Panem et calcem
Artigiani ed artigiane all’opera
Il vicolo interno che collega
l’attuale Piazza del Popolo, centrale a differenza dei secoli passati, con il
secondo quartire sorto nell’urbanistica sermonetana, ossia quello della Torre
Nuova, dalla torre eretta intorno al 1451, che per l’assetto cittadino del XV
secolo, risultava di nuova erezione rispetto alle altre già esistenti, dovette
subire interventi di pianificazione che ne agevolassero il raggiungimento, e
certamente non solo agli appiedati cittadini, ma forse ai carri e animali, di
singole abitazioni e centri di guardia come l’attuale Bastione del Castriotto,
che definisce il termine urbanistico del quartiere; quindi l’ampliamento della
stradina interna era fondante; ma anche qui bisogna notare che la data, 1785, è
un dato assai significativo che suggerisce qualche valutazione al riguardo;
l’età di tale pianificazione, tarda rispetto alla sussistenza e notificazione
documentaria della nascita del quartiere stesso, 1451, agevola serie
considerazioni su di un probabile inediamento abitativo che venne, gradualmente
nei secoli, a raccogliersi intorno al quartiere; ad esempio sappiamo che
l’attuale caserma dei Carabinieri, intorno agli anni dell’intervento descritto
dopo, era il dormitorio per i frati Cappuccini che erano tornati in Sermoneta,
quindi probabilmente l’addensarsi di abitazioni per diversi servizi potrebbe
aver comportato la pianificazione e l’apertura di una strada secondaria che,
poi, divenne primaria. Ma il quartiere precitato era certamente assai
considerato, sia per l’imponente struttura difensiva databile al 1546, del
Castriotto precitato, sia per la definizione difensiva che svolsero le mura erette
durante il 1448, conclusasi, almeno per il quartiere in questione, con la Torre
descritta, che vide la coopresenza di molteplici artigiani qui citati solo
assai parzialmente, che vi lavorarono con retta efficacia allo scavo dei
fossati ovvero fondamenta delle stesse mura, quindi una presenza artigianle che
conforta sia per l’opera svolta, dato l’odierno segno storicamente materiale,
sia per la presenza altrettanto materiale della documentazione che comporta una
conoscenza assai maggiore rispetto al Quattrocento sermonetano. Ma non mancano,
da quanto risulta, interventi posteriori che migliorino ulteriormente le
condizioni degli accessi, quindi la Porta del Pozzo, oggi l’entrata principale
del paese conserva ancora la sua rilevanza, visto l’intervento deciso nel
consiglio comunale, il che palesa una netta sensibilità, certamente detatta da
motivi pragmatici più che culturali, ovvero estetici, che però oggi ci permette
di valutare quale potesse essere l’assetto di Sermoneta. Dato, ancor meglio
emergente, dal consiglio comunale, del 1709, qui riportato,
che attesta l’apertura di uno spazio antistante la Porta del Pozzo e che
possiamo immaginare sia la formazione originaria dell’attuale Porta. Inoltre
l’intervento sulle campane della cattedrale sono un’altra nota, in effetti un
primo intervento lo abbiamo durante il 1492, con un certo mastro Antonio da
Bergamo che lì lavora con suoi garzoni; quindi una continuità artigianale nella
storia sermonetana, che porta gradualmente ad acquisire informazioni utili per
ricreare vicende assai ignorate, che qui forniscono un quadro assai rilevante
per un contesto umano che viveva anche di queste piccole commissioni. Inoltre una
personale soddisfazione è quella della pubblicazione del documento inerente
alla statua di San Giuseppe, che finalmente traduce qualche notazione su di una
statua, oggi nella versione ottocentesca, ma già presente nel secondo Seicento,
oltre il culto del santo che certamente, oltre la normale affezione dei fedeli,
era divenuto il Santo Patrono di Sermoneta.Lista delle Opere per spianare la strada alla Torrenova, e cavar sassi per la porzione che spetta alla Comunità, con la licenza della Sacra Congregazione.
