Thursday, May 5, 2016


Lettura filologica del Museo Diocesano.

 

L’origine dell’attuale Museo risale al 1460, quando fu concessa la cappella della famiglia de Ritis concesse alla Confraternita dei Battenti da parte della del capitolo della cattedrale di Santa Maria di Sermoneta, come recita un documento qui riportato: Concessione, che fanno li canonici della Chiesa di Santa Maria a favore della Compagnia delli Battenti in perpetuo della Cappella della Casa Ritis col peso di pagarli per recognizione 4 libbre di Cera l’anno, et altri patti. In nome di Dio Amen. Questo è il sunto e trascrizione dello strumento esistente nel libro degli strumenti del Reverendo Signore Capitolo dell’Arcipresbitero, e dei Canonici della Venerabile Collegiata di Santa Maria di Sermoneta per questi stessi a me notaio questo effetto a me consegnato il foglio 108 il cui tenore è tale come segue: In Nome della Santa ed Individua Trinità del Padre, e del Figlio dello Spirito Santo amen. Anno dalla natività di Nostro Signore Gesù Cristo Mille quattrocento sessanta. Pontificato del Santissimo Signore Nostro Pio per divina provvidenza Papa Secondo, anno terzo, Indizione ottava del Mese di Novembre giorno sedicesimo. In mia presenza Notaio Antonio Tuzzi Maestro Pietro di Sermoneta della pubblica Apostolica Autorità, e dei Testimoni sottoscritti a questa specialmente richiamati, e rogati, riuniti al suono della campanella come l’uso comune, e  personalmente costituiti nella Cappella esteriore della Venerabile Chiesa Santa Maria di Sermoneta Diocesi di Terracina tanto in luogo del Capitolo, nella quale contratta la locazione, e di altre cose della stessa Chiesa sogliono comunemente celebrare i Venerabili uomini Signore Giovanni Magistri di Giacomo, il Signore Giovanni Pietro Gorii, il Signor Nicola Pontello, il Signor Nicola di Antonio Impaccianti, il Signor Notaio Pietro Magistri di Antonio, il Signor Francesco di Angelo di Natale, il Signor Giovanni Nardi Veruni, il Signor Lorenzo del Notaio Nicola, il Signor Giovanni Nardi, il Signor Biagio di Antonio Mancinelli, il Signor Antonio Notaio, Giovanni de Ritis, il Signor Giovanni di Biagio di Pierpaolo, e il Signor Leonardo Magistri di Pietro Americi Arcipresbitero, e i canonici tutti, e singoli della Chiesa, lo stesso Signore Giovanni Arcipresbitero tanto Vicario del Generale Reverendissimo in Cristo Padre, ed il Signor Corrado di Marcellino di Roma, vescovo di Terracina per grazia di Dio, e della Sede Apostolica dalla speciale commissione dello stesso Signor Vescovo dalla sua voce a lui rivolta, così riporta a me Notaio prudentemente le porte fabbricando nella parete del muro esteriore della detta Cappella per le quali porte sia l’accesso giusto da una Cappella verso altra certamente di licenza e beneplacito dei detti locatori, e la stessa nuova Cappella dopo questa, Dio volendo, sarà costruita, e completa totalmente con la propria titolazione di vestitori e spogliatori per i Confratelli in Cristo degli stessi della Società con tutti, e  singoli altri della cosa locata, con l’uso, l’utilità, adiacente, e universalmente pertinente, e specialmente con accesso libero, ed uscita loro sino alla via pubblica, per avere, e tenere rivolgendosi sanamente, e saggiamente considerando che sarà questo, essere opera e caritatevole, e da Dio meriti Parrocchiali di questi, e massimamente devoto e Religioso secolare alla Vergine Maria Madre di Cristo invocare, locare, fedelmente congregare con zelo paterno e carità in luogo idoneo, ed opportuno nel quale per il culto Divino, sperando nella salute segretamente, e con ogni studio l’esalazione spirituale per quanto poterono pervenire e restare  e concedere, e nel modo con ossequio perseverando per confortare seguono fedelmente, così i primi come i secondi, e ai secondi i terzi, e dopo i terzi anche i quarti e così infine così più riccamente procedendo[volendo Dio] e di questi il buon esempio allevino, e con il sincero vincolo fraterno la carità al medesimo Collegio servire Gesù Cristo, e di cui qualche servizio fervente ogni altro bene procede, e di questi cultori esige il senso per la stessa via verso Gerusalemme suprema Gloriosa Patria dei Beati, ed altri beni guardando alla grazia di Dio