Friday, May 6, 2016


Panem et calcem
Artigiani ed artigiane all’opera
Il vicolo interno che collega l’attuale Piazza del Popolo, centrale a differenza dei secoli passati, con il secondo quartire sorto nell’urbanistica sermonetana, ossia quello della Torre Nuova, dalla torre eretta intorno al 1451, che per l’assetto cittadino del XV secolo, risultava di nuova erezione rispetto alle altre già esistenti, dovette subire interventi di pianificazione che ne agevolassero il raggiungimento, e certamente non solo agli appiedati cittadini, ma forse ai carri e animali, di singole abitazioni e centri di guardia come l’attuale Bastione del Castriotto, che definisce il termine urbanistico del quartiere; quindi l’ampliamento della stradina interna era fondante; ma anche qui bisogna notare che la data, 1785, è un dato assai significativo che suggerisce qualche valutazione al riguardo; l’età di tale pianificazione, tarda rispetto alla sussistenza e notificazione documentaria della nascita del quartiere stesso, 1451, agevola serie considerazioni su di un probabile inediamento abitativo che venne, gradualmente nei secoli, a raccogliersi intorno al quartiere; ad esempio sappiamo che l’attuale caserma dei Carabinieri, intorno agli anni dell’intervento descritto dopo, era il dormitorio per i frati Cappuccini che erano tornati in Sermoneta, quindi probabilmente l’addensarsi di abitazioni per diversi servizi potrebbe aver comportato la pianificazione e l’apertura di una strada secondaria che, poi, divenne primaria. Ma il quartiere precitato era certamente assai considerato, sia per l’imponente struttura difensiva databile al 1546, del Castriotto precitato, sia per la definizione difensiva che svolsero le mura erette durante il 1448, conclusasi, almeno per il quartiere in questione, con la Torre descritta, che vide la coopresenza di molteplici artigiani qui citati solo assai parzialmente, che vi lavorarono con retta efficacia allo scavo dei fossati ovvero fondamenta delle stesse mura, quindi una presenza artigianle che conforta sia per l’opera svolta, dato l’odierno segno storicamente materiale, sia per la presenza altrettanto materiale della documentazione che comporta una conoscenza assai maggiore rispetto al Quattrocento sermonetano. Ma non mancano, da quanto risulta, interventi posteriori che migliorino ulteriormente le condizioni degli accessi, quindi la Porta del Pozzo, oggi l’entrata principale del paese conserva ancora la sua rilevanza, visto l’intervento deciso nel consiglio comunale, il che palesa una netta sensibilità, certamente detatta da motivi pragmatici più che culturali, ovvero estetici, che però oggi ci permette di valutare quale potesse essere l’assetto di Sermoneta. Dato, ancor meglio emergente, dal moitati certertamentecaetaneod etnica che poteva evolversi verso individuali moralismi.isultano rappresentati corsi,  consiglio comunale, del 1709, qui riportato, che attesta l’apertura di uno spazio antistante la Porta del Pozzo e che possiamo immaginare sia la formazione originaria dell’attuale Porta. Inoltre l’intervento sulle campane della cattedrale sono un’altra nota, in effetti un primo intervento lo abbiamo durante il 1492, con un certo mastro Antonio da Bergamo che lì lavora con suoi garzoni; quindi una continuità artigianale nella storia sermonetana, che porta gradualmente ad acquisire informazioni utili per ricreare vicende assai ignorate, che qui forniscono un quadro assai rilevante per un contesto umano che viveva anche di queste piccole commissioni. Inoltre una personale soddisfazione è quella della pubblicazione del documento inerente alla statua di San Giuseppe, che finalmente traduce qualche notazione su di una statua, oggi nella versione ottocentesca, ma già presente nel secondo Seicento, oltre il culto del santo che certamente, oltre la normale affezione dei fedeli, era divenuto il Santo Patrono di Sermoneta.
Lista delle Opere per spianare la strada alla Torrenova, e cavar sassi per la porzione che spetta alla Comunità, con la licenza della Sacra Congregazione.
Giovedì 7 Aprile 1785-Omini tre, Muratore, Donne sei; Venerdì 8 detto Omini quattro mezza giornata, Muratore, Donne quattordici, Sabbato 9 detto Omini sei, Muratore, Donne venti…Venerdì 15 detto Omini tre, Muratore, Polvere per le mine due, Al Ferraro per accomodar de ferri…
                                   Fossa fatta alle Fortificazioni nella Torrenova[1].
