Thursday, May 5, 2016


Lemmi senesi

Simone nella sua bottega guardava talvolta un vecchio orologio regalatogli da un committente che non aveva potuto saldare compiutamente la tavola commissionata; lo guardava con un certa insistenza e cercava talvolta di riportare alla memoria l’orario che era stato stabilito con l’ospite; seduto sullo sgabello talvolta si girava intorno verso la porta per scorgere la figura dell’ospite; fin quando terminata una parte della figura che stava dipingendo chiamò un suo allievo: Claudio, Claudio, vieni qui subito; ingiunse con voce alquanto infastidita e risoluta, un allievo di diciassette anni si avvicinò e chiese cosa desiderasse: dite maestro, sono pronto; Simone non lo guardò e fissando con lo sguardo la porta, continuò: finisci tu questo incendio di città, devo assentarmi per qualche tempo; il giovane eccitato all’idea di poter continuare un’opera del maestro, prese delicatamente il pennello e si sedette sullo sgabello guardando subito cosa doveva aggiungere alla figura del maestro. Simone intanto era uscito dalla bottega e, con lo sguardo, cercava l’ospite, fin quando un prelato con abito talare del capitolo ecclesiastico cittadino, con un giovane vicino che lo seguiva dietro, disse: eccomi maestro, eccomi, perdonate l’ora ma la nona messa impegna, e le confessioni non sono da meno; quindi mercé. Simone fu visibilmente soddisfatto della sua presenza, e infatti s’inginocchiò davanti al prelato baciando l’anello: grazie per la vostra venuta Don Cesare, temevo che voi aveste dimenticato. Il prelato allora: la vita del miglior pittore bolognese dei nostri tempi non posso certamente dimenticare di scriverla, purché sia esatta e veritiera. Simone allora quasi meravigliato rispose ironizzando: è vera la vita come la pittura, che racconta sempre quanto non sia accaduto. Don Cesare allora accennò un sorriso e invitò Simone a recarsi in un osteria prossima alla bottega per bere un bicchiere di vino e cominciare la narrazione. I due si sedettero ad un tavolo nell’osteria, e Simone che conosceva bene l’oste lo chiamò: oste della malora dove hai nascosto il vino buono dell’anno scorso?; l’oste che fingeva di ignorare Simone si avvicinò al tavolo e porto l’inchino a Don Cesare chiese: perdonate Eminenza ma come mai voi vi mischiate con certi relitti di imbrattatele non paganti il vino?; Cesare compresa l’ironia della domanda, non rispose, quindi l’oste rivolgendosi ad Simone : senti, cosa ti porto?; Simone allora: il migliore che tu abbia, ossia il meglio del peggio, e sbrigati. L’oste quindi si avviò verso la cantina e intanto ascoltava qualche richiesta di altri clienti. Don Caesare allora accennò al giovane di prendere un foglio e la penna che portava con sé, quindi steso il foglio sul tavolo chiese: da dove cominciamo maestro?; Simone allora raccogliendo le idee, cominciò la sua narrazione e dettò a Cesare: SIMONE SENESE Pittore Felicissimi si possono dir gli artefici che, oltra l’eccellenza dell’arte loro, sono il più delle volte accompagnati dalla natura di gentilezza e di bonissimi costumi. Ma più felici ancora si possono chiamare quando, nascendo al tempo di qualche dotto o raro poeta, gli diventano amici, perché, oltra il dolce e virtuoso trattenimento della pratica loro, nel fargli un picciol ritratto od altra qualsivoglia cosa dell’arte, spesso poi ne ritraggono scritti del loro purgato et eterno inchiostro, in lode delle eccellenti pitture loro, le quali divengono eterne dove erano prima mortali. Laonde, fin che durano gli scritti loro, essi medesimamente in venerazione et in pregio si conservano. Perché le pitture, che sono in superficie et in campo di colore, non possono avere quella eternità

che danno i getti di bronzo e le cose di marmo allo scultore. Le quali, ancora che tacciano recano per la loro eccellenza e meraviglia e stupore ad ogni persona intelligente in tale