spontaneamente, a cui è concesso di questo il bene, i meriti liberi, e la spontanea volontà, e le certe conoscenze portare, e non per errore, con licenza, e buona volontà, e per autorità del detto Signore Vescovo con cosa autentica inviata al suo Vicario tanto per se stesso, quanto a favore di questi nella detta Chiesa del legittimo successore, e per questa Chiesa, e principalmente in proprio nome locarono, e il titolo della locazione diedero, cessarono, e concessero secondo legge alla prenominata Chiesa in perpetuo, e gli onesti uomini Luca Piccatelli Priore, Francesco Onofrio Ercole Camerario della Società, il Fraticello Giovanni Giacomo Cicco, Jacopo Andrea di Carpineto, Nicola dei Sauli, Stefano Pietro de Ritis, Francesco Jacopo Cicco Piede, Antonio Colavelli, Antonio Tuzzi Jacobuti, Leonardo Antonio di Giovanni Amere, Antonio di Pietro di Orazio, e Giovanni Nardi di Cori della Terra di Sermoneta flagellanti asserito alla Gloriosissima Regina dei Cieli e  con i presenti locatari legittimamente stipulando, e ricevendo per loro, e gli stessi e di questi la religione e la Società ai Successori in perpetuo sia concessa la Cappella de Ritis fabricata, e fatta per il fu Pietro de Ritis anticamente con propri mezzi, e spesi per la propria sepoltura, e i cui eredi, e successori per diretta linea mascolina discendendo in perpetuo sita nella Chiesa predetta, e prossima al cimitero suo sotto la speciale titolazione ai Beati Apostoli Pietro e Paolo,e non qualche cosa è inclusa nella detta Cappella del predetto Cimitero dalla predetta Cappella, nella quale solo le terre parete dei fondamenti della fabbrica e i muri poco a poco rilevati sulla terra, e fatti per gli stessi locatori per altra nuova fabbrica di altre Cappelle per lo stesso con propri soldi erigendo, e camminando quanto comodamente sarà l’opera nuova questi, non usare, e fruire per questi per decoro degli stessi Religiosi con onesti, e divini ossequi, e servizi devoti, e gesti, ed opere per la salvezza delle anime. Con tali patti infine e convenzioni da qui prossimi, e confermati unanimemente, e concordemente fra loro, e per primo riservato ai propri eredi e successori del detto che fu Pietro de Ritis per diretta linea maschile discendenti l’uso della sepoltura di questi infine sia libera sin dal primo tempo di questi del fu Pietro de Ritis concesso nella Cappella predetta, e dall’Arcipresbitero, e Canonici di questa stessa Chiesa tanto predetti, che nel futuro terranno, e si obbligheranno ad eleggere, e deputare dal numero di questi, ovvero dopo qualche Presbitero, il quale sia delegato nel giorno di domenica, e per qual si voglia giorno festivo negli anni la Messa alla Beata Vergine Maria, e nessuno possa portare e dare, e a chi si voglia di questi presenti, e futuri il necessario alla Chiesa, ed i Sacramenti come permesso della Confessione, la Comunione, e l’estrema unzione. Inoltre tutti, e singoli i Cadaveri dei Confratelli dei detti Religiosi tento presenti, quanto futuri possono essere sepolti nella stessa Cappella, e l’Ufficio del viatico del funerale debba essere assolto per qualsivoglia rito funebre per elemosina tanto del Capitolo della detta Chiesa per quindici soldi di moneta Romana, e dare un doppio di cera alla detta Chiesa e candele sufficienti per lo stesso clero e Capitolo per mercede certamente elemosinaria nel loro modo alla sepoltura soldi tanto quaranta di moneta Romana. Completa in vero la Cappella sopradetta per vestimenti e spogliatoi per gli stessi funerali di qualunque fratello da seppellire qui solo per mercede di salvazione e così cinque soldi di moneta Romana, per il viatico sia assolta la spesa di moneta Romana, e tanta cera, per assolvere, e si debba nella prima Cappella. Inoltre per la visita del Signore, e del Patronato di questa stessa Chiesa per quanto sia permesso nell’anno da ora in precedenza si tenuto, e sia obbligata la stessa Società dei Confratelli, a rendere e dare ai Procuratori della detta Chiesa quattro libre di cera, e per merito di celebrazione, ovvero lettura della Messa per tutti gli anni, e non per concessione dei detti tre Sacramenti della Chiesa libre otto di denaro di moneta Romana nella festa dell’Assunzione Gloriosissima della Madre di Cristo