Friday, May 6, 2016

                                                       Una fedele caetanea
Ippolita Bettini, assai prossima alla famiglia Caetani, credo che non potesse optare per un’altra chiesa se non quella prettamente commissionata dagli stessi Caetani nel 1521, Santa Maria della Concezione, ovvero qui riportata sinotticamente come della Concezione; che volle la cappella riportata nel testo documentario; l’originaria decorazione non sappiamo quale soggetto ritraesse, le rarissime e brevi visite pastorali inoltre non agevolano l’indiretta conoscenza decorativa, ma il dato che supporta meglio un palese dato morale, nell’accezione latina del lemma, ossia una determinazione di costume era l’affinità diretta con i Caetani che agevolò certamente l’erezione di una cappella, quasi a rimarcare la vicinanza della Bettini; della stessa non abbiamo altre informazioni, in effetti nella documentazione non appare, ma la contraddizione fra il mutismo degli archivi contraddice perfettamente l’abbienza di cui certamente, vista la commissione, la Bettini godeva; ma ripeto le carte tacciono quantunque il ricercato e voluto prestigio sia ben documentato.    
Istituzione, o erezione della Cappellania sotto il titolo dell’Assunta nella Chiesa della Concezione di Sermoneta[oggi San Giuseppe] fatta da Ippolita Bettini con l’obbligo di tre messe la Settimana[1].
In Nome di Dio Amen. Per  questo presente pubblico Istrumento a tutti dove appaia evidente, e noto sia, che la Signora Ippolita Bettini moglie Carpena familiare per molti anni dell’Illustre Signore Caetani nel suo ultimo Testamento preparò l’istituto suo universale agli eredi, concesso dall’Illustrissimo, ed Reverendissimo Signore Enrico di Santa Romana Chiesa Cardinale Camerario, Illustrissimo, e Reverendissimo Signore Patriarca Alessandrino, ed Eccellentissimo Signore Onorato di Sermoneta Duce Generale con i Fratelli Caetani residenti a Roma con onere, come detto la Cappella sia tenuta da erigere nella Chiesa della Concezione della Beata Maria della predetta Terra di Sermoneta, e quella dotare a scelta con facoltà perpetua di eleggere, e presentare in perpetuo il Cappellano, il quale serva negli uffici divini, e per la salvezza dell’anima della stessa testatrice, qui in perpetuo tre Messe per quanto sia permesso celebrare nella settimana, ed altre più  ampie essere contenute in detto Testamento, e volendo a detto Signore la volontà degli eredi, e gli ordini detti della detta Signora Ippolita per debita esecuzione parlare, e da detto Signore onere esimere, e come più facilmente, et più liberamente per quanto riportato al Signore Vescovo Terracinense della detta Terra di Sermoneta Ordinario, e Pastore della detta Cappella presso dette disposizioni essere eretta, e possa essere istituita. Questo è ciò che nell’Anno dalla Natività sua Mille Cinquecento Ottanta nove Indizione seconda di Dio giorno vero nove Mese Luglio Pontificato Santissimo in Cristo Padre ed Signore Nostro Dio di Papa Sisto per Divina Provvidenza Quinto. In mia presenza Notaio pubblico, testimoni infrascritti a questo specialmente chiamati, e rogato, presenti e personali costituiti personalmente Illustrissimi Signori Enrico Cardinale, Onorato Duce, e Camillo Patriarca fratelli germani Caetani spontaneamente ed tutti certa, e deliberata volontà in esecuzione, del detto Testamento da tutti in migliori, modo, via, e legge, causa, e forma, con i quali maggiore, e meglio potessero, e dovessero, e possano, e debbano()ora per()detta Cappella per detto Riferimento al Signore Vescovo Terracinense in detta Chiesa di Santa Maria della Concezione sita in detta Terra di Sermoneta sotto infrascritte facoltà, e condizioni eretta, e legittimamente istituita, e non ancora, in altro modo, da questo espresse ante protestati sono, e siano  per protestare alla stessa Cappella così da erigere per la stessa dote, che sostanzi di quello stesso per il tempo esistente