Lettura filologica del Museo Diocesano.
L’origine
dell’attuale Museo risale al 1460, quando fu concessa la cappella della
famiglia de Ritis concesse alla Confraternita dei Battenti da parte della del
capitolo della cattedrale di Santa Maria di Sermoneta, come recita un documento
qui riportato: Concessione,
che fanno li canonici della Chiesa di Santa Maria a favore della Compagnia
delli Battenti in perpetuo della Cappella della Casa Ritis col peso di pagarli
per recognizione 4 libbre di Cera l’anno, et altri patti. In nome di Dio Amen.
Questo è il sunto e trascrizione dello strumento esistente nel libro degli
strumenti del Reverendo Signore Capitolo dell’Arcipresbitero, e dei Canonici
della Venerabile Collegiata di Santa Maria di Sermoneta per questi stessi a me
notaio questo effetto a me consegnato il foglio 108 il cui tenore è tale come
segue: In Nome della Santa ed Individua Trinità del Padre, e del Figlio dello
Spirito Santo amen. Anno dalla natività di Nostro Signore Gesù Cristo Mille
quattrocento sessanta. Pontificato del Santissimo Signore Nostro Pio per divina
provvidenza Papa Secondo, anno terzo, Indizione ottava del Mese di Novembre
giorno sedicesimo. In mia presenza Notaio Antonio Tuzzi Maestro Pietro di
Sermoneta della pubblica Apostolica Autorità, e dei Testimoni sottoscritti a
questa specialmente richiamati, e rogati, riuniti al suono della campanella
come l’uso comune, e personalmente
costituiti nella Cappella esteriore della Venerabile Chiesa Santa Maria di
Sermoneta Diocesi di Terracina tanto in luogo del Capitolo, nella quale
contratta la locazione, e di altre cose della stessa Chiesa sogliono
comunemente celebrare i Venerabili uomini Signore Giovanni Magistri di Giacomo,
il Signore Giovanni Pietro Gorii, il Signor Nicola Pontello, il Signor Nicola
di Antonio Impaccianti, il Signor Notaio Pietro Magistri di Antonio, il Signor
Francesco di Angelo di Natale, il Signor Giovanni Nardi Veruni, il Signor
Lorenzo del Notaio Nicola, il Signor Giovanni Nardi, il Signor Biagio di
Antonio Mancinelli, il Signor Antonio Notaio, Giovanni de Ritis, il Signor
Giovanni di Biagio di Pierpaolo, e il Signor Leonardo Magistri di Pietro
Americi Arcipresbitero, e i canonici tutti, e singoli della Chiesa, lo stesso
Signore Giovanni Arcipresbitero tanto Vicario del Generale Reverendissimo in
Cristo Padre, ed il Signor Corrado di Marcellino di Roma, vescovo di Terracina
per grazia di Dio, e della Sede Apostolica dalla speciale commissione dello
stesso Signor Vescovo dalla sua voce a lui rivolta, così riporta a me Notaio prudentemente
le porte fabbricando nella parete del
muro esteriore della detta Cappella per le quali porte sia l’accesso giusto da
una Cappella verso altra certamente di licenza e beneplacito dei detti
locatori, e la stessa nuova Cappella dopo questa, Dio volendo, sarà costruita,
e completa totalmente con la propria titolazione di vestitori e spogliatori per
i Confratelli in Cristo degli stessi della Società con tutti, e singoli altri della cosa locata, con l’uso,
l’utilità, adiacente, e universalmente pertinente, e specialmente con accesso
libero, ed uscita loro sino alla via pubblica, per avere, e tenere rivolgendosi
sanamente, e saggiamente considerando che sarà questo, essere opera e
caritatevole, e da Dio meriti Parrocchiali di questi, e massimamente devoto e
Religioso secolare alla Vergine Maria Madre di Cristo invocare, locare,
fedelmente congregare con zelo paterno e carità in luogo idoneo, ed opportuno
nel quale per il culto Divino, sperando nella salute segretamente, e con ogni
