Friday, May 6, 2016


Salus populi
Un consiglio comunale del 1691 evidenzia che in effetti la salute cittadina non era secondaria, anche perché, per oggettivi motivi politici, le braccia e la popolazione era utile per la stessa economia, un salario, certamente assai modesto, ma forse anche gratificante, ha garantito che la scienza medica penetrasse anche fra le mura domestiche e cittadine, qualche altro medico lo troviamo registrato nella documentazione ecclesiastica, un Giovan Battista de Rossi, medico di Cori, residente in Sermoneta, ma di medici condotti non avevamo traccia, e quindi l’attestazione che le nostre amministrazioni abbiano operato attivamente anche alla salvaguardia della salus populi non senza saldi privati, allora la sanità doveva essere pagata dal paziente, ma l’interesse verso, ripeto, la sanità pubblica resta un fattore di grande modernità morale e politica da cui non prescindere nella considerazione di anteriori tempi magari solitamente considerati ferali. Inoltre la presenza ospedaliera è riportata in qualche documento, quello di Sant’Antonio verso la Portella, e questo anche dell’Oratorio dell’Annunziata, dove magari poveramente ma la Compagnia della Carità forniva aiuti concreti per i malati, un servizio destinato ai soli poveri, che non avrebbero potuto provvedere autonomamente, come altrettanto sollecita, la stessa Compagnia, nello svolgimento dei conforti religiosi, che venivano pagati dalla medesima. A ben guardare poi sembra, almeno attenendoci alla descrizione, che lo spazio non mancasse, sono citate più stanze ed un apparato di notevole entità di suppellettili, quindi evidentemente la compiaciuta vicinanza caetanea alla popolazione anche da qui si evince; l’Oratorio aveva il giuspatronato dei Caetani, quindi è probabile che siano intervenuti direttamente per suffragare sia il compito sociale della Compagnia che per gli strumenti idonei allo svolgimento di tale compito. Non ci si faccia trarre in inganno dalla dicitura corrente; il documento di possesso della Compagnia, non è da intendere come un possesso materiale, ma bensì come l’elezione di un membro alla responsabilità delle finanze della stessa Compagnia, suggerito fin dal modico regesto con l’intervento del Duca Caetani; infatti alla famiglia ducale spettava il diritto di eleggere il Priore e il Camerlengo della Compagnia, che in questo caso è un Colavacchi. Ma talvolta anche i caritatevoli fratelli della Compagnia avvertono, ovvero ricordano che in effetti la risolutezza risulta efficace, quindi qualche lamentela è rivolta al Priore Giacomo Razza.

Libro de Consegli Salario calato al medico
Januarij 1691.Coram Per Illustrissimi et excellentissimi Domino Alexandro de Sanctis ac Terre Sermonete Locumtenente, neque. Congregato, et cohadunato consilio more solito, et in solita Residentia Domini Prioum Illustrissimi Communitatis Sermonete facta jurius Intimatione per Jacobus Palladinus publicus Mandatarium, in quo interfecerunt Illustrissimus Josephus Pellegrinus Prior in capite, Johanens Ciocius, Marsilius de Monte, Johanens Porretta Priores dicte Communitariis nec non Domini Camillus Ciocius Primis Consiliarius, Carolus Antonius Borgius, Alexander Colinus, Lucas Mazzancollus, Johannes Francisconus, Paschalis Colaleus, Felix Magdalenis, Petrus Lucchesius, Bernardua Francisci Nardi, in absentia Domini Nicolai Colalei, Francisci Porretto, et Josephi Spagnoli Consiliarorum pro quibus de rato quatenus et facta prius invocatione Spiritus Sancti more solito, fuit infra videlicet=Per sovvenire alla Comunità, che presentemente si trova in stato bisognoso si potrebbe levare al Medico Condotto scudi venti annui in modo che restarebbe al medesimo scudi centoventi a ragion di scudi dieci il mese, però consideriamo quello si deve determinare, o di levarglieli come si è detto, o di farlo continuare con la provisione solita, et datis fabis nigris, et albis, et noniti quod Albe intelligantur favore Medici Conducti, nempe quod continuet, cum solita provisione, nigre vero intelligantur favore, Communitatis, scilicet, quod minuetur dicta  provisio, et reducatur ad rationem scutorum decem pro quolibet mense, dictisque fabbis recollectis fuerint inverte sexum tantu albe, octo vero nigre, et sic determinatu, quod imposterus Meicus inserviat ad rationem scutorum decem quolibet  mense, et ita.