Giovedì 7 Aprile 1785-Omini tre, Muratore, Donne sei; Venerdì 8 detto Omini quattro mezza giornata, Muratore, Donne quattordici, Sabbato 9 detto Omini sei, Muratore, Donne venti…Venerdì 15 detto Omini tre, Muratore, Polvere per le mine due, Al Ferraro per accomodar de ferri…
Fossa fatta alle Fortificazioni nella Torrenova[1].
In Nome di Dio Anno 1448 nel giorno penultimo di Giugno. Previdenti, e discreti uomini Leonrado di Giacobbe, e Giovanni di Angelo Caccabari, il Visitatori e Sindaci della Terra di Sermoneta, eletti, ed assunti, per eseguire l’ufficio per dodici Consiglieri, principali Ufficiali della detta Terra, secondo il consueto costume, in nome del ruolo di Sindacato, e per parte di tutti gli uomini e singoli di tutta l’Università di Sermoneta la predetta Terra per la quale a rate, e ratealmente promisero spontaneamente da una parte, non con Maestro Giovanni(…)di Castro Ripi, che abita nella città di Napoli, come asserisce di se proprio e dei soci che promise di condurre da altra stipulazione i Fossati, ovvero valli che deve fare con Dio oltre la detta Terra di Sermoneta, nella contrada della Torricella Torre nuova, per munire, e con buone cautele della detta terra dalle offese dei nemici, dal beneplacito e la volontà del magnifico ed Eccellente Signore Don Onorato Gaetani signore di detta Terra, e il primo maestro Pietro Perrerio di sua sponte promise al predetto Leonardo et a Giovanni Vistaleri, e ai Sindaci della predetta Terra, et agli stessi Uomini e all’Università predetta fra lo spazio di otto mesi cominciando fra 15 giorni del mese di Luglio per incidere e scavare e completare il loro predetto Fossato misurato in longitudine, latitudine, ed in profondità, per lo stesso maestro Pietro con il detto Magnifico Signore, e Vistaleri ed i Sindaci promisero spontaneamente per l’opera completa per ducati cento di Carolini argentei, dieci Carolini per ogni ducato e non mutare e non preparare ogni ferramenta necessario, ed opportuna per riattare quanti siano gli espedienti ed opportuni espedienti(…)della detta Terra di Sermoneta per tre soluzioni debbano essere in questo modo sia permesso per Arra lo stesso Vistaleri, e i Sindaci saldino i ducati dieci per detto Maestro, e quando dovrà iniziare l’opera assolvere sia tenuto per quaranta ducati e nel compimento della metà della detta opera cinquanta altri ducati e nessuno possa mutare per se Casa con un Cubilo e promise lo stesso Fosso di purgare, evacuare, e purgare. Atto in Sermoneta in Podio della finestra maggiore del Palazzo della Curia del detto Signore presenti nobili, e attento notaio Giovanni Maglieri di Monterotondo Capitano della detta Terra di Sermoneta, Maetsro Giovanni Nemaria, Leonardo di Pietro Gauli(…)Cristoforo(…)Antonio, Giovanni Cola di Sermoneta. Testimoni.