del Rettore, ovvero del Cappellano, e altra di cui ora fosse posta, che sarà, l’interesse che potesse in qualche modo essere concesso in futuro stipulando, e accettando, dessero, applicassero, con puro titolo, liberamente, in perpetuo, e irrevocabile applicazione, e donazione fra vivi per loro, e i suoi eredi, e successori qualunque con dichiarazioni, e altro intanto dicendo dovessero dare, e concedessero per un anno il censo di scudi 25 moneta di giuli dieci per qualsivoglia scudo  dal prossimo come dissero per il Signore Antonio Carrida di questa stessa Terra di Sermoneta sopra i suoi beni presso disposizioni della costituzione felicemente ricordata di Pio Papa V intorno al modo di creare il censo dell’imponibile e lo stesso Illustrissimo Signore donatori di scudi 400 monete di vendere per Istrumento sopra celebrato, e stipulando nella città, ovvero in Terra di Sermoneta come concede e appare per()e()chi() il detto censo così imposto, e a loro venduto fu, e ogni altro migliore modo tanto che sia anche l’uso frutto, per la qual cosa cedendo per questa, e ora a favore di questa Cappella, e di questo per il tempo esistente Rettore, ovvero Cappellano ogni cosa, come singola, e ognuno, e singole azioni reali, e personali, utili, e dirette, tacite, ed espresse, e altre dovunque in nome a loro stessi nel qual modo concesso sia competenza, e competenti, e imperituri, e sopra detto censo imposizioni, e venditori, e altri imponibili, e vendita di quello in nel modo in cui è concesso loro si obbligarono, ed altri comunque ad avere, tenendo, ed usando, e fruendo, e dando, e donando, e cedendo e altre da detto censo annuo a sua diretta volontà, e disponendo, Parenti ed anche ora per detta Cappella, ovvero Rettore nella legge Universale, luogo, e privilegio degli stessi signori che dotano, nessuna legge, e nessuna cauzione per loro stessi, ovvero dei loro eredi, e ai successori imponibile di costituire e riservata la Cappella, e per il tempo esistente del Rettore, ovvero Cappellano Procuratore irrevocabile e con Giuramento, come prestito detto, come verso la cosa propria dalla detta legislazione, e azioni come sopra cada, usando, e fruendo, ed ricercando nel giudizio, ed anche contro qualunque persona, Comunità, Collegio, e Universita, e loro liberamente facciano, e disponendo per chi vogliano intorno a simili cose, e disporre possa. Questa concessione certamente, donazione, e dotazione fecero, e fare, per questa Cappella debba in ogni seguente mese computandoli dal giorno dell’imposizione, e dalla vendita sopra detto Censo del predetto Signor Vescovo, ovvero di lui il Generale Vicario spirituale, per quanto infatti la legge, e la facoltà verso questo abbia, nella detta Chiesa della Beata Maria della Concezione sotto l’invocazione di Maria Assunta essere eretta, e istituita per uno di quei Rettori, il quale qui in perpetuo tre messe singole nella settimana per la salvezza dell’Anima sopradetta della fu Ippolita celebrare, e per i vivi, e defunti le preghiere all’Altissimo siano profuse. Inoltre che il Giuspatronato, e di presentare il Cappellano ovvero Rettore alla detta Cappella tanto dalla prima stessa erezione, che per il luogo, ovvero designazione, permutazione, ovvero qualunque altra dismissione per il tempo di ottenere quella, ovvero altre nel cui modo lecito vacanza allo stesso Illustrissimo Signore e Fratelli che ancora vivano, e di poi, per il tempo esistente del Duce di Sermoneta in perpetuo, e concesso sia, e per il detto Reverendissimo Signore Vescovo in detta erezione, ed istituzione, e declarato detto Giuspatronato, e di presentare dei laici tanto, e nobili, e da meri laici, e non mista sia la fondazione, e dotazione a cui competa, di avere la natura, dichiarando e volendo, che se detta Cappella altro fosse, come è promesso, ed ora sia eretta, e in questo caso sia nel presente dotata, e la donazione sia lo stesso ordinamento, e lo stesso fatto essere