arte. Fu adunche quella di Simone grandissima ventura, oltra la sua virtù, venire al tempo di Messer Francesco Petrarca, et abbattersi in Avignone alla corte, dove trovò questo amorosissimo poeta desideroso di avere la immagine di madonna Laura ritratta con bella grazia dalle dotte mani di maestro Simone. Perché, avendola poi come desiderava, ne fece memoria ne’ due sonetti, l’uno de i quali comincia: Per mirar Policleto a prova fiso Con gli altri che ebbero fama di quell’arte, e l’altro: Quando giunse a Simon l’alto concetto Ch’a mio nome gli pose in man lo stile. Et invero questi sonetti hanno dato più fama alla povera vita di maestro Simone che quanti pagamenti gli furono mai fatti per le sue opere e per le sue virtù, perché questi si consumano tosto, e quella, mentre gli scritti vivono, vive anch’ella con esso loro. Era maestro Simon Memmi sanese singolare maestro e bonissimo dipintore e molto stimatoda i prelati in quel tempo. E questo nacque perché, dopo la morte di Giotto maestro suo, avendolo seguito a Roma quando dipinse la nave del musaico e l’altre sue cose, Simone, contraffacendo la maniera di Giotto, fece una Vergine Maria nel portico di San Pietro, et

un San Pietro e San Paulo in quel luogo, vicino dov’è la pina di bronzo, in un muro fra gli archi del portico dalla banda di fuori, e vi ritrasse un sagrestano di San Pietro che accende alcune lampade a dette sue figure. La quale opera fu del continuo tenuta molto bella dai cortigiani e da chi conobbe Simone. Ora stando la corte in Avignone per li comodi e per le voglie di papa Giovanni XXII, Simone fu fatto venire in quel luogo con grandissima istanza, dove lavorando molte pitture in fresco et in tavola, ne riportò lode infinita insieme con grandissima utilità. E ritornato in Siena sua patria, vi fu molto stimato, nascendo questo primieramente dagli eccellenti opere sue, e dal favore che aveva ricevuto appresso tanti signori nella corte del papa. Onde, dalla Signoria di Siena, gli fu dato a dipingere nel palazzo loro, in una sala, una Vergine Maria con molte figure attorno, la quale, finita che fu, venne in grandissimo nome fra gli artefici di quella città. Et avendola lavorata in fresco, volse ancora mostrare ai senesi ch’egli era valentissimo maestro nella tempera. E perciò, dipingendo una tavola in detto palazzo, fu cagione di avere a fare nel duomo di Siena due bellissime tavole, e sopra la porta dell’opera del duomo una Nostra Donna co ’l Fanciullo in collo, in attitudine garbatissima e bella, dove è uno stendardo sostenuto in aria da alcuni angeli che volano e guardano allo ’ngiù certi santi, i quali intorno alla Nostra Donna fanno bellissimo componimento et ornamento grande. Costui fu condotto dal generale di Santo Agostino in Fiorenza dove, lavorando il capitolo di Santo Spirito, mostrò invenzione e giudizio mirabile nelle figure e ne i cavalli fatti da lui, come in quel luogo ne fa fede la istoria della Passione di Cristo, nella quale si vedono ingegnosamente tutte le cose lavorate da lui esser lavorate con discrezione e con bellissima grazia. Si vedono i ladroni in croce rendere il fiato, e l’anima del buono esser portata in cielo con allegrezza da gli angeli, e l’altra con alcuni diavoli con l’ali andar tutta rabuffata a la ingiù, a ’l tormento dell’inferno. E si può dire che bellissima avvertenza mostrasse Simone in questa opera, figurando il pianto de gli angeli intorno al Crocifisso, il quale espresse con attitudini amarissime. Ma non è cosa che dia maggior

contentezza che ’l vedere quegli spiriti che fendono l’aria con le spalle visibilissimamente, e quasi girando sostengono il moto del volar loro. Ma farebbono molto maggior fede de la eccellenza di Simone, se il tempo non avesse tolto via la bontà di questa opera, lodatissima e bella. Costui lavorò tre facciate nel capitolo di Santa Maria Novella. Nella prima, che è sopra la porta donde vi si entra, fece la vita di San Domenico, et in quella che segue verso la chiesa, figurò la Religione di San Domenico pure combattente contra gli eretici, figurati per lupi che assalgono le pecore, ma da molti cani pezzati di bianco e di nero, sono ributtati, cacciati e morti. Fecevi ancora certi eretici i quali convinti nelle dispute stracciano i libri e pentiti si confessano, e così passano le anime a la porta del Paradiso, nel quale sono molte figurine che fanno diverse cose. In cielo si vede la gloria dei santi et Gesù Cristo, e nel mondo qua giù rimangono i piaceri e’ diletti vani in figure che seggono, e massime donne. Tra le quali è madonna Laura del Petrarca, vestita di verde, con una piccola fiammetta di fuoco tra il petto e la gola, et è ritratta di naturale. Vi è ancora la chiesa di Cristo et, a la guardia di quella, il papa, lo imperatore, i re, i cardinali, i vescovi e tutti i principi cristiani; e tra essi, a canto ad un cavaliere di Rodi, messer Francesco Petrarca, ritratto pure di naturale. Il che fece Simone per rinfrescare nelle opere sue la fama di chi lo aveva fatto immortale. Per la Chiesa Universale fece la chiesa di Santa Maria del Fiore di Firenze, non come ella sta oggi, ma come secondo il

disegno suo egli avrebbe voluto farla. Nella terza facciata, che è quella dello altare, fece la Passione di Cristo che esce di Gerusalemme, e con la croce su la spalla se ne va al monte

