Americis de Sermoneta
L’origine genealogica della
famiglia Americi forse potrebbe risalire, almeno ipotizzando da un documento,
da un altrimenti ignoto Americus de Sermoneta[1],
che potrebbe aver dato, per la coniugazione latina del genitivo di Americus,
ossia Americi, il cognome al ramo sermonetano, episodicamente presente, in
diversi luoghi, nella storia della Rocca, come maestri di casa Caetani, come
servitori dei Caetani durante la Battaglia di Lepanto, come committenti di
cicli decorativi, ma anche come decoratori, e senatori romani, come Pietro, di
cui dopo una lettera da Lione; quindi la presenza della famiglia resta una
costante che quantunque tacitamente, quanto timidamente, riemerge quasi
imprevista, come la già notata altrove[2],
presenza di un pittore, Americo Americi, attivo nel 1671 in una cappella del
convento di San Francesco di Sermoneta.
Comunque le lettere riportate
sono rapportabili ad una duale autografia, quella di Pietro e Alessandro
Americi, che informano, per diverse ragioni, diversi referenti. Alcune
notazioni interessanti emergono da due delle tre lettere di Alessandro che, con
la lemmatica inconsueta per il tempo ma che definisce rettamente il ruolo
sociale della famiglia, si definisce Vassallo,
in effetti un’identificazione di matrice medioevale, ma che ancora vigeva per
connotare, almeno per il secolo di scrittura della lettera, il ruolo del
servitore nell’accezione lata del termine, ossia un collaboratore assai vicino
al signore, qui Filippo Caetani; un dato certamente trascurabile nella
storiografia ma che rivela l’identità e la vicinanza fra le due famiglie,
quella Caetani ed Americi, che in effetti perdurava da secoli. La lettera qui
di seguito certamente rivela una lemmatica assai approssimativa, e qualche
polemica, in fine, che lambisce sinceramente l’ironico, quantunque il disagio
sia alquanto rilevante; comunque è una lettera scritta durante la delegazione
del Cardinale Enrico Caetani, voluta da papa Sisto V, in Francia per cercare di
temperare le risolute posizioni fideistiche di Enrico IV di Navarra, convintamene
ugonotto; la delegazione ebbe esito fallimentare ma che in compenso cercò di
frangere il solido e compatto usbergo protestante in terra gallica.
Noi non fossi sollo a Raissana a Roma dove restati a brache
calate, et non domani partiranno per la volta de Parigi et più sa con che sicurezza piaccia a Sua Maestà dirà
di darci felice viaggio et bona fortuna non vostri servitori a lungo ma posso
per saver alcun da farsi che scrivere et pregati. Duo solo dirrò che col primo
corrieri mi mandiati copia se però saver l’origginale de tutti l’inventari che
si sanno, delle previsioni de tutti et più sia a che tempo son pagati li
sanatari; perché io non ne so parlare et fra le robbe del Cardinale Beata
Maestà che si è trovato più un foglio di ricordi che se fosse ossuto saper
qualche cosa può venir voglia alli padroni de dire tirar qualcuno, et
allintarlo a qualcuno dolersi partire, et non sapendo ciò niente(…)indicati et il simile dico
delli inventori de De Credenza per latri offitii però vi prigo ad mandari:
prigandovi bassarlemani de all’Eccellentissimo duca nostro alle Signorie et
Signori et a tutti acausa nominata et a un Gioseppe nostro quadro lo veder di
Lione agli ultimi di novembre 1589.
Li denari volano, et ne arricciano li capelli et li magnari
et li manca.
Don Niccolò mi scrive d’Ordine dell’Eccellentissima Signora
Duchessa, e del Signor Antonio Illustrissimo ch’io per domatina facesse trovare
costì in Terracina più sandoli, et fusse possibile per lo ritorno di Vostra
Eccellentissima con questi altri Signori dovendo tornare senz’altro per un
corriero spedito hieri a Vostra Signoria Illustrissima et Eccellentissima così
ho fatto inviando Luca con essi: al Monticchio ò l’Historie di Piedimonti sarà
la carrozza di Vostra Eccellenza venuta questa sera da Roma, con gli latri
cavalli che stavano à Cisterna, acciò possino venir quella sera à Cisterna per
esser più comodo dove vorrà trovare apparecchiato, emassime dovendo partire il
giorno seguente per Roma e per fine con debuta reverenda le bacio le mani. Da
Sermoneta lì 18 di Settembre. Devoto a Vostra Signoria Illustrima et
Eccellentissima.