 Ospedale dell’Annunziata[1]
1779. Descrizione, o sia Inventario della Chiesa, ed Ospitale della Madonna Santissima dell’Annuntiata, e di tutte le suppellettili, et altre robbe esistenti nella sudetta Chiesa ed Ospedale, e sono come in appresso, cioè. Una Chiesa fatta a volta con sua facciata scorniciata sopra la quale  vi è la Croce di ferro, porta di Conci d’Ordine Dorico con Inscrizzione=Charitas Mille Cinque Cento Settanta Sette= Con la sua porta di legno a due fusti, ad uno de quali vi è l’Arma  della Carità, e all’altro  di Sua Eccellenza Reverendissima il Duca di Sermoneta, con serratura, due chiavi, Bandelle, Gangheri, et un paletto rotto in una parte. Bussola di legno scorniciata dentro, e fuori con suoi ferramenti per aprirla, e serarla…In Cornu Epistole vi è il letto de Paramenti, o sia Credenza di legno colorati e scorniciata con sua Pratella parimenti scorniciata con quattro tiratori, con serrature, chiavi, e scudetti d’ottone e con Maniglie tonde di legno a ciascun Tiratore. Sopra detta credenza vi è altra credenza dove si conservano Calici, veli, messali ed altro con sua chiave, serratura, scudetto di ottone con due credenzini laterali con maniglie tonde di legno, con sopra l’Arme della Compagnia rappresentante il Salvatore, che tiene con tutte e due le mani una Croce rossa con fondo nero, e due piccoli Angioli in stato d’Adorazione. Un Acquasantiera appena entrato nella Chiesa sulla dritta di pietra scorniciata tonda, tutta d’una pezzo, con suo piede parimente di pietra tutto d’un pezzo fatto a balaustra. Una credenza antica di legno scorniciata, a due dipartimenti con sue chiavi, e serrature. Un Confessionale di legno scorniciato dentro al muro con sue immagini sopra nelli rispettivi luoghi, con sue travelle di latta, e suoi sportellini. Sopra detto confessionale vi è una credenza messa al muro tonda con sue porte di legno imbiancate con serratuara, e chiave. Numero 8 banchi di legno senza spalliere. Altro banco lungo fato fatto a cassabanco con sue centine. Altro cassabanco nuovo scorniciato con sua chiave, e serratura. Altro cassabanco lungo antico, con una serratura senza chiave.Un genuflessorio grande con centine, chiave, e serratura, con suo recettivo banco, e predella…Un legio di legno antico. Un inginocchiatoi scorniciato avanti l’Altare con sua pretella. Altra credenza di legno antica, a due porte scorniciata con due maniglie di legno grosse tonde, con sue serrature, e chiave, sotto la qual credenza vi resta una menza d’Altare di pietra tutta d’una pezzo. Una cassa di legno scorniciata di palmi tre riquadrata con centini, serratura, e chiave. Un Cristo con sua croce scorniciata ad oro buono. Due lanternini scorniciati, e dorati con suoi vetri e stemma della Carità, e con inscrizione=Charitas= con sue aste. Due maniglie di ferro, di là, e di qua al letto de paramenti, messi al muro, che servono per detti lanternini. Sopra la credenza de Paramenti, sopra della quale vi sta il descritto Crocifisso viè un piccolo Baldacchino scorniciato, e dorato. Un stendardo per le processioni lacero, rappresentante da una parte il Santissimo Crocefisso Spirante, e dall’altra la Santissima Annunziata, al di sotto con sue Armi della