Ceramic
centuries
The rebirth with figure
of painting includes, with emulation spirit very commendable also the ceramic,
which almost tried emulation until copy with major painter, although we can’t
apart by costumer, who can’t commission to Botticelli he asked a copy on flat ceramic.
This art is extended to Germany and France, centre as Faenza and Urbino, has
had European schools, and translated formal style of Italy; while Spain has
joyed of tradition of Arabian ceramic and in fact has much merchant. Naturally
function of ceramic and flat is different; practical use of flat is different
from decorative function of same flat, for exemple pawn of love is a gift which
trough ceramic attested report between two persons; therefore a pitchers and
flats with portrait of lovers, or subject which suggest report love. For religious
subject the natura naturans has lavished her style with notes very next to
Pollaiolo(1431-1498) to a Master of Resurrection. Other painter of ceramic is
Nicola Pelliparo(1480-1450)(Figg.1-2), who seems leave skill of graphic master
for very serious brushstroke, fir also for definition of particular of cloth;
Pelliparo and his style is followed also by Xanto Avelli(Figg.3-4), whose use
of colour and brustroke remembers above mentioned, but with definition very important
of body and plastic body, while he take the architecture structures. Orazio
Fontana(dead 1571)(Figg.5-6), ceramic has her assimilation between decorative
function and ideology of pictorial grotesque, for Fontana is very important the
flat of Guidobaldo II, where pictorial grotesque use with strong of grotesque,
assuming this motive for pure moment of decoration with master skill.
Alessandro Lusana
Secoli
figulati
La rinascenza figurata della pittura comprende, con uno spirito di
emulazione davvero rimarchevole, anche la ceramica, che quasi stenta a non
emulare, anche stilisticamente la produzione prettamente pittorica, quantunque
non si possa prescindere dal ruolo determinante del committente, che non
potendo commissionare un Botticelli ovvero un Lippi ne ordina una copia o una
sintesi stilistica su piatto, sembra di descrivere un costume assai vicino a
noi, ma trattiamo del Rinascimento. L’insegnamento indiretto figurativo ha
agevolato esiti compositivi e formali che, a livello estetico, era tanto
gradito da estendere i limiti del mercato fra diversi paesi europei come
Germania e Francia , i centri, ad esempio, di Faenza ed Urbino determinano
l’insediamento di botteghe ovvero scuole in Europa, che mutuano dalla versatile
fattura figula italica, ovvero ausonica, e la traducono, fenomeno speculare
all’ambito pittorico, nei rispettivi centri di produzione; mentre la Spagna,
erede diretta della ceramica araba, fin dal Trecento godeva di fama e mercati
assai fiorenti. Il carattere esornativo del Rinascimento evolve il proprio
divenire verso una più o meno concreta via della ceramica, quindi la netta
distinsione fra quella decorativa e quella destinata a compiti pragmatici permane:
i cosidetti pegni d’amore sono un prodotto destinato a consolidare un connubio
che, tramite la ceramica, consolidava, ufficializzandolo, il rapporto fra due
amanti, quindi brocche e piatti con i ritratti degli spasimanti ovvero con
soggetti che suggerissero il rapporto fra i due, mi perdoni il Manzoni,
“promessi sposi”. Un esemplare di tale affinità spirituale che indusse alla
commissione di omaggi grafici e pittorici è una maiolica, qui scelta fra le
tante, con il ritratto forse ideale dell’amata Silvia bella, per la quale
emerge una labile ma presente affinità stilistica con i ritratti scultorei di
Desiderio da Settignano, qui mutuato e rapportato ad un criterio naturalistico
più efficace. Per i soggetti religiosi la natura naturans profonde la sua
sussistenza con referenti pollaioleschi, da Antonio del Pollaiolo(1431-1498),
pittore, scultore ed orafo fiorentino, che certamente suggerì, per il Martirio
di San Sebastiano, attribuito ad un Maestro della Resurrezione , la drammatica
composizione mutuata dal nostro Maestro sull’omonimo soggetto dello stesso
Pollaiolo, di cui certamente il ceramista colse anche la forte plastica
anatomica e la naturale impronta gestuale delle figure, denunciando così sia la
capacità di esemplare da motivi figurativi noti che di reinterpretarne la
composizione. Altro esponente di rango della ceramica rinascimentale è Nicola
Pelliparo(1480-1540)(Figg.1-2) , che sembra tralasciare, nel Martirio di Santa
Caterina, la dovizia grafica della resa complessiva per stendere ubertose
pennellate cromatiche atte a definire anche rigorosi passaggi tessili, davvero
rimarchevoli per la plastica melliflua; il Pelliparo e la sua forte impronta
materica è seguita da Xanto Avelli(Figg.3-4), la cui resa nella tessitura
riporta alla forte usta del Pelliparo di cui, però, stempera la profusione
cromatica trattenendo la marcata plastica, ed inoltre riporta, da bravo
imitatore, la resa architettonica scandita nelle strutture, pareggiando così
quelle del Pelliparo. Con Orazio Fontana(m.1571), la ceramica rinascimentale
trova l’assimilazione concreta nella fattura decorativa con l’ideologia da
grottesca pittorica, per il Fontana emblematico il piatto per Guidobaldo II,
dove il gusto esornativo, temprato sui cicli esornativi cinquecenteschi,
acuisce l’impiego falsamente allegorico della grottesca, traducendolo ed
interpretandolo come un puro motivo decorativo, la cui fattura esemplare
denuncia la mano di un artefice di magistrale perizia.
Alessandro Lusana
Fig.1
Fig.2
Fig.3
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