Excavare oportet
In nomine dominis Anno 1448 die penultima Junis. Providi, et
discreti viri Leonardus Jacobi, et Johannes Angeli Caccabarii, a Vistalerij, et
Sindici Terre Sermonete, electi quidam, et assumpti, ad huismodi offiucium
exeguendum per duodecim Consiliarios, principales Officiales dicte Terre, more
solito, Sindicatio nomine, et pro parte hominum omnium et singulorum totius
Universitas pre fate terra pro qua de rato, et rate habens sponte promiserunt
ex una parte, nec non Magister Petrus Johannis…de Castro Ripi, habitator autem
civitatis Neapolis, ut asseruit se pro ipso et sotii eius pre conducendi
promisit ex altera super fissione cuisdam Fossi, seu Valli perficiendi cum Dei
nomine extra dictam Terram Sermineti, in contrada Turricelle Turris nove, pro
munitine, et bona cautela dicte terre ad hostium insultibus volentis, de
beneplacito, et voluntate Magnifici, et excellentis Domini Don Honorati Gaytani
domini dicte terre, et primo dictus Magister Petrus Perrerius sponte promisit
predictis Leronardo, et Johanne Vistalerii, et Sindici prefate Terre, et ejus
Hominibus, et Universitate prefatis, infra spatium octo mensium et
inchohandorum 15 die mensis Julii pro incidere fodere et complere suis
sumptibus totum prefatum Fossum mensuratum quidam longitudine, latitudine, et
profunditate, prout ipse magister Petrus cum dicto Magnifico Domino, et
Vistalerii, et Sindici sponte promiserunt pro totali merito fossioris per
ducatos centum, et( …)de Carolenis argenteis, decem Caroleis pro prolibet ducatos nec non
mutuare et preparare omnia ferramenta necessaria, et opportuna, reactanda
totiens quotiens fuerit expediens, et opportunum exp[…]dicte Terre per tres
solutiones fieri debent ipsi Magistero in hunc modum videlicet nunc pro Arra
ipsi Vistaleris, et Sindici solvant ducatos decem dicto Magistero et cum fuerit
ad initiandum opus solvere teneatur per ducatos quadraginta et in complemento
medietatis, dicte operis quinquaginta laios ducatos, nihilominus mutuare sibi Domum cum Cubili et promisit ipsum
Fossum renundare, evacuare, et purgare. Actum Sermineti in Podio termie
fenestris majoris Palatij Curie dicti Domini presentibus nobili, et
circumspecto viro Notario Johannes Maglierij de Monterodono Capitaneo dicte
Terre Sermineti, Magistero Johannes Neimarie, Leonardo Petri Gualii(…)Cristoforo(…)Antonio
Johanni Perroni, Johanne Cole(…)de Sermineto Testibus Et ego Antonius Tuti.
Porta del Pozzo(1701)
Propongo ancora alle Signorie Vostre come a richiesta de
nostri Concittadini di Sermoneta si deve restare, et ridurre in pristino
Die 2 Aprilis 1702. Risarcimenti di Mura, e Porte di legname
per serrare le Porte.
Coram per Illustrissimi exiti Dominus Bonaventura de Girardis
Terre Sermonete neque coadunato, et congregato Consilio in loco solito
residentie Prioratis previa intimatione esecuta per Joannem Calandrinus
pubblicus Mandatarium heri pro hodie ut retulit, in quo intervenerunt
Illustrissimus Domini Johannes Baptista
Tutius Primis Prior, Petrus Pitius, Bernardus Franci Nardi, Francesco Porretat,
et Dominus Johannes Franciscus Justus
Priores Illustrissimi Comunitatis Sermonete, nec non Petrus Spagnolus Primis
Consiliarius, Petrus Tomarosius, Joseph Scapigliatus, Joseph Baccarius,
Gasparus Francus, Pasqualis Colaleus, et Johannes Joseph Zazzarus, Joseph
