Sii laudato Altissimo Signore…
La voce francescana in
Sermoneta, come sui Monti Lepini, in effetti si è sempre levata con tacito fragore
ben scandito nella sua presenza distribuita e varia, oltre il Convento
francescano, prossimo all’attuale cimitero la chiesa e convento di duale
origine sia allogante che architettonica, Francesco da Volterra e il
Cortesilla, ai piedi della collina sermonetana, dei Cappuccini; le diverse
decorazioni che attestano il culto francescano diffuso in Sermoneta con la
relativa spirituale semplicità e modestia di mezzi credo che si adeguassero
organicamente alla modestia economica di un paese fondante sulla pastorizia e
l’artigianato come sul commercio assai modico; ma certamente mancava la
presenza francescana laica ovvero secolare dei terziari; una vicenda che
certamente sollecita interesse e curiosità ma che ancora resta quasi totalmente
ignota, la documentazione, sempre ammesso che sia stata prodotta, non sussiste,
almeno fino ad ora, comunque quella del francescanesimo secolare nel Convento
di San Nicola, può agevolmente essere interpretata come una rimembranza di
trascorsi francescani inerenti alla chiesa stessa che in effetti accolse già
l’ordine durante il XIV secolo, prima dell’attuale Convento, quindi un ritorno
alla originaria sede che con altra forma e regola vide la continuità
dell’assisiate. Ma oltre la conventualità meramente sermonetana una modica
documentazione ripristina anche qualche raccolto contesto cisternese, ossia
nell’attuale Cisterna di Latina, dove un altro convento francescano emerge,
almeno dalla visita dell’indefesso Ludovico da Modena, con il suo fragore
decorativo, dalla cui esecuzione emerge anche il nome di Tullio Siciolante,
figlio del ben più noto Girolamo; la questione riserva ancora qualche dubbio;
forse Tullio era ancora troppo giovane per compiere una commissione, infatti
leggendo attentamente il testo si evince agevolmente che Per Tullius Siciolantes anno Domini…Beatissima Virginis pinxit, et
postea adornato…, quindi data la morte prematura di Tullio, che anticipò
quella del padre avvenuta nel 1575, si comprende che la Sacra conversazione, descritta nel testo del francescano, si
riferisca ad una dedica al figlio scomparso; inoltre resterebbe incomprensibile
un secondo dato, ossia fu il Santo del
sopradetto Tullio detto Gerolamo Siciolante, assai anomalo che Girolamo
abbia poi assunto lo pseudonimo di Tullio, secondo quanto affermato, mentre
resterebbe meglio comprensibile un’altra un’ipotesi, che l’opera firmata da
Girolamo Siciolante, sia, come già accennato, una tela dedicata al figlio, e
che quindi il frate abbia troppo
facilmente confuso la firma dell’autore, quindi Girolamo Siciolante, con il
nome del figlio a cui era dedicata l’opera, infatti quel Per, come complemento di favore, esposto nella fase incipitale della
descrizione, ed il seguito: egli medesimo(Girolamo) aspirando all’eternità lasciò nella detta
Tribuna registrato…ma forse l’eternità a cui Girolamo anelava non era sua
ma del figlio Tullio, quindi si potrebbe chiarire il Per, citato e l’aspirazione alla vita eterna, da cui la facile
assimilazione del concetto che Girolamo abbia dipinto la pala per invocare la
salvezza eterna del figlio Tullio, che certamente il nostro fra Ludovico ha
confuso con l’autore della medesima pala.
5 Settembre 1626
Istitutione della Congregazione de Tertiarii fatta da Padre Antonio Bisiautti
Guardiano del Convento di San Nicola di Sermoneta de Minori Conventuali nella
Cappella sotto l’invocatione della Santissima Concezione esistente nella Chiesa
di detto Convento, in vigore della lettera del Padre Generale di detti Padri
Conventuali. In Nome di Dio Amen Anno Mille Seicentesimo ventesimo sesto
Indizione nona giorno quinto di Settembre Pontificato in Santissimo Cristo
Padre, e Signore Nostro Signore Urbano Divina Provvidenza Papa Ottavo Anno suo
quarto. In mia presenza personalmente costituiti Frate Antonio di Pilasicio di
Sezze a favore del Guardiano del Venerabile Convento di San Nicola dentro
Sermoneta che in forza delle lettere del Reverendissimo Frate Felice dei Minori
Conventuali Generali, le quali portate per essere allegate nel presente
strumento dopo che fu riportato il tenore che con se riportava degli
infrascritti come da tergo. Al Reverendo Padre Guardiano de Minori Conventuali
Sermoneta=San Nicola=Loco Sigilli=Intus vero Reverendo Padre= Mi contento
possiate istituire in cotesta vostra Chiesa la Congregazione de
Terziarii, quali procurino far beneficio alla detta Chiesa in quello miglior
modo, che potranno. Pregate il Signore per me et Dio vi assista sempre. Roma 18
Luglio 1626. Di Vostro Padre Fratello nel Signore=Fra Felice Generale= di
questo stesso le lettere apparendo spontaneante istituì la Congregazione dei
Terziari di Sermoneta nella Cappella sotto l’invocazione della Santissima
Concezione nel detto Convento di San Nicola esistente e quella del Signore
Baldassarre Borniglioro, Pietro Milizia, Nicola Saporosio, Giovanni Battista
Crispo, e Giovanni Battista Milanesi di queste stesso Convento dei Frati