Carità, del Papa, e di Sua Eccellenza Reverendissima, con sue aste, pomi dorati, fiocchi undeci di seta mancanti due, e sue ventole, o siano cordoni di seta. Due Cigne di scamoscio nero, con sue fibbie d’ottone, per portare il Cristo nelle processioni lacero rappresentante da una parte il Santissimo Crocefisso Spirante, e dall’altra la Santissima Annunziata, al di sotto con sue Armi della Carità, del Papa, e di Sua Eccellenza con sue aste, pomi dorati, fiocchi undici di seta mancanti due, e sue ventole o siano cordoni di seta. Due cigne di scamoscio nero, con sue fibbie d’ottone per portare i lanternini. Una cigna di scamoscio nero, con sue fibbie d’ottone, per portare il Cristo nelle Processioni. Numero ventinove pezzi di apparati di camiciola, seta fondo torchino, e fiori color di oro con le rispettive francie ad alcun pezzo. Due portiere di simili apparati di quà e di là al Capo Altare, con suoi ferri et anelletti. Numero sei candelieri di due palmi, ed un quarto con sua Croce, Piedistallo, e Carte Glorie di legno dorati ad oro buono. Altri sei candelieri con sua Croce, e Piedistallo di legno filettati ad oro buono con due Carte Glorie feriali. Sei candelieri piccoli detti controlumi di ottone. Un regolo scorniciato per comodo da celebrar le Messa. Un campanello d’ottone per servizio della Messa. Una Pace di rame indorata. Un piattino di stagno, con un con un paio di ampolline. Un smorzatolo di latta con sua bacchetta. In Cornu Epistole. Nel sfondo vi resta un piccolo confessionale messo al muro con sua gratella di latta ed immagine sopra per comodo di Fratelli. In cornu Evangeli. Un porta di legno scorniciato, ove resta un credenzino al muro con due sportelli per tenervi il bazzico per comodo della lampada, con sua serratura. Un bazzico di latta con suo imboccatore staccato.  Avanti al capo Altare una lampada di ottone con sua lampada di vetro sostenuta da un ferro da capo a piedi. Una lampada sopra detta chiesa con suoi finimenti, e fune per convocare i Fratelli. Una picciola tabella scorniciata con l’iscrizione=Chorus. Altra tabella scorniciata detta brario. Due finestre con suoi telari vetrate e due sportelli per ciascuna, o siano scuri. Un calice d’argento con sua Patena dentro la custodia. Un pianeta di lama d’argento guarnita d’oro con suo manipolo, e stola foderata di Nobiltà rossa con suo stemma da piedi a detta Pianeta dell’Annunziata.Una borza di lana d’argento, guarnita d’oro con quattro fiocchi bianchi con entro il suo Corporale, e pala, Un velo di nobiltà bianco, ondato guarnito tutto d’oro. Un altro velo nero di seta con sua trina gialla.  Altro velo sospeso parimenti di seta nera senza trina. Due tele stragule di tela torchina per coprire l’altari. Numero otto tovaglie d’altare di cortinella parte con merletti, parte liscie, e parte con francie. Altre sette tovaglie di Panno ordinario e rotte, compresa una ripiena di bombace di lavoro a saia. Altra tovaglia di panno ordinario con sue lenze intersecate, con sua francia. Sei candelieri con sua Croce, e Piedistallo, carte Glorie di legno, indorate a vernice, con altri sei ordinari dell’altezza di due palmi. Una lampada d’argento grande rappezzata, e rotta. Un baretta da preti di