Lemmi senesi
Simone nella sua bottega guardava talvolta un vecchio
orologio regalatogli da un committente che non aveva potuto saldare
compiutamente la tavola commissionata; lo guardava con un certa insistenza e
cercava talvolta di riportare alla memoria l’orario che era stato stabilito con
l’ospite; seduto sullo sgabello talvolta si girava intorno verso la porta per
scorgere la figura dell’ospite; fin quando terminata una parte della figura che
stava dipingendo chiamò un suo allievo: Claudio,
Claudio, vieni qui subito; ingiunse con voce alquanto infastidita e
risoluta, un allievo di diciassette anni si avvicinò e chiese cosa desiderasse:
dite maestro, sono pronto; Simone non
lo guardò e fissando con lo sguardo la porta, continuò: finisci tu questo incendio di città, devo assentarmi per qualche tempo;
il giovane eccitato all’idea di poter continuare un’opera del maestro, prese
delicatamente il pennello e si sedette sullo sgabello guardando subito cosa
doveva aggiungere alla figura del maestro. Simone intanto era uscito dalla
bottega e, con lo sguardo, cercava l’ospite, fin quando un prelato con abito
talare del capitolo ecclesiastico cittadino, con un giovane vicino che lo
seguiva dietro, disse: eccomi maestro,
eccomi, perdonate l’ora ma la nona messa impegna, e le confessioni non sono da
meno; quindi mercé. Simone fu visibilmente soddisfatto della sua presenza,
e infatti s’inginocchiò davanti al prelato baciando l’anello: grazie per la vostra venuta Don Cesare,
temevo che voi aveste dimenticato. Il prelato allora: la vita del miglior pittore bolognese dei nostri tempi non posso
certamente dimenticare di scriverla, purché sia esatta e veritiera. Simone
allora quasi meravigliato rispose ironizzando: è vera la vita come la pittura, che racconta sempre quanto non sia
accaduto. Don Cesare allora accennò un sorriso e invitò Simone a recarsi in
un osteria prossima alla bottega per bere un bicchiere di vino e cominciare la
narrazione. I due si sedettero ad un tavolo nell’osteria, e Simone che
conosceva bene l’oste lo chiamò: oste
della malora dove hai nascosto il vino buono dell’anno scorso?; l’oste che
fingeva di ignorare Simone si avvicinò al tavolo e porto l’inchino a Don Cesare
chiese: perdonate Eminenza ma come mai
voi vi mischiate con certi relitti di imbrattatele non paganti il vino?;
Cesare compresa l’ironia della domanda, non rispose, quindi l’oste rivolgendosi
ad Simone : senti, cosa ti porto?;
Simone allora: il migliore che tu abbia,
ossia il meglio del peggio, e sbrigati. L’oste quindi si avviò verso la
cantina e intanto ascoltava qualche richiesta di altri clienti. Don Caesare
allora accennò al giovane di prendere un foglio e la penna che portava con sé,
quindi steso il foglio sul tavolo chiese:
da dove cominciamo maestro?; Simone allora raccogliendo le idee, cominciò
la sua narrazione e dettò a Cesare: SIMONE
SENESE Pittore Felicissimi si possono dir gli artefici che, oltra l’eccellenza
dell’arte loro, sono il più delle volte accompagnati dalla natura di gentilezza
e di bonissimi costumi. Ma più felici ancora si possono chiamare quando,
nascendo al tempo di qualche dotto o raro poeta, gli diventano amici, perché,
oltra il dolce e virtuoso trattenimento della pratica loro, nel fargli un
picciol ritratto od altra qualsivoglia cosa dell’arte, spesso poi ne ritraggono
scritti del loro purgato et eterno inchiostro, in lode delle eccellenti pitture
loro, le quali divengono eterne dove erano prima mortali. Laonde, fin che durano
gli scritti loro, essi medesimamente in venerazione et in pregio si conservano.