censito, con nulla di invalido, e niente sia operato e se fatta non fosse, poiché così, anche non altre, ne altro modo dotare, applicare, e donare volessero, e dichiarassero, e anche più ampiamente di ora per detto un tempo() quando per detta Cappella con predetto eretta, ed istituita sarà, ne se diuturna la vacanza di quel Cappellano qualcosa di altro in spirituale, e temporale detrimento debba patire, da attestazione, conoscenza, vita e costumi del Reverendo Signore Orazio Organtini Presbitero della Diocesi Terracinense. Canonici della Chiesa() essendo il Reverendo Signore Orazio assente, tanto quanto possa alla detta Cappella così erigendo, e dotata del Rettore, ovvero Cappellano, e nominano, lo stesso così eletto, e nominato il sopradetto Reverendissimo Vescovo Terracinense in ogni migliore modo, secondo legge, causa, e forma con cui maggiore, e migliore secondo legge possa essere, istituendo, presentarono, ed essere presentato mandarono, e rogando per il detto Reverendissimo Signore Vescovo come  allo stesso Signore Orazio alla predetta cappella, ovvero Cappellania da erigere, da governare, e a quello servendo che sia abile, quanto idoneo quella a lui infine di questa elezione, e presentazione sia conferita, e provvista, e quelli sempre salva promisero la dotazione, applicazione, concessione, e donazione, in ogni tempo avere, valida e ferma e quelle non richiedere, ne far revocare, ne contro quella chiunque fare, dire, opporre, ovvero venire direttamente, ovvero indirettamente sotto qualsiasi pretesto, o questione, e qualsiasi cosa sia, ed essere, e essere cosa buona, valida, e bene, e legittimante fatta, e quanto tali sempre, ed in perpetuo mantenere, e difendere, ed alcuna cosa fatto essere, ne nessuno mai in alcun tempo fatto apparirà nel pregiudizio a detta Cappella, e per il tempo in cui esiste il Rettore, ovvero il presente contratto, e il contenuto in esso, altri in qualunque caso vogliano tenere le detta Cappella, e di questa il Rettore, mentre è la promessa di tutti, e dei singoli la manutenzione, e la custodia e l’osservazione, anche in verità verso ogni danno, le spese, e interesse per detta Cappella, e per il tempo del Rettore, ovvero Cappellano in occasione di subire le cose premesse, di sostituire, ed incorrendo, per qualsiasi danno, con l’interesse, e credere volessero, e della semplice parola con il giuramento al danno subito, e da questo onere e di altri al fare prove. A favore dei quali, per tutte le premesse, così come sopra fermamente inviolabilmente da osservare loro stessi, di questi eredi, e successori qualunque siano, e contro ogni, e singoli mobili, e immobili, e in futuro anche dove esistente sia nella forma della Camera Apostolica con le clausole sue per qualunque costituzione rispettiva siano obbligati, e ipotechino, e per maggiori cose delle predette mediante giuramento, come fra il prestito rinunciano a qualunque appello, reclamo, e ricorso, per questi ovvero altri contro predetti, o di questi no mai in nessun tempo sotto qual si voglia pretesto, ovvero causa sotto qualunque pretesto, Giudice, Tribunale, ovvero Magistrato possa operare, e rispettivamente interponendo, e così l’appello, ed il ricorso nella sua maniera, l’effetto, e l’esecuzione anche presente. Nello strumento, e contenuti in questo essere sospesi, essere impediti, ovvero in qualche modo ritardare non possa, ma debitamente l’esecuzione debba, e così toccando per dita Illustrissimo Signore Enrico Cardinale, e Camillo Patrarca il petto secondo il costume dei Prelati, e per Illustrissimo Signore Onorato Caetani Duce con le mani sulle Sacre Scritture nelle mani di me notaio sui Santi Evangeli giurarono, sui quali ognuno, e singoli messe prima da richiesta furono poste, e da me Notato Pubblico infrascritto uno, ovvero più cose pubbliche, o pubbliche divengano, e feci Istrumento, ovvero Istrumenti. Atto in Roma in Palazzo di questi, Urbanus dilecto filio.