benedetto, ovvero per tutta l’ottava. Inoltre di uno restato, ovvero legato terminando della Cappella acquisisca, e lo stesso fatto per la detta Chiesa in perpetuo culto integra la terza parte, altre due parti siano, ed essere debba la detta Cappella, a disposizione degli stessi Confratelli, e onore, e comodità della Cappella predetta, da cui sia esclusa totalmente la predetta Chiesa, quindi dei restanti, ovvero legati, che siano espressi nelle opere, ovvero paramenti, ed ornati dell’Altare nella detta Cappella, dai quali sia esclusa totalmente la predetta Chiesa. Inoltre quanto contenga  non da altra Società degli stessi Confratelli, sia tenuto il Presbitero per leggere la Messa dei morti per la salvezza dell’anima dei stessi defunti per il giorno e la notte seguente in questa Cappella, rinunciando infatti i detti locatori, e i successivi locatari una parte per riserva degli altri, ed alcuni ad altri ad eccezione del dolo, male nel fare cauzione ed erudizione per causa, e senza la causa della predetta cosa in modo nuovo con gesto non totalmente sia celebrato, e perciò causa del timore di guadagno dove leso e dimodiato venga secondo legge per il quale la generale rinuncia sia impugnata al fine, a cui rinunciare non può, e generalmente tutti, e singoli altri con eccezioni, secondo legge, e il diritto, con ausilio, tanto canonico quanto civile, ovvero municipale, con questi ovvero degli stessi in altra prima locazione contratta, e che contenga in questo le parti, ovvero totalmente minore. Il documento quindi informa sulla futura costruzione dell’Oratorio della Confraternita. La prima sala era la cappella de Ritiis sul cui altare si trovava la pala con l’Adorazione dei Magi, ora nella prima cappella destra della cattedrale; l’Oratorio dei Battenti è l’ultimo perimetro consacrato eretto in ordine di tempo entro il XV secolo, e denuncia chiaramente uno spazio ricavato in un parte marginale della cattedrale. Non disponiamo di notizie di una decorazione inerente al secolo di edificazione ovvero a quello successivo, ma solo di una commissione seicentesca[1]. La struttura della sala ideata a navata unica e con volta a botte suggerisce un’aula destinata a raccogliere una comunità. Il Museo Diocesano raccoglie opere di diverse matrici culturali confluite verso Roma e da qui poi irradiate nei centri minori; il loro indirizzo stilistico distribuito fra le Fiandre, la Roma della Bella Maniera, l’Emilia Romagna dei Carracci ed il canonico naturalismo del primo Settecento, attesta la varietà della pittura romana fra il Cinquecento ed il Settecento. L’indagine filologica, ossia i modelli compositivi e stilistici che hanno influenzato le nostre opere, attesta la complessità dei riferimenti da considerare per i pittori che furono attivi in Sermoneta. Seguendo un ordine di visibilità piuttosto che storico la nostra indagine inizia dalla pala d’altare con il San Michele Arcangelo(Fig.1) databile intorno agli anni Novanta del Cinquecento e già attribuita a Francis van de Kasteele, italianizzato in Francesco da Castello: la tela di notevoli proporzioni documenta sia lo stile personale del pittore fiammingo che un concetto universale ed un tempo della storia: nelle sedute conclusive del Concilio di Trento furono ingiunte anche disposizioni iconografiche, sebbene generiche, per le arti figurative: il popolo venga istruito a mezzo di raffigurazioni pittoriche o di altro genere, sui misteri della nostra redenzione affinché si rafforzi l’abitudine di avere sempre presenti i principi della fede”, quindi le figure dei santi e dei martiri godettero, a livello iconografico, di un largo impiego delle loro gesta. Il San Michele Arcangelo, già nella chiesa di San Michele Arcangelo, oltre al canonico riferimento alla titolazione della chiesa dalla quale proviene, permette di identificare lo spirito di un tempo, ossia quello posteriore al Concilio. Il demone sulla destra abbattuto dal San Michele(Fig.2) è qui assimilabile alla variegata dottrina del protestantesimo che allora coinvolse gran parte dei paesi europei, quindi il senso iconologico della raffigurazione riporta alla sconfitta del protestantesimo per volere di Dio della cui volontà il latore è San Michele Arcangelo, qui assimilabile