris[2]
Si fa piena et indubitata fede oggi VI de gennaio 1574 qualmente Camillo Cappone, Antonio de papa, Bonifacio Borzo, et Bonifacio Vari al presente offitili de Sermoneta per ordine et commissione del Illustrissimo Signor Bonifacio Caetano Nostro Patrone, si come appare per littere de Sua Signoria conclusono mastro Ferrante Bresciano maestro di scola in detta Terra promettendo darli per suo salario per uno ano  scuti quaranta di moneta il letto comodo per dormire dico 40 incominciando l’anno dal primo de Decembre prossimo passato da finisse similmente al detto tempo nel 74. Et esso mastro sudetto s’obliga insegnar tutti de la sudetta Terra ch’andando in detta scola tanto fanciulli come grandi, o preti, o seculari che siano, et in questo anno ch’è condotto admaestrarli, et dar le bone creanze, cominciando prima tutte l’altre scientie impararsi il timor di Dio, et la sua dottrina, quale è nominata dottrina Christiana et poi l’altre virtù de mano in mano secondo il scolare harra di bisogno, ciò, imparato de leggere, de scrivere, de grammatica et tutte che complete l’Humanità. Et In Fede del vero Io Francesco Quatrasso Cancelliero di la sudetta Terra ho fatta la presente a dì mese et anno come di sopra quale tanto di sopra nominati Signori officiali come esso maestro sudetto vogliono habbia qual rigore che si suol dare a qualsiasi instromento fatto per publico Notario corroborato ed tutte solite clausule, et per più testimonianze che vengosi sotto scrivando, et così si sono convenuti, et obligati. Io Camillo Cappone notari ed firmo quanto sopra. Io Francecso Quatrasso Concelliero. Di signori Officiali vogliono che tutti quelli ch’anderando alla detta scola o grandi o piccoli, o preti, o seculari che siano di qualunche stato et conditione portino al detto maestro le legna et il pane, non facendo però escusati quelli che non si vogliono scaldare per non portarle legna ch’o, il pane secondo el solito et costume antiquo de la Terra de Sermoneta. Illustrissimo et Eccellentissimo Signore e Padrone mio Colentissimo. Missere Oddo dell’Atti Mastro di scola di sermoneta ha dimandata  licenza per occasione di certi travagli scussandoli per la morte di una sua sorella; Per tanto in questo  particolare Noi non l’havemo resoluto à cosa acuna senza ordine di Vostra Eccellenza Illustrissima alla quale gli rimettemo il tutto, et per fine le bagiamo umilmente le mano, et Dio Nostro Signore li conceda ogni felicità da Sermoneta li 25 di Agosto 1588.
Maestro di Scuola.
Die 21 Maggio 1705. Coram …Si propone anco alle Signorie vostre, come ritrovandosi questo Pubblico senza Maestro di Scuola per la qual causa li Giovini di questo Loco marciscono nell’ozio tiranno della virtù, et Padre de vizi, et restano privi di apprender quelle virtù, che sono tanto necessarie ad esser formale dell’homo, come anco di sapere d e privilegi, come anco di saper li principi et fondamenti della nostra Cattolica Fede, senza la di cui notizia non possiamo slavarci, et male educati crescono nell’età, et assieme nelli vitii, et però starei bene, per ovviare simili disordini di mettere un Maestro di Scuola, ma però Forestiere, et che sii di buone qualità, et intelligenza, con la provisione di scudi cinquenne l’anno da pagarsi dalla nostra Comunità, però risolvano se vogliono accettarlo, et datisi pallolis albis, et nigris, albe denotanti inclusive, et nigre  exclusive, et votans per vota secreta, reperte fuerunt indecim albe, et una nigra, et sic conlusum fuit.
Alessandro Lusana


[1] R.A.C., N.91503, 1588, 29/VIII.
[2] R.A.C., 449/174

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