Wednesday, June 28, 2017


A dancer courtier

Around Fabrizio Caroso, writer and dancer of XVI century in Italy, today we know little and also his date birth is uncertain; but we know that he had wrote a treatise around the dance with technical step and posture, he was showed in high society for Caetani family, both in Roman court and Italian; by his treatise we understand that rapport between Caroso and gentlewoman was very important, gentlewoman who was we here call so but not certainly aristocratic, so called for their high moral and costume, as Giulia Americi, a woman of Sermoneta Caroso had dedicated a sonnet. The fame of Caroso crossed the Roman borders and come Venetia and north Italy and France and all European courts; his treatise, Il Ballarino(Fig.1), shows a specific correspondence, with a book as much capital, as Il Cortegiano(Fig.2), of Baldassarre Castiglione, this affinity is manifest ready form first page of treatise of Caroso, above all for manners, this step is manifest: “…that are used for remove, as keep it in hand the cap after removed. Those that are used for remove are with full hand, and take for around, or for edge. Those that are made for keep in hand after removed with arm withdraw with edge of cap so and forward…”; we can value around costume and use dominant in Italian court of Renaissance, form is essence for nobility and elegance, and rules, as those of Cortigiano, as form Galateo(Fig.4), this is god manners, as we today say, distinguish the boot from nobleman; the court therefore is for takes behavior merely formal, that haven’t practical essence but alone formal; I remember, alone for continuity in behavioural semiotics, treatise of Torquato Acetto, titled Honesty of dissimulation, author identified with moral victory, today psychological, that expect dissimulation, or to hide emotive participation for event; therefore the evolution of theatrical form, it isn’t alone that we can identify with mere action for actor, or dramatical, from ancient Greek, δράμά, this is action but alone a true representation of owner nobility that had ready a follow at Renaissance court, also for daily life when social distinction was a factor merely theatrical and for protocol. Therefore Caroso translated this behavior took from a nobility, by now missing of past glory, and bonded alone to an economic power, as papal families, assumed between nobility for election to papacy; is sufficient consider family Borghese, whose name shows what is social origin, this is middle class, as father of pope Paolo V, was an attorney from Siena; Barberini family, by Urbano VIII pope, whose origin we lose between bristle of some brush, because family Barberini was from barber, same Medici family, today known more for presence of Lorenzo de Medici wasn’t noble, and Lorenz as his family wasn’t lord of Florence, because Florence was always a republic; in fact committee of 500 was government of Florence which took decisions and other. Therefore family Medici, although prolific never had 500 member; the revolt of Ciompi, 1378, was the revolt of a people class which was excluded from government, but excluded not certainly by noble class but by a prolific and rich middle class, that had replaced nobility in every government of Florence, a class which guaranteed rich and investments both in Florence, for this Medici was very famous for their commissions, and Neoplatonic Academy, and commissions for Palazzo Vecchio with Gozzoli, and other artist as Michelangelo, as for example, the commission front of church of Saint Lorenz with pope Leone X as painted Jacopo Chimenti called l’Empoli(Fig.4). The court therefore assumes a totaling and conform to god manners until representation of social life merely recited and feigned although out of theatre. All if form and feign, therefore we can hypothesize that different by theatre of future Goldoni, much realistic, the theatre had influenced radically life of courts, therefore every members of court was characters with their characteristics, who on contrary get out by a script, they was in life; I remember a fraise of an Italian writer of XV century, Ludovico Ariosto, who said that the life is a theatre and Luigi Pirandello, finally said: remember that for your life you will meet much mask and less face.