studio l’esalazione spirituale per quanto poterono pervenire e restare e concedere, e nel modo con ossequio
perseverando per confortare seguono fedelmente, così i primi come i secondi, e
ai secondi i terzi, e dopo i terzi anche i quarti e così infine così più
riccamente procedendo[volendo Dio] e di questi il buon esempio allevino, e con
il sincero vincolo fraterno la carità al medesimo Collegio servire Gesù Cristo,
e di cui qualche servizio fervente ogni altro bene procede, e di questi cultori
esige il senso per la stessa via verso Gerusalemme suprema Gloriosa Patria dei
Beati, ed altri beni guardando alla grazia di Dio spontaneamente, a cui è
concesso di questo il bene, i meriti liberi, e la spontanea volontà, e le certe
conoscenze portare, e non per errore, con licenza, e buona volontà, e per
autorità del detto Signore Vescovo con cosa autentica inviata al suo Vicario
tanto per se stesso, quanto a favore di questi nella detta Chiesa del legittimo
successore, e per questa Chiesa, e principalmente in proprio nome locarono, e il
titolo della locazione diedero, cessarono, e concessero secondo legge alla
prenominata Chiesa in perpetuo, e gli onesti uomini Luca Piccatelli Priore,
Francesco Onofrio Ercole Camerario della Società, il Fraticello Giovanni
Giacomo Cicco, Jacopo Andrea di Carpineto, Nicola dei Sauli, Stefano Pietro de
Ritis, Francesco Jacopo Cicco Piede, Antonio Colavelli, Antonio Tuzzi Jacobuti,
Leonardo Antonio di Giovanni Amere, Antonio di Pietro di Orazio, e Giovanni
Nardi di Cori della Terra di Sermoneta flagellanti asserito alla Gloriosissima
Regina dei Cieli e con i presenti
locatari legittimamente stipulando, e ricevendo per loro, e gli stessi e di
questi la religione e la Società ai Successori in perpetuo sia concessa la Cappella
de Ritis fabricata, e fatta per il fu Pietro de Ritis anticamente con propri
mezzi, e spesi per la propria sepoltura, e i cui eredi, e successori per
diretta linea mascolina discendendo in perpetuo sita nella Chiesa predetta, e
prossima al cimitero suo sotto la speciale titolazione ai Beati Apostoli Pietro
e Paolo,e non qualche cosa è inclusa nella detta Cappella del predetto Cimitero
dalla predetta Cappella, nella quale solo le terre parete dei fondamenti della
fabbrica e i muri poco a poco rilevati sulla terra, e fatti per gli stessi locatori
per altra nuova fabbrica di altre Cappelle per lo stesso con propri soldi
erigendo, e camminando quanto comodamente sarà l’opera nuova questi, non usare, e fruire per questi per
decoro degli stessi Religiosi con onesti, e divini ossequi, e servizi devoti, e
gesti, ed opere per la salvezza delle anime. Con tali patti infine e
convenzioni da qui prossimi, e confermati unanimemente, e concordemente fra
loro, e per primo riservato ai propri eredi e successori del detto che fu
Pietro de Ritis per diretta linea maschile discendenti l’uso della sepoltura di
questi infine sia libera sin dal primo tempo di questi del fu Pietro de Ritis
concesso nella Cappella predetta, e dall’Arcipresbitero, e Canonici di questa
stessa Chiesa tanto predetti, che nel futuro terranno, e si obbligheranno ad
eleggere, e deputare dal numero di questi, ovvero dopo qualche Presbitero, il
quale sia delegato nel giorno di domenica, e per qual si voglia giorno festivo
negli anni la Messa alla Beata Vergine Maria, e nessuno possa portare e dare, e
a chi si voglia di questi presenti, e futuri il necessario alla Chiesa, ed i
Sacramenti come permesso della Confessione, la Comunione, e l’estrema unzione.