Terziari presenti e portatori inchinati e tanto per loro, quanto altri terziari
assenti una con me legittimamente ricevendo benedicendo concesse per il bene, e
secondo la regola della Congregazione costituì per questa tanto di questa
stessa Congregazione il Priore ed al Priore sopraddetto il Signor Baldassarre
Borniglione presente con la facoltà necessaria e oltre ed opportuna per la sopraddetta Congregazione per lo
stesso e dall’ordine come sopra in detta Cappella istituita promise di
mantenere e difendere con la Giusta Bolla
dei Sommi Pontefici da chiunque e per contrario gli stessi al Signor Terziario
detto venerabile Frate Guardiano presente promisero detta Cappella secondo il
costume del buoni terziari e fedeli in Cristo tenere benevolmente secondo la
detta Congregazione, e tenere. Ogni mandato e ordine per il tempo del Guardiano
devono apparire, ed ogni altra cosa fare per il decoro della Cappella ad ogni
cosa necessaria provvedere e in questa per quanto sia concesso dal testo
recitare la Messa ,
per cui sia così che sia nelle mani del dello stesso venerabile Frate Guardiano
giurarono toccando questo Atto nel detto
Convento di San Nicola, presenti Antonio Borio di Sermoneta, e Roccho Marchionno
di Sezze abitante in Sermoneta testimoni ad ogni predetta vicenda. Io Giovanni
Felice Tabarro di Sermoneta di Terracina diocesi pubblico di Dio grazia per
Imperiale autorità Notaio del predetto rogato presente istrumento ho scritto e
infrascritti e pubblicai il requisito e la fede che io faccio Notaio sopradetto
quale Signore Galeazzo di Sermoneta è uno dai Terziari assenti, e da questa
stessa Congregazione dei Terziari nel sopraddetto nello strumento espressa.
5 Settembre 1626: verba Francisci
Istitutione della Congregazione de Tertiarii fatta da Padre
Antonio Bisiautti Guardiano del Convento di San Nicola di Sermoneta de Minori
Conventuali nella Cappella sotto l’invocatione della Santissima Concezione
esistente nella Chiesa di detto Convento, in vigore della lettera del Padre
Generale di detti Padri Conventuali. In Dei Nomine Amen. Anno Domini Millesimo
seicentesimo vigesimo sexto Indictione nona die vero quinta Septembris
Pontificatus autem Santissimi in Cristo patris, et Domini Nostri Domini Urbani
divina Providentia Pape Octavi, Anno ejus quarto. In mei personaliter
constitutus Frater Antonius de Pilasiucius de Setia, ad propter Guardianus
Venerabili Conventus Sancti Nicolai intus Sermoneta existens, qui in vim
litterarum Reverendissimi Fratris Felicis Minorum Conventualium Generalis, quas
mihi traditas ad effectum inserendi in presenti Instrumento postea secum
reportavit tenoris infrascripti videlicet a tergo. Al Reverendo Padre Guardiano
de Minori Conventuali Sermoneta=San Nicola=Loco+Sigilli=Intus vero Reverendo
Padre= Mi contento possiate istituire i cotesta vostra Chiesa la Congregazione de
Tertiarii, quali procurino far beneficio alla detta Chiesa in quello miglior
modo, che potranno. Pregate il Signore per me et Dio vi assista sempre. Roma 18
Luglio 1626. Di Vostro Padre Fratello nel Signore=Fra Felice
Generale=eiusdemque litteras parendo sponte omnibus instituit Congregationem
Tertiarorum Sermonete in Cappella sub invocatione Santissime Conceptionis in
dicto Conventu Sancti Nicolai existens, illamque Domini Baldassari Borniglioro,
Petro Militie, Nicolao Saporosio, Johanne Baptista Crispo, et Johanne Baptista
Milanensi ejusdem Conventus Fratribus Tertiaris presentibus et geribus flexis
instantibus ac tam pro se, quam aliis tertiaris absens, una mecum legittime
recipiens benedicens concessit et ad effectum bene formate, ac regulate
Congregationis constituit pro hac vice tantum ejusdem Congregationis Priorem,
et in Priorem supradictum Dominem Baldassarrem Borniglionem presentem cum
facultatibus de super necessarii, et opportunis et in super supra dicta
Congregatione per ipsum, et de ordine ut supra in dicta Cappella instituta
mantenere ac Juxta Bullas Summorum Pontificum ab omni Persona difendere
promisit et e converso iidem Domini Tertiari dicto venerabili Fratri Guardiano
presenti promiserunt dicta Cappella more bonorum Tertiarum, et fideluim in Cristo
bene uti, in dicta Congregatione sese bene versari, mandatisque, et
ordinationibus, mandatisque et ordinationibus omnium pro tempore Guardianorum
parere, omnique alia facere que decent et presentia dictam Cappellam sumptibus
ipsorum de omnibus necessarii providere et in ea quolibet testo recitari facere
Missam, quoniam sic atque sic in manibus ejusdem venerabilis Fratris Guardiani
Juraverunt tactis super quibus. Actus in dicto Conventu Sancti Nicolai,
presentibus Antonio Borio de Sermoneta, et Roccho Marchionno de Setia Incola
Sermoneta testibus ad predicta omnia. Ego Johannes Felix Tabarrus de Sermoneta
Terracina diocesis publicus Dei gratia Imperiali auctoritate Notarius de
predictis rogatus presens instrumentum scrissi infrascripsi, ac pubblicavi requisitus
ac fidem facio ego. Notarius sopradictus qualiter Dominus Galeazzius de
Sermoneta est unus de Tertiarii absentibus, et de eadem Congregatione
Tertianorum in supradicto in strumento espressa.
