Pestilential chronicle
I take again De Foe and now for a comment to his Journal of the plague published 1722, is
very descriptive and full of particular that a baby of five years, age of De
Foe when plague started, 1665, with difficulty would had took in memory, but I
think that Defoe had asked to some surviving, who had tool with very attention
and very particular, so much macabre, and Defoe had after write a romance
around this tragedy; the story is certainly true but
dialogues and figure seem took from romance that often repeat character also
contest, as Robinson Crusoe, who repeat same condition and contest for page and
page; for example the dialogues between two person, is impossible that De Foe
had could listened this talk, to remember it and after to make transcription,
De Foe had took information from chronicle both oral and wrote, perhaps some
journal or other source that he could found. The story is often repetitive with
episode very sad with dead and spectral image, which I repeat are alone from a
man that has direct document but no certainly for direct look, but took alone
for induction, number of dead and other data that are too precise, anyway, De Foe
tells that is happen during 1665 and this event is memorable for his tragedy
and is a fragment of history that we now have for De Foe, statistic of dead,
figure of crazy man and woman, every place of London was conquered by plague
and he make accurate description of dead in home, advices of major and of
doctors, common graves and other that are very important for narration of an
event very serious; but like for every good tale, condition of city and citizen
seems to improve to end of tale. This particular is very interesting because
this improvement is for end of plague of for alone exigency of tale? This is
the question. (Alone for to come from London to Denmark)
Alessandro Lusana
Cronaca pestilenziale
Io riprendo ancora De Foe
ma solo per un commento al suo Diario
della peste, pubblicato nel 1772, che resta davvero descrittivo e pieno di particolari
che un bambino di cinque anni, l’età di De Foe quando la peste ebbe inizio, il
1665 con molte difficoltà potrebbe aver ricordato e descritto, ma credo che De
Foe abbia chiesto a qualche sopravvissuto, che abbia riferito particolari
davvero macabri con molta attenzione, e che De Foe abbia poi scritto un romanzo
intorno alla tragedia; la storia certamente vera ma i dialoghi e le figure
sembrano ripresi da un romanzo che spesso ripete anche il contesto e i
personaggi, come in Robinson Crusoe, che ripete la stessa condizione e contesto
per pagine intere; come, ad esempio, il dialogo fra due persone, è impossibile
che De Foe abbia ascoltato questo colloquio e ricordato e dopo averlo
trascritto, De Foe quindi ha preso informazioni dalla cronaca sia orale che
scritta, forse qualche giornale ovvero altra fonte. La storia è davvero
ripetitiva con episodi davvero tristi, con morti e immagini spettrali che,
ripeto, sono di un uomo che ha documentazione certa ma non autoptica, ma presa
per sola induzione, il numero dei morti e altri dati che sono troppo precisi; comunque De Foe
racconta l’avvenuto durante il 1665, e questo evento resta memorabile per la
sua tragicità e resta un frammento di storia, di cui oggi noi abbiamo grazie a
De Foe statistica e morti, figure di uomini e donne impazziti, ogni luogo di
Londra, ogni luogo di Londra era preda della peste e De Foe ne fa un’accurata
descrizione dei morti in casa, degli avvisi del sindaco e dei dottori, fosse
comuni e altre cose davvero importanti per la narrazione di un evento davvero
rilevante; ma come per ogni buon racconto, la condizione della città e dei
cittadini sembrano migliorare verso la fine del racconto. Questo particolare è
davvero interessante perché questo miglioramento è per la fine della peste ovvero per le sole esigenze di racconto?
Questo è il problema (Solo per andare da Londra alla Danimarca).
Alessandro
Lusana
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