alla difesa della confessione cattolica. Nella traduzione formale il variegato stilema denuncia la mano anche di collaboratori: la retta definizione anatomica del santo si perde nei volti distribuiti ai suoi piedi per i quali certamente fu attivo un allievo; la pennellata perde la definizione tipica del maestro fiammingo, quale quella delle anatomie del santo, la capigliatura dei serafini poi risulta confusa. Altrettanto propria è la resa delle gemme e delle perle sulla lorica del santo,per le quali l’origine culturale fiamminga del da Castello ritorna con le sue peculiarità;quindi l’acribia ovvero l’attenzione ai particolari, per questa pala risente fortemente dell’innesto della plastica romana, ossia il vigore anatomico del santo,che attesta ulteriormente l’influenza classica, sebbene temperata dalla fattura nordica, alla quale il Kasteele ritorna nei particolari; mentre la resa complessivamente elegante denuncia un supporto estetico propriamente italiano,come ad esempio la capigliatura melozzesca, ossia da qualche angelo di Melozzo da Forlì; inoltre non manca, per il colore, una stretta affinità cromatica con il Neovenetismo un gusto pittorico diffusosi negli anni Ottanta e Novanta del Cinquecento, per il quale il colore di origine veneziana, si pensi alle calde e dense pennellate di Giorgione da Castelfranco ovvero Tiziano Vecellio, giunse, sebbene con altre tonalità, a Roma tramite Girolamo Muziano. Il registro superiore della pala spetta ad altro collaboratore; la linea sembra perdersi fra gli avvolgenti panneggi, ora troppo densi quanto rigidi, soprattutto nel Cristo, il cui volto poi risulta schematico. Il connubio insolito di due iconografie, l’Incoronazione della Vergine (Fig.3) e del San Michele Arcangelo scaturisce dalla disputa dottrinale fra il protestantesimo ed il cattolicesimo riguardo alla santità della Vergine che secondo Lutero, fautore della Riforma protestante tedesca, a livello teologico non esiste; mentre fra i dettami conciliari tridentini la santità di Maria resta un riferimento teologico imprescindibile. Un risoluto fermento romano, ora connotato fra il fra il tardo Manierismo ed il Barocco incipiente, lo si evince dalla natura stilistica dell’Annunciazione, già nell’Oratorio dell’Annunziata, poi nella chiesa di San Giuseppe: la pala è databile, per documenti di archivio, fra il 1632 ed il 1634. L’Annunciazione(Fig.4), fu commissionata, nel 1632, per la Compagnia della Carità da Francesco Caetani duca di Sermoneta, e fu consegnata nel 1634. Il carattere stilistico suggerisce di  attribuire l’opera a Giovanni Giacomo Sementi[2], allievo di Guido Reni: l’angelo prossimo a poggiarsi sulla nuvola ricorda per la positura quella del S. Michele Arcangelo del Cristo portacroce, nei depositi della Pinacoteca Nazionale di Bologna,le dita lunghe ed affusolate della Vergine ricalcano quelle della S. Caterina del Martirio, la positura della mano destra della Vergine ripete quella della figura femminile dell’Allegoria del disegno e della pittura. Inoltre per quanto attiene ai modelli seguiti dal Sementi,la positura della Vergine implica una ripresa quasi speculare della Santa Cecilia di Carlo Saraceni, da cui anche la netta scansione del chiaroscuro sul volto; la testa dell’angelo segue alcune tipologie darpinesche; mentre il panneggio cangiante vede alla resa luministica di Pietro Paolo Rubens,precisamente dalle tre pale della chiesa Nova ovvero Santa Maria in Vallicella; la tenebrosa atmosfera da cui emerge la figura della Vergine vede al Caravaggio; la colomba dello Spirito Santo è una citazione reniana della colomba in alto della cappella dell’Annunziata del Quirinale,un timido preludio alle folgoranti illuminazioni del Barocco più fragoroso. La scelta di Francesco Caetani cadde sul Sementi forse dopo aver visto e apprezzato la Virtù con tromba in mano, all’epoca nella residenza di Paolo Mancini dove si riuniva l’Accademia degli Umoristi di cui il Caetani era membro. Un secondo dato meramente stilistico emerge dalle influenze che operarono attivamente sul Sementi, ossia i diversi autori che possono agevolmente identificarsi in Rubens, per il cangiantismo della veste dell’angelo, ripreso dalle tre pale d’altare alla Chiesa Nova, Roma, per il Cavalier d’Arpino nella testa dell’angelo che vede a quelle degli angeli in una pala nella medesima Chiesa Nova, ed infine al Saraceni per il taglio chiaroscurale sulla gota della Vergine, ripreso dalla Santa Cecilia della Galleria Barberini, Roma; quindi quattro influenze e canoni che qui sono tradotti da un solo autore.  