Calvario, e con esso un popolo grandissimo che lo accompagna. Appresso, lo essere

levato in croce nel mezzo dei ladroni, con tutte le altre appartenenze di questa istoria.

Nella quale sono cavalli e diverse cose molto considerate per la invenzione.Vi è ancora

lo spogliare il Limbo dei Santi Padri, con avvertimenti non da maestro di quella età, ma

da moderno e considerato. Con ciò sia che pigliando tutte le facce con diligentissima

osservazione fa in ciascuna di quelle diverse istorie su per un monte e non divide con

ornamenti tra storia e storia, come hanno usato di fare i vecchi, e con essi molti moderni,

che fanno la terra sopra l’aria quattro o cinque volte, come è la cappella maggiore di

questa medesima chiesa et il Campo Santo di Pisa. Lavorò con Simone in questa opera Lippo Memmi suo fratello, il quale, se ben non era in questa arte quale fu lo eccellente Simone, seguitò nondimeno quanto più poté la maniera del fratello, e tenendogli compagnia, fecero molte cose a fresco in Santa Croce

in Fiorenza, et in Pisa ai frati predicatori di Santa Caterina la tavola dello altar maggiore, et in San Paulo a Ripa d’Arno in fresco figure e storie bellissime. Et a Siena tornati, cominciò Simone una opera colorita grandissima sopra il portone di Camollia, dentro la Coronazione di Nostra Donna con infinite figure, la quale, sopravenendogli una

grandissima infermità, rimase imperfetta… Cesare guardò fuori della finestra dell’osteria e vide che era il tramonto, quindi guardò il giovane che lo accompagnava, e disse a Simone: maestro continueremo in altra giornata, spero che Dio vi conservi. Uscì dall’osteria mentre Simone restò lì a pensare a quando sarebbe stato il resto del racconto.