Stefanuccius, et Angelus Baronus Consiliarij Illustrissimi Comunitatis
Sermoente majore parte totumque Corpus Consilii representant, licet absentibus
Domini Julio Casale, Carolo Antonio Borzo, et Sebastiano Coletta aliis
Consiliaris, et previa invocatione Spiritus Santi fuit per dictus Dominum
Primum Priorem prepositum prout infra videlicet=Propongo alle Signorie Vostre,
che essendo stato fatto il risarcimento delle Muraglie, et per serrare almeno
tre Porte, et per tre Porte di legname in questa Terra di Sermoneta già fatte,
la nostra Comunità per detta opera fatta debba pagare scudi ottanta, et perché
la nostra Comunità si trova esausta di denari, et non puol pagare detta somma,
avendone la nostra Comunità supplicato la Sagra Congregazione del Buon Governo,
acciò che dasse la licenza di poter imporre per detta spesa uova Porta del Pozzo[2]
Numero 96. Sotto li 16 Giugno 1780. Ordine di 2:60 a Mastro Giovanni Battista Jacomo Muratore per aver disfatto il Portone dell’Acqua Puzza per applicarlo alla nuova Porta del Pozzo-2:60; Numero 111. Sotto li 31 Luglio 1780. Ordine di 5:70 a Mastro Giovanni Battista Jacomo in conto di tante giornate per fare l’apertura alle mura per fare la nuova Porta(…)Numero delli ordini. Spesa per il lavoro della Porta del Pozzo. Numero 512 Sotto li 18 Aprile 1782 ordine di 35 in conto delli disegni fatti dal Signor Francesco Ferrari Architetto per la nuova Porta del Pozzo-35; Numero 590 Sotto li 10 Ottobre 1782 ordine di 25 per saldo pagati al sudetto Architetto delli disegni, accessi, e recessi-25;
Sotto li 26 di Maggio 1783 pagati 20 a Pietro Fabroni Scarpellino in conto de lavori-20; Numero 697 Sotto li 11 Giugno 1783 ordine di 3 a Sebastiano Carbone Ferraro per lavori fra quali 24 Mollette baiocchi 60=3 zeppe di ferro baiocchi 30=altre 4 zeppe di peso libre 42 in tutto=3; (f.9)Numero 117 Sotto li 19 Giugno 1784 ordine di 48 al Signor Vincenzo Auda Architetto per saldo, e final pagamento delle fatiche fatte nell’assistenza prestata alla Costruzione della nuova Porta-48.
1654=5 Febraio. Obligo fatto da Amodeo Godeo Campanaro a favore del Capitolo, e Canonici della Collegiata di Santa Maria di rifare tre Campane scudi 60 compatti. A dì 5 febraro 1654 in Sermoneta.
Per la presente personalmente costituti avanti di me ac testimoni il signor Francecso Molinari Arciprete della Collegiata Chiesa di Santa Maria di Sermoneta tento in nome quanto da tutti signori canonici et capitolo de detta Collegiata, promettendo far ratificare la presente da una parte, et dall’altra parte mastro Amodio Godeo campanaro li quali spontaneamente e di comune consenso all’infrascritti Capitoli per tre campane che sono rotte di detta Chiesa, da fondersi di nuovo da detto mastro Amodio. In primis convengono che si debbano pesare dette tre campane rotte et detto peso notarlo et consegnarlo nel fondere le nuove, et che per difalco et calo di detto metallo da fondersi, si debba far buono dieci per cento à detto Mastro. Item che nel far il conto del peso del metallo consegnato difalcato il colo a dieci per cento, quel di più
Obligo fatto a favore delli Canonici di Santa Maria di Sermoneta da Mastro Oratio Falcone Muratore di restaurare il Molino a grano a Piedi monte appartenente a detti canonici, detto di Santo Jagni.