stamigna nera. Ventinove purificatori. Cinque fazzoletti per porre sopra l’ambolline. Un camice ordinario di tela casereccia con suo merletto e cingolo. Una pianeta nera di saia per Messe da morti guarnita con trina di seta color di perla, con suo manipolo, e stola fazzoletto nero di seta per porre sopra il calice colla stessa guarnizione, e con borza nera con guarnizione gialla e con la palla solamente. Altra pianeta di cornicciola di tutti colori con francia di seta color d’oro, con suo manipolo, stola, borza con entro corporale, e palla, e con suo velo similmente di tutti colori. Altro velo di seta paonazzo con frangetta gialla. Un calice di metallo dorato con sua coppa d’argento, patena d’ottone dorata con sua palla. Un messale da morti ed altro da vivi. Un incensiere con sua navicella d’ottone, e cocchiarino di stagno. Una bussola di latta per cercare l’elemosina. Un paliotto a due facciate una di damasco rosso con trine d’oro, e l’altra di raso color perla ricamato con fogliami di lustra d’oro in mezzo del quale vi è l’immagine della Santissima Annunziata. Altro paliotto similmente a due facciate una di seta di tutti colori, e l’altra di damasco bianco guarnito d’oro in mezzo del quale vi è l’immagine della Santissima Annunziata. Altro di amove paonazzo guarnito d’oro falso, in mezzo del quale vi è l’immagine della Santissima Annunziata. Altro camice di tela ordinaria con suo merletto, e cingolo. Altro messale da vivi, quasi nuovo.Un panno di seta, molto antico di porre sopra la legio, con frangetta d’oro. Altro camice di sengilione arricciato con suo merletto, ammitto, e cingolo. Una pianeta di damasco bianco, guarnita d’oro, con stemma della Santissima Annunziata, con suo manipolo, stola, velo e borza con entro corporale, e palla.  Altra pianeta di durante verde con sua striscia in mezzo paonazzo, guarnita con francia di seta gialla con suo manipolo, stola, e velo. Altra pianeta di damasco rosso guarnita d’oro con manipolo, stola, velo borza con entro il suo corporale, et palla. Numero 13 libretti per dire l’Ufficio de morti. Due cuscini a due faccie di damasco, da una parte bianco, e dall’altro rossa guarniti d’oro con suoi rispettivi fiocchi di seta bianca, e rossa. Numero 47 abiti di barbantina nera con suoi cordoni. Numero 4 aste nere con i rispettivi nodi con sopra il riporto scorniciato con iscrizione Charitas, e con crocetta sopra, e con crocetta sopra indorata a vernice per gli officiali. Numero 19 aste nere con suoi nodi, pomi, e crocette sopra indorate a vernice, per i fratelli. Altre cinque aste nere con suoi nodi, e pomi senza crocette indorate a vernice per i fratelli. Altre due aste nere con pomi sopra indorate a vernice dette pastorali. Altre quattordici aste nere antiche, rotte e mezze fraciche. Una Croce di legno tinta nera, indorata a vernice, vecchia, e rotta. Numero 3 telari con trina sopra per formare il catafalco de morti. Una Scaletta di legno con sette piroli vecchia. Altre carte glorie indorate a d’oro buono scorniciate. Due tele nere con suoi anelletti, e trine per tirarle in mezzo alla Chiesa. Numero cinquanta carte nere de morti. Un atrezzo de legno con suoi chiodi per comodo dell’Officio delle tenebre.