In Nome di Dio Anno 1448 nel giorno penultimo di Giugno. Previdenti, e discreti uomini Leonrado di Giacobbe, e Giovanni di Angelo Caccabari, il Visitatori e Sindaci della Terra di Sermoneta, eletti, ed assunti, per eseguire l’ufficio per dodici Consiglieri, principali Ufficiali della detta Terra, secondo il consueto costume, in nome del ruolo di Sindacato, e per parte di tutti gli uomini e singoli di tutta l’Università di Sermoneta la predetta Terra per la quale a rate, e ratealmente promisero spontaneamente da una parte, non con Maestro Giovanni()di Castro Ripi, che abita nella città di Napoli, come asserisce di se proprio e dei soci che promise di condurre da altra stipulazione i Fossati, ovvero valli che deve fare con Dio oltre la detta Terra di Sermoneta, nella contrada della Torricella Torre nuova, per munire, e con buone cautele della detta terra dalle offese dei nemici, dal beneplacito e la volontà del magnifico ed Eccellente Signore Don Onorato Gaetani signore di detta Terra, e il primo maestro Pietro Perrerio di sua sponte promise al predetto Leonardo et a Giovanni Vistaleri, e ai Sindaci della predetta Terra, et agli stessi Uomini e all’Università predetta fra lo spazio di otto mesi cominciando fra 15 giorni del mese di Luglio per incidere e scavare e completare il loro predetto Fossato misurato in longitudine, latitudine, ed in profondità, per lo stesso maestro Pietro con il detto Magnifico Signore, e Vistaleri ed i Sindaci promisero spontaneamente per l’opera completa per ducati cento di Carolini argentei, dieci Carolini per ogni ducato e non mutare e non preparare ogni ferramenta necessario, ed opportuna per riattare quanti siano gli espedienti ed opportuni espedienti()della detta Terra di Sermoneta per tre soluzioni debbano essere in questo modo sia permesso per Arra lo stesso Vistaleri, e i Sindaci saldino i ducati dieci per detto Maestro, e quando dovrà iniziare l’opera assolvere sia tenuto per quaranta ducati e nel compimento della metà della detta opera cinquanta altri ducati e nessuno possa mutare per se Casa con un Cubilo e promise lo stesso Fosso di purgare, evacuare, e purgare. Atto in Sermoneta in Podio della finestra maggiore del Palazzo della Curia del detto Signore presenti nobili, e attento notaio Giovanni Maglieri di Monterotondo Capitano della detta Terra di Sermoneta, Maetsro Giovanni Nemaria, Leonardo di Pietro Gauli()Cristoforo()Antonio, Giovanni Cola di Sermoneta. Testimoni.

Excavare oportet
In nomine dominis Anno 1448 die penultima Junis. Providi, et discreti viri Leonardus Jacobi, et Johannes Angeli Caccabarii, a Vistalerij, et Sindici Terre Sermonete, electi quidam, et assumpti, ad huismodi offiucium exeguendum per duodecim Consiliarios, principales Officiales dicte Terre, more solito, Sindicatio nomine, et pro parte hominum omnium et singulorum totius Universitas pre fate terra pro qua de rato, et rate habens sponte promiserunt ex una parte, nec non Magister Petrus Johannis…de Castro Ripi, habitator autem civitatis Neapolis, ut asseruit se pro ipso et sotii eius pre conducendi promisit ex altera super fissione cuisdam Fossi, seu Valli perficiendi cum Dei nomine extra dictam Terram Sermineti, in contrada Turricelle Turris nove, pro munitine, et bona cautela dicte terre ad hostium insultibus volentis, de beneplacito, et voluntate Magnifici, et excellentis Domini Don Honorati Gaytani domini dicte terre, et primo dictus Magister Petrus Perrerius sponte promisit predictis Leronardo, et Johanne Vistalerii, et Sindici prefate Terre, et ejus Hominibus, et Universitate prefatis, infra spatium octo mensium et inchohandorum 15 die mensis Julii pro incidere fodere et complere suis sumptibus totum prefatum Fossum mensuratum quidam longitudine, latitudine, et profunditate, prout ipse magister Petrus cum dicto Magnifico Domino, et Vistalerii, et Sindici sponte promiserunt pro totali merito fossioris per ducatos centum, et()de Carolenis argenteis, decem Caroleis pro prolibet ducatos nec non mutuare et preparare omnia ferramenta necessaria, et opportuna, reactanda totiens quotiens fuerit expediens, et opportunum exp[]dicte Terre per tres solutiones fieri debent ipsi Magistero in hunc modum videlicet nunc pro Arra ipsi Vistaleris, et Sindici solvant ducatos decem dicto Magistero et cum fuerit ad initiandum opus solvere teneatur per ducatos quadraginta et in complemento medietatis, dicte operis quinquaginta laios ducatos, nihilominus mutuare  sibi Domum cum Cubili et promisit ipsum Fossum renundare, evacuare, et purgare. Actum Sermineti in Podio termie fenestris majoris Palatij Curie dicti Domini presentibus nobili, et circumspecto viro Notario Johannes Maglierij de Monterodono Capitaneo dicte Terre Sermineti, Magistero Johannes Neimarie, Leonardo Petri Gualii()Cristoforo()Antonio Johanni Perroni, Johanne Cole()de Sermineto Testibus Et ego Antonius Tuti.