Inoltre tutti, e singoli i Cadaveri dei Confratelli dei detti Religiosi tento
presenti, quanto futuri possono essere sepolti nella stessa Cappella, e
l’Ufficio del viatico del funerale debba essere assolto per qualsivoglia rito
funebre per elemosina tanto del Capitolo della detta Chiesa per quindici soldi
di moneta Romana, e dare un doppio di cera alla detta Chiesa e candele
sufficienti per lo stesso clero e Capitolo per mercede certamente elemosinaria
nel loro modo alla sepoltura soldi tanto quaranta di moneta Romana. Completa in
vero la Cappella sopradetta per vestimenti e spogliatoi per gli stessi funerali
di qualunque fratello da seppellire qui solo per mercede di salvazione e così
cinque soldi di moneta Romana, per il viatico sia assolta la spesa di moneta
Romana, e tanta cera, per assolvere, e si debba nella prima Cappella. Inoltre
per la visita del Signore, e del Patronato di questa stessa Chiesa per quanto
sia permesso nell’anno da ora in precedenza si tenuto, e sia obbligata la
stessa Società dei Confratelli, a rendere e dare ai Procuratori della detta
Chiesa quattro libre di cera, e per merito di celebrazione, ovvero lettura
della Messa per tutti gli anni, e non per concessione dei detti tre Sacramenti
della Chiesa libre otto di denaro di moneta Romana nella festa dell’Assunzione
Gloriosissima della Madre di Cristo benedetto, ovvero per tutta l’ottava.
Inoltre di uno restato, ovvero legato terminando della Cappella acquisisca, e
lo stesso fatto per la detta Chiesa in perpetuo culto integra la terza parte,
altre due parti siano, ed essere debba la detta Cappella, a disposizione degli
stessi Confratelli, e onore, e comodità della Cappella predetta, da cui sia
esclusa totalmente la predetta Chiesa, quindi dei restanti, ovvero legati, che
siano espressi nelle opere, ovvero paramenti, ed ornati dell’Altare nella detta
Cappella, dai quali sia esclusa totalmente la predetta Chiesa. Inoltre quanto
contenga non da altra Società degli
stessi Confratelli, sia tenuto il Presbitero per leggere la Messa dei morti per
la salvezza dell’anima dei stessi defunti per il giorno e la notte seguente in
questa Cappella, rinunciando infatti i detti locatori, e i successivi locatari
una parte per riserva degli altri, ed alcuni ad altri ad eccezione del dolo,
male nel fare cauzione ed erudizione per causa, e senza la causa della predetta
cosa in modo nuovo con gesto non totalmente sia celebrato, e perciò causa del
timore di guadagno dove leso e dimodiato venga secondo legge per il quale la
generale rinuncia sia impugnata al fine, a cui rinunciare non può, e
generalmente tutti, e singoli altri con eccezioni, secondo legge, e il diritto,
con ausilio, tanto canonico quanto civile, ovvero municipale, con questi ovvero
degli stessi in altra prima locazione contratta, e che contenga in questo le
parti, ovvero totalmente minore. Il documento quindi informa sulla futura
costruzione dell’Oratorio della Confraternita. La prima sala era la cappella de
Ritiis sul cui altare si trovava la pala con l’Adorazione dei Magi, ora nella prima cappella destra della
cattedrale; l’Oratorio dei Battenti è l’ultimo perimetro consacrato eretto in ordine
di tempo entro il XV secolo, e denuncia chiaramente uno spazio ricavato in un
parte marginale della cattedrale. Non disponiamo di notizie di una decorazione
inerente al secolo di edificazione ovvero a quello successivo, ma solo di una
commissione seicentesca[1].