Cisterna antico sito e comodo luogo della vasta campagna
romana di Roma situato lungi dalla città
che nel modo tutto è capitale 26 miglia secondo Alveri, e secondo Abramo
Ortelio 36 incirca: sotto il dominio dell’Eccellentissima Casa Gaetana, e della
medesima Eccellentissima per la maggior parte, come diremo appresso siede in
una bellissima pianura di un territorio assai amplo, e a maggior segno
abbondante trhaendosene tutto ciò che all’humano sostentamento è necessario non
solo, mentre di ricche e delitiose cacciagioni mirabilmente abbondanti mercé
l’immensità delle selve, che à bella posta quei magnanimi principi con gelosia,
e generosità vi conservano; al che parte dal ciel medesimo destinato, mentre
anche nei trapassati secoli i precedenti Imperatori, et altri gran personaggi
di quel sublime impero abbandonati e riservate caccie vi avevano; così aggiunto
per antiche tradittioni a severi vecchi affermano, dicendo che Tiberio, e Marco
Agrippa vi avessero ciaschedun di loro nobilissime e delitiose caccie, in prova
di che adducono essere a due gran tenute restarci di quegli antichi padroni i
nomi, dicendosi ancora oggi a quella di Tiberio, la Tiberia e con nome
corretto. Quale un miglio in circa della terra distante e dicono che di lui palazzo fosse in quel medesimo sito
ove oggi la vigna del Principe si vede. L’altra che fu di Marco Agrippa, con
nome Agrippara, e volgarmente Grippara viene chiamata: anzi la porta medesima
per dove si va a Sermoneta, Sezze, Napoli per via chiamata Agrippara, ò porta
Grippara, a cagione dicono l’intendenti del luogo, che vi era del sopraddetto Marco Agrippa il Palazzo. Dicono,
e non s’habbiamo citato di sopra che questa terra fosse edificata da uno della
sopradetta Eccellentissima Casa Gaetana, quali conviso il sito da diversi possessori
della città di Sezze, va quali il principal venditore fu dell’antica e nobile
Casa Ormesini, e ben vero che il posto con qualche abitazione si sa esservi
stati già più di sedici secoli passati. Questo è il famosissimo luogo detto
anticamente Tre Taberne: ci cui parla il Santo Apostolo Paolo, che negli Atti
Apostolici a lìultimo capitolo, ove dice “enimus Romam et inde cum audissent
fratres occurrerunt nobis usque ad Appi Forum ac tre Tabernas” che ciò
s’intenda in questo luogo, hoggi detto Cisterna, e del quale non qui parliamo
si tiene da quegli abitanti per infallibile avendo egli, per prova di questo
un’antichissima, e stabile tradizione sia di presente in piedi il carcere in
cui fu il Santo Apostolo rinchiuso per il tempo che ivi si trattenne serve
anche oggi per carcere; diversi scrittori dell’antichità il medesimo affermano,
tra quali Abramo Orchio così ne parla=Tres Tabernae circa romani, non longe ab
Urbe Via Appia; Cicerone teste; Inter Romam, et Appi Forum e Cisternam vacari ait
Baronices in Annalibus qui vicus; habet celsu cittadines et in medio Vie Appie
36 miliumpassus ab Urbe. Onofrio in Cronico Pontificium, vacat Tres Tabernas
apud Nimpham” che si ha che detto luogo sia molto antico mentre in tempo che
ripassò San Paolo, che fu l’anno di nostra salute 50, nel quale anno in Roma
entro a 6 di Luglio, come si ha dal Platina nella Cronologia ecclesiastica vi
erano habitationi anche per passeggeri, vi dimorano genti per riceverli. Se il
Foro di Appio era, come dice il citato Onofrio, apud Nimpham; acuto è che
era ivi vicino e in tal caso saria
d’uopo dire che vi fossero molte e comode habitationi per ricevervi la
moltitudine che à debiti tempi vi concorreva=Ma essendo varie le opinioni circa
il luogo ove veramente fosse al foro di Appio, volendo ascrive il Biondo, et
altri che fosse vicino à Piperno, in quel medesimo sito, ove oggi è il gran
monastero, et insigne Abbadia detta Fossa Nova, in cui il gran Tommaso
d’Acquino trovandosi di passaggio lasciò la spoglia mortale, e salì all’Empiro;
lasciò che in questo ognun creda quello che pareva più verosimile. Questa
terra, che su la tanto celebre decantata Via Appia si vede fondata, di cui per
molte miglia se n’ammirano grandi Vestigia, viene composta di 350 fuochi in
circa all’uso moderno con bellissima simmetria disposta, sono in detta terra
tre chiese, cioè la matrice con l’Arcipèrete, 4 canonici, tre beneficiati, e
alcuni cappellani. L’altra è della congregazione dei Buoni Fratelli, di cui
l’Eccellentissimo Signor Duca di Sermoneta, e Marchese di Cisterna e primo
ufficiale. La terza è l’Hospedale dei poveri
con stanze assai belle e comode, dove si da ai sacerdoti Peregrini ricovero, et è ricca di buone
entrate. Non vi sono fontane, ma non per questo pensiamo li abitanti di acqua,
essendovi molti pozzi perfettissime acque. Gode nel suo distretto il tanto
famoso lago di fogliano, abbondantissimo di Casali; et per il pesce, che dal
mare artificiosamente allettati, vi entrano=Nella via Appia di cui ne gode
questo territorio 25 miglia in circa si vedono ancora alcuni torrioncini, che
si suppone che servisse in quei tempi di termini per distinguere le miglia, uno
dei quali vien hoggi tre ponti, per essere ivi un bellissimo e ben inteso ponte longo uno stadio meno un quinto, con