Porta del Pozzo(1701)
Propongo ancora alle Signorie Vostre come a richiesta de nostri Concittadini di Sermoneta si deve restare, et ridurre in pristino la Porta comunemente detta del Pozzo, che anni sono fu disfatta et aperta un’altra Porta assai angusta, et incomoda, quale porta di novo aperta, et incomoda si deve rimurare et avendo fatto riconoscere la spesa, che possi entrare nella detta opera, cioè reattazione, et muratura della Porta incomoda, et angusta et altre spese, che entreranno per reattare l’altre Porte da Periti hanno stimato vi possi entrare di spesa scudi doicento, et perché la nostra Comunità si trova esausta di denari, stimerei di ricorrere alla Sacra Congregazione per ottenere la licenza di potere imporre la colletta a nostri Concittadini di Sermoneta, però loro Signori risolvano se si deve supplicare alla detta Sagra Congregazione per detta licenza di potere imporre detta Colletta, et dati paloli albis, et nigris albe denotari inclusive, et nigre exclusive, et bussola per vota secreta, reperte fuerunt novem nigre, et sex albe, et sic conclusit fuit.

Die 2 Aprilis 1702. Risarcimenti di Mura, e Porte di legname per serrare le Porte.
Coram per Illustrissimi exiti Dominus Bonaventura de Girardis Terre Sermonete neque coadunato, et congregato Consilio in loco solito residentie Prioratis previa intimatione esecuta per Joannem Calandrinus pubblicus Mandatarium heri pro hodie ut retulit, in quo intervenerunt Illustrissimus Domini Johannes  Baptista Tutius Primis Prior, Petrus Pitius, Bernardus Franci Nardi, Francesco Porretat, et Dominus  Johannes Franciscus Justus Priores Illustrissimi Comunitatis Sermonete, nec non Petrus Spagnolus Primis Consiliarius, Petrus Tomarosius, Joseph Scapigliatus, Joseph Baccarius, Gasparus Francus, Pasqualis Colaleus, et Johannes Joseph Zazzarus, Joseph Stefanuccius, et Angelus Baronus Consiliarij Illustrissimi Comunitatis Sermoente majore parte totumque Corpus Consilii representant, licet absentibus Domini Julio Casale, Carolo Antonio Borzo, et Sebastiano Coletta aliis Consiliaris, et previa invocatione Spiritus Santi fuit per dictus Dominum Primum Priorem prepositum prout infra videlicet=Propongo alle Signorie Vostre, che essendo stato fatto il risarcimento delle Muraglie, et per serrare almeno tre Porte, et per tre Porte di legname in questa Terra di Sermoneta già fatte, la nostra Comunità per detta opera fatta debba pagare scudi ottanta, et perché la nostra Comunità si trova esausta di denari, et non puol pagare detta somma, avendone la nostra Comunità supplicato la Sagra Congregazione del Buon Governo, acciò che dasse la licenza di poter imporre per detta spesa la Colletta, la medesima Sagra Congregazione n’ha scritto al nostro Signore Luogotenente, il tenore della qual lettera è del seguente tenore cioè=Al molto mio amatissimo. Il Governatore di Sermoneta=Intus vero=Magnifico mio amatissimo=Per la spesa che si desidera di fare da cotesta Comunità mediante il dipartimento di una Colletta per rifare le Porte principali della Terra, et risarcire le Mura della medesima la Sagra Congregazione vuole che sopra ciò si faccia la proposta del Pubblico Consiglio, et che da Periti se riconosca la somma precisa, che richiederà per tali lavori. Però dovere fare, che così segua con dar parte della risoluzione dell’istesso Consiglio et con trasmettere la perizia de medesimi eseguisca dunque, et vi prego salute. Roma 22 Marzo 1702=Vostro amorevole=Il Cardinale Imperiale Sermoneta Governatore=Prospero Marefoschi Segretario. Quale spesa già fatta essendo stata riconosciuta da Periti, che ascende alla detta somma di scudi ottanta, risolvono che si deve fare la Colletta per la detta somma, et ottenere la licenza della detta Sagra Congregazione et datis palolis albis, et nigris, labe denotans inclusive, et nigre exclusive, et bussolatum per rota secreta, repente furunt tredecim albe, et una nigra, et sic conclusus fuit.

