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Res nostra
Un inventario certamente non
eccita grandi entusiasmi culturali ma agevola la conoscenza di una famiglia,
qui quella Colavacchi, e soprattutto le proprietà che cementificano, e non
certo per un anodino classismo sociale, le informazioni su cui poter fondare
ulteriori certezze riguardo ai rapporti sia umani che economici, e valutare
quale fosse la rilevanza della famiglia stessa, quali i gusti e le preferenze,
il tutto desumibile dalla descrizione degli oggetti conservati, come i quadri
che non sembrano mancare in casa Colavacchi; ritratti e pittori che emergono,
che quindi denunciano stretti rapporti
con il contesto culturale romano da cui mutuare anche interventi pittorici come
quello di Biagio Ruggeri, citato come autore di una tela; inutile dire che
sarebbe altrettanto interessante sapere dove queste opere siano ubicate
odiernamente, per una valutazione stilistica e magari l’inizio di un catalogo
pittorico, ovvero l’arricchimento dello stesso, di un pittore, come per
scultori ed artigiani; ma la volontà viene frustrata dalla carenza oggettiva
del materiale primario e oggetto dell’indagine che ne emergerebbe. L’importanza
documentaria comunque emerge, almeno in questo caso, anche dalla cappellania di
Santa Maria delle Grazie, chiesa attualmente inaccessibile, che sembra fosse
stata lasciata direttamente da Annibale De Paulis, il committente della
ricostruzione della stessa chiesa, ma emergono anche i rapporti di parentela
con i Razza, precitati, quindi anche le genalogie assumono qualche motivo di
interesse che possono agevolare considerazioni storiche riguardo ad eventuale
altra documentazione.
Inventario della Casa Colavacchi fatto nel 1702 per li atti
della Curia Vescovile di Sermoneta, in cui si individual il JusPatronato del beneficio
della Madonna delle Grazie, erecto da Monsignor de Paulis, spettante a detta
Casa Colavacchi
Copia. Noi sottoscritti col presente Chirografo deputiamo il Signor
Francesco Maria Colavacchi nostro Fratello Procuratore speciale a poter in nome
nostro, e anche del Signor Dottor Ferdinando Maria Colavacchi altro nostro
Fratello assente, e per il quale promettiamo de rato de comparire avanti il
Signor Vicario Foraneo della Curia Vescovile di Sermoneta o altro Giudice a
fare istanza di essere ammessi all’additione dell’heredità della bona memoria
del Signor Giuseppe Colavacchi nostro Padre col beneficio della Legge, et
Inventario, e di fare, e sottoscrivere anche in nome nostro il sudetto
Inventario, e con facoltà di esercitare qualunque altro atto per detto effetto
necessario, e opportuno, promettendo, e rilevando. In fede questi di 21 Ottobre
1702. Io Alessandro Maria Colavacchi mano propria.
Io Filippo Maria Colavacchi Canonico mano propria.
Inventario delli Beni mobili, immobili, semoventi, e crediti
e debiti ritrovati nell’eredità, e dopo la morte della bona memoria del Signor
Giuseppe Colavacchi da Sermoneta fatto da me sottoscritto, in nome anche delli
sudetti Signori Fratelli figli, e heredi col beneficio della Legge…
Primariamente nella casa della solita abitazione di esso
Signor Giuseppe bona memoria posta dentro di Sermoneta nel Rione del Borgo
appresso suoi noti confini cominciando nella Sala; Un Tavolone usato di quattro
piedi, in mezzo di essa con sedie mozzette di legno numero otto. Sedie di
vacchetta d’appoggio alla francese con fusti di noce numero dodici. Scabelletti
di vacchetta simili numero sei. Quadri di tela Imperatore rappresentanti diverse
istorie con cornici di tartaruca, e cantonate d’oro germania numero quattro.
Altri dell’istessa misura con prospettive, e figure senza cornice numero sei.
Un altro quadro di palmi tre cornice bianca, e turchina con una campagna, et
hosteria. Un canterano di noce con quattro tiratori con scudetti indorati alle
serrature. Portiere di corame con opera rabesca numero quattro, quali nobili
cioè cominciando dalla garrita delle sedie di vacchetta si dichiara esser stati
compri col denaro pagato dall’Illustrissimo Signor Giovanni della Molara in
Roma alla Signora Ortenzia Nevi vedova relitta del detto quondam Signor
Gioseppe Calavacchi per prezzo di 22 scudi(…)Tavolini di noce con piedi storti numero
due. Capofochi di ferro con pomi ottone nel Camino della sala numero due.