Altra opera da riferire al Sementi è la Vergine con il Bambino e i santi Stefano e Lorenzo(Fig.5) già nell’ultima cappella sinistra della Cattedrale di Santa Maria,fu commissionata da Giulio Pizi,ritratto in basso:la positura della Vergine nella pala con Vergine, Bambino e santi nella pala d’altare della chiesa di S. Agostino di Veroli, già attribuita al Sementi; il naso della Vergine nella pala Pizi segue quello del Cristo nel Cristo portacroce, e infine il naso del S. Stefano della pala sermonetana è comparabile a quello del S. Michele Arcangelo dell’opera bolognese precitata. La resa nel complesso perde i connotati stilistici precedenti per un contenuto raccoglimento che traduce un assunto sia stilistico che compositivo emiliano. L’Incoronazione della Vergine di Girolamo Siciolante, già nella prima cappella destra della chiesa di San Michele Arcangelo, fonde organicamente almeno due modelli, quello di Raffaello, che resta l’unico  referente compositivo, ossia il medesimo soggetto, ora alla Pinacoteca Vaticana, ma già a Perugia, di cui il Siciolante forse ebbe informazioni durante la sua permanenza nella bottega di Perin del Vaga, allievo di Raffaello; il paesaggio dipende direttamente da un disegno di Francesco Salviati[3](Fig.6). La pala con la Madonna del Rosario(Fig.7) già attribuita a Giovan Domenico Fiorentini, attesta il netto miglioramento figurativo del pittore sermonetano; nel complesso la fattura acquista in valore formale, la definizione del panneggio del San Domenico denuncia una mano ben calibrata quanto attenta alla fattura seicentesca romana, il San Girolamo ricalca la positura della Vergine del Sementi mentre il profilo resta speculare a quello del San Carlo Borromeo dell’Oratorio dei Battenti. Nella Madonna, Bambino e santi(Fig.8) attribuita ad Odoardo Vicinelli, la resa formale conserva il carattere stilistico della florida stagione seicentesca romana: la densità cromatica, la tiepida luce che illumina le figure e la puntuale resa del volto di S. Ignazio, con il libro in mano, propendono per un naturalismo soffuso ma presente. Ma la fattura complessiva perde il vigore morbido e calibrato quanto soffuso del naturalismo per l’intervento dei collaboratori; il santo sulla destra in basso si attiene ad uno schematismo del volto che contraddice la fattura del S. Ignazio e della Vergine, forse le uniche figure spettanti al Vicinelli. Il ciclo decorativo dell’Oratorio dei Battenti,databile intorno agli anni Sessanta del XVIII secolo,spetta a Giovan Domenico Fiorentini,ma il carattere stilistico riporta a modelli della seconda metà del XVI secolo;la connotazione stilistica oramai fuori tempo diviene giustificabile considerando che precedentemente all’intervento del Fiorentini un altro pittore aveva già eseguito l’intero ciclo;fra il 1625 ed 1630 Alessandro Melelli di Cori fu attivo alla decorazione dell’Oratorio,dove ancora sono presenti i soggetti poi ridipinti dal Fiorentini,un documento del 1691 recita: “(….)vedo che da capo la detta seconda cappella….esserci l’altare et sopra di esso depinto Nostro signore Giesù Cristo Crocefisso, et nella parte destra, l’effige della gloriosa Vergine sua madre et poco distante di detta parte l’effige di S.Pietro Apostolo et nella parte sinistra di S. Giovanni et poco distante del detto lato di S.Paolo Apostolo, come anco per il muro di detta cappella altri diversi santi….quindi i medesimi soggetti oggi visibili,considerando che il documento è datato al 1691,ossia cinquantasei anni prima della nascita del Fiorentini,il ciclo di affreschi descritto è quello del Melelli, di cui oggi resta la labile traccia figurativa dei quattro piedi al di sotto dell’attuale Crocifissione. Al Fiorentini fu commissionata la ridipintura dell’intero Oratorio, da questo la particolare vicinanza al secondo Cinquecento, che originariamente spetta al Melelli e alla sua specifica resa stilistica.