tre famossimi archi, lavorati di pietre ben riquadrati, e grosse, e senza calce
ivi allocate; nelle quali pietre sono molte lettere antiche, e geroglifici. Due
miglia di questa terra distante vicino alla detta strada Appia vedesi un
profondo e spaventevole pozzo largo 200 passi di circonferenza, e chiamasi
comunemente casa affondata, ma
corrottamente: Casa fondata; di cui ciò che sono per raccontare, si narra=era
ivi raccontano per tradizione i più vecchi abitanti, un’insigne osteria, di cui
l’oste era tanto perverso che faceva mangiare carne humana, togliendo a diversi
passeggeri la vita, aveva due figli uno maschio detto Annibale, et una fimina
detta Eufemia, giunte che furono le iniquità
all’eccessivo grado, volle il sommo Giudice, alla misura degl’errori,
darli castigo, e salvare insieme due figli innocenti, quindi mandato, come si vede esecutor dei suoi decreti un Angelo,
vollero risorsero li due giovinetti accusati, ingiungendoli come d’appunto fece alla famiglia di Lot, non si
fermassero, ne si voltassero indi se non volivano in quel medesimo luogo
disobbedivano restare esserci non seppero quei curiosi innocenti la curiosità
superare: doppoché Annibale si fece da mezzo miglio incirca allontanato,
voltandosi indietro in qual luogo, vedesi anche al presente una diruta muraglia
detta da paesani Sant’Anibale=Eufemia girò più avanti da 100 passi incirca ma
non tanto che bastasse: onde anch’ella voltatasi per vedere il successo, nel
luogo medesimo rese lo spirito in memoria di che anch’ivi di detto divorato
muro chiamavano comunemente Santa Eufemia=Intanto che quegli poveretti si
allontanavano, eseguì la divina giustizia il delegato onde al sotto la casa, e
con tutto il contenuto della terra ingoiata restò per memoria del facto il
sopradetto lago spaventevole et horrido a vedersi. In questo territorio e
probabilmente vicino alla terra dicono alcuni succedessero quei mirabili e
prodigiosi fatti, al Nostro Santo Padre accaduti mentre la divina parola
proponeva, come si ha delle croniche del Santo Padre Marco da…, ultimamente
ristampate da Santo Padre Leonardo di Napoli libro 2º capitolo numero 127, e
129: cioè che volendo egli a quel numeroso popolo predicare non essendosi luogo
sollevato, per esseri tutta pianura ad una quercia antica quercia a rembarsi ma
veduto essere di formiche ripieno che immantinente d’indi si sparissero l’intimò rigoroso precetto, qualora sentito il suo vedere, a
trovarsi in altra parte ricovero tute si incamminarono, passando per l’apertura
factali dal popolo per ordine del santo ne mai più ivi si videro. L’altro si è
che, nella medesima predica rappresentando à popoli delle loro colpe la
bruttezza. Una donna dal demonio tentata, con un pastore campanaccio,
impedita che sentisse l’udienza della Divina parola e con il medesimo Iddio
inspirato. Portare la satanassa che ell’è suo libro; e ad un tratto,
prendendola, per li capelli la sollevò de altezza in aria ne mai fu più veduta.
Altri però vogliono, non avvenissero meraviglie si grandi nella terra, a loco
di Cisterna in campagna, di cui parliamo, ma in Cisterna in Umbria vicina al
borgo San Sepolcro. Vicino a questa doviziosa terra, consiste la sua mercantia
in animali, cera, e da ivi cento passi in circa fa da un tale Bonifacio
primario all’hora dell’Eccellentissima Casa Gaetana a tutte sue spese eretto a
somma gloria del supremo monarca sotto l’invocation di Santo Antonio Abbate, il
devoto e venerabile convento, che hoggi si mantiene,e concesso per abitazione,
con actività Apostolica, a Padri osservanti l’anno 1572 regnando nel Vaticano
Gregorio 13, il grande; la cui bolla, dice il Gonzaga, al presso detti Padri si
conserva. Hoggi però non si trova a benché diligente inquisitione se ne sia
fatta Cinquantacinquenni doppo passò da gl’osservanti a Riformati di questa
nostra Provincia Romana; a distanza dell’Eccellentissimo signor Duca Gaetani,
regnando Urbano 8, l’anno 1628, per ordine del medesimo Pontefice dato a
Monsignor Tagnari: allora della Santa Congregatione, sopra lo stato de
Regolari; come consta dalla lettera precettoria di detto Monsignor scritta al
Padre Generale Benigno di Genova che è come segue. Di fuori=Al Reverendissimo
in Cristo Padre. La Santità di Nostro Signore ha ordinato che li conventi di
Santo Antonio di Cisterna e di San Francesco di Sermoneta, si diano alli frati
Riformati. Il ché significa a Voi Padre Reverendissimo per commissione della
Santità sua affinché non manchi di dare gli ordini opportuni a chi bisogna,
perché sia eseguita puntualmente la volontà di sua Beatitudine, facendo che li
frati, che la presente sono di stanza nei medesimi due conventi sieno
distribuiti in altri della famiglia. Conché alle sue(…)affettuosissimi mi raccomando. Di essa lì 30 giugno 1628: Venerabile
Padre Reverendissimo=Servitore affettuosissimo Padre Fagnano. L’originale di
questo ordine si conserva con la dovuta diligenza in questo Archivio
Provinciale. Era in questi tempi Procuratore per l’osservanza, e Riforma il
Padre Reverendo Angelo da Carpineto Dicreti custodiali per la Riforma erano li Padri Bartolomeo di
Santo Vito, Silverio di Poggio Fidone, e Vitale di Roma et era il loro 3º anno.