Perché le pitture, che sono in superficie et in campo di colore, non possono
avere quella eternità
che danno i getti di
bronzo e le cose di marmo allo scultore. Le quali, ancora che tacciano recano
per la loro eccellenza e meraviglia e stupore ad ogni persona intelligente in
tale
arte. Fu adunche
quella di Simone grandissima ventura, oltra la sua virtù, venire al tempo di
Messer Francesco Petrarca, et abbattersi in Avignone alla corte, dove trovò
questo amorosissimo poeta desideroso di avere la immagine di madonna Laura
ritratta con bella grazia dalle dotte mani di maestro Simone. Perché, avendola
poi come desiderava, ne fece memoria ne’ due sonetti, l’uno de i quali
comincia: Per mirar Policleto a prova fiso Con gli altri che ebbero fama di
quell’arte, e l’altro: Quando giunse a Simon l’alto concetto Ch’a mio nome gli
pose in man lo stile. Et invero questi sonetti hanno dato più fama alla povera
vita di maestro Simone che quanti pagamenti gli furono mai fatti per le sue
opere e per le sue virtù, perché questi si consumano tosto, e quella, mentre
gli scritti vivono, vive anch’ella con esso loro. Era maestro Simon Memmi sanese
singolare maestro e bonissimo dipintore e molto stimatoda i prelati in quel
tempo. E questo nacque perché, dopo la morte di Giotto maestro suo, avendolo
seguito a Roma quando dipinse la nave del musaico e l’altre sue cose, Simone, contraffacendo
la maniera di Giotto, fece una Vergine Maria nel portico di San Pietro, et
un San
Pietro e San Paulo in quel luogo, vicino dov’è la pina di bronzo, in un muro
fra gli archi del portico dalla banda di fuori, e vi ritrasse un sagrestano di
San Pietro che accende alcune lampade a dette sue figure. La quale opera fu del
continuo tenuta molto bella dai cortigiani e da chi conobbe Simone. Ora stando
la corte in Avignone per li comodi e per le voglie di papa Giovanni XXII,
Simone fu fatto venire in quel luogo con grandissima istanza, dove lavorando
molte pitture in fresco et in tavola, ne riportò lode infinita insieme con
grandissima utilità. E ritornato in Siena sua patria, vi fu molto stimato, nascendo
questo primieramente dagli eccellenti opere sue, e dal favore che aveva ricevuto
appresso tanti signori nella corte del papa. Onde, dalla Signoria di Siena, gli
fu dato a dipingere nel palazzo loro, in una sala, una Vergine Maria con molte
figure attorno, la quale, finita che fu, venne in grandissimo nome fra gli
artefici di quella città. Et avendola lavorata in fresco, volse ancora mostrare
ai senesi ch’egli era valentissimo maestro nella tempera. E perciò, dipingendo
una tavola in detto palazzo, fu cagione di avere a fare nel duomo di Siena due
bellissime tavole, e sopra la porta dell’opera del duomo una Nostra Donna co ’l
Fanciullo in collo, in attitudine garbatissima e bella, dove è uno stendardo sostenuto
in aria da alcuni angeli che volano e guardano allo ’ngiù certi santi, i quali intorno
alla Nostra Donna fanno bellissimo componimento et ornamento grande. Costui fu
condotto dal generale di Santo Agostino in Fiorenza dove, lavorando il capitolo
di Santo Spirito, mostrò invenzione e giudizio mirabile nelle figure e ne i
cavalli fatti da lui, come in quel luogo ne fa fede la istoria della Passione
di Cristo, nella quale si vedono ingegnosamente tutte le cose lavorate da lui
esser lavorate con discrezione e con bellissima grazia. Si vedono i ladroni in
croce rendere il fiato, e l’anima del buono esser portata in cielo con
allegrezza da gli angeli, e l’altra con alcuni diavoli con l’ali andar tutta
rabuffata a la ingiù, a ’l tormento dell’inferno. E si può dire che bellissima avvertenza
mostrasse Simone in questa opera, figurando il pianto de gli angeli intorno al Crocifisso,
il quale espresse con attitudini amarissime. Ma non è cosa che dia maggior
contentezza
che ’l vedere quegli spiriti che fendono l’aria con le spalle
visibilissimamente, e quasi girando sostengono il moto del volar loro. Ma
farebbono molto maggior fede de la eccellenza di Simone, se il tempo non avesse
tolto via la bontà di questa opera, lodatissima e bella. Costui lavorò tre
facciate nel capitolo di Santa Maria Novella. Nella prima, che è sopra la porta
donde vi si entra, fece la vita di San Domenico, et in quella che segue verso
la chiesa, figurò la Religione di San Domenico pure combattente contra gli
eretici, figurati per lupi che assalgono le pecore, ma da molti cani pezzati di
bianco e di nero, sono ributtati, cacciati e morti. Fecevi ancora certi eretici
i quali convinti nelle dispute stracciano i libri e pentiti si confessano, e
così passano le anime a la porta del Paradiso, nel quale sono molte figurine
che fanno diverse cose. In cielo si vede la gloria dei santi et Gesù Cristo, e
nel mondo qua giù rimangono i piaceri e’ diletti vani in figure che seggono, e
massime donne. Tra le quali è madonna Laura del Petrarca, vestita di verde, con
una piccola fiammetta di fuoco tra il petto e la gola, et è ritratta di
naturale. Vi è ancora la chiesa di Cristo et, a la guardia di quella, il papa,
lo imperatore, i re, i cardinali, i vescovi e tutti i principi cristiani; e tra
essi, a canto ad un cavaliere di Rodi, messer Francesco Petrarca, ritratto pure
di naturale. Il che fece Simone per rinfrescare nelle opere sue la fama di chi
lo aveva fatto immortale. Per la Chiesa Universale fece la chiesa di Santa
Maria del Fiore di Firenze, non come ella sta oggi, ma come secondo il
disegno suo egli avrebbe
voluto farla. Nella terza facciata, che è quella dello altare, fece la Passione
di Cristo che esce di Gerusalemme, e con la croce su la spalla se ne va al
monte
Calvario, e con esso un popolo
grandissimo che lo accompagna. Appresso, lo essere
levato in croce nel mezzo dei ladroni,
con tutte le altre appartenenze di questa istoria.