Nello Ospedale grande detto lo Ospedalaccio.
Cinque travi in piedi di legno con tavolato della lunghezza di venti palmi, largo otto con finestra con crocetta di legno. Cammino grande, e luoghi communi. Un porta vecchia con gangheri, bandelle, catenaccio, chiave, e serratura. Due stanze terratiche mal ridotte con porta fracida senza alcuno terramento. Pozzo con sua vasca col canone di  baio quindici a favore dell’Insigne Collegiata di Santa Maria, secchio con due cerchi, e maniglia di ferro, con sua corda.

Nell’Ospedalle detto delle donne.
Un cataletto di legno per trasportare morti dalla campagna. Una porta con sue bandelle stanghette, serratura, e chiave. Due pagliacci con due capezzali uno buono e l’altro in cattivo stato con quattro banchi ed otto tavole di legno. Una fenestra con ferrata, e sportello fracido di legno. Un porta con suoi gangheri, e bandelle, che conduce al luogo comune. Un cammino con architrave di legno.

Nell’Ospedale di sopra.
Porta di legno con sue bandelle, gangheri, catenaccio tondo di ferro con passamano, e ochietti. Chiave e serratura in buono stato. Numero 7 pagliacci parte in buono stato, e parte in cattivo stato, con numero 28 tavole, e nove banchi, parte buoni e parte cattivi, e cinque scannella alla bassianese. In detta stanza vi è un ristretto, o sia tramezzo di tavole con suoi regoletti imbiancato dentro, e fuori, con porta con sue bandelle, a due serrature e chiave.
Dentro a detto tramezzo.
Due cassette, o siano comodi, una delle quali inservibile.Una lettiera di legno fatta all’antica ingessata, vecchia, e rota con suo pagliaccio, matarazzo, e capezzale nuovo di lana. Un altro letto consiste in pagliacci, matarazzo, e capezzale di lane con due banchi, e quattro tavole. Una fenestra con ferrata con telaro e sportelli di legno rotti, e quasi inservibili con due scuri. Sette coperte di lana in pessimo stato. Un tavolaccia pessima, mancante un piede. I luoghi communi senza porta.

Nelle tre stanze abbitate dallo Ospedaliere.
Porta foderata a prima entrata con gangemi, bandelle, serratura, e chiave. Cammino con architrave di legno. Una padella di ferro. Due finestre con suoi scuri di legno, gangemi, e bandelle di ferro in cattivo stato.

Nella seconda stanza.
Porta di legno con gangheri, bandelle senza serratura, e chiave. Un cassabanco o sia cassone senza serratura, e chiave, dentro del quale. Numero 7 lenzuoli di tela ordinaria, due de quali a tre tele, e li restanti a due, uno de quali inservibile. Altra finestra con scuro di legno con suoi gangheri, e bandelle in cattivo stato.
Nella terza stanza.
Altra finestra con telaro, e scuro di legno con suoi gangheri, e bandelle.
Copia. Possesso del Camerlengato della Compagnia della Santissima Annunziata preso da Ferdinando Colavacchi eletto         dal Signor Duca questa copia è stata estratta dal libro delli Istromenti di detta Compagnia.
In nome di Dio Amen Anno 1682 Indizione 5º Pontificato Innocenzo Divina Provvidenza Papa Undicesimo, anno suo sesto, giorno 30 mese di Agosto. In mia presenza e testimoni, e personalmente costituito l’Illustre Signore Ferdinando Colavacchi figlio dell’Eccellente Signore Dottore Giuseppe Colavacchi di Sermoneta da me conosciuto, il quale con l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Francesco Caetani di Sermoneta Duce Patrono nominato fu Cammerario dell’Ospedale sotto l’invocazione della Santissima Annunziata della Terra di Sermoneta dalla Lettera Patente spedita per detto Eccellentissimo Signore Duce da Vigna Pontemolle a Roma sotto il giorno 14 Maggio prossimo per i quali il vigore fu adempiuta il possesso dello stesso ufficio nel giorno sesto corrente mese di Agosto, e volendo il contenuto in detta lettera ad adempiere spontaneamente in ogni affetto promise, e solennemente obbligò il detto ufficio integralmente, e fedelmente esercitare, ogni cosa, che sia tenuto ad adempiere, e fare, e con rigoroso costume, e ricevere anche il dolo, e la frode integra, sincero e fedele computo rendere ad ogni richiesta del detto ufficio bene amministrare verso ogni danno di cui per questo Signore Ferdinando et per ognuno per se stesso promise e presenta, et personalmente costituito il sopraddetto Eccellentissimo Sommo Dottore Giuseppe Colavacchi del fu Alessandro filglio intorno allo stesso per niente conosciuto; nessuno accede, e fede ingiunta, come principale e principalmente, e se obbligò così entra lo stesso Signore Ferdinando indenne a rilevare promise, così questo altro intorno a cui ognuno sia lui che gli eredi e i beni, e giura nella forma più amplia alla Reverenda Camera Apostolica con le solite clausole e oltre obbligarono a rinunciare, consenzienti ed unica e se anche con il tatto giurarono. Sulle quali per Atto in Sermoneta nella chiesa della stessa Santissima Annunziata presso i suoi e presenti qui i Signori Marco Tullio Toscano, e Giulio Casale ambedue di Sermoneta testimoni. Così è Francesco Gallo Notaio pubblico rogò.

