Legere et scribere
La certezza di apprendere è
data senza dubbio dalla presenza di un’istituzione che ne garantisca la
didascalica sussistenza, ma anche da un governo, che quantunque modico nelle
sue ragionate scelte provveda anche alla
cauta istruzione che riesca a dimidiare l’analfabetismo; esisgenza che in
Italia a differenza di altri paesi europei, ebbe una diretta influenza sulle
abitudini sociali, l’analfabetismo, a dispetto delle nostre straordinarie
patrie lettere, aveva una eccezionale diffusione, ben pochi erano dotati di
capacità letterarie minime, in ogni secolo, quindi poter considerare che in
Sermoneta la volontà specifica dell’allora consiglio abbia optato direttamente per
questa presenza scolastica, resta un assunto davvero rimarchevole, pensando e
risolutamente che la richiesa non venne certo dai sermonetani delle classi
infime, un uomo del Cinquecento che appartenesse a classi sociali modeste, se
non ultime, non era certamente proiettato verso la propria emancipazione
culturale, le singole esigenze erano di altro genere; quindi che la scalta di
un maestro sia stata solo dettata dal desiderio dello stesso consiglio comunale
di poter sensibilizzare i costumi verso gli elementi minimi della conoscenza.
Valutare gli effetti sarebbe alquanto incerto, non credo che si sia
radicalmente diffuso il senso profondo delle Umanae Litterae, ma comunque l’esempio è rimarchevole per un
modesto paese che quantunque ricchissimo di variegate e crescenti storie umane
quanto prettamente artististiche ed urbane, non può essere assunto certamente
come modello della diffusione scolastica ausonica. Una nota certamente
curiosa è quella che emerge da un passo del testo riportato, nel quale quasi si
auspica che la frequentazione scolastica possa raccogliere una varietà di o preti, o seculari che siano, et in questo
anno ch’è condotto admaestrarli, et dar le bone creanze, cominciando prima
tutte l’altre scientie impararsi il timor di Dio, et la sua dottrina, quale è
nominata dottrina Christiana et poi; nulla di rilevante, ma certamente
anomalo che ad un prete debba essere insegnato il timor Dei, ovvero la dottrina di Dio, capisco qualche assenza dal
corso tenuto in Seminario, ma un prete che avesse dovuto imparare la dottrina
da un maetsro di scuola forse no fu veracemente vocato; ma oltre il celio,
questa nota riportata attesta che anche fra coloro che in effetti avrebbero
dovuto, per il tempo del documento, rappresentare il baluardo della cultura, in
effetti erano assai epidermici e molto approssimativi, forse, anzi certamente
vocati per necessità piuttosto che per spiritualità. Ma talvolta accidenti
spiacevoli distolgono dalle litterae,
per orientarsi sulla praticità fattiva, quindi un caso è documentato dal
Maetsro di scuola Oddo dell’Atti, maestro attivo al medesimo impegno
didascalico chedeve lasciare Sermoneta per raggiungere la sorella[1],
per tale repentina fuoriuscita deve chiedere al Signore di Sermoneta che
certamente lo concesse.
Si fa piena et indubitata fede oggi VI de gennaio 1574
qualmente Camillo Cappone, Antonio de papa, Bonifacio Borzo, et Bonifacio Vari
al presente offitili de Sermoneta per ordine et commissione del Illustrissimo
Signor Bonifacio Caetano Nostro Patrone, si come appare per littere de Sua
Signoria conclusono mastro Ferrante Bresciano maestro di scola in detta Terra
promettendo darli per suo salario per uno ano
scuti quaranta di moneta il letto comodo per dormire dico 40
incominciando l’anno dal primo de Decembre prossimo passato da finisse
similmente al detto tempo nel 74. Et esso mastro sudetto s’obliga insegnar
tutti de la sudetta Terra ch’andando in detta scola tanto fanciulli come
grandi, o preti, o seculari che siano, et in questo anno ch’è condotto
admaestrarli, et dar le bone creanze, cominciando prima tutte l’altre scientie
impararsi il timor di Dio, et la sua dottrina, quale è nominata dottrina
Christiana et poi l’altre virtù de mano in mano secondo il scolare harra di
bisogno, ciò, imparato de leggere, de scrivere, de grammatica et tutte che
complete l’Humanità. Et In Fede del vero Io Francesco Quatrasso Cancelliero di
la sudetta Terra ho fatta la presente a dì mese et anno come di sopra quale
tanto di sopra nominati Signori officiali come esso maestro sudetto vogliono
habbia qual rigore che si suol dare a qualsiasi instromento fatto per publico
Notario corroborato ed tutte solite clausule, et per più testimonianze che
vengosi sotto scrivando, et così si sono convenuti, et obligati. Io Camillo
Cappone notari ed firmo quanto sopra. Io Francecso Quatrasso Concelliero. Di signori Officiali vogliono che tutti quelli ch’anderando
alla detta scola o grandi o piccoli, o preti, o seculari che siano di qualunche
stato et conditione portino al detto maestro le legna et il pane, non facendo
però escusati quelli che non si vogliono scaldare per non portarle legna ch’o,
il pane secondo el solito et costume antiquo de la Terra de Sermoneta. Illustrissimo et Eccellentissimo Signore e Padrone mio Colentissimo.
Missere Oddo dell’Atti Mastro di scola di sermoneta ha dimandata licenza per occasione di certi travagli
scussandoli per la morte di una sua sorella; Per tanto in questo particolare Noi non l’havemo resoluto à cosa
acuna senza ordine di Vostra Eccellenza Illustrissima alla quale gli rimettemo
il tutto, et per fine le bagiamo umilmente le mano, et Dio Nostro Signore li
conceda ogni felicità da Sermoneta li 25 di Agosto 1588.
Maestro di Scuola.
Die 21 Maggio 1705. Coram …Si propone anco alle Signorie
vostre, come ritrovandosi questo Pubblico senza Maestro di Scuola per la qual
causa li Giovini di questo Loco marciscono nell’ozio tiranno della virtù, et
Padre de vizi, et restano privi di apprender quelle virtù, che sono tanto
necessarie ad esser formale dell’homo, come anco di sapere d e privilegi, come
anco di saper li principi et fondamenti della nostra Cattolica Fede, senza la
di cui notizia non possiamo slavarci, et male educati crescono nell’età, et
assieme nelli vitii, et però starei bene, per ovviare simili disordini di
mettere un Maestro di Scuola, ma però Forestiere, et che sii di buone qualità,
et intelligenza, con la provisione di scudi cinquenne l’anno da pagarsi dalla
nostra Comunità, però risolvano se vogliono accettarlo, et datisi pallolis
albis, et nigris, albe denotanti inclusive, et nigre exclusive, et votans per vota secreta,
reperte fuerunt indecim albe, et una nigra, et sic conlusum fuit.
Alessandro Lusana
Comments
Post a Comment