Nella quale sono cavalli e diverse
cose molto considerate per la invenzione.Vi è ancora
lo spogliare il Limbo dei Santi
Padri, con avvertimenti non da maestro di quella età, ma
da moderno e
considerato. Con ciò sia che pigliando tutte le facce con diligentissima
osservazione fa in
ciascuna di quelle diverse istorie su per un monte e non divide con
ornamenti tra storia
e storia, come hanno usato di fare i vecchi, e con essi molti moderni,
che fanno la terra
sopra l’aria quattro o cinque volte, come è la cappella maggiore di
questa medesima chiesa
et il Campo Santo di Pisa. Lavorò con Simone in questa opera Lippo Memmi suo
fratello, il quale, se ben non era in questa arte quale fu lo eccellente
Simone, seguitò nondimeno quanto più poté la maniera del fratello, e tenendogli
compagnia, fecero molte cose a fresco in Santa Croce
in
Fiorenza, et in Pisa ai frati predicatori di Santa Caterina la tavola dello
altar maggiore, et in San Paulo a Ripa d’Arno in fresco figure e storie
bellissime. Et a Siena tornati, cominciò Simone una opera colorita grandissima
sopra il portone di Camollia, dentro la Coronazione di Nostra Donna con
infinite figure, la quale, sopravenendogli una
grandissima
infermità, rimase imperfetta… Cesare guardò fuori della finestra dell’osteria e
vide che era il tramonto, quindi guardò il giovane che lo accompagnava, e disse
a Simone: maestro continueremo in altra
giornata, spero che Dio vi conservi. Uscì dall’osteria mentre Simone restò
lì a pensare a quando sarebbe stato il resto del racconto.
Alessandro Lusana
World of Siena
Simon, in his store, seen sometime a
old watch gift of customer who can’t bought the picture; he often seen the
watch, and tried of to remember hours fixed with guest; he sat on a stool, and
he turned often for to see the figure of guest, until he ended share of figure
which he are painting, he called a his pupil; Claude, Claude, come soon here; he talked with angry voice,
therefore a boy seventh teen old approach and answered what will: tell magister, I am ready; Simon done
not seen him, but he talked: ended this
fire of city, I must leave for sometime; young very happy for this task,
taken delicately brush and sat on the stool and he soon seen what he must add
to figure of magister. Simon meanwhile
gone out store and, with glance he searched guest until a ecclesiastic
of local government of church with a boy behind follows him, talked: here I am master, here I am, excuse delay,
but mass and confession pawn, therefore excuse me. Simon was very happy for
presence of guest, in fact kneel in front of ecclesiastic and kisses ring: thank you for your arrival, father Caesar, I
fair that you forgotten this meet. Therefore ecclesiastic told: life of better painter of Bologna on the our
time, I can’t certainly of write it, provided is exact and truth. Simon so
astonished answered with irony: life is
truth than painting, which tells always what is happened. Father Caesar
made a smile so and invited Simon to a tavern very tavern for drink wine, and
beginning write of life Simon’s. Both Simon and Caesar sat in the tavern, and
Simon called host, who very well knows: damned
host here you have hide better wine of year then?; host pretend of to
ignore Simon, and approach to table and bow to Caesar answered: please eminence, but you mixt with forlorn of
small painter who don’t buy wine?; Caesar understand irony of ask, doesn’t
answer, therefore host to Simon: do you
know what I bring to you, now?; Simon answer: better than you have, this is better of worse. Host went to cellar
and meanwhile listened some ask of customer, Caesar ask to young of take a
sheet, pen and inkpot that he brings, Caesar lays sheet on the table; where we beginning master?; Simon taken
ideas, and beginning his narration, and told to Caesar: Simon of Siena, painter happiest are that, that further the excellence
of his art, are accompanied with nature and kind and costume very well. But
much happies are called painter who born on time of rare poet, and become
friends, because further party of their practice, they are doing small
portrayed or other thing of art, often portrays writes on the their painting,
which become eternal when was mortal before. Until his writes last, they same
for veneration and for esteem kept.