La struttura della sala ideata a navata unica e con volta a botte suggerisce
un’aula destinata a raccogliere una comunità. Il Museo Diocesano raccoglie
opere di diverse matrici culturali confluite verso Roma e da qui poi irradiate
nei centri minori; il loro indirizzo stilistico distribuito fra le Fiandre, la Roma della Bella Maniera, l’Emilia Romagna dei
Carracci ed il canonico naturalismo del primo Settecento, attesta la varietà
della pittura romana fra il Cinquecento ed il Settecento. L’indagine filologica,
ossia i modelli compositivi e stilistici che hanno influenzato le nostre opere,
attesta la complessità dei riferimenti da considerare per i pittori che furono
attivi in Sermoneta. Seguendo un ordine di visibilità piuttosto che storico la
nostra indagine inizia dalla pala d’altare con il San Michele Arcangelo(Fig.1) databile intorno agli anni Novanta del
Cinquecento e già attribuita a Francis van de Kasteele, italianizzato in
Francesco da Castello: la tela di notevoli proporzioni documenta sia lo stile
personale del pittore fiammingo che un concetto universale ed un tempo della
storia: nelle sedute conclusive del Concilio di Trento furono ingiunte anche disposizioni
iconografiche, sebbene generiche, per le arti figurative: il popolo venga istruito a mezzo di raffigurazioni pittoriche o di
altro genere, sui misteri della nostra redenzione affinché si rafforzi
l’abitudine di avere sempre presenti i principi della fede”, quindi le
figure dei santi e dei martiri godettero, a livello iconografico, di un largo
impiego delle loro gesta. Il San Michele
Arcangelo, già nella chiesa di San Michele Arcangelo, oltre al canonico
riferimento alla titolazione della chiesa dalla quale proviene, permette di
identificare lo spirito di un tempo, ossia quello posteriore al Concilio. Il
demone sulla destra abbattuto dal San Michele(Fig.2) è qui assimilabile alla
variegata dottrina del protestantesimo che allora coinvolse gran parte dei
paesi europei, quindi il senso iconologico della raffigurazione riporta alla
sconfitta del protestantesimo per volere di Dio della cui volontà il latore è
San Michele Arcangelo, qui assimilabile alla difesa della confessione
cattolica. Nella traduzione formale il variegato stilema denuncia la mano anche
di collaboratori: la retta definizione anatomica del santo si perde nei volti
distribuiti ai suoi piedi per i quali certamente fu attivo un allievo; la
pennellata perde la definizione tipica del maestro fiammingo, quale quella
delle anatomie del santo, la capigliatura dei serafini poi risulta confusa. Altrettanto
propria è la resa delle gemme e delle perle sulla lorica del santo,per le quali
l’origine culturale fiamminga del da Castello ritorna con le sue
peculiarità;quindi l’acribia ovvero l’attenzione ai particolari, per questa
pala risente fortemente dell’innesto della plastica romana, ossia il vigore
anatomico del santo,che attesta ulteriormente l’influenza classica, sebbene
temperata dalla fattura nordica, alla quale il Kasteele ritorna nei
particolari; mentre la resa complessivamente elegante denuncia un supporto
estetico propriamente italiano,come ad esempio la capigliatura melozzesca, ossia
da qualche angelo di Melozzo da Forlì; inoltre non manca, per il colore, una
stretta affinità cromatica con il Neovenetismo un gusto pittorico diffusosi
negli anni Ottanta e Novanta del Cinquecento, per il quale il colore di origine
veneziana, si pensi alle calde e dense pennellate di Giorgione da Castelfranco
ovvero Tiziano Vecellio, giunse, sebbene con altre tonalità, a Roma tramite Girolamo
Muziano. Il registro superiore della pala spetta ad altro collaboratore; la
linea sembra perdersi fra gli avvolgenti panneggi, ora troppo densi quanto
rigidi, soprattutto nel Cristo, il cui volto poi risulta schematico. Il
connubio insolito di due iconografie, l’Incoronazione
della Vergine (Fig.3) e del San
Michele Arcangelo scaturisce dalla disputa dottrinale fra il
protestantesimo ed il cattolicesimo riguardo alla santità della Vergine che