 Piazza della Porta del Pozzo
Die 4 Novembre 1709. Congregatus pubblicum()Si propone alle Signorie Vostre come giorni sono li Signori Priori hanno risoluto al solito di dovere risarcire le strade della Madonna del Monte, e Grazie, e perché si è stabilito far una muraglia per riparo, per fare una piazza fuori la Porta del Pozzo, e perché la spesa ascende a scudi sedici più, o meno tanto maggiormente, che concorrono a questa spesa tutto il Popolo, et per il decoro del Luogo propongo voler fare la detta muraglia, o riparo, onde dichino il loro parere, e chi vorrà la palla bianca, e chi no la negra, e date furono trovate bianche numero dodici, et una negra.
                                                 uova Porta del Pozzo[2]
Numero 96. Sotto li 16 Giugno 1780. Ordine di 2:60 a Mastro Giovanni Battista Jacomo Muratore per aver disfatto il Portone dell’Acqua Puzza per applicarlo alla nuova Porta del Pozzo-2:60; Numero 111. Sotto li 31 Luglio 1780. Ordine di 5:70 a Mastro Giovanni Battista Jacomo in conto di tante giornate per fare l’apertura alle mura per fare la nuova Porta()Numero delli ordini. Spesa per il lavoro della Porta del Pozzo. Numero 512 Sotto li 18 Aprile 1782 ordine di 35 in conto delli disegni fatti dal Signor Francesco Ferrari Architetto per la nuova Porta del Pozzo-35; Numero 590 Sotto li 10 Ottobre 1782 ordine di 25 per saldo pagati al sudetto Architetto delli disegni, accessi, e recessi-25;
Sotto li 26 di Maggio 1783 pagati 20 a Pietro Fabroni Scarpellino in conto de lavori-20; Numero 697 Sotto li 11 Giugno 1783 ordine di 3 a Sebastiano Carbone Ferraro per lavori fra quali 24 Mollette baiocchi 60=3 zeppe di ferro baiocchi 30=altre 4 zeppe di peso libre 42 in tutto=3; (f.9)Numero 117 Sotto li 19 Giugno 1784 ordine di 48 al Signor Vincenzo Auda Architetto per saldo, e final pagamento delle fatiche fatte nell’assistenza prestata alla Costruzione della nuova Porta-48.
1654=5 Febraio. Obligo fatto da Amodeo Godeo Campanaro a favore del Capitolo, e Canonici della Collegiata di Santa Maria di rifare tre Campane scudi 60 compatti. A dì 5 febraro 1654 in Sermoneta.