Because the paintings, which are on the surface and on colours camp, haven’t
eternity that bronze and sculpture give, which although be silent give for
their excellence and astonishing to intelligent everybody for so art. Was of
Simon bigger adventure, further his virtue, born on time of Francesco Petrarca,
and arrived to court of Avignon, where found this lover poet who will a portray
of Laura portrayed by Simon with very nice. Because he has as he will,
Francesco made two sonnets; the first beginning “For to see Policleto, to prove
with other who had fame on the art…”and other: When arrived to Simon high concept,
which for my name gives the style to him”. Truth these sonnets have much fame
to poor life of master Simon than buy was made to him for his painting and for
his virtues, because that are used up soon and that, while writes live, she
lives with him. Was master Simon Memmi of Siena, singular master and very well
painter and much estimated by ecclesiastics on that time. This was possible
because after die of Giotto his master, and followed Giotto same to Rome when
paintings the mosaic in the Vatican and other, then Simon counterfeited style
of Giotto, he made a Virgin Mary on the porch of Saint Peter, a Saint Peter and
Saint Paul in that place, next to fircone of bronze, on the wall between arches of porch, and portrayed a sacristan of
Saint Peter who light few lamps. These painting was considered very nice by
courtiers and by everybody who known Simon. The court was in Avignon for will
of pope John XXII, Simon will to Avignon with great ask, where he is working
much painting, for these was prided. Returned to Siena, his town, he has much
estimated for his paintings, and for favours that he had by much members of
pope court. From seigniory of Siena commissionated a Virgin Mary with much
figures around, and when ended, had very fame between painters of Siena. Simon
paintings, he will shows that he was well with tempera. So painting a table in
this palace, this reason for a commission in the cathedral of Siena two tables,
and on door of cathedral he paintings a Virgin with baby very nice, where is a
banner hold from few angels who fly and see down few saints, who around to our
Woman made nice composition and great ornament. Simon goes to General Saint
Augustin in Florence, where he while made in the church he shows creativity and
admirable judgement for the figures and for horses, as shows the passion of
Christ, which he shows great intelligence everything made with very grace. Are
thieves on the cross who die, and soul of god brought to paradise from angels,
and other with few devils with wings brought down to evil. We can tell that
Simon shows very competence, for cry of angels around Christ. But this isn’t
greater made that give joy that to see
spirits who pass in the air with shoulder very manifest, and turn hold movement
of their fly. But would be great faith of skill Simon’s, if time doesn’t take
out the well of this painting, praise and very nice. Simon worked three face on
the capitol of Saint Mary Novella. On the first is on the door one go in, he
made life of Saint Dominic, and on that follows forwards church, he painting a
Religion of Saint Dominic who fight against heretics, painting as wolfs which
attack sheep, but from much dogs white and blacks killed. He made too heretics
who tear book but repentant confess, and so souls pass to door of Paradise,
where are much figures. In the sky one see glory of Saint and Christ, and on
the world are the pleasure and delight on the figures who sit. Between woman is
Laura of Petrarca, with green cloth, with a small fire between breast and
throat. Church of Christ and, to guard, pope, emperor, kings, cardinals,
bishops and the Christian princes, and between they, n close to chevalier of
Rodi, Francesco Petrarca. Simon made it for renew on the his paintings fame of
poet who had become immortal. For the Universal Church made church of Saint
Mary of Bloom in Florence, according to his drawing, this is as he would have
made. In the third face, that of altar, he made passion of Christ, when exit
from Jerusalem, and with the cross on the shoulder he goes to mountain Calvary,
and with great people follows him, and then be raised on the cross between
thieves. With horses and much thing considerate for invention. Still strep the
Limbo of Saint Fathers with warning worthy of a modern master. That is taking
every face diligent observation that he made for every histories and he doesn’t
division with ornaments between histories, as the old painters, and moderns too,
who made world on the air for or five time, as is major Chapel in this church
and the Cemetery of Pisa. Made in this painting Lippo Memmi too, his brother,
who, although he isn’t in this art as excellence Simon, he follows the manner
of his brother, and with him made much painting in Saint Cross in Florence, and
in Pisa to preacher monks of saint Catherine as the table of major altar, and
in church of Saint Paul to Ripa d’Arno. Return to Siena beginning Simon a
painting with colours very great on the door of Camollia with Coronation of
Virgin and much other figures, but incomplete for his uneasiness… Caesar
seen for the window of tavern and seen that dark was present, therefore seen
boy and told to Simon: master we pursuing
in other day, I hope that good hold you. Caesar go away from tavern while
Simon remain there to think when would be other time, for rest of narration.
Alessandro Lusana
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