secondo Lutero, fautore della Riforma protestante tedesca, a livello teologico
non esiste; mentre fra i dettami conciliari tridentini la santità di Maria
resta un riferimento teologico imprescindibile. Un risoluto fermento romano, ora
connotato fra il fra il tardo Manierismo ed il Barocco incipiente, lo si evince
dalla natura stilistica dell’Annunciazione,
già nell’Oratorio dell’Annunziata, poi nella chiesa di San Giuseppe: la pala è
databile, per documenti di archivio, fra il 1632 ed il 1634. L’Annunciazione(Fig.4), fu commissionata, nel
1632, per la Compagnia
della Carità da Francesco Caetani duca di Sermoneta, e fu consegnata nel 1634. Il
carattere stilistico suggerisce di
attribuire l’opera a Giovanni Giacomo Sementi[2],
allievo di Guido Reni: l’angelo prossimo a poggiarsi sulla nuvola ricorda per
la positura quella del S. Michele Arcangelo del Cristo portacroce, nei depositi della Pinacoteca Nazionale di
Bologna,le dita lunghe ed affusolate della Vergine ricalcano quelle della S. Caterina del Martirio,
la positura della mano destra della Vergine ripete quella della figura femminile
dell’Allegoria del disegno e della
pittura. Inoltre per quanto attiene ai modelli seguiti dal Sementi,la
positura della Vergine implica una ripresa quasi speculare della Santa Cecilia di Carlo Saraceni, da cui
anche la netta scansione del chiaroscuro sul volto; la testa dell’angelo segue
alcune tipologie darpinesche; mentre il panneggio cangiante vede alla resa
luministica di Pietro Paolo Rubens,precisamente dalle tre pale della chiesa
Nova ovvero Santa Maria in Vallicella; la tenebrosa atmosfera da cui emerge la
figura della Vergine vede al Caravaggio; la colomba dello Spirito Santo è una
citazione reniana della colomba in alto della cappella dell’Annunziata del
Quirinale,un timido preludio alle folgoranti illuminazioni del Barocco più
fragoroso. La scelta di Francesco Caetani cadde sul Sementi forse dopo aver
visto e apprezzato la Virtù con tromba in mano, all’epoca nella
residenza di Paolo Mancini dove si riuniva l’Accademia degli Umoristi di cui il
Caetani era membro. Un secondo dato meramente stilistico emerge dalle influenze
che operarono attivamente sul Sementi, ossia i diversi autori che possono
agevolmente identificarsi in Rubens, per il cangiantismo della veste
dell’angelo, ripreso dalle tre pale d’altare alla Chiesa Nova, Roma, per il
Cavalier d’Arpino nella testa dell’angelo che vede a quelle degli angeli in una
pala nella medesima Chiesa Nova, ed infine al Saraceni per il taglio
chiaroscurale sulla gota della Vergine, ripreso dalla Santa Cecilia della Galleria Barberini, Roma; quindi quattro influenze
e canoni che qui sono tradotti da un solo autore. Altra opera da riferire al Sementi è la Vergine con il Bambino e i santi Stefano e Lorenzo(Fig.5)
già nell’ultima cappella sinistra della Cattedrale di Santa Maria,fu commissionata
da Giulio Pizi,ritratto in basso:la positura della Vergine nella pala con Vergine, Bambino e santi nella pala
d’altare della chiesa di S. Agostino di Veroli, già attribuita al Sementi; il
naso della Vergine nella pala Pizi segue quello del Cristo nel Cristo portacroce, e infine il naso del
S. Stefano della pala sermonetana è comparabile a quello del S. Michele
Arcangelo dell’opera bolognese precitata. La resa nel complesso perde i
connotati stilistici precedenti per un contenuto raccoglimento che traduce un
assunto sia stilistico che compositivo emiliano. L’Incoronazione della Vergine di Girolamo Siciolante, già nella prima
cappella destra della chiesa di San Michele Arcangelo, fonde organicamente
almeno due modelli, quello di Raffaello, che resta l’unico referente compositivo, ossia il medesimo
soggetto, ora alla Pinacoteca Vaticana, ma già a Perugia, di cui il Siciolante forse
ebbe informazioni durante la sua permanenza nella bottega di Perin del Vaga, allievo
di Raffaello; il paesaggio dipende direttamente da un disegno di Francesco
Salviati[3](Fig.6).