Per la presente personalmente costituti avanti di me ac testimoni il signor Francecso Molinari Arciprete della Collegiata Chiesa di Santa Maria di Sermoneta tento in nome quanto da tutti signori canonici et capitolo de detta Collegiata, promettendo far ratificare la presente da una parte, et dall’altra parte mastro Amodio Godeo campanaro li quali spontaneamente e di comune consenso all’infrascritti Capitoli per tre campane che sono rotte di detta Chiesa, da fondersi di nuovo da detto mastro Amodio. In primis convengono che si debbano pesare dette tre campane rotte et detto peso notarlo et consegnarlo nel fondere le nuove, et che per difalco et calo di detto metallo da fondersi, si debba far buono dieci per cento à detto Mastro. Item che nel far il conto del peso del metallo consegnato difalcato il colo a dieci per cento, quel di più la Chiesa hqbbia da pagare al mastro a raggione di dui giulivi la libbra e così trovandose di meno peso, debba detto mastro farlo buono alla Chiesa al detto prezzo di dui giulii le libra. Item chiese da dare stanza et letto franco per la sua persone, et anco il luogo del muntano per poterle fundere. Item per far la Cava per dette Campane la Chiesa debba dare un huomo per cinque giorni à spese della Chiesa. Item che per colare le campane dal Campanile si debba dare l’ogiunto necessari. Item doppo che saranno colate dette Campane et finite sia obligato detto mastro consegnarle sane dentro la Chiesa. Item che tanto la Calce Arena mattoni legna et ogni altra cosa et manifattura per fondere campane vada à spese di esso mastro Amodio ma quanto bisognarà per detto servitio debba farlo trovare detto Arciprete et canonici a spese di detto mastro et così anche l’humini necessari ma cioè li paghi et tutto a suo conto. In che le tre Campane siano fatte conforme le vecchie di grandezza se sarà possibile, et di buon servito ad uso et consuetudine di buon maestro, et siano colate per netto il mese di marzo prossimo, et atte a sonare. Item per pagamento di dette tre campane convengono per scudi sessanta moneta, dieci de quali da pagarsi tutti otto giorni, et altri cinquanta à Santa Maria di mezzo Agosto prossimo, si come l’uno all’altro promettono osservar altrimenti super osservate delle cose predette et quanto si conchiude in soprascritti capitoli, il detto Arciprete obliga li beni della Chiesa et detto Amodeo…
Obligo fatto a favore delli Canonici di Santa Maria di Sermoneta da Mastro Oratio Falcone Muratore di restaurare il Molino a grano a Piedi monte appartenente a detti canonici, detto di Santo Jagni.
In Nomine Domini. Obligo fatto a favore delli Canonici di Santa Maria di Sermoneta da mastro Oratio Falcone Muratore di restaurare il Molino a grano a Piedi monte appartenente a detti canonici, detto di Santo Jagni. In nome di Dio Amen . Presenti al pubblico In strumento a tutti, dovunque sia evidente, e sia noto che nell’anno del Signore 1619. Indizione seconda, giorno 22 del mese di Luglio, Pontificato dell’Illustrissimo in Cristo padre, e Signore Nostro Paolo per Divina Provvidenza Papa V anno del suo pontificato quindicesimo. Essendo, e il Reverendo Signore Paolo Siciolante Arcipresbitero della Chiesa di Santa Maria di Sermoneta, il Reverendo Signore Vincenzo Antiochi, Il Reverendo Signore Pompilio di Ascoli, Pietro Antonio Leardo, Camillo Marrocco, Bonifacio Mazzancollo, Camillo Grapparello, Angelo Mirti, canonici della detta Collegiata Chiesa si riunirono in Capitolo in Sacrestia della detta Chiesa secondo le cose infrascritte, quando il moto ed il suono della Campanella, e come a Dio piace le cose dette curino che divangano, e vollero asserire essere anche maggiori, e la parte più anziana del detto Capitolo. Questo è ciò che in mia personale e presenza dei testimoni costituito il Maestro Orazio Falcone di Pesco Costanzo abitente in Guardia di San Raimondo della diocesi di Tolosa, spontaneamente promise, e si obbligò a ridurre, e terminare il Mulino, che è detto di San Giovanni, esistente in Monte Calce delal detat Terra di Sermoneta, proprietà del detto Venerabile capitolo di Santa Maria, dei detti Canonici, e così del detto Mulino valga, e possa macinare il frumento e la detta opera terminare per il mese di Agosto prossimo venturo, e quello solcare per quanto allo stesso Mastro Orazio  fu detto, e consegnare la materia necessaria per realizzare la detta opera, da costruire, e riducendola, e restaurare, e terminare, infine senza notare deficenze dichiararono, e vollero che il