Beccaria speculativo
Leggendo
il celebre Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria, in effetti ritrovo alcune puntualizzazioni che sono
straordinariamente poco corrette e poco educate, almeno oggi le giudicheremmo,
ufficialmente quanto retoricamente, così, ma lo storico Beccaria, in effetti,
vede alla realtà con particolare attenzione e constata alcuni dati meramente
umani che lo rendono prettamente analitico; quando afferma una verità
comportamentale umana, qualcuno direbbe troppo umana, in cui esplica che ciò
che chiediamo agli altri purché non lo si debba fare noi, adducendo motivi che
risultano validi solo a noi stessi e considerando queste adesioni come
opportune e sensate, ma non credendo minimamente a ciò che si afferma, e
cercando un giusta ragione che suffraghi le nostre motivazioni, anche
appellandoci ad altri che forse sono assai consensuali con il nostro giudizio,
quindi come sentenziò, nelle sue Massime,
con sarcasmo davvero esemplare La Rochefoucauld, consideriamo persone di buon senso tutti coloro che la pensano come noi; in
effetti Beccaria dice una verità che oggi risulterebbe scomoda, comunque
afferma: Nessuno uomo ha fatto il dono
graito(gratuito) di parte della
propria libertà in vista del ben pubblico: questa chimera non esiste che né romanzi:
se fosse possibile, ciascuno di noi vorrebbe, che i patti che legano gli altri,
non ci legassero: ogni uomo si fa centro di tutte le combinazioni del globo…In
effetti è davvero impietoso affermare verità così scomode per il ben pensare
comune, ma ancora impietoso quando specula, con il cesello, e osserva con
sedula attenzione la volontà umana di non seguire quanto affermato: Dico sensibili motivi, perché l’esperienza
ha fatto vedere, che la moltitudine non adotta stabili principi di condotta, né
si allontana da qual principio universale di dissoluzione che all’universo
fisico e morale si osserva, se non con motivi che immediatamente percuotono i
sensi, e che di continuo si affacciano alla mente per contrabilanciare le forti
impressioni delle passioni parziali, che si oppongono al bene universale; né
l’eloquenza, né le declamazioni, nemmeno le più sublimi verità sono bastate a
frenare per lungo tempo le passioni eccitate dalle vive percosse degli oggetti
presenti. In effetti non possiamo contraddirlo, quando si è soggetti a
desiderare qualcosa, o qualcuno, cerchiamo di raggiungerlo in qualsiasi modo,
quindi la legge serve solo a cominare la punizione in caso di mancanza di
rispetto di queste regole, le passioni predominano entusiastiche sulla ragione,
secondo anche la Critica del giudizio
di Kant: l’entusiasmo è quel momento in
cui lo spirito prevale sull’intelletto. Riguardo alla funzione giudiziale
che viene garantita solo dalle leggi e dall’applicazione di queste, un passo è importante
perché resta il senso profondo della storia umana, quantunque sempre ignorato
come fattore ma qui raccolto in un passo: I
giudici non hanno ricevuto le leggi dagli antichi come una tradizione domestica
ed un testamento che non lasciasse ai posteri che la cura d’ubbidire, ma le
ricevono dalla vivente società, o dal sovrano rappresentatore di essa come
legittimo depositario della volontà di tutti…Questo passo conserva la
matrice autentica di cosa sia in effetti il divenire storico; la legge resta un
dato che può rapportarsi direttamente alla volontà mai esplicita ma sempre
presente e costante di fenomenologie umane, raccolte all’interno di un contesto
societario, ossia una legge è la documentazione finale di una moralità
implicita ed endemica, interna ad una società che ingiunge tacitamente, sebbene
non sempre, la constatazione di un costume assodato. Il sovrano, come
rappresentante, credo che sia un dettato ripreso da Stefano Giunio Bruto ossia
del Vindicta contra tyrannos in cui,
a dispetto del titolo, vedeva il sovrano come il rappresentante di una volontà
maggiore come quella popolare.
Alessandro
Lusana
Speculative
Beccaria
While I am reading
famous Around crime and pain of
Cesare Beccaria, Italian writer, and I find few clarification today considered
rude, at least we considerer it so alone according to rhetorical judge, but
historical Beccaria sees reality with very attention, and describes human
behaviour that become him very analytic; when he describes a human behaviour,
somebody speaks too human, which wills that we ask other we wont make, for
valid motives alone for us, and we considerer these motive as judicious, but we
don’t believe that we talk, and searching a motive and call other who can hold
our motive, therefore according to saying of
La Rochefouchauld: we considerer
person with commosense who think as us. Beccaria in fact talks a truth
today very hide: Any body has made gift
gratuitous of his liberty for common wealth, this illusion is present alone at
romance: is can everyone will that pacts which employ other not us it, and
every man fill self as centre of world…This truth is very pitiless, to
common think, to talk this concept, but is still pitiless when he see and
observes precisely the human will that not follows it talked, Beccaria speaks: I tell sensible motive, because experience
has manifest that everyone not adopt principle behaviour, and not is distant
from principle of dissolution present in the moral and physical universe, is
are motive which beat senses, and ever are at mind, for counterbalance strong
impression of share passion, which are against to commonwealth; neither
eloquence neither declaration and sublime truth have restrained the passions
excited by present object.We cant contradict, in fact if we will something
we try achievement it; therefore law punish alone lake respect to rule,
passions are dominant up mind, according to Critic
of judge of Kant. Around the judge which guarantees by law, an important
step because attest deep sense of human history: judge has law from a society, or from king who represented it as
legitimate depositary of will everyone…This step keep original sense of
historical become: law is a date which one can reportable to will, never clear,
but present and constant always for human phenomenology, concentrated in human
system, which order a established costume. King , as represent, I think that is
a concept took from Stephan Junius Brutus, this is Vindicta contra tyrannos, book which, spite title, describes alone
representation which king must to have according to people.
Alessandro Lusana
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