Alcune lucerne, e Candelieri ottone, con piatto mezzo reale simile sopra il
detto Camino. Nella prima stanza mano dritta di detta Sala verso Strada. Un
tavolino usato numero uno. Sedie di legno a mozzetta numero due. Un baullo
usato di corame con chiodetti d’ottone con alcune vesti di saja, e di viveri ad
uso di donna. Quadro da testa cornice nera usato col ritratto della bona
memoria del Signor Francesco Neti Padre di detta Ortensia. Altro dell’istessa
misura con cornice simile de frutti della medesima Signora Ortensia. Altro
parimente di detta misura con Marina, e la Fortuna a sedere in una conchiglia tirata da tre
Amoretti della medesima Signora. Altra da testa rappresentante una delle
Sibille della medesima. Nella seconda stanza verso Strada. Una cassa di noce
usata con dentro alcuni lenzuoli usati para dodici. Altra cassa di castagno con
dentro alcune camicie usate da huomo, e da donna, con alcune da tavola, e
salviette. Un quadro di palmi cinque e sette vecchio rappresentante la Madonna Santissima
con il Bambino in braccio, San Giuseppe, e San Giovanni Battista senza cornice.
Altro quadro da testa colla Madonna, et il bambino Giesù in braccio senza
cornice della detta Signora Ortensia Neri donatogli dal Signor Biagio Rugieri
Pittore in Roma. Un letto con banchi, e tavole, pagliaccio, e due matarazzi
usati. Un inginocchiatore usato di legno. Nella stanza mano manca la sala corrispondente nel Giardino. Un letto
con banchi, e tavole, pagliaccio, e due materazzi, copertina distanza rossa, e
lenzuoli usati. Baulli numero due di corame chidetti ottone usati uno piano
della Signora Ortensia sudetta dove sono alcuni istromenti, e munizioni da
caccia con vestiti parimenti da caccia, e da Campagna del Signor capitano
Alessandro Maria Colavacchi, ed altro arcato con abiti da donna di seta, et
operetta di seta a pelo. Un cimbalo a corda con due registri, e piedi di legno
dorato del Signor Ferdinando Colavacchi alla Casa. Un tavolone vecchio con
sovraccoperta, o tappeto vecchio con scancia di legno sopra li ordini quattro
con libri, e trattati di medicina spettanti alla bona memoria del Signor
Francesco Neri Padre di detta Ortensia. Alli lati inferiori di detta scancia in
due tiratorini vi sono, cioè nel destro alcune
scritture, e memorie della casa, e nel sinistro parimenti alcune memorie
domestiche con Posate numero nove d’argento cioè sei della bona memoria del
detto Signor Giuseppe senza cortelli, ed il resto della Signora Ortensia Neri
sudetta. Una Cassetta da camera di legno. Quadri da testa numero sei con
figure, e teste di diversi Santi senza cornice. Altri quadrucci di carta pecora
con cornicetta negra numero sei. Altro quadro bislungo da testa con San Michele
Arcangelo, e altro quadretto con il Santissimo Sacramento adorato da due angeli
della Signora Ortensia sudetta, Sedie mozzette di legno numero tre. Specchio di
Cristallo d’un palmo a ottangolo con cornice di cristallo della Signora
Beatrice Maria Colavacchi figlia di detto Signor Giuseppe. Nella seconda stanza
mano manca della Sala. Letto con lettiera di legno, e tavole, con pagliaccio, e
due materazzi, lenzuoli, e coperta rossa di lana, e filo ad opera. Casse di
legno usate numero quattro con diversi vestimenti, e biancheria ad uso di
donna, con una coperta di damasco giallo, e tornaletto simile compra col denaro
della detta Signora Ortensia ritratto dalla vendita di detto jus redimendi, con
altra coperta, e tornaletto di filo, e seta color gialla, e rossa, et altre
coperte usate di cera numero quattro, et una coperta di tela stampata. Nell’altra
stanza ad uso di cucina. Una tavola da mangiare con alcune sedie di paglia,
pile, e brocche di terra da acqua. Nell’ultima stanza corrispondente nel
violetto, che non riesce. Una tavola antica e vecchia, Una cassa da conservare
robbe commestibili, Un talaro da tessere. Nella stanza sopra le scale per
andare al secondo Appartamento. Tavolini numero due, Uno di noce con piedi
storti, e l’altro usato di noce, Sedie mozzette di legno numero due, Sedie di
paglia con fusti coloriti torchini, e dorati alla Napoletana numero due, Un
studiolo di due pezzi a modo di credenza scorniciato con termini laterali, tiratori,
et altri ornamenti usato dal quondam Signor Pietro Neri, hoggi della Signora
