Una fedele caetanea
Ippolita Bettini, assai prossima alla famiglia Caetani, credo che non potesse optare per un’altra chiesa se non quella prettamente commissionata dagli stessi Caetani nel 1521, Santa Maria della Concezione, ovvero qui riportata sinotticamente come della Concezione; che volle la cappella riportata nel testo documentario; l’originaria decorazione non sappiamo quale soggetto ritraesse, le rarissime e brevi visite pastorali inoltre non agevolano l’indiretta conoscenza decorativa, ma il dato che supporta meglio un palese dato morale, nell’accezione latina del lemma, ossia una determinazione di costume era l’affinità diretta con i Caetani che agevolò certamente l’erezione di una cappella, quasi a rimarcare la vicinanza della Bettini; della stessa non abbiamo altre informazioni, in effetti nella documentazione non appare, ma la contraddizione fra il mutismo degli archivi contraddice perfettamente l’abbienza di cui certamente, vista la commissione, la Bettini godeva; ma ripeto le carte tacciono quantunque il ricercato e voluto prestigio sia ben documentato.
Ippolita Bettini, assai prossima alla famiglia Caetani, credo che non potesse optare per un’altra chiesa se non quella prettamente commissionata dagli stessi Caetani nel 1521, Santa Maria della Concezione, ovvero qui riportata sinotticamente come della Concezione; che volle la cappella riportata nel testo documentario; l’originaria decorazione non sappiamo quale soggetto ritraesse, le rarissime e brevi visite pastorali inoltre non agevolano l’indiretta conoscenza decorativa, ma il dato che supporta meglio un palese dato morale, nell’accezione latina del lemma, ossia una determinazione di costume era l’affinità diretta con i Caetani che agevolò certamente l’erezione di una cappella, quasi a rimarcare la vicinanza della Bettini; della stessa non abbiamo altre informazioni, in effetti nella documentazione non appare, ma la contraddizione fra il mutismo degli archivi contraddice perfettamente l’abbienza di cui certamente, vista la commissione, la Bettini godeva; ma ripeto le carte tacciono quantunque il ricercato e voluto prestigio sia ben documentato.
Istituzione, o erezione della Cappellania sotto il titolo
dell’Assunta nella Chiesa della Concezione di Sermoneta[oggi San Giuseppe]
fatta da Ippolita Bettini con l’obbligo di tre messe la Settimana[1].
In Nome di Dio Amen. Per
questo presente pubblico Istrumento a tutti dove appaia evidente, e noto
sia, che la Signora Ippolita Bettini moglie Carpena familiare per molti anni
dell’Illustre Signore Caetani nel suo ultimo Testamento preparò l’istituto suo
universale agli eredi, concesso dall’Illustrissimo, ed Reverendissimo Signore
Enrico di Santa Romana Chiesa Cardinale Camerario, Illustrissimo, e
Reverendissimo Signore Patriarca Alessandrino, ed Eccellentissimo Signore
Onorato di Sermoneta Duce Generale con i Fratelli Caetani residenti a Roma con
onere, come detto la Cappella sia tenuta da erigere nella Chiesa della
Concezione della Beata Maria della predetta Terra di Sermoneta, e quella dotare
a scelta con facoltà perpetua di eleggere, e presentare in perpetuo il
Cappellano, il quale serva negli uffici divini, e per la salvezza dell’anima
della stessa testatrice, qui in perpetuo tre Messe per quanto sia permesso
celebrare nella settimana, ed altre più
ampie essere contenute in detto Testamento, e volendo a detto Signore la
volontà degli eredi, e gli ordini detti della detta Signora Ippolita per debita
esecuzione parlare, e da detto Signore onere esimere, e come più facilmente, et
più liberamente per quanto riportato al Signore Vescovo Terracinense della
detta Terra di Sermoneta Ordinario, e Pastore della detta Cappella presso dette
disposizioni essere eretta, e possa essere istituita. Questo è ciò che
nell’Anno dalla Natività sua Mille Cinquecento Ottanta nove Indizione seconda
di Dio giorno vero nove Mese Luglio Pontificato Santissimo in Cristo Padre ed
Signore Nostro Dio di Papa Sisto per Divina Provvidenza Quinto. In mia presenza
Notaio pubblico, testimoni infrascritti a questo specialmente chiamati, e rogato,
presenti e personali costituiti personalmente Illustrissimi Signori Enrico
Cardinale, Onorato Duce, e Camillo Patriarca fratelli germani Caetani