Eletio Camerlenghi
In Nomine Domini Amen Anno 1682 Indictione 5º Pontificatus Innocentii divina provvidentia Pape Undecimi, annus eius sexto, die vero 30 mensis Augusti. In meis testimque  presens, et personaliter consistutus Illustri Dominus Ferdinandus Colavacus filius Excellentis Dominus Phisici Josephi Colavachi de Sermoneta mihi cognitus, qui cum ab Illustrissimo et Excellentissimo Dominus Francisco Caetano Sermonete Duce Patrono nominatus fuerit Cammerarius Hospitalis sub invocatione Santissime Annuntiate Terre Sermonete ex litteris Patentalibus expedit per dictum Excelentissimus Dominum Ducem ex Vinea Pontismolli Alme Urbis sub die 14 Maij proximi preteriti quorum vigore adepta fuit possessionem eiusdem officij sub die sexta currentis mensis Augusti, et volens modo contenta in dictis litteris ad implere sponte omnis promisit, et se solemniter obligavit dictus officium integre, fideliter exercere, omnia, ad que tenetur ad implere, et facere, et de exactis abiti, et receptis absque dolo, et fraude integrum, sincerum, et fidele computum reddere ad omnem requisitionem dictumque officium bene administrare aliter ad omnia damna de quibus  pro quo Domino Ferdinando, et pro omnibus per ipsum promisit presens, et personaliter constitutus supradictus Excellentissimus Sominus Phisicus Josephus Colavacus quondam Alexandri filius de eodem nihil cognitus  partes omnis sciens ad predicta non teneri; nihilominus accessit, fideiussit, et uti principalis principaliter, et insolidum se obligavit quem sic accedentem idem Dominus Ferdinandus indennem relevare promisit, ita quod aliter de quibus omnibus sese et heredes et bona, juraque in ampliori forma Reverenda Camera Apostolica cum solitis clausulis et citra obligaverunt renuntiantes, consentientes et unica et sique tactis et juraverunt. Super quibus per Actum Sermonete in ecclesia eiusdem Santissime Annuntiate juxta suos et presentibus ibidem Domini Marco Tullio Toscano, et Julio Casale ambobus de Sermoneta testibus. Ita est Franciscus Gallus Notarius publicus rogavit.

Una querela caritatevole
Altissimo Signore= Essendo stato da noi costituito Priore di cotesto Ospedale, deve invigilare sopra gli andamenti dei suoi subalterni, avendo Ella tutte le facoltà di rimuoverle dal loro Officio in caso di mancanza notabile. Se cotesta ospedaliera si è ostinata di ritenere gli animali neri nel sotto scala dell’Ospedale, se ha voluto convertire quello delle Donne ad uso di Cantina, e resiste ai suoi ordini anche in altri ragguargli con modi impropri, Ella gl’intimi un congruo termine di dieci giorni all’esecuzione de medesimi, quale spirato persistendo nella sua ostinazione la rimuoverà dal suo officio, mentre sempre ricercheremo noi conto de suoi subalterni da, che l’abbiamo costituito capo. Potrà servirsi di due delle colonne di legno tornite, che anticamente servivano per sostenere trabacche da letto, per fare i due candelieri grandi da tenere avanti la Chiesa di detto Ospedale. Così si regoli, e le auguriamo dal Cielo ogni. Di Roma 25 Luglio 1782. Giacomo Razza Priore dell’Ospedale Sermoneta.
Illustrissimo et Reverendissimo Signore. Gl’Officiali, e Confrati della venerabile Compagnia del Santissimo Crocefisso sotto il titolo della Carità canonicamente eretta nella Chiesa della Santissima Annunziata di Sermoneta servitori Umilissimi di Vostra Signoria Illustrissima, e Reverendissima devotamente rappresentano, che in vigore dei Privilegi della loro Congregazione alla venerabile Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso in San Michele di Roma possono e fino fare in ogni anno quattro processioni cioè nella feria V, ovvero nella Feria VI  in Parasceve, nel giorno solenne dell’Epifania del Signore, e nel giorno dell’Inventione, e Esaltazione di Santa Croce…