Illustrissima et Eccellentissima Signor Illustrissimo. Devo
rispondere a Vostra Eccellenza di due littire conforme già per Jacobo Matti
inviami li scudi 450 d’oro in oro, ch’havea hanti ad hora di manadare mandato
altri quattrocento scudi riscossi già di giovenchi. Da Napoli il Signor
Settimio Suinci, et ritinne la rimessa delli detti: quali tirrà così sino a suo
ordine per questi ultimi ch’io l’invio sentirà Vostra Eccellenza il presto
accomodamento: del negotio et oltre la pubblica voce, le particularità son
vere, si ché si potrà, far di meno di andar à Napoli: et credo ancora bisognarà
andar a Roma per bon rispetto. Hoggi aspetto Jacobo Matti. A Vostra Venerabile
Eccellenza humilissimo bacio le mani, e prego felicità. Da Cisterna lì 13 dì
Settembre 1604. Humilissimo Vassallo Alessandro Americi.
Illustrissimo et Eccellentissimo Signore. Per Jacomo Matti
secondo il suo ordine Le mando li scudi quattrocento cinquanta d’oro in oro, e
se n’è pagato tre per d’aggio, et non s’è ossuto haver a manco. Questa notte
sono venuti tre forzeri da Roma uno con le robbe di Vostra Eccellenza l’altro con
le livree riposato li muli li mandarò, se bene speso, et non occorrerà sendo
prima lo ritorno per Jacomo Matti mi potrà ordinare se debbo mandarli.
L’Arciprete di Bassiano m’ha mandato l’incluso Memoriale e se ben in esso
desidera favore presso al Signor Don Filippo tuttalvolta le basterà una lettera
al Signor Tommaso de Renzi cognato delli Signori Riccardi quale ad istanza di
Vostra Eccellenza le farà ogni servitio Don Giovanni è informato chi sia, à me
ancora farà gratia, et à Vostra Eccellenza umilmente bacio le mani: da Cisterna
lì di(…)7mbre 1604. Humilissimo Vassallo e Servitore
Alessandro Americo Americi.
Visite farnesiane[7]
Illustrissimo et Eccellentissimo Signore A hore ho tanto il
piego(lettera) di Vostra Eccellenza et inviato à Roma ed
ordine delli scuti quattrocento cinquanta d’oro, et mandato subito per il Matto
à Vostra Signoria Illustrissima. Hieri 8 del corrente doveva far l’intrata ad
hore 23 il Duca di Parma chiamato più volte in Roma da Nostro Signore, e nel
partire, et fece da Roma il Signor Bernardino Matti già era preparata la
cavalcata per incontrarlo, et inviata alla porta del Popolo dove andò Illustrissimo Cardinale Aldobrandino
ed molti altri cardinali Creature di Nostro Signore, et il Signor Giorgio
Aldobrandino ed tutta la nobiltà di Roma, et per Roma si dice che viene a
partiti fatti, e negoti accomodati. Ho voluto avvisarlo à Vostra Eccellenza per
non tardare ad aspettarlo da Roma et à Vostra Eccellenza Illustrissima
Humilmente bacio le mani. Da Cisterna li 9 di 7mbre 1604. Devoto a Vostra
Signoria Illustrissima et Eccellentissima Humilmente Vassallo et servitore
Alessandro Americo Americi.
Alessandro Lusana
[1] S.Pollastri, Les Caetani de Fondi recueil d’actes 1174-1623, Roma 1998, p. 235.
[2] A. Lusana, Sulmone…cit., p. 49.
[3] R.A.C., C.-1589 XI, 30, n.10256
[4] R.A.C., C-1604 14/IX, n.86519 VI
[5] R.A.C., 1604/IX/13, n.53210 VI
[6] R.A.C., C-1604/11/IX, n. 53206.
[7] R.A.C., C-1604/9/IX, n. 53205
[8] A. Lusana, Sulmone pincta, Sermoneta 2005, p.61.
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