Banni
eccellenti: la condanna di Dante Alighieri
La
vicenda politica di Dante Alighieri non abbisogna di ulteriori esplicazioni che
comportino revisioni, ovvero colpevolezze tardive e, soprattutto,
anacronistiche condanne morali dei fautori; sarebbe ridicolo, se non fosse
patetico. Qualche attestazione documentaria già edita, e curata[1]
magistralmente, traduce l’assetto documentario che, fra gli altri condannati,
riporta anche il nome del sommo Dante; certamente non intendo avocare una
scoperta rimarchevole, ma solo rendere nota, anche la natura documentaria dell’episodio,
che vede il sublime Alighieri come protagonista, ripeto, insieme ad altri, del
medesimo banno, ovvero ellenisticamente ostracismo, che allontanò Dante dalla
patria fiorentina. La comminazione della pena recita[2]:
Nel nome di Dio; amen. Queste sono le
condanne ovvero dei condannati le sentenze fatte, promulgate per il nobile e
potente milite e signore Cante dei Gabrielli di Gubbio, onorabile potestà della
città di Firenze, sopra suddetti eccessi e delitti e contro gli infrascritti
uomini e persone, e sotto l’esame attento e discreto del signore paolo di
Gubbio, giudice lui stesso e potestà dell’ufficio dei barattieri, dell’inique estorsioni
come lucri illeciti, e dalla volontà e il consiglio degli altri giudici e dello
stesso potestà, e scritto per me Bonora di Pregio, già detto signore potestà
dei notai e officiale del comune di Firenze allo stesso officio deputato,
correndo l’anno del Signore millesimo trecentesimo secondo, indizione XV, nel tempo
del santissimo padre signore Bonifacio ottavo. Noi con Cante potestà predetto
diamo e proferiamo la infrascritta condanna e sentenza in questo modo:
Gherardino fu Deodato del popolo di Santo Martino Vescovo, un tempo priore,
accusato e denunciato da Bartolo Banchi del popolo di Santo Lorenzo, dicendo lo
stesso Gherardino nell’accusa contenuto, stando nel detto suo officio, aver
commesso in detto officio il dolo, frode e aver barattato, facendo offerta a
Guccio del fu signor Cerretano da Vice signore, ora detenuto in carcere del
comune di Firenze per molti banni e condanne, con Dio e Beato Giovanni
Battista, e non per amore di Dio e di Beato Giovanni, ma solo per soldi quanto
ebbe dal detto Guccio ovvero dai suoi congiunti dando ed assolvendo allo stesso
Gherardino, settantadue fiorini d’oro, falsificando e barattando anche il dolo,
la frode e la baratteria commesso nel suo officio di priorato. Dante Allighieri[3] di sesto Santo Pietro Maggiore. Lippo
Becchi di Sesto Oltrarno. Orlanduccio Orlandi di Sesto Porta Casa…Il testo
prosegue con le canoniche formule notarili ma senza aggiungere nulla al detto
testo. Forse oggi i banditori avrebbero qualche scrupolo nel comminare una
sentenza del genere, almeno per Dante, ma all’epoca la politica ideologica, e
qualche interesse, surclassava la sublime versificazione dell’Alighieri, che
comunque, già nel 1326, post mortem,
ebbe, nella persona di Guido da Pisa, un primo commentatore alla sua Divina Commedia. Sintomo tangibile della
grande fama che già in vita, il sommo Dante aveva conquistato, e che ancor oggi
interamente lo connota; non credo che la sentenza sarebbe stata cassata in
seguito alla Divina Commedia citata;
l’opera sarebbe certamente amata, ma la persona godendo di grande fama poetica,
avrebbe, in Firenze, calamitato tante amicizie sia intellettuali ovvero no, che
sarebbero state influenti anche sulla politica fiorentina, forse tanto da
garantire un iter politico, ossia decisionale, differente.
Alessandro Lusana
Excellent ostracism
The politics vicissitude of Dante Alighieri not needs
of more explication that describe historical revision, or late culpability, and
always unused and moral guilt of promoting, because it is ridiculous and
pathetically. Few document just published, translates documents[4],
that among other guilt, shows name of Dante, certainly I don’t think that shows
a discovery, but alone to show, but alone to report document of event exclusion
of Dante, with much other, from Florence for same ostracism, world that come
from ancient Greek and meaning exclusion from a city, usually voted from a
broken piece(Fig.1). The pain talks: For
name of God, amen. These are sentences or condemned, showed for mister Cante de
Gabrielli from Gubbio, honourable city of Florence, on murders and excesses and
against men and person, and for attentive exam of mister Paolo of Gubbio, judge
and of office of barattieri, of wrong gain and extortion and for counsel of of
other judges, and wrote by me Bonora di Pregio, lord of notary and official on
common of Florence, same office fixed. In year of God thousand three century
second, in diction XV, at timer of most saint lord pope Bonifacio VIII. We with
Cante abovementioned that condemn just wrote and sentence for this mode:
Gherardino was Deodato from people Saint Martin Bishop, just prior, accused and
agreed by Bartolo Banchi of people Saint Lorenz, talking same Gherardino at
accuse and at same office, and at same office he worked fraud, and working to
Guccio of lord Cerretano from Vice, now at prison of Florence for more condemns
and ostracism, with God and Giovanni Battista, and no for love of God and Beato
Battista, but alone from worlds of Guccio and his parents giving and absolving
Gherardino, seventeen two florins, with false fraud at his office. Dante Allighieri from Sesto Santo
Pietro maggiore. Lippo Becchi from Sesto Oltrarno, Orlanduccio Orlandi
from Sesto Porta Casa…The
text follows with canonical notarial formulas but not add nothing to text.
Perhaps judge now would have more scruple for endorse this condemn, so that for
Dante, but then much interest and ideological policy, exceeds the sublime
verses of Dante, who just in 1326, after his die, had for his commentator Guido
da Pisa, for his Divina Commedia. Sign
of great glory of Dante during his life, and now is same; and I not think that
sentence would be cancelled for Divina
Commedia, book certainly would be loved,
but Dante would have had, in Florence, more enemy both intellectuals and not,
and would be influence on the Florentine policy, perhaps much for guarantee a
political course and decision very different.
Fig.1 Fig.2 |
Fig.1
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