Salus populi
Un consiglio comunale del
1691 evidenzia che in effetti la salute cittadina non era secondaria, anche
perché, per oggettivi motivi politici, le braccia e la popolazione era utile
per la stessa economia, un salario, certamente assai modesto, ma forse anche
gratificante, ha garantito che la scienza medica penetrasse anche fra le mura
domestiche e cittadine, qualche altro medico lo troviamo registrato nella
documentazione ecclesiastica, un Giovan Battista de Rossi, medico di Cori,
residente in Sermoneta, ma di medici condotti non avevamo traccia, e quindi
l’attestazione che le nostre amministrazioni abbiano operato attivamente anche
alla salvaguardia della salus populi
non senza saldi privati, allora la sanità doveva essere pagata dal paziente, ma
l’interesse verso, ripeto, la sanità pubblica resta un fattore di grande
modernità morale e politica da cui non prescindere nella considerazione di
anteriori tempi magari solitamente considerati ferali. Inoltre la presenza
ospedaliera è riportata in qualche documento, quello di Sant’Antonio verso la
Portella, e questo anche dell’Oratorio dell’Annunziata, dove magari poveramente
ma la Compagnia della Carità forniva aiuti concreti per i malati, un servizio
destinato ai soli poveri, che non avrebbero potuto provvedere autonomamente,
come altrettanto sollecita, la stessa Compagnia, nello svolgimento dei conforti
religiosi, che venivano pagati dalla medesima. A ben guardare poi sembra,
almeno attenendoci alla descrizione, che lo spazio non mancasse, sono citate
più stanze ed un apparato di notevole entità di suppellettili, quindi
evidentemente la compiaciuta vicinanza caetanea alla popolazione anche da qui
si evince; l’Oratorio aveva il giuspatronato dei Caetani, quindi è probabile
che siano intervenuti direttamente per suffragare sia il compito sociale della
Compagnia che per gli strumenti idonei allo svolgimento di tale compito. Non ci
si faccia trarre in inganno dalla dicitura corrente; il documento di possesso
della Compagnia, non è da intendere come un possesso materiale, ma bensì come
l’elezione di un membro alla responsabilità delle finanze della stessa
Compagnia, suggerito fin dal modico regesto con l’intervento del Duca Caetani;
infatti alla famiglia ducale spettava il diritto di eleggere il Priore e il
Camerlengo della Compagnia, che in questo caso è un Colavacchi. Ma talvolta
anche i caritatevoli fratelli della Compagnia avvertono, ovvero ricordano che
in effetti la risolutezza risulta efficace, quindi qualche lamentela è rivolta
al Priore Giacomo Razza.
Libro de Consegli Salario calato al medico
Januarij 1691.Coram Per Illustrissimi et excellentissimi
Domino Alexandro de Sanctis ac Terre Sermonete Locumtenente, neque. Congregato,
et cohadunato consilio more solito, et in solita Residentia Domini Prioum
Illustrissimi Communitatis Sermonete facta jurius Intimatione per Jacobus
Palladinus publicus Mandatarium, in quo interfecerunt Illustrissimus Josephus
Pellegrinus Prior in capite, Johanens Ciocius, Marsilius de Monte, Johanens
Porretta Priores dicte Communitariis nec non Domini Camillus Ciocius Primis
Consiliarius, Carolus Antonius Borgius, Alexander Colinus, Lucas Mazzancollus,
Johannes Francisconus, Paschalis Colaleus, Felix Magdalenis, Petrus Lucchesius,
Bernardua Francisci Nardi, in absentia Domini Nicolai Colalei, Francisci
Porretto, et Josephi Spagnoli Consiliarorum pro quibus de rato quatenus et
facta prius invocatione Spiritus Sancti more solito, fuit infra videlicet=Per
sovvenire alla Comunità, che presentemente si trova in stato bisognoso si
potrebbe levare al Medico Condotto scudi venti annui in modo che restarebbe al
medesimo scudi centoventi a ragion di scudi dieci il mese, però consideriamo
quello si deve determinare, o di levarglieli come si è detto, o di farlo
continuare con la provisione solita, et datis fabis nigris, et albis, et noniti
quod Albe intelligantur favore Medici Conducti, nempe quod continuet, cum
solita provisione, nigre vero intelligantur favore, Communitatis, scilicet,
quod minuetur dicta provisio, et
reducatur ad rationem scutorum decem pro quolibet mense, dictisque fabbis
recollectis fuerint inverte sexum tantu albe, octo vero nigre, et sic
determinatu, quod imposterus Meicus inserviat ad rationem scutorum decem
quolibet mense, et ita.1779. Descrizione, o sia Inventario della Chiesa, ed Ospitale della Madonna Santissima dell’Annuntiata, e di tutte le suppellettili, et altre robbe esistenti nella sudetta Chiesa ed Ospedale, e sono come in appresso, cioè. Una Chiesa fatta a volta con sua facciata scorniciata sopra la quale vi è
Nello Ospedale grande detto lo Ospedalaccio.
