Carpe diem: la battaglia di Lepanto dall’ideale al terreno.
Alcuni soldati sermonetani
Un documento fino ad ora inedito
attesta come la natura umana sia idealista come essenzialmente concreta nella
identificazione di bisogni ed esigenze, che devono essere soddisfatte, senza
doversi preoccupare di conseguenze giuridiche, che potrebbero anche accorrere a
correggere alcuni assunti, certamente poco ideali, quanto meramente concreti.
Alcuni soldati sermonetani a Lepanto
documentano la natura umana che spesso, in occasioni di tal genere interveniva
con risoluto interesse, e non poteva essere altrimenti data la natura
mercenaria dei militari qui intervenuti.
Il giorno 2 giugno 1579. Il Magnifico, ed eccellente Signore Giovanni
Girolamo Ceccarelli di Alatri e della terra di Sermoneta, e dello stato intero
l’Illustrissimo e Reverendissimo Signore Nicola Caetani Cardinale di Sermoneta
Generale Legato, ed il Magnifico ed Eccellente Signore Domenico Gronti di Fermo
Commissario Apostolico. Deputato Apostolico Giudice delegato sopra le spoglie
deputato per lettere fra i predetti Magnifici Signori Commissari volendo presso
di lui la deputazione, et commissione per delegata causa l’esame dei testimoni
per lo stesso commissario fra Pietro Francesco de Angeli di Veroli, da un aparte,, ed il
detto Commissario Apostolico dall’altra fare, e di autorità elesse, e deputò me
Bartolomeo de Silvestri, pubblico notaio, per la conoscenza e trascrizione e
conduzione dell’esame dei testi. E per la medesima causa da esaminare Pietro
Francesco, con interrogatorio, e con gli articoli riportati, dati da il
magnifico Signor Commissario, e da detto magnifico Signore, e trasmessi per
lettera dalla Citta Eterna, e ricevute dal Commissario Generale con il tenore
che a me è stato presentato, e venne anche l’interprete nella stanza del
Commissario per la contestazione fatta dallo stesso Commissario, che delegò il
Signor Giovanni Rosci Fiscale generale di Sermoneta,che presentò con citazione
contro i testimoni quindi il predetto Francesco, che intende esaminare nel
miglio modo per il giorno seguente. Il giorno 3 giugno 1579. Comparve
pubblicamente il predetto Magnifico Signore Giovanni Girolamo Lente, Giudice
delegato sopradetto Pietro Francesco de Angeli, ed il citato Signore Giovanni
Roscio, Fiscale generale di Sermonetaidusse i parimenti contestati tramite
Vincenzo, pubblico mandatario di detto luogo, Annibale Cella, Cecco Scapigliato
e chiese per questi di essere rintracciati, e ammessi all’esame, e ricevette il
giuramento nella forma migliore. Quindi fu esposto dal Magnifico Signore
Giovanni Girolamo Ceccarelli Giudice delegato, assistente del Signor Giovanni
Roscio di… per parte fiscale della Terra di Sermoneta. Annibale Celli testimone citato…il giuramento per
tocco di mano per richiesta del sopradetto
disse, e depose secondo quanto appare, e per quanto l’interrogatorio dato per
parte al Commissario Apostolico e al primo interrogatorio, fu esposte la pena
secondo la legge, e rettamente rispose il nome e il cognome come sopra del
padre Stefano Cola Cella, e la madre Lucrezia Facenda, e…dove fosse la sua casa
e di avere in beni 300 scudi, e di vivere con propri guadagni. Al secondo,
disse di essersi confessato, e comunicato in questo anno nella Chiesa di San
Paolo di Roma, e nella Chiesa di San Giovanni in Laterano nel giorno di
mercoledì, secondo il santo dogma. Al terzo interrogatorio disse “son stato in
pregione per fare a pugni più volte in Sermoneta, et sono stato assoluto, et ho
pagato la pena ancora, et costa in gl’atti della Corte di Sermoneta” il resto è
negativo. Al quarto interrogatorio rispose negativamente. Al quinto
interrogatorio disse:“io ho conosciuto Pier Francesco interrogato da dieci anni
in qua, et la causa della cognizione si è stata perché lui stava qua per la Terra ”. Al sesto interrogatorio“
io mi sono trovato il dì presente della giornata della rotta de Turchi al golfo