La pala con la Madonna del Rosario(Fig.7) già attribuita a
Giovan Domenico Fiorentini, attesta il netto miglioramento figurativo del
pittore sermonetano; nel complesso la fattura acquista in valore formale, la
definizione del panneggio del San Domenico denuncia una mano ben calibrata
quanto attenta alla fattura seicentesca romana, il San Girolamo ricalca la
positura della Vergine del Sementi mentre il profilo resta speculare a quello
del San Carlo Borromeo dell’Oratorio
dei Battenti. Nella Madonna, Bambino e
santi(Fig.8) attribuita ad Odoardo Vicinelli, la resa formale conserva il
carattere stilistico della florida stagione seicentesca romana: la densità
cromatica, la tiepida luce che illumina le figure e la puntuale resa del volto
di S. Ignazio, con il libro in mano, propendono per un naturalismo soffuso ma
presente. Ma la fattura complessiva perde il vigore morbido e calibrato quanto
soffuso del naturalismo per l’intervento dei collaboratori; il santo sulla
destra in basso si attiene ad uno schematismo del volto che contraddice la
fattura del S. Ignazio e della Vergine, forse le uniche figure spettanti al
Vicinelli. Il ciclo decorativo dell’Oratorio dei Battenti,databile intorno agli
anni Sessanta del XVIII secolo,spetta a Giovan Domenico Fiorentini,ma il
carattere stilistico riporta a modelli della seconda metà del XVI secolo;la
connotazione stilistica oramai fuori tempo diviene giustificabile considerando
che precedentemente all’intervento del Fiorentini un altro pittore aveva già
eseguito l’intero ciclo;fra il 1625 ed 1630 Alessandro Melelli di Cori fu
attivo alla decorazione dell’Oratorio,dove ancora sono presenti i soggetti poi
ridipinti dal Fiorentini,un documento del 1691 recita: “(….)vedo che da capo la detta seconda cappella….esserci
l’altare et sopra di esso depinto Nostro signore Giesù Cristo Crocefisso, et
nella parte destra, l’effige della gloriosa Vergine sua madre et poco distante
di detta parte l’effige di S.Pietro Apostolo et nella parte sinistra di S. Giovanni
et poco distante del detto lato di S.Paolo Apostolo, come anco per il muro di
detta cappella altri diversi santi….quindi i medesimi soggetti oggi
visibili,considerando che il documento è datato al 1691,ossia cinquantasei anni
prima della nascita del Fiorentini,il ciclo di affreschi descritto è quello del
Melelli, di cui oggi resta la labile traccia figurativa dei quattro piedi al di
sotto dell’attuale Crocifissione. Al
Fiorentini fu commissionata la ridipintura dell’intero Oratorio, da questo la
particolare vicinanza al secondo Cinquecento, che originariamente spetta al
Melelli e alla sua specifica resa stilistica.
Alessandro Lusana
Philological Reading of Diocesan Museum
The origin of Diocese Museum in Sermoneta is from
1460, when was de Ritiis family given his chapel to Oratory of religious
Company of Battenti for capitol of cathedral Saint Mary of Sermoneta, as talks
a document here reported: Concession
which the canonises of church of Saint Mary give to Company of Battenti de
Ritiis chapel with payment of 4 pounds of wax for year, and other. To name of
God amen. This is document which is at book of to book of document of Reverend
Lord of capitol of Arch presbytery, and canonises of Venerable church of Saint
Mary at Sermoneta, for same person to me notary this effect to me gave and
tenor of this document is following: At name of one and Holy Trinity of Father,
Son and saint Spirit amen. Year from born Christ thousand fourth hundred sixty.