Era di questo convento, quando passò alla Riforma, competente comodo: con due
dormitori, ma l’industria di diversi Guardiani Riformati, in forma assai
migliore e ridotto, in cui sono stanze abitabili in numero di 16, oltre tutte
le officine necessarie.=Vi si mantengono di quotidiana mendicatione 12 frati, e
quando questa non arriva supplisce
Eccellentissima Casa provedendo con bon ducale carità di ogni bisogno. La
libraria e la medesima stanza del Guardiano abitata perciò non esservi comodità
migliore, in cui sono alcuni pochi libri sino al numero di 184. Il coro, che
non è, all’uso d’altri conventi, dietro l’altare maggiore, ma in cornu evangeli
al piano del dormitorio per maggiore comodità de Religiosi trovasi di libri…in li
appartamenti ben proveduto. In sagristia, in cui fa nuovamente fatto il bancone, di bella noce, à lavoro e
ben inteso, da un nostro laico detto fra Pietro da Norma, essendoci Guardiano
il Padre Alessio di Sermoneta; oltre una competente precisione di supelletili
sacre, in cui sono anche dei quadi in tela in tela di competente bontà, da mano
a noi incognita dati alla luce; uno dei quali rappresentano i Santi Diego e
Pasquale genuflessi in atto di orare, e supplicare la pietosissima Vergine,
quale con lo stensorio in mano, da una risplendente nocciola si affaccia.
L’altro la pregata Santissima Vergine del Suffragio si addita in atto di(…)suo figlio l’anima preganti dipinte sotto una nuvola da cui
pietosamente si affaccia, e con occhi benigno le riguarda. In chiesa che è
assai bella, e da Architettura ben intesa, sono 7 altari numerandovi il
maggiore, al Santo Abbate Antonio dedicato di cui vi è l’immagine dipinta in
pietra, che lo rappresenta insieme con il Padre fondatore de Domini Paulo
Sancto in piedi fissati ambidue in rimirare la Vergine Sacrosanta dipinta nella
parte superiore con il Bambino in braccio. Dai lati di detta Vergine sono
alcuni Angeli, che riverenti l’adorano: e da i lati de prefati santi Antonio
Abbate e Paolo eremita si riveriscono graziosissimi santi Francesco d’Assisi, e Antonio il
Padovano ambedue genuflessi in atto di supplicanti=opera del famoso Tullio
Siciolante di Sermoneta, quale a perpetua memoria il suo nome vi scrisse. Per
Tullius Siciolantes anno Domini…Beatissima Virginis pinxit, et postea adornato,
essendo le cornici di marmo fino, e le colonne di breccia di frassino.
Ammiransi nei vani di questo Altare, e Tribuna molti, e diversi quadri
rappresentanti misteriosi fatti nelle Scritture Sacre descritte, et anche alcuni
prodigi de sopradetti dui Santi Antonio Abbate, e Pavolo eremita in pietra, o
in muro dipinti, secondo veniva al famoso pittore in acconcio e fu il Santo del
sopradetto Tullio detto Gerolamo Siciolante, egli medesimo aspirando
all’eternità lasciò nella detta Tribuna registrato, et hoggi così da curiosi si
legge in faccia alla fenestra del coro. Hieronimus Siciolantes ex Sermoneta
fecit 1571. Dalla parte del Vangelo del detto Altar Maggiore, vi è la prima
cappella al serafico Padre Nostro consacrata, di cui vi è la divinitissima
immagine in un quadro in tela ove viene da incognita mano nello surprendissimo
atto di ricevere le sacre stimmate rappresentato con uno de suoi compagni, che
sedendo quasi spaventato si mostra, e fa con la mano in aria, un assai riguardevole
gesto; et è la detta mano si ben fatta da celebri pittori è stimata di molto.