Cinque travi in piedi di legno con tavolato della lunghezza
di venti palmi, largo otto con finestra con crocetta di legno. Cammino grande,
e luoghi communi. Un porta vecchia con gangheri, bandelle, catenaccio, chiave,
e serratura. Due stanze terratiche mal ridotte con porta fracida senza alcuno
terramento. Pozzo con sua vasca col canone di
baio quindici a favore dell’Insigne Collegiata di Santa Maria, secchio
con due cerchi, e maniglia di ferro, con sua corda.
Nell’Ospedalle detto delle donne.
Un cataletto di legno per trasportare morti dalla campagna.
Una porta con sue bandelle stanghette, serratura, e chiave. Due pagliacci con
due capezzali uno buono e l’altro in cattivo stato con quattro banchi ed otto
tavole di legno. Una fenestra con ferrata, e sportello fracido di legno. Un
porta con suoi gangheri, e bandelle, che conduce al luogo comune. Un cammino
con architrave di legno.
Nell’Ospedale di sopra.
Porta di legno con sue bandelle, gangheri, catenaccio tondo
di ferro con passamano, e ochietti. Chiave e serratura in buono stato. Numero 7
pagliacci parte in buono stato, e parte in cattivo stato, con numero 28 tavole,
e nove banchi, parte buoni e parte cattivi, e cinque scannella alla bassianese.
In detta stanza vi è un ristretto, o sia tramezzo di tavole con suoi regoletti
imbiancato dentro, e fuori, con porta con sue bandelle, a due serrature e
chiave.
Dentro a detto tramezzo.
Due cassette, o siano comodi, una delle quali inservibile.Una
lettiera di legno fatta all’antica ingessata, vecchia, e rota con suo
pagliaccio, matarazzo, e capezzale nuovo di lana. Un altro letto consiste in
pagliacci, matarazzo, e capezzale di lane con due banchi, e quattro tavole. Una
fenestra con ferrata con telaro e sportelli di legno rotti, e quasi inservibili
con due scuri. Sette coperte di lana in pessimo stato. Un tavolaccia pessima,
mancante un piede. I luoghi communi senza porta.
Nelle tre stanze abbitate dallo Ospedaliere.
Porta foderata a prima entrata con gangemi, bandelle,
serratura, e chiave. Cammino con architrave di legno. Una padella di ferro. Due
finestre con suoi scuri di legno, gangemi, e bandelle di ferro in cattivo
stato.
Nella seconda stanza.
Porta di legno con gangheri, bandelle senza serratura, e
chiave. Un cassabanco o sia cassone senza serratura, e chiave, dentro del
quale. Numero 7 lenzuoli di tela ordinaria, due de quali a tre tele, e li
restanti a due, uno de quali inservibile. Altra finestra con scuro di legno con
suoi gangheri, e bandelle in cattivo stato.
Nella terza stanza.
Altra finestra con telaro, e scuro di legno con suoi
gangheri, e bandelle.
Copia. Possesso del Camerlengato della Compagnia della
Santissima Annunziata preso da Ferdinando Colavacchi eletto dal
Signor Duca questa copia è stata estratta dal libro delli Istromenti di detta
Compagnia.