Pontificate of Holy Lord Pius, for divine providence Pope Pius second, third
year, In diction the eighth of month November sixteen days. To my presence Notary
Anthony Tuzzi Master Peter of Sermoneta of Authority Apostolic, and witness
wrote at this document, gather to sound of small bel as use common, and
gathered to extern chapel of Venerable church of Saint Mary at Sermoneta
Diocese of Terracina as at capitol, at it contracts the location, and other
same church, the men uses celebrate lord John Magistri of James, the Lord John
Peter Gorii, Lord Nichole Pontello, Lord
Nichole of Anthony Impaccianti, Lord Notary Peter Magistri of Antony, Lord
Francis of Angel Natale, Lord John Nardi Veruni, Lord Antony Notary, John de
Ritis, Lord Blaise of Pier Paul, Lord Leonard Magistris of Peter Americi Arch
Presbiterian, and canonises all, and single of this church, same Lord John Arch
Presbiterian as Vicar of General Most Reverend at Christ Father, and Lord
Marcell from Rome, bishop of Terracina for grace of God and for grace of
Apostolically Seat and from special commission same Lord Bishop and his voice
to him give, as reported to me from Notary with prudence, and though
considered, and be for charity, and from God merits their parish, and maximus
with secular devotion to Virgin Most Glory Mother of Christ, let and gather
with fidelity with faith and charity at honest town and opportunity, where is
cult of God and safety will be and humble they will hope, and with every
stadium and spiritual exaltation as how they can arrange, and leave, and homage
followed with faith comfort, as these first second too and third and to last
follow God will and for this good exemple give this brothers tie with charity
to Christ college of Christ the doors working to wall of chapel for these doors
is access from one chapel to other certainly of licence and consent of
abovementioned landlord, and same chapel after this will be whole building and opportunity,
whose fervent service all good follow, and give of these will the sense for
direction of Jerusalem Town of Glory of blissful, and other for God spontaneous,
and to these goods merits free and will, and not for errors, but for licence
and good will and authority of abovementioned Lord Bishop…and this Company and
successor for every time is leaved that
chapel de Ritiis called, and building for was Peter Ritiis and for his
money and bay for his burial and his
heredes, and his successor for male line
for every time inside at church above mentioned church and close to cemetery
under name of blissful Peter and Paul, and not alone few meter of word of above mentioned cemetery, whose few alone
wall for foundation for building for god walls up the world, and made for lay
building, and up easy walk will be for these door building to wall at exterior
wall of above mentioned chapel for this door is access just for other chapel
and licence and let of above mentioned lord local and new chapel after
that from God gave and under named
access to changing room with brothers to Christ same religious Company with all
and single , for use and inherent and specially with free gains, and expense
theirs to public street and at his own, but not use these for decency of
religious with divine homage, and devotes minister and works for save of souls.
In fact with this fact and convention and from close confirm unanimous, and
with concordance among they… This document advises us of future building
Oratory of this Company. First room was the chapel de Ritiis whose on altar was
an altarpiece with Adoration of king,
now at the first chapel on the right of Cathedral of Sermoneta; this Oratory is
last space consecrated and building for time among XV century, and manifest a
space took from a part of cathedral. We haven’t information around a decoration
from century of building or after but alone of XVII century. The architecture
has thought with vault and much
comfortable space for to receive much persons as a community. The Diocesan
Museum keep much painting of different gender all flow toward Rome and from
Rome to little centres; the their stylistical nature among Flanders and Rome of
Nice Manner, and Emilia Romagna of Carracci, and naturalism of first XVIII
century, which documents variety of Roman painting between 1500 and 1700. Exam
philological, therefore the models and the style which have influence our
painting, documents the complexity of painters that we must considerer; for
painter who work to Sermoneta. We following a order for visibility rather
historical, the our exam beginning with altarpiece with Saint Michael
Archangel, datable around 1590, and just go baked to Francis van de Kasteele,
this in Italian Francesco da Castello; painting document the style of this
Flemish painter and an universal concept and a historic time; to last meets of
Council of Trento, one gave precise indications for painting: people has educated for painting and other
gender, on the mystery of our redemption, so that people has always present the