Institutio Cappellaniae
In Nomine Domini Amen. Per hoc presente publicus Instrumentum cunctis ubique pateat evidenter, ac notum sit, quod cum alias Domina Hippolita Bettina mulier Carpena familiaris permultos annos Illustriorum Domini de Caetani suum ultimum Testamentum condiderit institutis eius universalibus heredibus, scilicet Illustrissimus, et Reverendissimo Dominus Henrico Sancte Romane Ecclesie Cardinali Camerario, Illustrissimo, ac Reverendissimo Dominus Camillo Patriarcha Alexandrino, et Excellentissimo Dominus Honorato Sermonete Duce Generalis Fratribus de Caetani domicellis Romani cum honere, ut dicti heredes tenerentur erigere Cappellam in Ecclesia Conceptionis Betae Marie predicte Terre Sermonete, illamque arbitrio dotare cum facultate perpetua eligendi, et presentandi perpetuum Cappellanum, qui illi in divinis deserviat, et pro refrigerio Anime ipsius Testatricis, ibi perpetuo tres Missas qualibet hebdomata celebret, et alias prout latius contineri dicitur in dicto Testamento capientes modo, et volentes dicti Domini heredes voluntatem, et ordinationem dicte quondam Domina Hippolite debite executioni demandare, seque a dicto onere esimere, et ut facilius, et liberius per Referendum Dominum Episcopum Terracinensis dicte Terre Sermonete Ordinarium, et Pastorem dictam Cappellam juxta dicte disposizione erigi, et institui possit. Hinc est quod Anno a Nativitate eiusdem Millesimo quinquagesimo Octagesimo nono Inditione seconda dei vero decima nona Mensis Julii Pontificatus autem Santissimi in Christo Patris et Domine Nostri Dei Sixti divina providentia Pape Quinti anno quinto. In mei Notari publici, testiumque infrascriptorum ad hec specialiter vocatorum, et rogatorum persentia, presentes et personaliter costituti Illustrissimi Domini Henricus Cardinalis, Honoratus Dux, et Camillus Patriarcha germani Fratres de Caetanis sponte et omni certa, deliberata voluntate in executione, dicti Testamenti e omnibus melioribus, modo, via, jure, causa, et forma, quibus magis, et melius potuerunt, et debuerunt, ac possunt, et debent()nunc pro() dicta Cappella per dictum Referendum Dominum Episcopum Terracinensis in dicta Ecclesia Beate Marie Conceptionis sita in dicta Terre Sermonete sub infrascriptis facultatibus, et conditionibus erigatur, et legittime instituatur, et non la iter alias, nec alio modo, de quo espresse protestati sunt, et protestantur eidem Cappelle sic erigende, et instituende pro eius dote, et pro substentatione illius pro tempore existentis Rectoris, sive Cappellani, me Notario uti publica, et autentica prsona pro dicta Cappella, ac omnibus aliia quorum nunc interest, intererit, aut interesse poterit quomodo libet in futurum stipulante, et acceptante, dederant, applicaverunt, et donaverunt, ac titulo pure, libere, perpetue, et irrevocabilis applicationis, et donationis inter vivos per se, suosque heredes, et successores quoscumque cum declarationibus, et aliter infra dicendis dederunt, et concesserunt unum annum censum scutorum 25 monete de julii dece pro quolibet scuto de proximo ut dixerunt per Dominum Antonium Carridam de eadem Terra Sermonete super eius bonis juxta dispositiones constitutionis feliciter recordantia Pii Pape V de modo creandi census edite imponens, et cerandus et ipsis Illustrissimi Dominiii donantibus pretio scutorum 400 monete vendendum per Instrumentum de super celebrans, et stipulans in Civitate, seu Terra Sermonete videlicet per()et()qui()dictus census sic impositus, et sibi venditus fuerit, et omni alio meliori modo tam quoad usum fructum, qua quoad proprietate cedentes propter ea, et nunc pro tunc dictam Cappellam, et eius pro tempore existens Rectores, sive Cappellano omnia, et singola jura, omnesque, et singulas actiones reales, et personales, utiles, ac directas, tacitas, et