L’entrata di Gragorio
Caetani, figlio di Onorato IV Caetani nell’ordine dei cavalieri di Malta resta
certamente un gran privilegio per la famiglia, ma anche la documentazione
restataci per questo episodio palesa quanto oramai lo spirito di adesione e di
abnegazione alla fede, ancorché vigoroso, la Valletta ne sia esempio, si
rapportava a criteri declinati in relazione a chi veniva assunto nell’ordine;
se un aristocratico doveva mantenere un determinato prestigio e godere di
commende, ovvero territori ed entrate che fossero pari al prestigio familiare;
quindi il Gran Maestro informa della disponibilità di cui avrebbe goduto
Gragorio Caetani e delle diverse commende che a lui si potevano destinare. Non
si deve interpretare come una questione puramente mercantile, ma come la
necessità di salvaguardare l’ordine stesso con una presenza di gran prestigio,
in questo caso Gregorio Caetani, all’epoca tredicenne, che garantisse un sostegno
anche politico all’ordine, oltre ché finanziario se eventualmente ci fosse
stato bisogno.
Copia della lettera del Gran
Maestro di Malta scrive alla signoria Eccellentissima 8 di Agosto 1584.
Per mandare al Signor Onorato Caetani. Illustrissima et
Eccellentissima Signora mia. Mi è stato caro che Vostra Eccellenza secondo mi significa
per questa sua de 23 de luglio habbia dato avviso all’Eccellenza del
Marcantonio di quanto il Capaci à mio nome le significo circa lo animo mio di
conferire al Cancelliere Giorgio Paleuno suo Nipote la Commenda di Mareggio in
luogo di quella di Pulissi perché sua Eccellenza conoscerà subito che quella è
più presto avvantaggiata di valore e qualità, che non è questa, e più comoda e
più vicina a godersi parendomi che dove non si ricerca interesso di roba, anzi
più presto a vantaggio di utile, et honore mi si possa, e debba dare questa
soddisfatione, e comodità della sola vicinanza intendendo di tenerla per mio
uso particolare e del promettervi Vostra Eccellenza dell’animo mio sempre
prontissimo a servirla, e maggiormente in assenza di Sua Eccellenza tiene ogni
ragione perché mi effetto non facio cosa alcuna di maggior mio gusto di questo,
e parmi sempre che le opere che restero inferiori al grande animo che ne tengo.
Nonché a Vostra Eccellenza baciole le
mani, e prego Dio per il colmo d’ogni sua maggior prosperità. Di Malta il dì 8
di Agosto 1584. Dominus Vostre Eccellentiae. Arcacinzio[2]. Illustrissimo et Reverendissimo mio padrone ossequissimo.
Non prima di questa sera ha auta comodità far saper a Vostra Illustrissima
quanto più passato mi torno alla mi Comenda che importava il Signor Gregorio la
voluta dal Gran Maestro saria di volerla cambiare a dar line un altra della
medesima che una terza o con castello in terza di Otrento che fara vicino da
seicento fochi per quanto dice il ricevitore, la Signoria Eccellentissima
li ha resposto che lei non ne ha da fare cosa niuna stante che questa e cosa
nata per mezzo del Signore Eccellentissimo al quale se vi è fatto sapere questa
voluntà che tiene il Gran Maestro di voler cambiarla li pone cosa nova stante
che sonno ormai quattro anni che li fu dato al signor Gregorio tanto che si sta
aspettando resposta chi del Gran Maestro come di Sua Eccellenza, Signor mio
Illustrissimo questa sia insignito e uno bello pezo ne mancano da mano in mano
farlli sapere quanto passarà intorno a questo negotio passarà resposta si del
Gran Maestro come di Sua Eccellenza, Signore mio Illustrissimo che sta ora in
Sicilia a una bella peza, non mancano da maroni in mano farlli sapere quanto
passarà intorno aperto tenerla acciò come più habito non mancano dalla sua
parte pure gran bontà di luna lì concessa longa cinta come dissi cera e contentione
lo bacio le Illustrissime mano di Palermo il dì 20 di Agosto 1584.
Illustrissimo[3] signore
mio cognato et fratello. La morte dil Comendator li Motta la seppi subitamente,
et mentre si stava facendo diligenza per vinire, et sapere quillo, chi
bisognava far per pigliar nostro, mi venni a parlar il Ricivitor, che sta qui,
della Religione, et con avermi dato parti di questa morti, mi disse ancora, che
ordine del Gran Maestro aveva già preso possesso di questa In commenda, et
ch’essendomi vacata per la midà parti un’altra nil Regno di Napoli nilla
Provincia di Terra di Otranto nominata Mareggio, tineva di commissionati di
trattare il cambio con questa de Pulizzi, la quale si bene, è in quali cosa di
maggior valori, è però assai manco di qualità, perché questa consisti in due
fighi, et certi altri Tireni, et Mareggio e una Tirra murata di circa 500 ò,
600 fuochi posta su la marina con un Palazzo signorili, et il Signore del
spirituale, et temporale, et anchor’ei sia un poco di disseguaglianza di rendita
dui, chi si putribbe rifere, con ponervi tanto minor gravezza di quella, che fu
quest’altra
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