priniples of faith; therefore the figures of saints and martyrdom have, to
iconographical, large employ of their action. Painting with Saint Michael
Archangel, just at church of Saint Michael Archangel, beyond the reference to
name of same church, allows and identification with spirit of that time,
therefore after the Council. The demon on the right defeated by Saint Michael
is very close for iconological meaning to Lutheran heresy, which then has very
European nations, therefore this meaning reports directly to defeat of Lutheran
doctrine for divine will, whose will is bearer same Michael Archangel, who is
symbolizes the catholic confession. For this painting Castello uses and
collaborators: the precise anatomy of Saint Michael is lost for the face of
figure to his feet; the brushstroke definite is lost as that anatomy of Saint,
the hair of seraph is very wrong. The jewellers on the devise of Saint manifest
the original culture of Castello, therefore Flanders: the attention to
particular and precision to every trifle, but Castello has very influenced by
Roman painting; the able body is very close to Roman picture, therefore a
conjunction between the giant of Michael Angel and the Flanders precise; moreover
the hair of Saint has took from Melozzo da Forlì, moreover doesn’t for colour
the Neovenetismo, this is a choose of colours that draws up to Venetian
pictorial culture, between 1580 and 1590, is sufficient to think to brushstroke
of Giorgione and Tiziano Vecellio, colour which arrivals to Rome through Jerome
Muziano; superior part of this altar piece is painting by other collaborator;
line seems loses herself between cloths, rigid and dense, overall for Christ,
whose the face is schematic. Conjunction between two iconographies this is Saint Michael Archangel and Crown of Virgin,
is for the doctrinal dispute with Lutheran on the valour of Virgin, who in
accord to Luther isn’t; while between principles of Catholic doctrine sanctity
of Mary is very reference. A resolute Roman yeast, now between the slow
Mannerism and Baroque we see to altarpiece with Annunciation, just at Oratory of Annunziata, at Sermoneta, and
after to church of Saint Joseph; this painting has datable between 1632 and
1634, it was commissioned by Francesco Caetani, lord of Sermoneta, for Company
of Charity, and was gave to 1634. The author is Giovanni Giacomo Sementi, pupil
of Guido Reni: angel very next to cloud remembers, so posture, angel of Christ bring
cross, at deposit of Pinacoteca Nazionale of Bologna, the long fingers and very
fine of Virgin follow of Saint Catherine at his Martyrdom, the posture of right hand of Virgin is specular to
female at Allegory of painting and
drawing; moreover the models followed by Sementi, the same posture of right
hand follows that of Saint Cecil of
Carlo Saraceni, whose and light and dark on the face; the head of angel follows
few typologies of Chivalric d’Arpino, but the iridescent cloth follows the
style of Pietro Paolo Rubens, precisely to altarpieces at Vallicella, Rome;
dark impends up to Virgin has took from Caravaggio, the dove of Saint Spirit
has took from Guido Reni, from chapel of Annunciation at Quirinale. The choose
of Francesco Caetani fall on the Sementi because perhaps same Francesco seen
the Virtue whit trumpet at hand then to residence of Paolo Mancini where was meets
Academy of Humourist, whose Francesco Caetani was member.
As Sementi is and altarpiece with Virgin, Child and Saints, just to last
chapel of cathedral of Sermoneta, this altarpiece is a commission of Giulio
Pizi, portrait down; the posture of Virgin follows that of Virgin to altarpiece
at church of Saint Agostino to Veroli, the nose of virgin to altarpiece of
Sermoneta follows that of Christ at Christ
bring cross, and the same nose of Saint Stephan is same of Saint Michael
Archangel at altarpiece abovementioned. The Crow
of Virgin of Girolamo Siciolante, just at the first chapel on right of
church Saint Michael Archangel, unites two models, this is Raffaello, who is
only referent for this composition, therefore same subject now to Pinacoteca
Vaticana, but before in Perugia, whose Siciolante had information for the close
rapport with Perin del Vaga, pupil of Raffaello. The landscape has took from a
drawing of Francesco Salviati. Altarpiece with Virgin of Rosary, of Domenico
Fiorentini, manifest the better style of this painter; style acquires for
valour formal, the define cloth of Saint Domenico, on the right, manifest a
work which takes from Roman painting, profile of Saint Jerome is same of Saint
Charles Borromeo, on the wall same room and same Fiorentini. Virgin, Child and Saints of Odoardo Vicinelli, style keeps character of Roman
painting XVII century, density colour, the timid light which light figures and
precise portraits of Saint Ignazio, with a book hand, see to concealed
naturalism.
Alessandro Lusana
Fig.1 |
Fig.2 |
Fig.3 |
Fig.4 |
Fig.5 |
Fig.6 |
Fig.7 |
;
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