spontaneamente ed tutti certa, e deliberata volontà in esecuzione, del detto
Testamento da tutti in migliori, modo, via, e legge, causa, e forma, con i
quali maggiore, e meglio potessero, e dovessero, e possano, e debbano(…)ora per(…)detta
Cappella per detto Riferimento al Signore Vescovo Terracinense in detta Chiesa
di Santa Maria della Concezione sita in detta Terra di Sermoneta sotto
infrascritte facoltà, e condizioni eretta, e legittimamente istituita, e non
ancora, in altro modo, da questo espresse ante protestati sono, e siano per protestare alla stessa Cappella così da
erigere per la stessa dote, che sostanzi di quello stesso per il tempo
esistente del Rettore, ovvero del Cappellano, e altra di cui ora fosse posta,
che sarà, l’interesse che potesse in qualche modo essere concesso in futuro
stipulando, e accettando, dessero, applicassero, con puro titolo, liberamente,
in perpetuo, e irrevocabile applicazione, e donazione fra vivi per loro, e i
suoi eredi, e successori qualunque con dichiarazioni, e altro intanto dicendo
dovessero dare, e concedessero per un anno il censo di scudi 25 moneta di giuli
dieci per qualsivoglia scudo dal
prossimo come dissero per il Signore Antonio Carrida di questa stessa Terra di
Sermoneta sopra i suoi beni presso disposizioni della costituzione felicemente
ricordata di Pio Papa V intorno al modo di creare il censo dell’imponibile e lo
stesso Illustrissimo Signore donatori di scudi 400 monete di vendere per
Istrumento sopra celebrato, e stipulando nella città, ovvero in Terra di
Sermoneta come concede e appare per(…)e(…)chi(…) il detto censo così imposto, e a loro
venduto fu, e ogni altro migliore modo tanto che sia anche l’uso frutto, per la
qual cosa cedendo per questa, e ora a favore di questa Cappella, e di questo
per il tempo esistente Rettore, ovvero Cappellano ogni cosa, come singola, e
ognuno, e singole azioni reali, e personali, utili, e dirette, tacite, ed
espresse, e altre dovunque in nome a loro stessi nel qual modo concesso sia
competenza, e competenti, e imperituri, e sopra detto censo imposizioni, e
venditori, e altri imponibili, e vendita di quello in nel modo in cui è
concesso loro si obbligarono, ed altri comunque ad avere, tenendo, ed usando, e
fruendo, e dando, e donando, e cedendo e altre da detto censo annuo a sua
diretta volontà, e disponendo, Parenti ed anche ora per detta Cappella, ovvero
Rettore nella legge Universale, luogo, e privilegio degli stessi signori che
dotano, nessuna legge, e nessuna cauzione per loro stessi, ovvero dei loro
eredi, e ai successori imponibile di costituire e riservata la Cappella, e per
il tempo esistente del Rettore, ovvero Cappellano Procuratore irrevocabile e
con Giuramento, come prestito detto, come verso la cosa propria dalla detta
legislazione, e azioni come sopra cada, usando, e fruendo, ed ricercando nel
giudizio, ed anche contro qualunque persona, Comunità, Collegio, e Universita,
e loro liberamente facciano, e disponendo per chi vogliano intorno a simili
cose, e disporre possa. Questa concessione certamente, donazione, e dotazione
fecero, e fare, per questa Cappella debba in ogni seguente mese computandoli
dal giorno dell’imposizione, e dalla vendita sopra detto Censo del predetto Signor
Vescovo, ovvero di lui il Generale Vicario spirituale, per quanto infatti la
legge, e la facoltà verso questo abbia, nella detta Chiesa della Beata Maria
della Concezione sotto l’invocazione di Maria Assunta essere eretta, e
istituita per uno di quei Rettori, il quale qui in perpetuo tre messe singole
nella settimana per la salvezza dell’Anima sopradetta della fu Ippolita celebrare,
e per i vivi, e defunti le preghiere all’Altissimo siano profuse. Inoltre che
il Giuspatronato, e di presentare il Cappellano ovvero Rettore alla detta
Cappella tanto dalla prima stessa erezione, che per il luogo, ovvero
designazione, permutazione, ovvero qualunque altra dismissione per il tempo di
ottenere quella, ovvero altre nel cui modo lecito vacanza allo stesso
Illustrissimo Signore e Fratelli che ancora vivano, e di poi, per il tempo
esistente del Duce di Sermoneta in perpetuo, e concesso sia, e per il detto
Reverendissimo Signore Vescovo in detta erezione, ed istituzione, e declarato