Alessandro Lusana

Philological Reading of Diocesan Museum 

The origin of Diocese Museum in Sermoneta is from 1460, when was de Ritiis family given his chapel to Oratory of religious Company of Battenti for capitol of cathedral Saint Mary of Sermoneta, as talks a document here reported: Concession which the canonises of church of Saint Mary give to Company of Battenti de Ritiis chapel with payment of 4 pounds of wax for year, and other. To name of God amen. This is document which is at book of to book of document of Reverend Lord of capitol of Arch presbytery, and canonises of Venerable church of Saint Mary at Sermoneta, for same person to me notary this effect to me gave and tenor of this document is following: At name of one and Holy Trinity of Father, Son and saint Spirit amen. Year from born Christ thousand fourth hundred sixty. Pontificate of Holy Lord Pius, for divine providence Pope Pius second, third year, In diction the eighth of month November sixteen days. To my presence Notary Anthony Tuzzi Master Peter of Sermoneta of Authority Apostolic, and witness wrote at this document, gather to sound of small bel as use common, and gathered to extern chapel of Venerable church of Saint Mary at Sermoneta Diocese of Terracina as at capitol, at it contracts the location, and other same church, the men uses celebrate lord John Magistri of James, the Lord John Peter Gorii, Lord Nichole  Pontello, Lord Nichole of Anthony Impaccianti, Lord Notary Peter Magistri of Antony, Lord Francis of Angel Natale, Lord John Nardi Veruni, Lord Antony Notary, John de Ritis, Lord Blaise of Pier Paul, Lord Leonard Magistris of Peter Americi Arch Presbiterian, and canonises all, and single of this church, same Lord John Arch Presbiterian as Vicar of General Most Reverend at Christ Father, and Lord Marcell from Rome, bishop of Terracina for grace of God and for grace of Apostolically Seat and from special commission same Lord Bishop and his voice to him give, as reported to me from Notary with prudence, and though considered, and be for charity, and from God merits their parish, and maximus with secular devotion to Virgin Most Glory Mother of Christ, let and gather with fidelity with faith and charity at honest town and opportunity, where is cult of God and safety will be and humble they will hope, and with every stadium and spiritual exaltation as how they can arrange, and leave, and homage followed with faith comfort, as these first second too and third and to last follow God will and for this good exemple give this brothers tie with charity to Christ college of Christ the doors working to wall of chapel for these doors is access from one chapel to other certainly of licence and consent of abovementioned landlord, and same chapel after this will be whole building and opportunity, whose fervent service all good follow, and give of these will the sense for direction of Jerusalem Town of Glory of blissful, and other for God spontaneous, and to these goods merits free and will, and not for errors, but for licence and good will and authority of abovementioned Lord Bishop…and this Company and successor for every time is leaved  that chapel de Ritiis called, and building for was Peter Ritiis and for his money  and bay for his burial and his heredes, and his successor  for male line for every time inside at church above mentioned church and close to cemetery under name of blissful Peter and Paul, and not alone few meter of word  of above mentioned cemetery, whose few alone wall for foundation for building for god walls up the world, and made for lay building, and up easy walk will be for these door building to wall at exterior wall of above mentioned chapel for this door is access just for other chapel and licence and let of above mentioned lord local and new chapel after that  from God gave and under named access to changing room with brothers to Christ same religious Company with all and single , for use and inherent and specially with free gains, and expense theirs to public street and at his own, but not use these for decency of religious with divine homage, and devotes minister and works for save of souls. In fact with this fact and convention and from close confirm unanimous, and with concordance among they… This document advises us of future building Oratory of this Company. First room was the chapel de Ritiis whose on altar was an altarpiece with Adoration of king, now at the first chapel on the right of Cathedral of Sermoneta; this Oratory is last space consecrated and building for time among XV century, and manifest a space took from a part of cathedral. We haven’t information