Palingenesi
teologico-umana del Boccaccio
La lettura del Decamerone boccaccesco non riserva
ulteriori sorprese di fenomenologia critica, ma una lettura, anche
sommariamente iconologica credo potrebbe riservare ancora qualche ipotesi
assimilativa con un canone palingenetico letterario quale la dantesca Divina Commedia, ossia la rinascita
assurta a beatificazione teologica, che però Boccaccio, assecondando il suo
personale canone narrativo, da segretario
della natura, citando un giudizio su Aristotele, palesa considerazioni che lo
riportano al canone teologico dantesco; la fuoriuscita dalla Firenze compresa
nei miasmi letiferi della pestilenza, con il correlato catalogo di immagini
davvero tetre, dipanatesi fra carri di morti e gestualità disumane, i dieci giovani
decidono la fuoriuscita da Firenze, ma pensando bene tale transumanza,
quantunque non meramente teologica ma prettamente umana, potrebbe essere
facilmente assimilata a quella della catabasi infernale dantesca a cui segue
l’ascesa parimenti salvifica, che termina nel Paradiso, a cui però il Boccaccio correla il normale divenire
umano, quindi morale, con l’eroismo di prodi cavalieri e la concreta natura
umana dei religiosi, ovvero di esilaranti ipocrisie, nell’accezione greca del
lemma quindi teatrali, finzioni e correzioni morali di Ser Cappelletto; una
sorta di ascesa alla salvezza paradisiaca che abbriva dall’appestata Firenze
trovando il visibilio estatico e soterico nel giardino di Certaldo, dove i vari arboscelli e piante di verdi fronde
ripiene, attestano la fisica paradisiaca, che ora preterisce l’esecrabile
regno della città dolente, e dove lo schiarir del giorno, sembra, come già
rimarcato altrove dalla critica, accennare al divenire salubre quanto salvifico
del giardino, e quindi le diverse guide, ovvero regine o re, che conducono e
suggeriscono il tema da trattare nelle novelle, potrebbero essere assimilati
alle guide dantesche di Virgilio e Beatrice, ai quali non mancano insegnamenti
meramente morali che, talvolta, impartiscono a Dante stesso, eguagliando così il
valore meramente didascalico, allusivo e iconologico, delle guide giornaliere
della brigata di giovani.
Alessandro
Lusana
Rebirth thological human of Boccaccio
The
reading of Decameron of Giovanni Boccaccio not keep surprise for critic, but a
reading and iconological summary, I think that can keep few interpretation for
moral reading as the Divine Commedy
of Dante Alighieri, this is rebirth with theological beatification, but
Boccaccio following his personal method as secretary of human nature, for a
citation on Aristotle, manifest few consideration on theological canon of
Dante; escape from Florence then at epidemic of plague with more bloody images,
between wagon with dies and inhuman event, young decide for escape from
Florence and to go a place out Florence; but if we think this escape, although
isn’t theological but alone human, we think, with assimilation, to ascent of
Paradise of Dante, to Boccaccio assimilate humane become, therefore moral with
heroic knight and priest, and hilarious hypocrisy, for meaning Greek of word,
this is performance of Ser Ciappelletto; a sort of ascetic save which allows go
in garden of Certaldo, where tree and fronds are assimilable to canonical image
of Paradise, which throws the sorrowful city, here assimilable to hell of
Dante; guide, king and queen daily, who suggest theme of novel are assimilable
to Virgilio and Beatrice, who lead Dante for kingdom, and sometime give moral
teaching, as the novel are moral teaching for public of young to Certaldo.
Alessandro Lusana
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