La cappella con finissimi stucchi è lavorata, cui più sublime parte vedesi in
muro l’eterno Padre dipinto in atto di sostenere con la sinistra il mondo, e
con la destra salvevoli benedizioni diffondere=Dalle bande vi sono dipinti
similmente in muro alcuni prodigi di nostro Santo Padre. Dalla parte del
Vangelo si adora da nobil pittura rappresentato la fenice dei Predicatori
Antonio Santo di Padova con il solito giglio nelle mani. Dalla parte opposta il
Porporato serafin di Bagnate con il cappello cardinalizio ai piedi; Pittura
tutte in muro, e non ingrata bontà ma di incognita mano, nella sommità della cappella vi sono le gentilizie insegne
della Eccellentissima Casa Caetani di stucco, et in parte indorate. Seguita
doppo questa la seconda cappella del medesimo ordine, in cui si rappresenta il Redentor risorto con un badile in collo, in
quell’atto che all’amorosa Madalena comparve, nei lati della capella si
ammirano vagamente disposti alcuni misteriosi fatti del medesima Cristo=quivi
con Simon vedesi alla mensa sedere, e la Madalena tutta nel baciarle i piedi impiegata=In altro
luogo si scorge la Madalena medesima di odorosi(…)ben proveduta giungesse al sepolcro ansiosa ad effetto di ungere il già
morto signore. Vi si scorge similmente il grande Apostolo Pietro con le chiavi
della celeste corte in mano; e con la spada e il libro: opera del famoso già
soprannominato Siciolante data alla luce l’anno 1572, come ivi si legge. Viene
in 3º luogo, l’ultima cappella in quest’ordine alla purissima Immacolata
Concezione di Maria Consacrata in atto di calcare coi santi pié la luna: sotto
la quale sono alcuni di questi spirti celesti che mostrano considerabile forza
per sostenerla. Due altri mostrano volerla incoronare et uno fuori del quadro
dipinto in muro, che mostra affacciarsia rimirare sopra si degna della mano del
Divin Artefice. Sono all’intorno di esso quadro i soliti emblemi, ò misteriosi
significati dallo Spirito Santo all’Immacolata Concettion di Maria attribuiti:
cioè lo specchio con il motto “Speculum sine macula”. Il puro e bianco giglio
tra le pungenti spine, con il motto, Turris Davidica. Una odorifera Rosa con il
motto: “Rosa mostica” e finalmente un’altra intera torre, con il motto “turris
eburnea”. Vedesi anche in cornu Evangeli il serafico, e Porporato Bonaventura
in abito Cardinalizio in piedi et atto supplichevole. Dall’altra parte la
gloriosissima matrona Francesca Romana, con l’Angelo suo custode a canto con un
libro aperto nelle mani ove si leggono le seguenti parole, “Angelo Domini
sempre Vobiscum”. L’opera veramente è degna e molto ai divoti corrispondente ma
non habbiamo del maestro hauta notizia, benché si possa dalla seguente
inscrittione argomentare: Mercurio favorito. Anno Domini 1616. Dalla parte
dell’Epistola del soprannominato altar
maggiore vi è la prima cappella al glorioso Apostolo Andrea Santo dedicata la
cui effigie in un bellissimo quadro in tela, in piedi con un libro nella
destra, e un pesce nella sinistra pendente, vien dottamente rappresentata;
nella cui parte superiore mostra affaccirasi un Angelo, e con honore rechi
palme in mano, venire sul dal cielo a precipitio.=Si dice che a molti che a quasto mobilissimo e impareggiabile
quadro sia venuto di Francia, nella parte sinistra di questo Altare, vedesi il
nostro Apostolo in atto di servire il suo Santo Evangelio, a cui un Angelo il
calamaio, e lo scrittoio sostiene.= Sopra il cielo della cona il Dio Padre
viene rappresentato in mezzo di lucidissima nube da tre serafini sostenuta.
Alla destra dell’Eterno Padre sono tre quadretti rappresentanti uno li santi
Andrete Pietro Apostoli in atto di tirare sopra la loro rete di numerosi pesci
ripiena. L’altro il medesimo Santo Apostolo Andrea alla presenza del tiranno
condotto=et il 3º quando fu posto in Croce sotto la quale veggonsi i carnefici
con qualche numero di fedeli mescolati. In corrispondenza di questo tre altri
ne sono nella parte opposta, e rappresentano, uno il Divino(…)che seguì i suoi cari discepoli, chiama con
la divina parola, indicare Matteo.=L’altro il miracoloso risanamento che fa d’un(…)il medesimo Apostolo Andrea con molti che
ivi intorno al letto genuflessi di moderno.=Il 3º il glorioso, e sublime suo
martirio ne dà a vedere seguendo il medesimo ordine, trovasi la 2º cappella
alla Madre Santissima detta della Pietà, conservata, di cui vi è al quadro in
tela, che con arte ingegnosa Cristo della Croce schiodato ne rappresenta
insieme con Giuseppe, e Nicodemo, quale sopra un lenzuolo allocarlo devotamente
studiano: La gran Maria Madalena, Veronica e Giovanni tutti in atto di mestizia
grandissima, con la gente della corte, et il Calvario con le tre Croci, che una
vaga lontananza cui il Crocefisso si rappresenta, alli di cui lati la madre, e
Giovanni in somma mestizia s’amirano, e viene da dui angeli sostenuto. Nel
cielo della capella lo Spirito consolatore si adora alla cui(…)sono tre quadri=In uno si vede Christo
orante nell’horto.=nell’horto la di lui presa.=Giuda che con un finto bacio lo
tradisce, e Pietro che taglia al servo Matteo l’orecchio=nel 3º quando fu al
Tribunale del perfidissimo Caifa condotto. Altri tre ne sono alla sinistra, e
ne rappresentano il primo la flagellattione alla colonna il 2º dolorosa
coronatione di spine, con altri scherni, e penosi obbrobri et il 3º il medesimo
Christo che con la pesante Croce su le flagellate sue spalle se ne va al
Calvario, tutti dipinti in muro, ma non di molta bontà; il quadro però
maggiore, che è come si disse, in tela è stimato di molto, e ne lascia del suo fattore il peso.