around a decoration from century of building or after but alone of XVII century. The architecture has thought with vault  and much comfortable space for to receive much persons as a community. The Diocesan Museum keep much painting of different gender all flow toward Rome and from Rome to little centres; the their stylistical nature among Flanders and Rome of Nice Manner, and Emilia Romagna of Carracci, and naturalism of first XVIII century, which documents variety of Roman painting between 1500 and 1700. Exam philological, therefore the models and the style which have influence our painting, documents the complexity of painters that we must considerer; for painter who work to Sermoneta. We following a order for visibility rather historical, the our exam beginning with altarpiece with Saint Michael Archangel, datable around 1590, and just go baked to Francis van de Kasteele, this in Italian Francesco da Castello; painting document the style of this Flemish painter and an universal concept and a historic time; to last meets of Council of Trento, one gave precise indications for painting: people has educated for painting and other gender, on the mystery of our redemption, so that people has always present the priniples of faith; therefore the figures of saints and martyrdom have, to iconographical, large employ of their action. Painting with Saint Michael Archangel, just at church of Saint Michael Archangel, beyond the reference to name of same church, allows and identification with spirit of that time, therefore after the Council. The demon on the right defeated by Saint Michael is very close for iconological meaning to Lutheran heresy, which then has very European nations, therefore this meaning reports directly to defeat of Lutheran doctrine for divine will, whose will is bearer same Michael Archangel, who is symbolizes the catholic confession. For this painting Castello uses and collaborators: the precise anatomy of Saint Michael is lost for the face of figure to his feet; the brushstroke definite is lost as that anatomy of Saint, the hair of seraph is very wrong. The jewellers on the devise of Saint manifest the original culture of Castello, therefore Flanders: the attention to particular and precision to every trifle, but Castello has very influenced by Roman painting; the able body is very close to Roman picture, therefore a conjunction between the giant of Michael Angel and the Flanders precise; moreover the hair of Saint has took from Melozzo da Forlì, moreover doesn’t for colour the Neovenetismo, this is a choose of colours that draws up to Venetian pictorial culture, between 1580 and 1590, is sufficient to think to brushstroke of Giorgione and Tiziano Vecellio, colour which arrivals to Rome through Jerome Muziano; superior part of this altar piece is painting by other collaborator; line seems loses herself between cloths, rigid and dense, overall for Christ, whose the face is schematic. Conjunction between two iconographies this is Saint Michael Archangel and Crown of Virgin, is for the doctrinal dispute with Lutheran on the valour of Virgin, who in accord to Luther isn’t; while between principles of Catholic doctrine sanctity of Mary is very reference. A resolute Roman yeast, now between the slow Mannerism and Baroque we see to altarpiece with Annunciation, just at Oratory of Annunziata, at Sermoneta, and after to church of Saint Joseph; this painting has datable between 1632 and 1634, it was commissioned by Francesco Caetani, lord of Sermoneta, for Company of Charity, and was gave to 1634. The author is Giovanni Giacomo Sementi, pupil of Guido Reni: angel very next to cloud remembers, so posture, angel of Christ bring cross, at deposit of Pinacoteca Nazionale of Bologna, the long fingers and very fine of Virgin follow of Saint Catherine at his Martyrdom, the posture of right hand of Virgin is specular to female at Allegory of painting and drawing; moreover the models followed by Sementi, the same posture of right hand follows that of Saint Cecil of Carlo Saraceni, whose and light and dark on the face; the head of angel follows few typologies of Chivalric d’Arpino, but the iridescent cloth follows the style of Pietro Paolo Rubens, precisely to altarpieces at Vallicella, Rome; dark impends up to Virgin has took from Caravaggio, the dove of Saint Spirit has took from Guido Reni, from chapel of Annunciation at Quirinale. The choose of Francesco Caetani fall on the Sementi because perhaps same Francesco seen the Virtue whit trumpet at hand then to residence of Paolo Mancini where was meets Academy of Humourist, whose Francesco Caetani was member.