Partite estratte dalli libri della Confraternita della Carità dello Spedale
A dì 8 di Febraro 1630= et più pagato a Giuseppe de Fonzo, et Antonio Andrea ospedaliero, e compagni giuli sei per aver pigliato un morto alla Torre dell’Acqua Puzza dico-60; A dì 30 di gennaro 1700 fu speso scudi 15 per pigliare dalla Torre dell’Acqua Puzza Diana Barbata da Benevento inferma, che la portò Gasparo Zanchi…; A dì detto cioè 17 Marzo 1633. Pagato a Francecso Francescone scudi 10 per lui, e per la Bestia, che sono andati a pigliar un infermo all’Abbadia; 1637 A di detto primo Agosto fu mandato a pigliare un infermo alla Torre dell’Acqua Puzza portato da Genuese, et Alessandro Pietropace giulivi sei=60; A dì 24 Settembre 1693. Speso per far condurre un cadavere del Aloisi da Piemonte giulivi octo, che stava vicino Ninfa, e furno quattro uomini per prendere esso cadavere.

Novembre 1759
Perché il signor Vincenzo Fabrizi Pittore sia satisfatto terminare, che avrà il lavoro per il Santissimo Salvatore di cotesta terra, mi contento ben volentieri che coteste compagnie siano tassate perl’infrascritta pittura quota, e paghino in mano del medesimo Priori, e Camerlenghi l’infrascritta somma di soli scudi quaranta, et il restante consegnarlo in mano del predetto Camerlengo Monti per altra cosa, che potete bisognar oltre al sudetto lavoro di pittura da darne poi conto a suo tempo, dovranno per riportare i Priori, e Camerlenghi sudetti la solita ricevuta per di loro giustificazione, mentre dal Cielo le prego ogni bene. Il Signor Canonico Bucci per la Compagnia del Santissimo Sacramento in Santa Maria-10; Il Signor Saverio Pizzi per la Compagnia del Santissimo Rosario-10; Il Signor Farncesco Mattocci per la Compagnia del Santissimo Nome di Gesù-06; Giuseppe Tranfunti per la Compagnia dei Battenti in Santa Maria-07; Antonio Corbani per la Compagnia dei Battenti di Sant’Angelo-06; Gli eredi di Marco Zazzinelli per la Compagnia de Battenti in San Nicola scudi sei, cioè scudo uno al suddetto pittore, e scudi cinque al reverendo Canonico Monti sudetto.-06. Sezze 29 Novembre 1759. Li Benefattori inscritti sono quelli, che per loro devozione concorrono colle loro Carità, et elemosine a fare la cappella, et Altare al Santissimo Salvatore, per poter celebrare il venendo Sacrificio della Santa Messa, tanto in tempo, che stava esposto, quanto in tutto l’anno. La casa del signor Filippo Razza un rubio di grano-1; La casa de signori Tutij un rubio di grano, ed il signor Canonico Don Lorenzo altro mezo rubio-1=½; La Casa de signori Pantanelli un rubio di grano, ed il signor Canonico Don Onorato altro mezzo rubio-1=½; La Casa de Galli un rubio di grano, ed il canonico Don Carlo Filippo altro mezo rubio-1=½; La casa del signor Capitani Marco Maria Quadrassi un rubio di grano=1; La Casa de signori Don Giovan Battista, e Giacomo Giorni mezzo rubio di grano=½; La Casa del signor Giovanni Impacciante mezzo rubio di grano=½ La casa del signor Ludovico Piti mezzo rubio di grano=½; La casa de signori Don Gioseppe, e Saverio Piti mezzo rubio di grano=½.