Viene in 3º et ultimo luogo la cappella del santo de miracoli consacrata: ad
honore di cui ivi si vede una bellissima statua di rilievo allocata, nella base
di cui è scritto come segue. Vincentius Capius. In questa chiesa è un
bellissimo organo fatto da poco tempo in qua dall’Eccellentissimo Principe per
solennizzare con il dovuto decoro del Glorioso Antonio santo di Padova la
festa, quale celebra Sua Eccellenza ogni anno in rendimento di gratie di haver
ottenuto per li meriti del santo un figlio maschio. Celebra Sua Eccellenza
detta festa con tutta solennità; et in vigore di un particolare Brevetto la
solennizza quando avanti e quadrodoppo il giorno della sua festa, avendo alla
comodità de’popoli(…), et insieme de
musici quali manda da Roma e ogni anno vi ottiene l’indulgenza plenaria sulla
porta della chiesa di fuori, vi è l’arma di rilievo in pietra,
dell’Eccellentissima Casa: e ivi si legge come segue: Bonifacius Caietanus a
fundamentis erexit. Annus salutis 1568. Sopra questa arma in elmo posta la
Ducal corona, dal che il sopradetto Bonifacio fondator del luogo non fosse
cardinale, coem lo asserisca il nostro Gonzaga, et altri del medesimo parere.
Che la detta chiesa sia consacrata si deduce dall’invecchiata consuetudine di
celebrarne a dui Aprile l’officio, e si vede notato in piccola cartella in coro
affissa ma non essendovi memoria dell’anno, ne di chi la facesse, ne restiamo
ansiosi. Una sola memoria ci è venuta alla mani, che indica l’anno nel quale fu
fatta ma non chi la facesse, e questa è un’indulgenza di 10 anni, e 10
quarantene Gregorio 13 concesso data il 17 Marzo 1576; et per il giorno di
haverse la detta consacratione accadere, onde può essere che alli 2 di Aprile
facesse. Il Brevetto è del tenor che segue: Gregorio Papa Tertius decimus
Universis Cristo fidelibus presentes litteras inspecturis salutem, et
Apostolicam benedictionem: augendam fidelium Religionem, et animam salutem
celestibus ecclesiae thesaurus, pia charitate intenti, omnibus civitate secus Christo
fidelibus veri penitentibus, et confessis, ecclesia monasteri Santi Antoni
Terrae Cisternae in eo, die Dominico alia festivitate, in qua dicta ecclesia
Santi Antoni, sicut accepimus consecratibus a Vesperis usque ad occasum solis
eiusdem festi devote visitaverint, et ibi pro Christianorum principem
concordia, et unione, ac herectum(…)
sancte Matris ecclesiae exaltatione pias
ad Deum preces effuderint, decem annos, et decem quadragenas, quomodolibet
debitis poenitentis misericorditer in Pro presentibus post dictum festum minime
valet. Datum Romae apud Santi Petrum sub Annulo Piscatoris die 17 Martii 1576.
Pontifice nostri anno 4º. Da cui si ha la certezza della consacratione e l’anno
gode questa chiesa di molte altre indulgenze, oltre quelle dei santi nostri et
era questa chiesa una Plenaria perpetua per il giorno di Santo Antonio Abbate
concessa dal sopraddetto Gregorio 13 li
20 Settembre 1576, nel modo che segue. Gregorio papa 13 Universis Cristo fidei
presentes litteras, et Apostolicam Beneditionem et Ampliam fidelium religionem,
et animarum salutis, et ecclesiae thesaurus pia charitate intenti, omnibus
utriusque sexios Christi fidelibus vere penitentibus, et confessis, qui
ecclesia Santi Antonii(…) in festa eiusdem Santi Antonii a Virginis
iusque ad occasum solis eiusdem estis singuli annis devote visitaverit, et ibi
Vicarorum Principium concordia, et unione, ac effunderit plenariam principuim
peccatorum quorum indilgentiam, et remissionem misericorditer in Pro concedit;
et elargimus contrareis non obstantibus quibuscumque. Presentibus per peccatis
futuris temporibus validiter Datum Romae apud Santi Petrum sub Annulo
Piscatoris die 20 Settembris 1576. Un’altra ve ne anche più singolare concessa
dalla Santa memoria d’Innocenzo 4º ad septemnium 9 Aprilis 1689 per ogni
seconda domenica del mese da decenni diversi però dall’ordinario, et in quanto
a giorni et in quanto a gli altari a vinticinque visiterà li 7 altari in detta
chiesa si concedono dico tutte quelle indulgenze, e remissioni dei peccati e
pene perché sono concesse a quei divoto fedeli che visitano li altari in detta
chiesa si concedono li 7 altari in San Pietro in Vaticano, et è del seguente
tenore. Innocentius
Papa Undecimus. Universis Christi fidelibus(…)litteras salutis, et
Apostolicam beneditionem ad augendam fidelium Religionem et Animarum salutem,
celestibus ecclesia thesaurus pia charitate intenti omnibus ut iusque sexue
Christi fidelibus a septima sita sint, in ecclesia, Santi Antonii Abbatis,
ordinis minoris Santi Francisci, Reformati terre Cisternae Veliternus Diocesis
per ordinarium loci designatus 12 vicibus pro quolibet anno eunem ordinarium
specificandum devote visita venint, et ibi pro ChristianorumParticipium
concordia(…)ac Santa Matris ecclesiae vocatione fiat ad Deum spes effunderit, qua
vice agerent, ut omnes, et singulos indulgentias, et peccatorum remissionens,
ac penitentiarum relaxationes consegnatus, quos consegnerunt 7 altaria in Basilica Principis Apostolorum
de Urbe sita, ad id designata pesonaliter et devote visitarent, Apostolica
authoritate, et more presentium concedimus et indulgimus in consacrarium
faciendum non obstantibus quibuscumque Presentibus ad septennium tam valituris.