di Lepanto, quando fu fatto il bottino da Pier Francesco, e fumo cinque a
partire detto bottino de zecchini parte turcheschi, e parte Venetiani, e furno
contati, e ne toccorno settecento, e più per uno, et gli compagni furno con
esso testimonio si erano Pier Francesco, Pietro Antonio de Canida, Camillo del
Fattore, et checco Scapigliato tutti de Sermoneta dal detto Pier Francesco in
poi, et li partemmo alla Galera dove noi stavano in quel medemo luogo sopra la Toscana , et c’erano
gl’altri soldati de quali non ne ricordo il nome. Al settimo interrogatorio
disse“Jo so che in qua gli ha portati a salvamento li detti 700 zecchini cioè
salvi sino qua a Sermoneta, ma che gli abbia portato a Veroli si, o no, non lo
so. Quindi venne agli articoli dati per la parte di detto Pietro Francesco, e
sul primo articolo “Jo so per sentir dire che Pier Francesco…è andato alla
guerra di Francia doi volte, et io, ch’è stato all’Armata contra Turchi perché
l’ho visto come di sopra.Sul secondo articolo disse che lui tanto sapeva quanto
aveva già detto nel sesto interrogatorio disse, e depose a maggior indagine
come sopra…
Nello stesso giorno. Fu esaminato dal sopradetto Magnifico Lentem Giudice
deputato Francesco Scapigliati testimone citato di età 33 anni che prestò
giuramento…con l’assistenza e l’intervento del Signor Giovanni Rosci promotore
fiscale di Sermoneta disse , e depose nel primo interrogatorio.
Al primo interrogatorio fu avvisato, della pena secondo la legge, il nome
e cognome come sopra di Padre Benedetto Scapigliato, di Madre Diana
Zazzinelli che aveva un bene di mille
scudi e di vivere co guadagni propri. Al secondo interrogatorio disse di essere
confesso che in questo anno per mano del presbitero Ad 2º interrogatorium dixit
esse confessus hoc anno per manum presbiteri Francisci Contarini, et
comunicatus il Cappella Confratrum Sancte Marie per manus presbiteri Jacobi
Lilis in presentia aliorum confratrum. Ad 3º interrogatorium dixit io son stato
una volta pregione per esamine(per accertamenti) come Vostra Signoria sa, in
reliqui negative. Ad 4º interrogatorium negative in omnibus. Ad 5º
interrogatorium dixit conoscere Petrus Franciscus de Angelis hic in Sermoneta
sub octo annis infra, et ultra et causa cognitionis que vicinus, et cum eo
aliquando ludebat ad…in reliquis negative. Ad 6º interrogatorium dixit io mi
sono trovato presenet al bottino che fu fatto alla rotta dell’armata de Turchi,
che fu alli 7 d’Ottobre, che preser Antonio di Canida, che furono zecchini
turcheschi, e veneziani, et furno spartiti tra me, Antonio di canida, Pietro
Camillo Cola Cella, Cannibale Cella, e detto Pier Francesco, et toccorno zecchi
settecento per uno, et più perchéognuno se ne abuscava, et ascondeva, et furono
spartiti sopra la galera chiamata la
Toscana al Golfo di Lepanto in presentia delli altri soldati.
In causa scientie ut dixit. Ad 7º Interrogatorium dixit, che non sa , che Pier
Francesco portasse li suoi zecchi a Veroli ma li condusse salvi insieme con esso stesso, et altri Compagni insinua
Napoli dove rimase con Animale Cella amalato, et poi vennero qua di Compagnia
con lacuni altri, et dissero, che gli l’avevano condotti salvi sia qua. In
causa scientie ut dixit.Deinde super articulis, et super primo articolo dixit
io so che Pier Francesco è stato in Francia alla guerra, et me ce volse menare
me, et…volse andare, et doi volte è stato in Turchia cioè il dì della giornata
come ho detto, et l’anno venendo, che passò di qua salendo a Sermoneta in causa
scientie ut dixit. Super 2º articulodixit se tantum scire quantum supra dixit,
et deposuit in 6º interrogatorio ad quem se refert in causa scientie ut supra,
et è vero, che detto Pier Francecso stesse per soldato col Capitano Rogiero
come noi altri In causa scientie quia vidit, interfuit, et presente fuit de
viso sempre, et content…ut supra et fuit…impositum silentia cum giuramenti.
Alessandro
Lusana
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