In nome di Dio Amen Anno 1682 Indizione 5º Pontificato
Innocenzo Divina Provvidenza Papa Undicesimo, anno suo sesto, giorno 30 mese di
Agosto. In mia presenza e testimoni, e personalmente costituito l’Illustre
Signore Ferdinando Colavacchi figlio dell’Eccellente Signore Dottore Giuseppe
Colavacchi di Sermoneta da me conosciuto, il quale con l’Illustrissimo ed
Eccellentissimo Signor Francesco Caetani di Sermoneta Duce Patrono nominato fu
Cammerario dell’Ospedale sotto l’invocazione della Santissima Annunziata della
Terra di Sermoneta dalla Lettera Patente spedita per detto Eccellentissimo
Signore Duce da Vigna Pontemolle a Roma sotto il giorno 14 Maggio prossimo per
i quali il vigore fu adempiuta il possesso dello stesso ufficio nel giorno
sesto corrente mese di Agosto, e volendo il contenuto in detta lettera ad
adempiere spontaneamente in ogni affetto promise, e solennemente obbligò il
detto ufficio integralmente, e fedelmente esercitare, ogni cosa, che sia tenuto
ad adempiere, e fare, e con rigoroso costume, e ricevere anche il dolo, e la
frode integra, sincero e fedele computo rendere ad ogni richiesta del detto
ufficio bene amministrare verso ogni danno di cui per questo Signore Ferdinando
et per ognuno per se stesso promise e presenta, et personalmente costituito il
sopraddetto Eccellentissimo Sommo Dottore Giuseppe Colavacchi del fu Alessandro
filglio intorno allo stesso per niente conosciuto; nessuno accede, e fede
ingiunta, come principale e principalmente, e se obbligò così entra lo stesso
Signore Ferdinando indenne a rilevare promise, così questo altro intorno a cui
ognuno sia lui che gli eredi e i beni, e giura nella forma più amplia alla
Reverenda Camera Apostolica con le solite clausole e oltre obbligarono a
rinunciare, consenzienti ed unica e se anche con il tatto giurarono. Sulle
quali per Atto in Sermoneta nella chiesa della stessa Santissima Annunziata
presso i suoi e presenti qui i Signori Marco Tullio Toscano, e Giulio Casale
ambedue di Sermoneta testimoni. Così è Francesco Gallo Notaio pubblico rogò.
Eletio Camerlenghi
In Nomine Domini Amen Anno 1682 Indictione 5º Pontificatus
Innocentii divina provvidentia Pape Undecimi, annus eius sexto, die vero 30
mensis Augusti. In meis testimque
presens, et personaliter consistutus Illustri Dominus Ferdinandus
Colavacus filius Excellentis Dominus Phisici Josephi Colavachi de Sermoneta
mihi cognitus, qui cum ab Illustrissimo et Excellentissimo Dominus Francisco
Caetano Sermonete Duce Patrono nominatus fuerit Cammerarius Hospitalis sub
invocatione Santissime Annuntiate Terre Sermonete ex litteris Patentalibus
expedit per dictum Excelentissimus Dominum Ducem ex Vinea Pontismolli Alme Urbis
sub die 14 Maij proximi preteriti quorum vigore adepta fuit possessionem
eiusdem officij sub die sexta currentis mensis Augusti, et volens modo contenta
in dictis litteris ad implere sponte omnis promisit, et se solemniter obligavit
dictus officium integre, fideliter exercere, omnia, ad que tenetur ad implere,
et facere, et de exactis abiti, et receptis absque dolo, et fraude integrum,
sincerum, et fidele computum reddere ad omnem requisitionem dictumque officium
bene administrare aliter ad omnia damna de quibus pro quo Domino Ferdinando, et pro omnibus per
ipsum promisit presens, et personaliter constitutus supradictus Excellentissimus
Sominus Phisicus Josephus Colavacus quondam Alexandri filius de eodem nihil
cognitus partes omnis sciens ad predicta
non teneri; nihilominus accessit, fideiussit, et uti principalis principaliter,
et insolidum se obligavit quem sic accedentem idem Dominus Ferdinandus indennem
relevare promisit, ita quod aliter de quibus omnibus sese et heredes et bona,
juraque in ampliori forma Reverenda Camera Apostolica cum solitis clausulis et
citra obligaverunt renuntiantes, consentientes et unica et sique tactis et
juraverunt. Super quibus per Actum Sermonete in ecclesia eiusdem Santissime
Annuntiate juxta suos et presentibus ibidem Domini Marco Tullio Toscano, et
Julio Casale ambobus de Sermoneta testibus. Ita est Franciscus Gallus Notarius
publicus rogavit.