Volimus pro imperatione,
presentatione, admissione seu publicatione presentium alique vel minimum décor,
aut sponte ab latum recipiatur presentes nulle sint. Datum Romae apud Santam
Mariam Maiorem sub Anulo Piscatoris die 9 Aprilis 1689. Pontificatus nostri
anno 13. Gratis pro Deo. Il chiostro di questo Convento è piccolino non però
fuori di proporzione al Convento, e vi sono da tre parti le nicchie dipinte in
numero di 17 nelle quali ci si rappresenta in buona parte de Nostro Santo Padre
la vita et eroiche attieni et cioè dalla tanto
meravigliosa et eroica attiene di spogliarsi nudo avanti l’assisiano
Besuli, sino alla sua canonizzazione. Cominciandosi dunque dalla porta del
Convento si vede nell’entrare a mano destra la prima nicchia in cui ne vien
rappresentato il santo Giovinetto nudo leva le braccia del Vescovo ricoverato.
Sotto la pittura si leggono due versi che a sufficienza spiegano il fatto, cioè nudo Francesco, e con un cuor
giocondo, che par preda dal cielo, spreggia il mondo. Nella 2º nicchia ci si
rappresenta il miracolo che fece, mosso da Divin impulso, baciò ad un
pellegrino l’impiagata faccia, e sanò. Col bacio il santo sana ad un mendico
d’una guancia impiagata il morbo antico. La 3º nicchia ne rappresenta quando da
masnadieri fu gettato dentro la neve. Da masnada crudel gettato è il santo per
nevoso borron. Dio loda intanto. La 4º quando viene da Christo la Regola mentre
il nuovo Mosè sul monte aspetta. La Regola de Minori Christo la detta. Nella
quinta la mistica riparatione della chiesa di Laterano. Benché dormendo, il
papa, il santo vede de Palma in stanza. Nella sesta quando Honorio 3º li
confermò la Regola. Conferma Honorio il foglio al Pio dopo averlo dettato il
Grand’Iddio. La 7º la Conversione dell’acqua in vino a pro de muratori. Dal
mormorar de falsi il santo astretto cangiare un fonte d’acqua in vin perfetto.
L’ottava quando risuscitò un giovinetto annegato nell’acqua. Vien sommerso
dall’onde un putto, il santo lo richiama alla vita e cessa il pianto. La nona
il miracolo sanamento del chierico Gedeone e la sua stortura. La decima quando invitato da donna impura si adagiò. La
chiama al Cielo col gettarsi al fuoco. L’undecima quando ottenne l’indulgenza
detta di Porciuncolo. Per franar molto l’impulso ottenne Rose. L’offerse a Dio,
e Indulgenza espose. La duadecima, quando ricevette le Sacre Stimmate. Tra
serafini il Divo all’hor fu ascritto. Quando gli impresse i segni il Dio confitto.
La terza decima quando con l’acqua con cui aveva lavati i piedi aspersi i
bestiami infermi guarirono. L’acqua che
tutta ogni hor piante innocenti aspersa, fuga i morbi e gli egri armenti. La
14º la sua morte nudo con Christo il corpo in terra aggira, chiede per carità
lhabito, e spira. La 15º come convocato da marinari in orribil tempesta gli
libera. Accenni di Francesco il mar si frena, e l’agitato legno in salvo mena.
La 16º ne rappresentail miracolo che fece in liberare una giovane che caduta
nell’acque era in pericolo di morte. La 17º nicchia ne rappresenta la di lui
gloriosa canonizzazione. Nella 2º et 9º quelle di Domenico Bassano, e fa un braccio armato di
ferro con una spada in mano, nella 3º, 4º, 5º, 6º e 12º quelle della Casa
Gaetana, nella 13º quella di Venato Ricci, e fu un Riccio con una stella sopra.
L’ottava, e del signor Antonio Cancellieri, e fa un can bianco in campo rosato
sopra una sbarra gialla, e più su un’acquila nera in campo turchino nella 9º nicchia
sono 4 pezze legate in due mazzetti in campo turchino, quali vengono separate
da 3 stelle, et è di Nicolasso Mariotti. Il pittore è un di Core di cui non ho
potuto sapere il nome.
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