expressas, ac alias quocumque nomine nuncupatas sibi ipsis quomodolibet competentia, et competentes, et imperitura de, et super dicto censu impositores, et venditores, et alios ad impositores, et venditionem illius quomodolibet se obligatores, et alios quoscumque ad hebentem, tenendus, usendus, fruendus, dandus, donandus, cedendus, concedendus ac alias de dicto de dicto annuo censo ad sue libitum voluntatis facies, et disponens, Parentes etiam nunc pro tunc dictam Cappellam, sive Rectores in universum Jus, locus, et privilegium ipsorum dominorum dotantium, nullo jure, nullaque catione sibi ipsis, vel eorum heredibus, et successoribus imposterum reservatis constituendes tandem Cappellam, et pro tempore esistente Rectore, sive Cappellanum Procuratores irrevocabiles et cum juramento, ut infra prestito, ut in rem propriam a dictis juribus, et actionibus ut supra cessis, utendum, fruendum, et expetiendum in judiciis, et etiam contra quascumque Personas, Communitates, Collegia, et Universitates, et illis libere facies, et disponens pro  quilibet de rebus similibus facere, et disponete potest. Hanc autem concessione, donatione, et datatione fecerunt, et facere dixerunt etiam, causis prenarratis, et cum infrascriptis declarationibus, et reservationibus videlicet, quod dicta Cappella debeat in omnino  infratres menses computandos a die impositionis, et venditionis supra dictus Census pre dictum Dominum Episcopum, sive eius spiritualibus Generales Vicarius, quatenus tamen ius, et facultate ad id habent, in dicta Ecclesia Betae Mariae Conceptionis sub invocatione Beatae Marie Assumpte erigi, et institui pro uno illius Rectore, qui ibi in perpetuam tres Missas singulis hebdonadis in refrigerium Anime supradicta quondam Hipolite celebrare, et pro vivis, et defunctis preces Altissimo fundere teneatur. Item quod jus Patronatus, et presentandi Cappellanum sive Rectore ad dictam Cappellam tam a prima ipsias eretione, quod per obitu, vel resignatione, permutatione, vel quamcumque aliam dimissione pro tempore illam obtinentes, vel alias quomodolibet vecatione ipsis Illustrissimi Domini Fratribus quoad vixerint, et deinde pro tempore esistenti Duci Sermonete in perpetuum reservatum, et concessum sit, et per dictum Reverendissimum Dominum Episcopum in dicta eretione, et istitutione decernatur, et declaretur dictus Jus Patronatus, et presentandi Laicorum tantum, et nobilium, et ex meris Laicalibus, et non mixta fundatione, et dotatione competere, naturam habere, ac vim, et robur optinere, declarantes, et volentes, quod si dicta Cappella aliter quas, ut promissum est, erigeretur tunc, et eo casu presens dotatio, et donatio sit ipso jure, et ipso facto ac esse censeatur nulla, et invalida, nihilique operetur perinde ac si facta non fuisset, quia sic, et non alias, nec alio modo dotare, applicare, et donare voluerunt, et declararunt, amplius etiam nunc per dictum quondam()quando dicta Cappella ut preferetur erecta, et instituta erit, ne ob diuturnas illius vacatione aliquod in spiritualibus, et temporalibus detrimentum patiat, confissi de prabatione, scientia, vita, et moribus Reverendus Dominus Horatii Organtini Presbiteri Terracinensis diocesis Canonici Ecclesiae()eundem Revendus Dominus Horatius hinc absente, tamquam possente ad dictam Cappellam sic erigents, et dotatam in Rectorem, sive Cappellanum erigerunt, et nominarunt, ipsumque sic electus, et nominatum suporadicto Reverendissimo Episcopo Terracinensnis omni meliori modo, jure, causa, et forma quibus magis, et meliori de jure fieri potuti, et debuit, instituens, presentarunt, et presentari mandarunt, rogantes propterea dictum Reverendissimus Dominus Episcopus ut eondem Domino Horatio ad predicta Cappelam, seu Cappellaniam regenda, gubernandam, et illi inserviens habilem, et