Thursday, May 19, 2016


Carpe diem: la battaglia di Lepanto dall’ideale al terreno.

Alcuni soldati sermonetani

Un documento fino ad ora inedito attesta come la natura umana sia idealista come essenzialmente concreta nella identificazione di bisogni ed esigenze, che devono essere soddisfatte, senza doversi preoccupare di conseguenze giuridiche, che potrebbero anche accorrere a correggere alcuni assunti, certamente poco ideali, quanto meramente concreti.

Alcuni soldati sermonetani a Lepanto documentano la natura umana che spesso, in occasioni di tal genere interveniva con risoluto interesse, e non poteva essere altrimenti data la natura mercenaria dei militari qui intervenuti.

Il giorno 2 giugno 1579. Il Magnifico, ed eccellente Signore Giovanni Girolamo Ceccarelli di Alatri e della terra di Sermoneta, e dello stato intero l’Illustrissimo e Reverendissimo Signore Nicola Caetani Cardinale di Sermoneta Generale Legato, ed il Magnifico ed Eccellente Signore Domenico Gronti di Fermo Commissario Apostolico. Deputato Apostolico Giudice delegato sopra le spoglie deputato per lettere fra i predetti Magnifici Signori Commissari volendo presso di lui la deputazione, et commissione per delegata causa l’esame dei testimoni per lo stesso commissario fra Pietro Francesco  de Angeli di Veroli, da un aparte,, ed il detto Commissario Apostolico dall’altra fare, e di autorità elesse, e deputò me Bartolomeo de Silvestri, pubblico notaio, per la conoscenza e trascrizione e conduzione dell’esame dei testi. E per la medesima causa da esaminare Pietro Francesco, con interrogatorio, e con gli articoli riportati, dati da il magnifico Signor Commissario, e da detto magnifico Signore, e trasmessi per lettera dalla Citta Eterna, e ricevute dal Commissario Generale con il tenore che a me è stato presentato, e venne anche l’interprete nella stanza del Commissario per la contestazione fatta dallo stesso Commissario, che delegò il Signor Giovanni Rosci Fiscale generale di Sermoneta,che presentò con citazione contro i testimoni quindi il predetto Francesco, che intende esaminare nel miglio modo per il giorno seguente. Il giorno 3 giugno 1579. Comparve pubblicamente il predetto Magnifico Signore Giovanni Girolamo Lente, Giudice delegato sopradetto Pietro Francesco de Angeli, ed il citato Signore Giovanni Roscio, Fiscale generale di Sermonetaidusse i parimenti contestati tramite Vincenzo, pubblico mandatario di detto luogo, Annibale Cella, Cecco Scapigliato e chiese per questi di essere rintracciati, e ammessi all’esame, e ricevette il giuramento nella forma migliore. Quindi fu esposto dal Magnifico Signore Giovanni Girolamo Ceccarelli Giudice delegato, assistente del Signor Giovanni Roscio di… per parte fiscale della Terra di Sermoneta. Annibale  Celli testimone citato…il giuramento per tocco di mano  per richiesta del sopradetto disse, e depose secondo quanto appare, e per quanto l’interrogatorio dato per parte al Commissario Apostolico e al primo interrogatorio, fu esposte la pena secondo la legge, e rettamente rispose il nome e il cognome come sopra del padre Stefano Cola Cella, e la madre Lucrezia Facenda, e…dove fosse la sua casa e di avere in beni 300 scudi, e di vivere con propri guadagni. Al secondo, disse di essersi confessato, e comunicato in questo anno nella Chiesa di San Paolo di Roma, e nella Chiesa di San Giovanni in Laterano nel giorno di mercoledì, secondo il santo dogma. Al terzo interrogatorio disse “son stato in pregione per fare a pugni più volte in Sermoneta, et sono stato assoluto, et ho pagato la pena ancora, et costa in gl’atti della Corte di Sermoneta” il resto è negativo. Al quarto interrogatorio rispose negativamente. Al quinto interrogatorio disse:“io ho conosciuto Pier Francesco interrogato da dieci anni in qua, et la causa della cognizione si è stata perché lui stava qua per la Terra”. Al sesto interrogatorio“ io mi sono trovato il dì presente della giornata della rotta de Turchi al golfo di Lepanto, quando fu fatto il bottino da Pier Francesco, e fumo cinque a partire detto bottino de zecchini parte turcheschi, e parte Venetiani, e furno contati, e ne toccorno settecento, e più per uno, et gli compagni furno con esso testimonio si erano Pier Francesco, Pietro Antonio de Canida, Camillo del Fattore, et checco Scapigliato tutti de Sermoneta dal detto Pier Francesco in poi, et li partemmo alla Galera dove noi stavano in quel medemo luogo sopra la Toscana, et c’erano gl’altri soldati de quali non ne ricordo il nome. Al settimo interrogatorio disse“Jo so che in qua gli ha portati a salvamento li detti 700 zecchini cioè salvi sino qua a Sermoneta, ma che gli abbia portato a Veroli si, o no, non lo so. Quindi venne agli articoli dati per la parte di detto Pietro Francesco, e sul primo articolo “Jo so per sentir dire che Pier Francesco…è andato alla guerra di Francia doi volte, et io, ch’è stato all’Armata contra Turchi perché l’ho visto come di sopra.Sul secondo articolo disse che lui tanto sapeva quanto aveva già detto nel sesto interrogatorio disse, e depose a maggior indagine come sopra…