In Nomine Domini. Obligo fatto a favore delli Canonici di Santa Maria di Sermoneta da mastro Oratio Falcone Muratore di restaurare il Molino a grano a Piedi monte appartenente a detti canonici, detto di Santo Jagni. In nome di Dio Amen . Presenti al pubblico In strumento a tutti, dovunque sia evidente, e sia noto che nell’anno del Signore 1619. Indizione seconda, giorno 22 del mese di Luglio, Pontificato dell’Illustrissimo in Cristo padre, e Signore Nostro Paolo per Divina Provvidenza Papa V anno del suo pontificato quindicesimo. Essendo, e il Reverendo Signore Paolo Siciolante Arcipresbitero della Chiesa di Santa Maria di Sermoneta, il Reverendo Signore Vincenzo Antiochi, Il Reverendo Signore Pompilio di Ascoli, Pietro Antonio Leardo, Camillo Marrocco, Bonifacio Mazzancollo, Camillo Grapparello, Angelo Mirti, canonici della detta Collegiata Chiesa si riunirono in Capitolo in Sacrestia della detta Chiesa secondo le cose infrascritte, quando il moto ed il suono della Campanella, e come a Dio piace le cose dette curino che divangano, e vollero asserire essere anche maggiori, e la parte più anziana del detto Capitolo. Questo è ciò che in mia personale e presenza dei testimoni costituito il Maestro Orazio Falcone di Pesco Costanzo abitente in Guardia di San Raimondo della diocesi di Tolosa, spontaneamente promise, e si obbligò a ridurre, e terminare il Mulino, che è detto di San Giovanni, esistente in Monte Calce delal detat Terra di Sermoneta, proprietà del detto Venerabile capitolo di Santa Maria, dei detti Canonici, e così del detto Mulino valga, e possa macinare il frumento e la detta opera terminare per il mese di Agosto prossimo venturo, e quello solcare per quanto allo stesso Mastro Orazio fu detto, e consegnare la materia necessaria per realizzare la detta opera, da costruire, e riducendola, e restaurare, e terminare, infine senza notare deficenze dichiararono, e vollero che il detto Maestro Orazio ora, dal caso non più ampio di essere tenuto, e pretendere di non essere obbligato, e se nel presente strumento fatto ciò che non è esistente, ed anche, se in parte, ovvero in tutto in detto rifornimento della materia mancasse poiché così e non altra. Promisero i detti Reverendi Signori e l’Arcipresbitero e i Canonici sopradetti che la detta opera per Maetsro Orazio sia effettuata per la sua mercede, e lui sia soddisfatto per giulii otto per quanto si voglia nei giorni, quando ovvero in quei giorni in cui lo stesso Maestro Orazio lavorerà all’opera, quanto i suoi famigliari che lo stesso Maestro Orazio eleggerà, ed altri da questi. Inoltre promise, il detto Maestro Orazio, affinché fedelmente i materiali a lui siano portati per il compimento dove sopra e altri da queste, e ogni cosa da queste. Per questi il detto Maestro Orazio obbliga i suoi eredi e con buona forma ogni cosa la Reverenda Camera Apostolica con le solite clausole di consenso e al detto Reverendo Signore Arcipresbitero, e Canonici, che sopra ogni buona cosa del detto Venerabile Capitolo, consensiente una cosa rinunciante così rispettivamente tocca le Sacre Scritture e il petto giurando su questi. Atto in detta Sacrestia della detta Santa Maria di Sermoneta presenti i Signori Cherici Girolamo Patarozzio, e Francesco Capoleggio Sermonetani testimoni…
Presenti publico In strumento cunctis, ubique pateat evidenter, et sit notus quod anno eiusdem Domini 1619. Indictione seconda, die vero 22 mensis Julii, Pontificatus Illustrissimi in Cristo patris, et Domino Nostri Pauli Divina providentia Pape V anno eius decimo quinto. Cum fuerit, et Admodum Reverendus Dominus Paulus Siciolantes Archipresbiter Ecclesie Sancte Marie Sermonete, Admodum Reverendus Dominus Vincentius Antiochius, Reverendi Domini Pompilius de Ascolis, Petrus Antonius Leardus, Camillus Marrochus, Bonifatius Mazzancollus, Camillus Grapparellus, Angelus Mirtus, canonici dicte Collegiate Ecclesie Capitulariter