detto Giuspatronato, e di presentare dei laici tanto, e nobili, e da meri
laici, e non mista sia la fondazione, e dotazione a cui competa, di avere la
natura, dichiarando e volendo, che se detta Cappella altro fosse, come è promesso,
ed ora sia eretta, e in questo caso sia nel presente dotata, e la donazione sia
lo stesso ordinamento, e lo stesso fatto essere censito, con nulla di invalido,
e niente sia operato e se fatta non fosse, poiché così, anche non altre, ne
altro modo dotare, applicare, e donare volessero, e dichiarassero, e anche più
ampiamente di ora per detto un tempo(…) quando per detta Cappella con predetto
eretta, ed istituita sarà, ne se diuturna la vacanza di quel Cappellano
qualcosa di altro in spirituale, e temporale detrimento debba patire, da
attestazione, conoscenza, vita e costumi del Reverendo Signore Orazio Organtini
Presbitero della Diocesi Terracinense. Canonici della Chiesa(…)
essendo il Reverendo Signore Orazio assente, tanto quanto possa alla detta Cappella
così erigendo, e dotata del Rettore, ovvero Cappellano, e nominano, lo stesso
così eletto, e nominato il sopradetto Reverendissimo Vescovo Terracinense in
ogni migliore modo, secondo legge, causa, e forma con cui maggiore, e migliore
secondo legge possa essere, istituendo, presentarono, ed essere presentato
mandarono, e rogando per il detto Reverendissimo Signore Vescovo come allo stesso Signore Orazio alla predetta
cappella, ovvero Cappellania da erigere, da governare, e a quello servendo che
sia abile, quanto idoneo quella a lui infine di questa elezione, e
presentazione sia conferita, e provvista, e quelli sempre salva promisero la
dotazione, applicazione, concessione, e donazione, in ogni tempo avere, valida
e ferma e quelle non richiedere, ne far revocare, ne contro quella chiunque
fare, dire, opporre, ovvero venire direttamente, ovvero indirettamente sotto
qualsiasi pretesto, o questione, e qualsiasi cosa sia, ed essere, e essere cosa
buona, valida, e bene, e legittimante fatta, e quanto tali sempre, ed in
perpetuo mantenere, e difendere, ed alcuna cosa fatto essere, ne nessuno mai in
alcun tempo fatto apparirà nel pregiudizio a detta Cappella, e per il tempo in
cui esiste il Rettore, ovvero il presente contratto, e il contenuto in esso,
altri in qualunque caso vogliano tenere le detta Cappella, e di questa il
Rettore, mentre è la promessa di tutti, e dei singoli la manutenzione, e la
custodia e l’osservazione, anche in verità verso ogni danno, le spese, e
interesse per detta Cappella, e per il tempo del Rettore, ovvero Cappellano in
occasione di subire le cose premesse, di sostituire, ed incorrendo, per
qualsiasi danno, con l’interesse, e credere volessero, e della semplice parola
con il giuramento al danno subito, e da questo onere e di altri al fare prove.
A favore dei quali, per tutte le premesse, così come sopra fermamente
inviolabilmente da osservare loro stessi, di questi eredi, e successori
qualunque siano, e contro ogni, e singoli mobili, e immobili, e in futuro anche
dove esistente sia nella forma della Camera Apostolica con le clausole sue per
qualunque costituzione rispettiva siano obbligati, e ipotechino, e per maggiori
cose delle predette mediante giuramento, come fra il prestito rinunciano a
qualunque appello, reclamo, e ricorso, per questi ovvero altri contro predetti,
o di questi no mai in nessun tempo sotto qual si voglia pretesto, ovvero causa
sotto qualunque pretesto, Giudice, Tribunale, ovvero Magistrato possa operare,
e rispettivamente interponendo, e così l’appello, ed il ricorso nella sua
maniera, l’effetto, e l’esecuzione anche presente. Nello strumento, e contenuti
in questo essere sospesi, essere impediti, ovvero in qualche modo ritardare non
possa, ma debitamente l’esecuzione debba, e così toccando per dita
Illustrissimo Signore Enrico Cardinale, e Camillo Patrarca il petto secondo il
costume dei Prelati, e per Illustrissimo Signore Onorato Caetani Duce con le
mani sulle Sacre Scritture nelle mani di me notaio sui Santi Evangeli
giurarono, sui quali ognuno, e singoli messe prima da richiesta furono poste, e
da me Notato Pubblico infrascritto uno, ovvero più cose pubbliche, o pubbliche
divengano, e feci Istrumento, ovvero Istrumenti. Atto in Roma in Palazzo di
questi, Urbanus dilecto filio.