Alessandro Lusana

World of Siena

Simon, in his store, seen sometime a old watch gift of customer who can’t bought the picture; he often seen the watch, and tried of to remember hours fixed with guest; he sat on a stool, and he turned often for to see the figure of guest, until he ended share of figure which he are painting, he called a his pupil; Claude, Claude, come soon here; he talked with angry voice, therefore a boy seventh teen old approach and answered what will: tell magister, I am ready; Simon done not seen him, but he talked: ended this fire of city, I must leave for sometime; young very happy for this task, taken delicately brush and sat on the stool and he soon seen what he must add to figure of magister. Simon meanwhile  gone out store and, with glance he searched guest until a ecclesiastic of local government of church with a boy behind follows him, talked: here I am master, here I am, excuse delay, but mass and confession pawn, therefore excuse me. Simon was very happy for presence of guest, in fact kneel in front of ecclesiastic and kisses ring: thank you for your arrival, father Caesar, I fair that you forgotten this meet. Therefore ecclesiastic told: life of better painter of Bologna on the our time, I can’t certainly of write it, provided is exact and truth. Simon so astonished answered with irony: life is truth than painting, which tells always what is happened. Father Caesar made a smile so and invited Simon to a tavern very tavern for drink wine, and beginning write of life Simon’s. Both Simon and Caesar sat in the tavern, and Simon called host, who very well knows: damned host here you have hide better wine of year then?; host pretend of to ignore Simon, and approach to table and bow to Caesar answered: please eminence, but you mixt with forlorn of small painter who don’t buy wine?; Caesar understand irony of ask, doesn’t answer, therefore host to Simon: do you know what I bring to you, now?; Simon answer: better than you have, this is better of worse. Host went to cellar and meanwhile listened some ask of customer, Caesar ask to young of take a sheet, pen and inkpot that he brings, Caesar lays sheet on the table; where we beginning master?; Simon taken ideas, and beginning his narration, and told to Caesar: Simon of Siena, painter happiest are that, that further the excellence of his art, are accompanied with nature and kind and costume very well. But much happies are called painter who born on time of rare poet, and become friends, because further party of their practice, they are doing small portrayed or other thing of art, often portrays writes on the their painting, which become eternal when was mortal before. Until his writes last, they same for veneration and for esteem kept. Because the paintings, which are on the surface and on colours camp, haven’t eternity that bronze and sculpture give, which although be silent give for their excellence and astonishing to intelligent everybody for so art. Was of Simon bigger adventure, further his virtue, born on time of Francesco Petrarca, and arrived to court of Avignon, where found this lover poet who will a portray of Laura portrayed by Simon with very nice. Because he has as he will, Francesco made two sonnets; the first beginning “For to see Policleto, to prove with other who had fame on the art…”and other: When arrived to Simon high concept, which for my name gives the style to him”. Truth these sonnets have much fame to poor life of master Simon than buy was made to him for his painting and for his virtues, because that are used up soon and that, while writes live, she lives with him. Was master Simon Memmi of Siena, singular master and very well painter and much estimated by ecclesiastics on that time. This was possible because after die of Giotto his master, and followed Giotto same to Rome when paintings the mosaic in the Vatican and other, then Simon counterfeited style of Giotto, he made a Virgin Mary on the porch of Saint Peter, a Saint Peter and Saint Paul in that place, next to fircone of bronze, on the wall between  arches of porch, and portrayed a sacristan of Saint Peter who light few lamps. These painting was considered very nice by courtiers and by everybody who known Simon. The court was in Avignon for will of pope John XXII, Simon will to Avignon with great ask, where he is working much painting, for these was prided. Returned to Siena, his town, he has much estimated for his paintings, and for favours that he had by much members of pope court. From seigniory of Siena commissionated a Virgin Mary with much figures around, and when ended, had very fame between painters of Siena. Simon paintings, he will shows that he was well with tempera. So painting a table in this palace, this reason for a commission in the cathedral of Siena two tables, and on door of cathedral he paintings a Virgin with baby very nice, where is a banner hold from few angels who fly and see down few saints, who around to our Woman made nice composition and great ornament. Simon goes to General Saint Augustin in Florence, where he while made in the church he shows creativity and admirable judgement for the figures and for horses, as shows the passion of Christ, which he shows great intelligence everything made with very grace. Are thieves on the cross who die, and soul of god brought to paradise from angels, and other with few devils with wings brought down to evil. We can tell that Simon shows very competence, for cry of angels around Christ. But this isn’t greater made that give   joy that to see spirits who pass in the air with shoulder very manifest, and turn hold movement of their fly. But would be great faith of skill Simon’s, if time doesn’t take out the well of this painting, praise and very nice. Simon worked three face on the capitol of Saint Mary Novella. On the first is on the door one go in, he made life of Saint Dominic, and on that follows forwards church, he painting a Religion of Saint Dominic who fight against heretics, painting as wolfs which attack sheep, but from much dogs white and blacks killed. He made too heretics who tear book but repentant confess, and so souls pass to door of Paradise, where are much figures. In the sky one see glory of Saint and Christ, and on the world are the pleasure and delight on the figures who sit. Between woman is Laura of Petrarca, with green cloth, with a small fire between breast and throat. Church of Christ and, to guard, pope, emperor, kings, cardinals, bishops and the Christian princes, and between they, n close to chevalier of Rodi, Francesco Petrarca. Simon made it for renew on the his paintings fame of poet who had become immortal. For the Universal Church made church of Saint Mary of Bloom in Florence, according to his drawing, this is as he would have made. In the third face, that of altar, he made passion of Christ, when exit from Jerusalem, and with the cross on the shoulder he goes to mountain Calvary, and with great people follows him, and then be raised on the cross between thieves. With horses and much thing considerate for invention. Still strep the Limbo of Saint Fathers with warning worthy of a modern master. That is taking every face diligent observation that he made for every histories and he doesn’t division with ornaments between histories, as the old painters, and moderns too, who made world on the air for or five time, as is major Chapel in this church and the Cemetery of Pisa. Made in this painting Lippo Memmi too, his brother, who, although he isn’t in this art as excellence Simon, he follows the manner of his brother, and with him made much painting in Saint Cross in Florence, and in Pisa to preacher monks of saint Catherine as the table of major altar, and in church of Saint Paul to Ripa d’Arno. Return to Siena beginning Simon a painting with colours very great on the door of Camollia with Coronation of Virgin and much other figures, but incomplete for his uneasiness… Caesar seen for the window of tavern and seen that dark was present, therefore seen boy and told to Simon: master we pursuing in other day, I hope that good hold you. Caesar go away from tavern while Simon remain there to think when would be other time, for rest  of narration.

Alessandro Lusana

 

 

 

 

 

 

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