Thursday, June 2, 2016

 

Banni eccellenti: la condanna di Dante Alighieri

 

La vicenda politica di Dante Alighieri non abbisogna di ulteriori esplicazioni che comportino revisioni, ovvero colpevolezze tardive e, soprattutto, anacronistiche condanne morali dei fautori; sarebbe ridicolo, se non fosse patetico. Qualche attestazione documentaria già edita, e curata[1] magistralmente, traduce l’assetto documentario che, fra gli altri condannati, riporta anche il nome del sommo Dante; certamente non intendo avocare una scoperta rimarchevole, ma solo rendere nota, anche la natura documentaria dell’episodio, che vede il sublime Alighieri come protagonista, ripeto, insieme ad altri, del medesimo banno, ovvero ellenisticamente ostracismo, che allontanò Dante dalla patria fiorentina. La comminazione della pena recita[2]: Nel nome di Dio; amen. Queste sono le condanne ovvero dei condannati le sentenze fatte, promulgate per il nobile e potente milite e signore Cante dei Gabrielli di Gubbio, onorabile potestà della città di Firenze, sopra suddetti eccessi e delitti e contro gli infrascritti uomini e persone, e sotto l’esame attento e discreto del signore paolo di Gubbio, giudice lui stesso e potestà dell’ufficio dei barattieri, dell’inique estorsioni come lucri illeciti, e dalla volontà e il consiglio degli altri giudici e dello stesso potestà, e scritto per me Bonora di Pregio, già detto signore potestà dei notai e officiale del comune di Firenze allo stesso officio deputato, correndo l’anno del Signore millesimo trecentesimo secondo, indizione XV, nel tempo del santissimo padre signore Bonifacio ottavo. Noi con Cante potestà predetto diamo e proferiamo la infrascritta condanna e sentenza in questo modo: Gherardino fu Deodato del popolo di Santo Martino Vescovo, un tempo priore, accusato e denunciato da Bartolo Banchi del popolo di Santo Lorenzo, dicendo lo stesso Gherardino nell’accusa contenuto, stando nel detto suo officio, aver commesso in detto officio il dolo, frode e aver barattato, facendo offerta a Guccio del fu signor Cerretano da Vice signore, ora detenuto in carcere del comune di Firenze per molti banni e condanne, con Dio e Beato Giovanni Battista, e non per amore di Dio e di Beato Giovanni, ma solo per soldi quanto ebbe dal detto Guccio ovvero dai suoi congiunti dando ed assolvendo allo stesso Gherardino, settantadue fiorini d’oro, falsificando e barattando anche il dolo, la frode e la baratteria commesso nel suo officio di priorato. Dante Allighieri[3] di sesto Santo Pietro Maggiore. Lippo Becchi di Sesto Oltrarno. Orlanduccio Orlandi di Sesto Porta Casa…Il testo prosegue con le canoniche formule notarili ma senza aggiungere nulla al detto testo. Forse oggi i banditori avrebbero qualche scrupolo nel comminare una sentenza del genere, almeno per Dante, ma all’epoca la politica ideologica, e qualche interesse, surclassava la sublime versificazione dell’Alighieri, che comunque, già nel 1326, post mortem, ebbe, nella persona di Guido da Pisa, un primo commentatore alla sua Divina Commedia. Sintomo tangibile della grande fama che già in vita, il sommo Dante aveva conquistato, e che ancor oggi interamente lo connota; non credo che la sentenza sarebbe stata cassata in seguito alla Divina Commedia citata; l’opera sarebbe certamente amata, ma la persona godendo di grande fama poetica, avrebbe, in Firenze, calamitato tante amicizie sia intellettuali ovvero no, che sarebbero state influenti anche sulla politica fiorentina, forse tanto da garantire un iter politico, ossia decisionale, differente.

Alessandro Lusana

Excellent ostracism

The politics vicissitude of Dante Alighieri not needs of more explication that describe historical revision, or late culpability, and always unused and moral guilt of promoting, because it is ridiculous and pathetically. Few document just published, translates documents[4], that among other guilt, shows name of Dante, certainly I don’t think that shows a discovery, but alone to show, but alone to report document of event exclusion of Dante, with much other, from Florence for same ostracism, world that come from ancient Greek and meaning exclusion from a city, usually voted from a broken piece(Fig.1). The pain talks: For name of God, amen. These are sentences or condemned, showed for mister Cante de Gabrielli from Gubbio, honourable city of Florence, on murders and excesses and against men and person, and for attentive exam of mister Paolo of Gubbio, judge and of office of barattieri, of wrong gain and extortion and for counsel of of other judges, and wrote by me Bonora di Pregio, lord of notary and official on common of Florence, same office fixed. In year of God thousand three century second, in diction XV, at timer of most saint lord pope Bonifacio VIII. We with Cante abovementioned that condemn just wrote and sentence for this mode: Gherardino was Deodato from people Saint Martin Bishop, just prior, accused and agreed by Bartolo Banchi of people Saint Lorenz, talking same Gherardino at accuse and at same office, and at same office he worked fraud, and working to Guccio of lord Cerretano from Vice, now at prison of Florence for more condemns and ostracism, with God and Giovanni Battista, and no for love of God and Beato Battista, but alone from worlds of Guccio and his parents giving and absolving Gherardino, seventeen two florins, with false fraud at his office. Dante Allighieri from Sesto Santo Pietro maggiore. Lippo Becchi from Sesto Oltrarno, Orlanduccio Orlandi from Sesto Porta Casa…The text follows with canonical notarial formulas but not add nothing to text. Perhaps judge now would have more scruple for endorse this condemn, so that for Dante, but then much interest and ideological policy, exceeds the sublime verses of Dante, who just in 1326, after his die, had for his commentator Guido da Pisa, for his Divina Commedia. Sign of great glory of Dante during his life, and now is same; and I not think that sentence would be cancelled for Divina Commedia, book certainly would be loved, but Dante would have had, in Florence, more enemy both intellectuals and not, and would be influence on the Florentine policy, perhaps much for guarantee a political course and decision very different.  
Fig.1




Fig.2
                                     

 

 

                                

Fig.1

 




[1] Il libro del chiodo, a cura di F. Ricciardelli, Roma 1998, pp.8-10
[2] Ibidem. La versione testuale del documento, qui riportata, è stata interamente tradotta dallo scrivente.
[3] Ibidem, p.10. Così nel testo latino che non ho voluto correggere appositamente.
[4] See note 1

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