congregati fuerunt in Sacrestia dicte Ecclesie ad infrascripta paragenda, ut motis est ad sonus Campanelle, et ut Deo placuit ad infrascirpta divenire curarunt, et voluerunt asserentes esse majores, et seniores partem dicti Capituli. Hinc est quod in meis testiumque personaliter constitutus Magister Oratius Falconus de Pesco Costanzo habitans in Guardia Sancti Raimundi diocesis Tolosane, sponte omni promisit, et se obligavit reducere, restaurare, et perficere Molendinus, quod dicitur de Sancti Janni, existens in Calce Montis dicte Terre Sermonete proprietatis dicti Venerabili Capituli Sancte Marie, ad dictorum Canonicorum, ita quod dictum Molendinus valeat, et possit Molere frumentum et dictam operam perficere per totum mensem Augusti proximi venturi, et illud incidere statim quod ipsi Magistro Horatio fuerunt tradite, et consegnare materia necessaria ad dictam operam faciendam. Et versa vice dicti Admodum Reverendi Archipresbiter, et canonici, ut supra capitulariter congregati promiserunt, ad effectum quo supra, tradere et consegnare omnes materias necessarias ad dictam operam faciendam, construens, reducens, restaurans, et perficienda, quinus noteris deficientibus declaraverunt, et voluerunt dictus Magistrum Horatium tunc, et ex casu non amplius teneri, et obligatum esse pretende, et si presens Instrumentum factum non existens et, etiam, si in parte, sive in totus in dicta subministratione materiarum deficerens quia sic et non alias. In supra promiserunt dicti Reverendi Domini Archipresbiter, et canonici supradictistatim dicte opere per dictum Magistrum Horatius perfecto per eius mercede dicte operis effectuata, et sibi satisfacere ad rationem Juliorum octo pro quolibet die, quo sive quibus idem Magister Horatius in dicto Magisterio laboraverit tam ipse, quam suis Famuli et ipsius Magistrum Horatius eligens alias de quibus quia sic et alias de quibus. In super promisit dictus Magister Horatius bene, et fideliter uti materis sibi tradendo ad effectum quo supra aliasde quibusque omnias de quibus pro quibus dictus Magister Horatius obligavit se heredes ac bona omnia in forma Reverenda Camera Apostolice solitis cum clausalis consensiens unica et dicti Admodum Reverendi Domini Archipresbiter, et Canonici, qui supra bona omnia dicti Venerabili capituli, consensientes unicas renunciantes sic respectiev tactis litteris et pectore juraverunt super quibus. Actum in dicta Sacrestia dicte Sancte Marie Sermonete presentibus Domini Clerici Hieronimo Patarozzio, et Francisco Capolegio Sermonetani testibus…
Opus coementicium[1]
Obbligo a favore delli canonici di Santa Maria di Sermoneta fatto da Marco de Rossi Muratore di condurre sopra archi l’acqua della Fontana al Lago della Mola di Santo Janni per scudi 130. In dei nomine amen. Anno Domini 1626 Indictione IX die vero 24 Septembris, Pontificatus autem Santissimi in Cristo Patris, et Dominus Nostri Urbani divina Providentia Pape VIII anno quarto. In mei personaliter costitutus Magister Marcus de Rossi Murator de Sermoneta, qui sponte omnibus promisit Reverendis Domininibus Francisco Molinario, et Angelo Mirti canonicis Procuratoribus venerabili Capituli Sanctae Mariae Sermonetae presentibus et infrascripta opere facere ipsius Marci sumptibus, expensis ac cum infrascriptis pactis, consitionibus, capitulis, declarationibus, et expressionibus prout infra videlicet. In primis esso Marco promette si per muro, come per archi pigliar l’acqua del Fonte dell’Acquaviva del detto capitolo, e portarla dentro al Lago della Mola di Santo Janni dell’istesso capitolo a spese di esso Marco come di sopra. Item promette fare detti muri, et archi ben fondati di modo che no periscano e venendo a perire per difetto di fondamenti, promette di rifarli similmente a sue spese, con patto però che non sia tenuto detto Marco se no doppo un Anno finita l’opera. Item promette di fare detti Archi, e pilastri a misura tale che non siano discosti uno dall’altro più, che una canna. Item, che detti archi, e Pilastri siano larghi di quattro palmi, con due palmi di muro sopra, dove bisognarà ad arbitrio di uomini periti, et sopra detti muri vi debbia essere li corridori dell’Acqua ad usanza di forma, con le spallette di muro di qua, e di là alte abbastanza per ricevere detta Acqua, ma che esso Marco non sia tenuto ad altro, se non a fare il detto Corridoio di muro arricciato ed incollato ad usanza di forma come sopra. Item, che tanto gli Archi, e Pilastri, quanto