detto Maestro Orazio ora, dal caso non più ampio di essere tenuto, e pretendere di non essere obbligato, e se nel presente strumento fatto ciò che non è esistente, ed anche, se in parte, ovvero in tutto in detto rifornimento della materia mancasse poiché così e non altra. Promisero i detti Reverendi Signori e l’Arcipresbitero e i Canonici sopradetti che la detta opera per Maetsro Orazio sia effettuata per la sua mercede, e lui sia soddisfatto per giulii otto per quanto si voglia nei giorni, quando ovvero in quei giorni in cui lo stesso Maestro Orazio lavorerà all’opera, quanto i suoi famigliari che lo stesso Maestro Orazio eleggerà, ed altri da questi. Inoltre promise, il detto Maestro Orazio, affinché fedelmente i materiali a lui siano portati per il compimento dove sopra e altri da queste, e ogni cosa da queste. Per questi il  detto Maestro Orazio obbliga i suoi eredi e con buona forma ogni cosa la Reverenda Camera Apostolica con le solite clausole di consenso e al detto Reverendo Signore Arcipresbitero, e Canonici, che sopra  ogni buona cosa del detto Venerabile Capitolo, consensiente una cosa rinunciante così rispettivamente tocca le Sacre Scritture e il petto giurando su questi. Atto in detta Sacrestia della detta Santa Maria di Sermoneta presenti i Signori Cherici Girolamo Patarozzio, e Francesco Capoleggio Sermonetani testimoni…
 
                                                               Feudo pro Canonicis
Presenti publico In strumento cunctis, ubique pateat evidenter, et sit notus quod anno eiusdem Domini 1619. Indictione seconda, die vero 22 mensis Julii, Pontificatus Illustrissimi in Cristo patris, et Domino Nostri Pauli Divina providentia Pape V anno eius decimo quinto. Cum fuerit, et Admodum Reverendus Dominus Paulus Siciolantes Archipresbiter Ecclesie Sancte Marie Sermonete, Admodum Reverendus Dominus Vincentius Antiochius, Reverendi Domini Pompilius de Ascolis, Petrus Antonius Leardus, Camillus Marrochus, Bonifatius Mazzancollus, Camillus Grapparellus, Angelus Mirtus, canonici dicte Collegiate Ecclesie Capitulariter congregati fuerunt in Sacrestia dicte Ecclesie ad infrascripta paragenda, ut motis est ad sonus Campanelle, et ut Deo placuit ad infrascirpta divenire curarunt, et voluerunt asserentes esse majores, et seniores partem dicti Capituli. Hinc est quod in meis testiumque personaliter constitutus Magister Oratius Falconus de Pesco Costanzo habitans in Guardia Sancti Raimundi diocesis Tolosane, sponte omni promisit, et se obligavit reducere, restaurare, et perficere Molendinus, quod dicitur de Sancti Janni, existens in Calce Montis dicte Terre Sermonete proprietatis dicti Venerabili Capituli Sancte Marie, ad dictorum Canonicorum, ita quod dictum Molendinus valeat, et possit Molere frumentum et dictam operam perficere per totum mensem Augusti proximi venturi, et illud incidere statim quod ipsi Magistro Horatio fuerunt tradite, et consegnare materia necessaria ad dictam operam faciendam. Et versa vice dicti Admodum Reverendi Archipresbiter, et canonici, ut supra capitulariter congregati promiserunt, ad effectum quo supra, tradere et consegnare omnes materias necessarias ad dictam operam faciendam, construens, reducens, restaurans, et perficienda, quinus noteris deficientibus declaraverunt, et voluerunt dictus Magistrum Horatium tunc, et ex casu non amplius teneri, et obligatum esse pretende, et si presens Instrumentum factum non existens et, etiam, si in parte, sive in totus in dicta subministratione materiarum deficerens quia sic et non alias. In supra promiserunt dicti Reverendi Domini Archipresbiter, et canonici supradictistatim dicte opere per dictum Magistrum Horatius perfecto per eius mercede dicte operis effectuata, et sibi satisfacere ad rationem Juliorum octo pro quolibet die, quo sive quibus idem Magister Horatius in dicto Magisterio laboraverit tam ipse, quam suis Famuli et ipsius Magistrum Horatius eligens alias de quibus quia sic et alias de quibus. In super promisit dictus Magister Horatius bene, et fideliter uti materis sibi tradendo ad effectum quo supra aliasde quibusque omnias de quibus pro quibus dictus Magister Horatius obligavit se heredes ac bona omnia in forma Reverenda Camera Apostolice solitis cum clausalis consensiens unica et dicti Admodum Reverendi Domini Archipresbiter, et Canonici, qui supra bona omnia dicti Venerabili capituli, consensientes unicas renunciantes sic respectiev tactis litteris et pectore juraverunt super quibus. Actum in dicta Sacrestia dicte Sancte Marie Sermonete presentibus Domini Clerici Hieronimo Patarozzio, et Francisco Capolegio Sermonetani testibus…