Nota della suppellettile Sacra, che deve farsi di nuovo
Un altro camice con suo amitto, e cingolo; Un altro Corporale. E palla; Un altro velo di Calice; Un’altra Paineta, stola, e manipolo; Un altro Paliotto di corame; Due altri cuscini di corame.

1406= Nell’anno 1406 fu abbandonata la Terra di Ninfa, e le migliori cose vennero in Sermoneta.
Nell’anno 1406 fu abbandonata la terra di Ninfa e per lo più quei abitanti si portarono ad abitare in Sermoneta massime le migliori famiglie, e molte in Bassiano, ma delle mediocre, ed infime, e vi vennero i Padri Conventuali, a quali fu data la Chiesa di San Nicola quale in quel tempo era parocchia, e fu da San Nicola trasferita in Sant’Angelo, e quella chiesa in Ninfa de Conventuali era sotto il titolo di San Giovanni, Chi volesse sapere per qual causa fosse abbandonata Ninfa legga la vita del Pontefice di Gregorio XII e()verrà in cognizione della verità, fu dunque per cagione di scisma nella Chiesa della verità, guerre, carestie, e pestilenze, et in quell’anno non furono seminati questi nostri campi per cagione di Ladislao Re di Napoli, quale da inimico si portò in Roma.

Tella et pecunia
Attestato di perpetua sopra li terreni spettanti al beneficio della Santissima Annunziata al presente di Santo Stefano aggregato alla Cappella del Crocefisso della Collegiata di Santa Maria. In Nomine Dei amen Anno Domini 1718 Inditione XI Pontificatus Santissimi in Cristo Patris et Dominus Nostri Domino Clementis divina Providentia Pontificatus XI anno eius 18 die vero sexta Mensis Martij. In mei testiumque presentes, et personaliter costituti Marcus Maccioccus quondam Dominaci flilius etatis sue annorum septuaginta, et Joannes Petrus Zazzarus filius quondam Francisci etatis sue annorum septuaginta…Ricercati per la verità attestano e deponemo come noi sapemo, e semo benissimo informati delli infrascritti terreni, esistenti nel Campo, e Territorio di Sermoneta cioè tumoli diecinove, e mezzo spettanti, e pertinenti al Beneficio sotto l’Invocazione prima della Santissima Annuntiata, al presente di Santo Stefano aggregato alla Cappella del Santissimo Crocefisso esistente nella Chiesa Collegiata di Santa Maria di Sermoneta, de jure patronatus della Casa delli Signori Quadrassi, et ultimamente presentato, e conferito al Chierico Signor Giuseppe Galeazzi da Sermoneta per quanto havemo inteso, quali diciannove tumoli, e mezzo di terreno, parte sono in Contrada la Vaccareccia, parte sono in Contrada dell’Arco, parte sono in Contrada il scigitillo, e parte sono in Contrada la carrara, quali terreni noi sapemo, che sono seminatori, e fruttiferi, e sapemo, e semo informati, che li detti terreni da trent’anni in qua in circa, non sono deteriorati da quel che erano…Acta Sermonete in domo mea solite habitationis posit in Regione Sancte Marie juxta suos presentibus Nicolao de Valle filio Caroli…Ego Joseph Scatafassus publicus Notarius Sermonete Terracinensis Diocesis…
Alessandro Lusana



[1] R.A.C., Misc.564.

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