Copia Restauro della fontana
Die 30 Augusti 1666 Coram per Illustri, et Admdum Excellenti
Dominus Angelo Marchetti Terre Sermonete Locumtenente neque. Coadunato, et
congregato Consilio more solito in loco solito facta prius intimatione per
Jacobum Palladinus publicus Mandatarius puteat retulit, in quo intervenerunt
Dominus Jacobus Razza Caput Priorus, et Domini Francisci Corbanus, Mariangelus Dragus, et Johannes Roscinus,
absente Dominus Marsilio de Monte, Priore Illustri Communitatis Sermonete nec
non Dominus Innocentius Gallus Caput Consiliarorum Johannes Santorum, Nicolaus
Petrus Auzzettus, Angelus Impacciantes, Andreas de Livias, Marcus Conteatus,
Petrus Aloisius Campimelle, Nicolaus Antonius Zazzinellus, et Alexander Lupus
Consiliarii, absentibus Alexandro Luciano, et Josepho Spagnolo Consiliariis,
quibus cum Antonio Consiliario novo electo…Si soggiunge alle Signorie Vostre,
che è necessario di risarcire
Copia Statua di San Giuseppe
Die 31 Decembris 1675.Coram Per Illustri et Admodum
excellenti Domini Joanni Antonio Rainaldo Locumteneti Sermonete neque.
Coadunato, et congregato Consilio more solito…Dominus Jacobus Buccius Caput
Prioribus, et Domine Marsilio de Monte…Domini Josepho Casale…Dominus Julius Pitius
Caput Consiliarorum, nec non Domini Gregorius Pitius, Christophorus de
Marchis…Dominucus Mancioccus, Angelo Impacciante…Si propone parimente alle
Signorie Vostre, che sarebbe bene di far dare dal nostro affittuario qualche
elemosina per servizio della Statua del Protettore San Giuseppe con far un
mandato di cinque, sei scudi dalla nostra Comunità, e farli pagare ad effetto,
che venga a terminarsi detta statua, però diano i loro voti se si dovrà farne
il mandato da noi Priori a detto Affittuario=et datis pallulis albis, et
nigris, albe denotans inclusive, et nigre exclusive…et sic fuerit resolutum ut
fiat charitas pro ornamento dicte Statue Sancti Josephi…Indorare l’ornamento di San Giuseppe
Signori Priori, e Consiglieri si propone anche alle Signorie Vostre, che questa nostra terra stà sotto la protezione del glorioso San Giuseppe nostro Protettore, e perciò ciascheduno è obbligato a portargli ogni dovuta riverenza, e noi in particolare per essere nostro Avvocato, e dovendosi indorare le cornici della statua di detto Santo, che la spesa ascenderà alla somma di quaranta, e più scudi, e non potendosi questi interamente trovare per elemosina dalli Cittadini, et ad effetto di portare a quell’ossequio, e devozione dovuta al medesimo Glorioso Santo nostro Protettore, sarei di parere ad effetto di poter adempire intieramente detta in doratura di far un ordine al nostro Affittuario di scudi venti moneta per poter comprare l’oro, che vi sarà necessario, et in sussidio della sudetta spesa, con il solito beneplacito di Sua Eccellenza Padrona, però diano i loro voti…
Per finire l’ornamento di San Giuseppe
Die 20 Octobris 1680…Propongo anche alle Signorie Vostre, che
per finire l’ornamento incominciato al nostro Protettore Glorioso San Giuseppe
gli farebbe di bisogno di scudi dieci, perché l’elemosine avute non arrivano a
pagare il lavoro, però sarei di parere di farli dare dalla Comunità scudi dieci
pertanto dicano li loro voti Jacobus Buccius primis Prior…Petrus Tomarosius,
Joannes panciardus…Roccus Spagnolus…
Alessandro Lusana
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