Nello stesso giorno. Fu esaminato dal sopradetto Magnifico Lentem Giudice deputato Francesco Scapigliati testimone citato di età 33 anni che prestò giuramento…con l’assistenza e l’intervento del Signor Giovanni Rosci promotore fiscale di Sermoneta disse , e depose nel primo interrogatorio.

Al primo interrogatorio fu avvisato, della pena secondo la legge, il nome e cognome come sopra di Padre Benedetto Scapigliato, di Madre Diana Zazzinelli  che aveva un bene di mille scudi e di vivere co guadagni propri. Al secondo interrogatorio disse di essere confesso che in questo anno per mano del presbitero Ad 2º interrogatorium dixit esse confessus hoc anno per manum presbiteri Francisci Contarini, et comunicatus il Cappella Confratrum Sancte Marie per manus presbiteri Jacobi Lilis in presentia aliorum confratrum. Ad 3º interrogatorium dixit io son stato una volta pregione per esamine(per accertamenti) come Vostra Signoria sa, in reliqui negative. Ad 4º interrogatorium negative in omnibus. Ad 5º interrogatorium dixit conoscere Petrus Franciscus de Angelis hic in Sermoneta sub octo annis infra, et ultra et causa cognitionis que vicinus, et cum eo aliquando ludebat ad…in reliquis negative. Ad 6º interrogatorium dixit io mi sono trovato presenet al bottino che fu fatto alla rotta dell’armata de Turchi, che fu alli 7 d’Ottobre, che preser Antonio di Canida, che furono zecchini turcheschi, e veneziani, et furno spartiti tra me, Antonio di canida, Pietro Camillo Cola Cella, Cannibale Cella, e detto Pier Francesco, et toccorno zecchi settecento per uno, et più perchéognuno se ne abuscava, et ascondeva, et furono spartiti sopra la galera chiamata la Toscana al Golfo di Lepanto in presentia delli altri soldati. In causa scientie ut dixit. Ad 7º Interrogatorium dixit, che non sa , che Pier Francesco portasse li suoi zecchi a Veroli ma li condusse salvi insieme  con esso stesso, et altri Compagni insinua Napoli dove rimase con Animale Cella amalato, et poi vennero qua di Compagnia con lacuni altri, et dissero, che gli l’avevano condotti salvi sia qua. In causa scientie ut dixit.Deinde super articulis, et super primo articolo dixit io so che Pier Francesco è stato in Francia alla guerra, et me ce volse menare me, et…volse andare, et doi volte è stato in Turchia cioè il dì della giornata come ho detto, et l’anno venendo, che passò di qua salendo a Sermoneta in causa scientie ut dixit. Super 2º articulodixit se tantum scire quantum supra dixit, et deposuit in 6º interrogatorio ad quem se refert in causa scientie ut supra, et è vero, che detto Pier Francecso stesse per soldato col Capitano Rogiero come noi altri In causa scientie quia vidit, interfuit, et presente fuit de viso sempre, et content…ut supra et fuit…impositum silentia cum giuramenti.

Alessandro Lusana

 

 

 

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