                                                      Opus coementicium[1]
Obbligo a favore delli canonici di Santa Maria di Sermoneta fatto da Marco de Rossi Muratore di condurre sopra archi l’acqua della Fontana al Lago della Mola di Santo Janni per scudi 130. In dei nomine amen. Anno Domini 1626 Indictione IX die vero 24 Septembris, Pontificatus autem Santissimi in Cristo Patris, et Dominus Nostri Urbani divina Providentia Pape VIII anno quarto. In mei personaliter costitutus Magister Marcus de Rossi Murator de Sermoneta, qui sponte omnibus promisit Reverendis Domininibus Francisco Molinario, et Angelo Mirti canonicis Procuratoribus venerabili Capituli Sanctae  Mariae Sermonetae presentibus et infrascripta opere facere ipsius Marci sumptibus, expensis ac cum infrascriptis pactis, consitionibus, capitulis, declarationibus, et expressionibus prout infra videlicet. In primis esso Marco promette si per muro, come per archi pigliar l’acqua del Fonte dell’Acquaviva del detto capitolo, e portarla dentro al Lago della Mola di Santo Janni dell’istesso capitolo a spese di esso Marco come di sopra. Item promette fare detti muri, et archi ben fondati di modo che no periscano e venendo a perire per difetto di fondamenti, promette di rifarli similmente a sue spese, con patto però che non sia tenuto detto Marco se no doppo un Anno finita l’opera. Item promette di fare detti Archi, e pilastri a misura tale che non siano discosti uno dall’altro più, che una canna. Item, che detti archi, e Pilastri siano larghi di quattro palmi, con due palmi di muro sopra, dove bisognarà ad arbitrio di uomini periti, et sopra detti muri vi debbia essere li corridori dell’Acqua ad usanza di forma, con le spallette di muro di qua, e di là alte abbastanza per ricevere detta Acqua, ma che esso Marco non sia tenuto ad altro, se non a fare il detto Corridoio di muro arricciato ed incollato ad usanza di forma come sopra. Item, che tanto gli Archi, e Pilastri, quanto la Muraglia, che va sopra detti Archi siano arricciati da tutte le bande, cioè tutto quello, che si vedrà sopra terra. Item, che detti Corridori, e spallette siano bene arricciate, et incollate di fuori e di dentro. Item, che le Centole di legname, che vanno per testatore delli detti Archi si debbano fare la metà dal detto Marco, e l’altra metà dal detto capitolo, ma il detto capitolo, et procuratori di esso siano tenuti a dare al detto Marco tutti li chiodi, che alle cento el bisogneranno a spese del detto Capitolo. Item, la detta fabbrica esso Marco la debbia tirare dalla detta Fontana dell’Acqua Viva, al detto Lago di San Janni per linea retta, et da quella parte  della detta Fontana, che dall’Architetto, e Procuratori del detto capitolo gli sarà designato. Mà il detto Marco nella detta Fontana non sia tenuto ad altro che a fare il buco, e forame per donde debbia uscire l’acqua al Corridoro della detta fabbrica. Item, che sia lecito al detto Marco per la detta Fabbrica pigliare di dentro l’Arnale di esso capitolo tutti li sassi, che bisogneranno senza recognizione alcuna. Item, che il detto Marco debbia havere data finita la detta fabbrica al detto capitolo per tutti li 15 di Novembre prossimo da venire, altrimenti il detto capitolo, e Procuratori di esso capitolo la possano e le sia lecito farla finire alle spese, et interessi di detto Marco da altri Maestri alla ragione di quanto più, et che troveranno. Item, che succedendo lite sopra la detta opera fuora dal presente Instromento, et da Persone qui non comprese ne espresse in tal caso detto Marco non possa pretendere altro che per la rata di quello, che averà fatto, mà in tal caso il Capitolo sia obligato a pagare al detto Marco tutta la materia condotta, eccetto li sassi per li quali sassi non di meno esso Capitolo sia obbligato a pagare al detto Marco la conduttura di essi sassi solamente. Item, accadendo capo d’infermità di detto Marco si dichiara in tal caso, che il detto tempo non corra al detto Marco, se non a giudizio di Periti,a  giudizio de quali Periti si debbia sempre rimettere ogni loro differenza sopra tal Fabbrica. Item, che debba, et sia obligato il detto capitolo, fatto tagliare, che averà esso Marco il legname farli carreggiare una carozzata di legna a spese di legna a spese di esso capitolo nel loco della detta opera. Item promette esso Marco, che Paolo Mastrojanni suo Cognato accederà la presente Contratto a favore del detto Capitolo, altrimenti vuole potere essere astretto, et vuole essere  tenuto a tutti danni, spese, et interessi, delli quali sopra…