Clementina Corbi 
Alessandro Lusana

Un ballerino cortigiano

Sappiamo con certezza che il Caroso fu protetto e introdotto dalla famiglia Caetani nel contesto delle corti rinascimentali sia romane che italiane in genere; dal suo trattato, il Ballarino(Fig.1), evinciamo facilmente che i rapporti fra il Caroso e le nobildonne fu considerevole, un dato questo che incluse anche alcune nobildonne, meramente appellate cosi ma soltanto per la loro alta moralità dato che non erano prettamente aristocratiche, mi riferisco a Giulia Americi una nobildonna di Sermoneta alla quale il Caroso dedica un sonetto, questo naturalmente ci induce a ritenere caroto un mio concittadino. La fama del Caroso varcò ben presto i limiti romani e raggiunse Venezia come il nord Italia la Francia e altre corti europee; il suo trattato in effetti manifesta una specifica corrispondenza con un’opera, altrettanto capitale, quale il Cortigiano(Fig.2), di Baldassarre Castiglione; questa affinità riemerge agevolmente nelle prime pagine del trattato del Caroso: “nelle maniere, che si consumano cosi nel calarsi la berretta di testa, come nel tenerla in mano dopo cavata. Quelle che si consumano nel cavarsela sono a man piena prendendola per lo giro, o per torio, che vogliamo chiamarlo. Quelle poi che si fanno per tenerla in mano dopo cavata col braccio ritirato quello inoltre con fondo della berretta in cosi e dinanzi.” Da quanto possiamo e dobbiamo valutare riguardo all’usanza e al costume oramai imperante nelle corti rinascimentali, la forma diviene essenza di nobiltà di eleganza, e le regole, pari a quelle già dettate dal cortigiano citato, come dal Galateo, ossia la buona educazione, cosi appellata odiernamente che fondamentalmente distingue Homo nobiles da homo villicus; La corte quindi tende a acquisire canoni e comportamenti meramente formali che non hanno alcuna essenza pratica ma soltanto formale; ricordo ancora per continuità di semiologia comportamentale(di significato) il trattato di Torquato Acetto intitolato l’Honestade della dissimulazione(Fig.3) con cui l’autore identifica una mera vittoria spirituale diremo oggi psicologica, che prevede la dissimulazione, ovvero il celare qualsiasi partecipazione emotiva a eventi più o meno distinti e distanti dal partecipante; quindi l’evolversi della forma teatrale non è soltanto quella che potremmo identificare con specifiche rappresentazioni e meramente drammatiche, nell’accezione greca del lemma, ossia drama, δράμά, ma una mera rappresentazione della propria vera o presunta nobiltà che aveva già un seguito nelle corti rinascimentali, anche nella vita quotidiana dove la distinzione sociale era un fattore meramente teatrale e protocollare. Quindi Caroso traduce questo costume assunto da una nobiltà oramai priva di ufficiali glorie trascorse, ma legata semplicemente ad un potere economico, ad esempio qualche famiglia papale, assunta nella nobiltà in seguito essenzialmente all’elezione al soglio pontificio; basti considerare i borghese la cui denominazione manifesta già la classe sociale dalla quale provenivano come storicamente il padre del futuro Paolo V papa, era un avvocato borghese di Siena; i Barberini da cui papa urbano VIII le cui origini si perdono tra le setole di qualche pennello da barba, infatti la famiglia era meramente plebea nelle sue origini ossia umili barbieri; gli stessi medici oggi, riconosciuti ufficialmente nella persona di Lorenzo de Medici non erano nobili, e Lorenzo come tutta la sua famiglia, non governò mai Firenze, quindi la cementificata dicitura di Lorenzo de medici come signore di Firenze, è assolutamente priva di fondamento, dato che Firenze fu sempre un libero comune ed una repubblica, il consiglio dei Cinquecento era la riunione della novità ovvero presunta tale fiorentina che assumeva importanti decisioni per la città. Quindi se la famiglia medici, sebbene prolifica non arrivò mai a 500 elementi; il consiglio dei 500 era un organo governativo nominato direttamente da una determinata classe sociale come avveniva per la serenissima di Venezia; la rivolta dei ciompi del 1378 fu in effetti la rivolta sociale della maggioranza popolare della Firenze del ‘300 che venne esclusa categoricamente da qualsiasi organo decisionale non da una aristocrazia albagia nobiltà, pensi da una borghesia fiorente e commerciale che aveva oramai compiutamente debellato qualsiasi forma di aristocrazia per sostituirla con una attiva e febbrile classe imprenditoriale che garantiva ricchezza e validi investimenti sia in Firenze, in questo i medici furono più che celebri, basti pensare ai ricchi investimenti culturali di Lorenzo dei medici nell’accademia neoplatonica, e delle diverse commissioni in palazzo vecchio che videro la presenza di Benozzo Bozzoli e di altri autori tra cui Michelangelo, rappresentato per la commissione della facciata della chiesa di S. Lorenzo con Papa Leone X da Iacopo Chimenti detto l’Empoli(fig.4).La corte quindi assume una totalizzante conformazione specificatamente cortese sino a rappresentare la vita sociale meramente recitata e simulata anche al di fuori dell’impressione meramente teatrale. Tutto diviene forma e recitazione; quindi possiamo ipotizzare che a differenza del teatro più ‘realistico’ del futuro Goldoni, il teatro aveva già influenzato radicalmente la vita delle corti, quindi tutti i membri delle corti erano personaggi con caratteristiche peculiari, che invece di fuoriuscire da un testo teatrale sussistevano all’interno di un’esistenza; mi torna utile citare una frase di Ludovico Ariosto il quale sintetizzò questa affermazione dicendo: La vita è tutta un teatro non posso mancare di citare anche il realismo interiore e sociale di Pirandello: ricorda che nella vita incontrerai molte maschere e pochi volti.

Clementina Corbi 
Alessandro Lusana 
 
Fig.1
Fig.2
Fig.3
Fig.4
 
 
 
                                         

 

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