Una querela caritatevole
Altissimo Signore= Essendo stato da noi costituito Priore di
cotesto Ospedale, deve invigilare sopra gli andamenti dei suoi subalterni,
avendo Ella tutte le facoltà di rimuoverle dal loro Officio in caso di mancanza
notabile. Se cotesta ospedaliera si è ostinata di ritenere gli animali neri nel
sotto scala dell’Ospedale, se ha voluto convertire quello delle Donne ad uso di
Cantina, e resiste ai suoi ordini anche in altri ragguargli con modi impropri,
Ella gl’intimi un congruo termine di dieci giorni all’esecuzione de medesimi,
quale spirato persistendo nella sua ostinazione la rimuoverà dal suo officio, mentre
sempre ricercheremo noi conto de suoi subalterni da, che l’abbiamo costituito
capo. Potrà servirsi di due delle colonne di legno tornite, che anticamente
servivano per sostenere trabacche da letto, per fare i due candelieri grandi da
tenere avanti Illustrissimo et Reverendissimo Signore. Gl’Officiali, e Confrati della venerabile Compagnia del Santissimo Crocefisso sotto il titolo della Carità canonicamente eretta nella Chiesa della Santissima Annunziata di Sermoneta servitori Umilissimi di Vostra Signoria Illustrissima, e Reverendissima devotamente rappresentano, che in vigore dei Privilegi della loro Congregazione alla venerabile Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso in San Michele di Roma possono e fino fare in ogni anno quattro processioni cioè nella feria V, ovvero nella Feria VI in Parasceve, nel giorno solenne dell’Epifania del Signore, e nel giorno dell’Inventione, e Esaltazione di Santa Croce…
Partite estratte dalli libri della Confraternita della Carità
dello Spedale
A dì 8 di Febraro 1630= et più pagato a Giuseppe de Fonzo, et
Antonio Andrea ospedaliero, e compagni giuli sei per aver pigliato un morto
alla Torre dell’Acqua Puzza dico-60; A dì 30 di gennaro 1700 fu speso scudi 15
per pigliare dalla Torre dell’Acqua Puzza Diana Barbata da Benevento inferma,
che la portò Gasparo Zanchi…; A dì detto cioè 17 Marzo 1633. Pagato a Francecso
Francescone scudi 10 per lui, e per
Novembre 1759
Perché il signor Vincenzo Fabrizi Pittore sia satisfatto
terminare, che avrà il lavoro per il Santissimo Salvatore di cotesta terra, mi
contento ben volentieri che coteste compagnie siano tassate perl’infrascritta
pittura quota, e paghino in mano del medesimo Priori, e Camerlenghi
l’infrascritta somma di soli scudi quaranta, et il restante consegnarlo in mano
del predetto Camerlengo Monti per altra cosa, che potete bisognar oltre al
sudetto lavoro di pittura da darne poi conto a suo tempo, dovranno per
riportare i Priori, e Camerlenghi sudetti la solita ricevuta per di loro
giustificazione, mentre dal Cielo le prego ogni bene. Il Signor Canonico Bucci
per
Nota della suppellettile Sacra, che deve farsi di nuovo
Un altro camice con suo amitto, e cingolo; Un altro
Corporale. E palla; Un altro velo di Calice; Un’altra Paineta, stola, e
manipolo; Un altro Paliotto di corame; Due altri cuscini di corame.
1406= Nell’anno 1406 fu abbandonata la Terra di Ninfa, e le
migliori cose vennero in Sermoneta.
Nell’anno 1406 fu abbandonata la terra di Ninfa e per lo più quei
abitanti si portarono ad abitare in Sermoneta massime le migliori famiglie, e
molte in Bassiano, ma delle mediocre, ed infime, e vi vennero i Padri
Conventuali, a quali fu data
Tella et pecunia
Attestato di perpetua sopra li terreni spettanti al beneficio
della Santissima Annunziata al presente di Santo Stefano aggregato alla
Cappella del Crocefisso della Collegiata di Santa Maria. In Nomine Dei amen
Anno Domini 1718 Inditione XI Pontificatus Santissimi in Cristo Patris et
Dominus Nostri Domino Clementis divina Providentia Pontificatus XI anno eius 18
die vero sexta Mensis Martij. In mei testiumque presentes, et personaliter
costituti Marcus Maccioccus quondam Dominaci flilius etatis sue annorum
septuaginta, et Joannes Petrus Zazzarus filius quondam Francisci etatis sue
annorum septuaginta…Ricercati per la verità attestano e deponemo come noi
sapemo, e semo benissimo informati delli infrascritti terreni, esistenti nel
Campo, e Territorio di Sermoneta cioè tumoli diecinove, e mezzo spettanti, e
pertinenti al Beneficio sotto l’Invocazione prima della Santissima Annuntiata,
al presente di Santo Stefano aggregato alla Cappella del Santissimo Crocefisso
esistente nella Chiesa Collegiata di Santa Maria di Sermoneta, de jure
patronatus della Casa delli Signori Quadrassi, et ultimamente presentato, e conferito
al Chierico Signor Giuseppe Galeazzi da Sermoneta per quanto havemo inteso,
quali diciannove tumoli, e mezzo di terreno, parte sono in Contrada
Alessandro Lusana
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