Institutio Cappellaniae
In Nomine
Domini Amen. Per hoc presente publicus Instrumentum cunctis ubique pateat
evidenter, ac notum sit, quod cum alias Domina Hippolita Bettina mulier Carpena
familiaris permultos annos Illustriorum Domini de Caetani suum ultimum
Testamentum condiderit institutis eius universalibus heredibus, scilicet
Illustrissimus, et Reverendissimo Dominus Henrico Sancte Romane Ecclesie
Cardinali Camerario, Illustrissimo, ac Reverendissimo Dominus Camillo
Patriarcha Alexandrino, et Excellentissimo Dominus Honorato Sermonete Duce
Generalis Fratribus de Caetani domicellis Romani cum honere, ut dicti heredes
tenerentur erigere Cappellam in Ecclesia Conceptionis Betae Marie predicte
Terre Sermonete, illamque arbitrio dotare cum facultate perpetua eligendi, et
presentandi perpetuum Cappellanum, qui illi in divinis deserviat, et pro
refrigerio Anime ipsius Testatricis, ibi perpetuo tres Missas qualibet hebdomata
celebret, et alias prout latius contineri dicitur in dicto Testamento capientes
modo, et volentes dicti Domini heredes voluntatem, et ordinationem dicte
quondam Domina Hippolite debite executioni demandare, seque a dicto onere
esimere, et ut facilius, et liberius per Referendum Dominum Episcopum
Terracinensis dicte Terre Sermonete Ordinarium, et Pastorem dictam Cappellam
juxta dicte disposizione erigi, et institui possit. Hinc est quod Anno a
Nativitate eiusdem Millesimo quinquagesimo Octagesimo nono Inditione seconda
dei vero decima nona Mensis Julii Pontificatus autem Santissimi in Christo
Patris et Domine Nostri Dei Sixti divina providentia Pape Quinti anno quinto.
In mei Notari publici, testiumque infrascriptorum ad hec specialiter vocatorum,
et rogatorum persentia, presentes et personaliter costituti Illustrissimi
Domini Henricus Cardinalis, Honoratus Dux, et Camillus Patriarcha germani
Fratres de Caetanis sponte et omni certa, deliberata voluntate in executione,
dicti Testamenti e omnibus melioribus, modo, via, jure, causa, et forma, quibus
magis, et melius potuerunt, et debuerunt, ac possunt, et debent(…)nunc pro(…) dicta Cappella per dictum Referendum
Dominum Episcopum Terracinensis in dicta Ecclesia Beate Marie Conceptionis sita
in dicta Terre Sermonete sub infrascriptis facultatibus, et conditionibus
erigatur, et legittime instituatur, et non la iter alias, nec alio modo, de quo
espresse protestati sunt, et protestantur eidem Cappelle sic erigende, et
instituende pro eius dote, et pro substentatione illius pro tempore existentis
Rectoris, sive Cappellani, me Notario uti publica, et autentica prsona pro
dicta Cappella, ac omnibus aliia quorum nunc interest, intererit, aut interesse
poterit quomodo libet in futurum stipulante, et acceptante, dederant,
applicaverunt, et donaverunt, ac titulo pure, libere, perpetue, et
irrevocabilis applicationis, et donationis inter vivos per se, suosque heredes,
et successores quoscumque cum declarationibus, et aliter infra dicendis
dederunt, et concesserunt unum annum censum scutorum 25 monete de julii dece
pro quolibet scuto de proximo ut dixerunt per Dominum Antonium Carridam de
eadem Terra Sermonete super eius bonis juxta dispositiones constitutionis
feliciter recordantia Pii Pape V de modo creandi census edite imponens, et
cerandus et ipsis Illustrissimi Dominiii donantibus pretio scutorum 400 monete
vendendum per Instrumentum de super celebrans, et stipulans in Civitate, seu
Terra Sermonete videlicet per(…)et(…)qui(…)dictus census sic impositus, et sibi
venditus fuerit, et omni alio meliori modo tam quoad usum fructum, qua quoad
proprietate cedentes propter ea, et nunc pro tunc dictam Cappellam, et eius pro
tempore existens Rectores, sive Cappellano omnia, et singola jura, omnesque, et
singulas actiones reales, et personales, utiles, ac directas, tacitas, et