As Sementi is and altarpiece with Virgin, Child and Saints, just to last chapel of cathedral of Sermoneta, this altarpiece is a commission of Giulio Pizi, portrait down; the posture of Virgin follows that of Virgin to altarpiece at church of Saint Agostino to Veroli, the nose of virgin to altarpiece of Sermoneta follows that of Christ at Christ bring cross, and the same nose of Saint Stephan is same of Saint Michael Archangel at altarpiece abovementioned. The Crow of Virgin of Girolamo Siciolante, just at the first chapel on right of church Saint Michael Archangel, unites two models, this is Raffaello, who is only referent for this composition, therefore same subject now to Pinacoteca Vaticana, but before in Perugia, whose Siciolante had information for the close rapport with Perin del Vaga, pupil of Raffaello. The landscape has took from a drawing of Francesco Salviati. Altarpiece with Virgin of Rosary, of Domenico Fiorentini, manifest the better style of this painter; style acquires for valour formal, the define cloth of Saint Domenico, on the right, manifest a work which takes from Roman painting, profile of Saint Jerome is same of Saint Charles Borromeo, on the wall same room and same Fiorentini. Virgin, Child and Saints of Odoardo Vicinelli, style keeps character of Roman painting XVII century, density colour, the timid light which light figures and precise portraits of Saint Ignazio, with a book hand, see to concealed naturalism.

Alessandro Lusana

 

 

      

 

 

 


 

Fig.1
Fig.2
Fig.3
Fig.4
Fig.5
Fig.6
Fig.7
 

 

 

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[1] A. Lusana, Sulmone pincta, Sermoneta 2005, p.50.
[2] A. Lusana, op.cit., pp.22-23.
[3] A. Lusana, Botanici della Bella Maniera, in Liceusblog.

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