Copia Restauro della fontana
Die 30 Augusti 1666 Coram per Illustri, et Admdum Excellenti Dominus Angelo Marchetti Terre Sermonete Locumtenente neque. Coadunato, et congregato Consilio more solito in loco solito facta prius intimatione per Jacobum Palladinus publicus Mandatarius puteat retulit, in quo intervenerunt Dominus Jacobus Razza Caput Priorus, et Domini Francisci Corbanus,  Mariangelus Dragus, et Johannes Roscinus, absente Dominus Marsilio de Monte, Priore Illustri Communitatis Sermonete nec non Dominus Innocentius Gallus Caput Consiliarorum Johannes Santorum, Nicolaus Petrus Auzzettus, Angelus Impacciantes, Andreas de Livias, Marcus Conteatus, Petrus Aloisius Campimelle, Nicolaus Antonius Zazzinellus, et Alexander Lupus Consiliarii, absentibus Alexandro Luciano, et Josepho Spagnolo Consiliariis, quibus cum Antonio Consiliario novo electo…Si soggiunge alle Signorie Vostre, che è necessario di risarcire la Fontana per il bene publico, che di presente si ritrova guasta, del che propongo, che per detto risarcimento stimo efficace Giuseppe Allorati a risarcirla, e per prezzo d’essa ha stabilito con il medemo per Poliza di scudi sette, e baiocchi 80 con obligo, che detto Giuseppe debba mantenere detta Fontana risarcita per un anno altrimenti sia tenuto a tutti danni, spese, et interessi, il quale debba mettere tutta la calce, che sarà di mestiere eccetto che l’Arena, quale è stata condotta da Particolari cittadini senza dispendio della Comunità, sicché stimerei necessario di valerci delli denari della Fida di Piedinolfo fatta da Bassianesi, però ogn’uno de lor Signori dica il suo parere, che però Et datis pallolis albis, et nigris, et votatus per vota secreta fuerunt repente tote albe, et sic fuit conclusum, et acceptatum…

Copia Statua di San Giuseppe
Die 31 Decembris 1675.Coram Per Illustri et Admodum excellenti Domini Joanni Antonio Rainaldo Locumteneti Sermonete neque. Coadunato, et congregato Consilio more solito…Dominus Jacobus Buccius Caput Prioribus, et Domine Marsilio de Monte…Domini Josepho Casale…Dominus Julius Pitius Caput Consiliarorum, nec non Domini Gregorius Pitius, Christophorus de Marchis…Dominucus Mancioccus, Angelo Impacciante…Si propone parimente alle Signorie Vostre, che sarebbe bene di far dare dal nostro affittuario qualche elemosina per servizio della Statua del Protettore San Giuseppe con far un mandato di cinque, sei scudi dalla nostra Comunità, e farli pagare ad effetto, che venga a terminarsi detta statua, però diano i loro voti se si dovrà farne il mandato da noi Priori a detto Affittuario=et datis pallulis albis, et nigris, albe denotans inclusive, et nigre exclusive…et sic fuerit resolutum ut fiat charitas pro ornamento dicte Statue Sancti Josephi…
                                   Indorare l’ornamento di San Giuseppe
Signori Priori, e Consiglieri si propone anche alle Signorie Vostre, che questa nostra terra stà sotto la protezione del glorioso San Giuseppe nostro Protettore, e perciò ciascheduno è obbligato a portargli ogni dovuta riverenza, e noi in particolare per essere nostro Avvocato, e dovendosi indorare le cornici della statua di detto Santo, che la spesa ascenderà alla somma di quaranta, e più scudi, e non potendosi questi interamente trovare per elemosina dalli Cittadini, et ad effetto di portare a quell’ossequio, e devozione dovuta al medesimo Glorioso Santo nostro Protettore, sarei di parere ad effetto di poter adempire intieramente detta in doratura di far un ordine al nostro Affittuario di scudi venti moneta per poter comprare l’oro, che vi sarà necessario, et in sussidio della sudetta spesa, con il solito beneplacito di Sua Eccellenza Padrona,  però diano i loro voti…
Per finire l’ornamento di San Giuseppe
Die 20 Octobris 1680…Propongo anche alle Signorie Vostre, che per finire l’ornamento incominciato al nostro Protettore Glorioso San Giuseppe gli farebbe di bisogno di scudi dieci, perché l’elemosine avute non arrivano a pagare il lavoro, però sarei di parere di farli dare dalla Comunità scudi dieci pertanto dicano li loro voti Jacobus Buccius primis Prior…Petrus Tomarosius, Joannes panciardus…Roccus Spagnolus…
Alessandro Lusana



[1] R.A.C., Misc. 451/166.




[1] R.A.C., Misc.447/117.
[2] R.A.C., Misc. 451/166.

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