expressas, ac alias quocumque nomine nuncupatas sibi ipsis quomodolibet
competentia, et competentes, et imperitura de, et super dicto censu
impositores, et venditores, et alios ad impositores, et venditionem illius
quomodolibet se obligatores, et alios quoscumque ad hebentem, tenendus,
usendus, fruendus, dandus, donandus, cedendus, concedendus ac alias de dicto de
dicto annuo censo ad sue libitum voluntatis facies, et disponens, Parentes
etiam nunc pro tunc dictam Cappellam, sive Rectores in universum Jus, locus, et
privilegium ipsorum dominorum dotantium, nullo jure, nullaque catione sibi ipsis,
vel eorum heredibus, et successoribus imposterum reservatis constituendes
tandem Cappellam, et pro tempore esistente Rectore, sive Cappellanum
Procuratores irrevocabiles et cum juramento, ut infra prestito, ut in rem
propriam a dictis juribus, et actionibus ut supra cessis, utendum, fruendum, et
expetiendum in judiciis, et etiam contra quascumque Personas, Communitates,
Collegia, et Universitates, et illis libere facies, et disponens pro quilibet de rebus similibus facere, et
disponete potest. Hanc autem concessione, donatione, et datatione fecerunt, et
facere dixerunt etiam, causis prenarratis, et cum infrascriptis
declarationibus, et reservationibus videlicet, quod dicta Cappella debeat in
omnino infratres menses computandos a
die impositionis, et venditionis supra dictus Census pre dictum Dominum
Episcopum, sive eius spiritualibus Generales Vicarius, quatenus tamen ius, et
facultate ad id habent, in dicta Ecclesia Betae Mariae Conceptionis sub
invocatione Beatae Marie Assumpte erigi, et institui pro uno illius Rectore,
qui ibi in perpetuam tres Missas singulis hebdonadis in refrigerium Anime
supradicta quondam Hipolite celebrare, et pro vivis, et defunctis preces
Altissimo fundere teneatur. Item quod jus Patronatus, et presentandi
Cappellanum sive Rectore ad dictam Cappellam tam a prima ipsias eretione, quod
per obitu, vel resignatione, permutatione, vel quamcumque aliam dimissione pro
tempore illam obtinentes, vel alias quomodolibet vecatione ipsis Illustrissimi
Domini Fratribus quoad vixerint, et deinde pro tempore esistenti Duci Sermonete
in perpetuum reservatum, et concessum sit, et per dictum Reverendissimum
Dominum Episcopum in dicta eretione, et istitutione decernatur, et declaretur
dictus Jus Patronatus, et presentandi Laicorum tantum, et nobilium, et ex meris
Laicalibus, et non mixta fundatione, et dotatione competere, naturam habere, ac
vim, et robur optinere, declarantes, et volentes, quod si dicta Cappella aliter
quas, ut promissum est, erigeretur tunc, et eo casu presens dotatio, et donatio
sit ipso jure, et ipso facto ac esse censeatur nulla, et invalida, nihilique
operetur perinde ac si facta non fuisset, quia sic, et non alias, nec alio modo
dotare, applicare, et donare voluerunt, et declararunt, amplius etiam nunc per
dictum quondam(…)quando dicta Cappella ut preferetur erecta,
et instituta erit, ne ob diuturnas illius vacatione aliquod in spiritualibus,
et temporalibus detrimentum patiat, confissi de prabatione, scientia, vita, et
moribus Reverendus Dominus Horatii Organtini Presbiteri Terracinensis diocesis
Canonici Ecclesiae(…)eundem Revendus Dominus Horatius hinc
absente, tamquam possente ad dictam Cappellam sic erigents, et dotatam in
Rectorem, sive Cappellanum erigerunt, et nominarunt, ipsumque sic electus, et
nominatum suporadicto Reverendissimo Episcopo Terracinensnis omni meliori modo,
jure, causa, et forma quibus magis, et meliori de jure fieri potuti, et debuit,
instituens, presentarunt, et presentari mandarunt, rogantes propterea dictum
Reverendissimus Dominus Episcopus ut eondem Domino Horatio ad predicta
Cappelam, seu Cappellaniam regenda, gubernandam, et illi inserviens habilem, et