Ortensia sudetta. Quadri di tela Imperatore per lungo numero due uno rappresentante
un San Giovanni Battista, e l’altro San Giovanni Evangelista con cornici negre,
e filettate d’oro della medesima Signora Ortensia, Un altro quadro da testa con
cornice svenata di noce, e filettata d’oro rappresentante San Francesco di
Sales della medesima, due quadracci di un palmo con prospettive senza cornice
della medesima, Un altro da testa con cornice color di noce svenata, con
filetti d’oro con la Madonna
e il Bambino in braccio, e San Giovanni Battista della medesima, Un altro da testa usato con cornice filettata d’oro con
l’immagine di San Carlo Borromeo della medesima, Tonnini di legno con teste, e
campagne numero sei della medesima, Un quadro da testa con la Santissima Annuntiata
con cornice ornata di rabeschi d’oro, Un quadro di mezza testa in rame col
miracolo di Lazzaro risuscitato, con molte figurine, cornice d’ebano filettata
d’avorio donato al Signor Francesco Maria Colavacchi dal Signor Giovanni
Bernardino Saraniso bona memoria Cappellano già della fortezza di Sermoneta suo
Sartolo, Un quadretto di rame d’un palmo cornice negra usata con la Pietà, e due Angioli
lacrimanti della Signora Ortensia Neri, Un quadro usato da testa con San Francesco
senza cornice della medesima, Un letto con pagliaccio, e due materazzi con
lenzuoli, e coperta, e tornaletto di bambace a opera color torchino, e bianca,
Lettiera di ferro con pomi d’ottone compra col danaro della detta Signora
Ortensia proveniente dal detto jus redimendi venduto, Un inginocchiatore di
noce con tre tiratori con incrostatura svenati, e termini laterali compro dal
Signor Canonico Filippo Maria Colavacchi, Un Baullo piano di corame chiodettato
d’ottone della detta Signora Ortensia Neri con entro alcuni abiti di detto
Signor Canonico Colavacchi, Nel camino di detta stanza due capofochi di ferro
ordinarij, Un focone di rame con piede, Un lavamano di legno, Una cassetta da
camera di legno, Un specchio di palmo uno, e mezzo con cornice di pero negro.
Nella prima stanza a piano, che ha la porta nella cantonata della Casa, che
serve ad uso di Cucina, Una credenza usata da Cucina, Due tavole usate da
mangiare, Un cassone vecchio da conservare il Foraggio. Nella seconda stanza.
Letto per serva ordinario, Un arcone da farina, Arca da fare il pane, et un
tavolino, con un Cassabanco vecchi, Conche grandi di rame numero tre, Conche da
acqua numero uno, Caldara da mosto da una soma, e mezza, altra di mezza soma,
et altra ordinaria, con testi, e tielle di rame numero tre. Nella terza ad uso
di dispensa. Alcune vettine con poca quantità di olio, alcuni formaggi,
prosciutti, e sale. Nel secondo appartamento. Nel salotto, fave di quantità
rubia otto in circa…Stabili. La
sudetta Casa di solita habitatione di due Appartamenti, e piano nel Rione del
Borgo con Giardino annesso, Altra Casetta di due stanze nel Rione della
Torrenuova ritenuta in saleriano, Un'altra ritenuta da Giulia Caldaroni con
patto redinendi per scudi 50 sotto l’Hosteria, Tre stanze di Casa nel Rione
della Rocca secondo li confini antichi appresso li beni di Pietro Bobbi, e li
beni di Roberto Vitelli usurpata da ricuperarsi…
Copia di lettera scritta dal fu Avvocato Francesco Maria
Colavacchi con la data delli 27 decembre 1728.
Già all’offico di Monte Citorio ho trovata prodotta una copia
della Fondazione della Cappellania della Santissima Vergine delle Grazie con
farne l’investitura perpetua a Casa Nostra da Anibale de Paulis Vescovo di
Cervia, che questa è una cosa di moltissimo rilievo, e che estinguendosi la Casa nostra, che Dio non
voglia, vada in Casa Razza nostri stretti Parenti, dove dice, che standoci un
Chierico di Casa lo possa quello ritenere con l’obbligo delle Messe, e non
standoci Chierici, che sia in nostra libertà conferirlo a chiunque, ed
estinguendosi la nostra Casa succeda come ha detto Casa Razza con l’istesse
facoltà, onde non è io come voi non essere ancora andato da Sua Eccellenza a
parlargli, ma se volete andarci, e portargli la copia della detta Fondazione
avvisatemelo, che subbito in risposta la mando, mentre queste sono cose da non
dormirci, ed essendo cosa nostra non è dovere se la godi Sua Eccellenza, che
non ne ha di bisogno.
Alessandro Lusana
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