idoneus repertus instituat, illamque ei ad tandem eorum electione, et presentatione conferat, et providet, et illis semper salvis promiserunt dotatione, applicatione, concessione, et donatione prefatas semper, et omni tempore habere ratas, gratas, validas, et firmas  illasque non revocare, nec revocari facere, nec contra illas quicunque facere, dicere, opponete, vel venire directe, vel indirecte sub quovis pretextu, aut quesito colore, aliasque fuisse, et esse, ac sempre foras bonas, validas, ac bene, et legittime factas, et tanquam tales semper, et perpetuo mantenere, et difendere, sibique ferisse, quidquam facturos esse, ne ullo unquam tempore facto apparebit in preiudicium dicte Cappelle, et eius pro tempore existens Rectores, vel presentis contractus, vel contentorum in eo, alis in quocumque casu teneri voluerunt erga dictas Cappellas, et eius Rectores quoscumque ne dum promisiorum omnium, et singulorum manutenzione, et defentione, et observatione, verum etiam ad omnia damna, expensas, et interesse per dictos per Cappellam, et eius pro tempore Rectores, sive Cappellanum occasione premissiorum petienda, sustinenda, et incurrenda, quibus quidam damni, expensis, et interesse stare, et credere voluerunt soli, et semplici verbo cum juramento damnum passi, absque honere alterius desuper facendo probationis. Pro quibus, omnibus et singulis premissis, ita ut supra firmiter, et inviolabiliter observandis se ipsos, heorumque heredes, et successores quoscumque, ac contra omnia, et singola mobilia, et immobilia, sequemoventia preferita, et futura ubique existentia in forma Camere Apostolice cum clausulis suis preterquamcumque constitutione respective obligarunt, et hypothecarunt, et pro majori prefatorum robore mediante juramento ut infra prestito renunciarunt cuicumque appellationi, raclamationi, et recursu per eos vel alique contra predicta, vel eorum aliqua ullo umquam tempore sub quovis pretextu, vel causa coram quocumque Judice, Tribunali, vel Magistratu forsam haberi, et respective interponens, itaque appellatione, et recursu huismodi non obstans vis, effectus, et executio presentis. In strumenti, et contentorum in eo sospendi, impediri, aut quoquo modo retardari non possit, sed debite executioni demandari debeat, et ita tactis per dictos Illustrissimos Dominum Henricum Cardinales, et Cammillus Patriarchas pectoribus more Prelatorum, et per Illustrissimum Dominum Honoratum Ducem scripturis sacrosantis in manibus mei Notari ad sancta dei evangelia juraverunt, super quibus omnibus, et singulis premissis petitus fuit a me Notario publico infrascripto unum, vel plura publicum, seu publica fieri, et confici Instrumentum, vel Instrumenta. Actum Rome in Palatio eorum  solite residentie presentibus ibidem Magnificis Dominus Riccio Garavino de Brisighello juris utriusque doctore, et Antinio Ambrosi Clarico Urbinatem diocesis et Virgilio Bruni de Cingolo utriusque Juris Doctore Testibus ad predicta omnia, et singola habitus, vocatis specialiter atque rogatis, qui eorum propris manibus sese una cum prefatis Illustrissimis Dominus Donantibus, de donatoribus  modo infrascripte. Ego Henricus Cardinalis Camerarius dono, et affermo ut supra. Ego Camillus Patriarcha Alexandrinus dono, et et affermo ut manu propria. Ego Riccius Gararinus interfui pro teste ut teste ut supra, et rogans subscripsi. Ego Virgilius Bruno de Cingulo interfuis pro teste ut supra. Ego Antinus Ambrosius adfui pro teste ut supra illiusque pro tempore esistente Rectore, sive Cappellano, et eventum approbo Franciscus Belgius. Ego Franciscus Belgius Curie Causarum Camere Apostolice Notarius de promisis rogatus presens Instrumenta subscripsi, et publicari requisitus.
Alessandro Lusana


[1] R.A.C., Misc.449/174

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