idoneus repertus instituat, illamque ei ad tandem eorum electione, et presentatione
conferat, et providet, et illis semper salvis promiserunt dotatione,
applicatione, concessione, et donatione prefatas semper, et omni tempore habere
ratas, gratas, validas, et firmas
illasque non revocare, nec revocari facere, nec contra illas quicunque
facere, dicere, opponete, vel venire directe, vel indirecte sub quovis
pretextu, aut quesito colore, aliasque fuisse, et esse, ac sempre foras bonas,
validas, ac bene, et legittime factas, et tanquam tales semper, et perpetuo
mantenere, et difendere, sibique ferisse, quidquam facturos esse, ne ullo
unquam tempore facto apparebit in preiudicium dicte Cappelle, et eius pro
tempore existens Rectores, vel presentis contractus, vel contentorum in eo,
alis in quocumque casu teneri voluerunt erga dictas Cappellas, et eius Rectores
quoscumque ne dum promisiorum omnium, et singulorum manutenzione, et
defentione, et observatione, verum etiam ad omnia damna, expensas, et interesse
per dictos per Cappellam, et eius pro tempore Rectores, sive Cappellanum
occasione premissiorum petienda, sustinenda, et incurrenda, quibus quidam damni,
expensis, et interesse stare, et credere voluerunt soli, et semplici verbo cum
juramento damnum passi, absque honere alterius desuper facendo probationis. Pro
quibus, omnibus et singulis premissis, ita ut supra firmiter, et inviolabiliter
observandis se ipsos, heorumque heredes, et successores quoscumque, ac contra
omnia, et singola mobilia, et immobilia, sequemoventia preferita, et futura
ubique existentia in forma Camere Apostolice cum clausulis suis
preterquamcumque constitutione respective obligarunt, et hypothecarunt, et pro
majori prefatorum robore mediante juramento ut infra prestito renunciarunt
cuicumque appellationi, raclamationi, et recursu per eos vel alique contra
predicta, vel eorum aliqua ullo umquam tempore sub quovis pretextu, vel causa coram
quocumque Judice, Tribunali, vel Magistratu forsam haberi, et respective
interponens, itaque appellatione, et recursu huismodi non obstans vis,
effectus, et executio presentis. In strumenti, et contentorum in eo sospendi,
impediri, aut quoquo modo retardari non possit, sed debite executioni demandari
debeat, et ita tactis per dictos Illustrissimos Dominum Henricum Cardinales, et
Cammillus Patriarchas pectoribus more Prelatorum, et per Illustrissimum Dominum
Honoratum Ducem scripturis sacrosantis in manibus mei Notari ad sancta dei
evangelia juraverunt, super quibus omnibus, et singulis premissis petitus fuit
a me Notario publico infrascripto unum, vel plura publicum, seu publica fieri,
et confici Instrumentum, vel Instrumenta. Actum Rome in Palatio eorum solite residentie presentibus ibidem
Magnificis Dominus Riccio Garavino de Brisighello juris utriusque doctore, et Antinio
Ambrosi Clarico Urbinatem diocesis et Virgilio Bruni de Cingolo utriusque Juris
Doctore Testibus ad predicta omnia, et singola habitus, vocatis specialiter
atque rogatis, qui eorum propris manibus sese una cum prefatis Illustrissimis
Dominus Donantibus, de donatoribus modo
infrascripte. Ego Henricus Cardinalis Camerarius dono, et affermo ut supra. Ego
Camillus Patriarcha Alexandrinus dono, et et affermo ut manu propria. Ego
Riccius Gararinus interfui pro teste ut teste ut supra, et rogans subscripsi.
Ego Virgilius Bruno de Cingulo interfuis pro teste ut supra. Ego Antinus
Ambrosius adfui pro teste ut supra illiusque pro tempore esistente Rectore,
sive Cappellano, et eventum approbo Franciscus Belgius. Ego Franciscus Belgius
Curie Causarum Camere Apostolice Notarius de promisis rogatus presens
Instrumenta subscripsi, et publicari requisitus.
Alessandro Lusana
[1] R.A.C., Misc.449/174
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